Io ho molti dubbi sulla legittimità costituzionale del voto sulla piattaforma Rousseau.
Tale voto può essere considerato una mera procedura "interna" prevista dal sistema decisionale di una formazione politica?
L'art. 49 Cost. recita:
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Ora, è noto che i partiti politici sono tutti organizzazioni di tipo verticistico ed elitario: lo insegna la sociologia politica (cfr. Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca, Roberto Michels, quest'ultimo il teorico della
legge ferrea delle oligarchie, legge empirica enunciata studiando i partiti della sinistra tedesca, in particolare l'SPD).
Il giurista, però, non può non rilevare come la Costituzione repubblicana richieda che almeno il
metodo per l'organizzazione dei partiti debba essere
democratico.
E' democratico il voto su Rousseau?
Rousseau non è solo il teorico della democrazia diretta: egli è considerato piuttosto l'ideologo della
democrazia totalitaria (e fu filosofo molto stimato da Carl Schmitt, il giurista di Hitler).
La democrazia impone che il voto venga espresso da cittadini individuabili uti singuli.
Il voto su Rousseau, invece, a me ricorda più che altro il
plebiscito, cioè un metodo elettorale in cui non vengono consultati i cittadini
uti singuli, bensì la massa indistinta (la quale non vota per singoli voti - e qui continuo a ripetermi perché tale punto è dirimente -, bensì per acclamazione).
Non so quanto il
plebiscito su Rousseau possa essere compatibile con quel metodo democratico richiesto (imposto?) dalla Costituzione.