Trend e canali - 1 (30/07/2006 - 13:37)
Proseguendo nell’attività di ricerca di tecniche alternative all’analisi tecnica tradizionale, facciamo adesso un tuffo nella statistica. Niente panico per i profani, perché si vedrà che non ce n’è motivo!
Parliamo questa volta di trend e canali, tenendo presente che l’argomento “trend” è propedeutico a quello della ricerca dei cicli temporali, dei quali parleremo in futuro.
Il trend o tendenza non è altro che la direzione di marcia di una serie storica (serie di quotazioni, per quel che ci riguarda).
Il concetto di trend è relativo al periodo di tempo considerato: quello che in un grafico infragiornaliero può apparire come un trend consolidato, in un grafico giornaliero o settimanale appare come semplice espressione di rumore, cioè di piccola increspatura nel trend principale.
Il semiciclo (fase di rialzo o ribasso) di una grossa oscillazione, in un grafico mensile, può diventare un importante trend in un grafico giornaliero.
Insomma, penso che ci siamo capiti.
L’analisi tecnica ci ha insegnato a tracciare il trend come una retta passante per due minimi crescenti o due massimi decrescenti.
Tracciando la parallela, tangente ad un punto di svolta significativo sul lato opposto del grafico, si ottiene un canale.
Un canale, rispetto al trend, presenta il valore aggiunto di racchiudere la volatilità del periodo di tempo per il quale è tracciato: volatilità in aumento, con il grafico che esce fuori del canale, significa accresciuto interesse, in una direzione o nell’altra.
Il bisogno di tracciare un canale che rispetti l’esigenza di rappresentare un trend e di racchiudere le sue oscillazioni non può trovare una corretta soluzione in analisi tecnica, a causa delle conoscenze matematico-statistiche richieste.
Si semplifica quindi il concetto, riconducendolo al tracciamento di due rette parallele, peraltro sempre arbitrarie visto che ogni analista individua le sue: si simula semplicemente, in mancanza di altre possibilità, un trend pseudo-lineare; si bara non sempre sapendo di barare.
Che vuol dire trend lineare? In poche parole vuol dire che il trend si muove lungo una linea retta in termini costanti finché quella retta viene ritenuta valida: conoscendo l’inclinazione della retta, cioè, si può stabilire che la retta sale (o scende) ad esempio di 20 punti al giorno; sempre 20 fino a quando non si disegna un’altra retta diversamente inclinata.
Ecco un esempio relativo al titolo Generali.
Che succede se le quotazioni si impennano o scendono? Se si vuole rappresentare una maggiore rispondenza del trend, si cambia inclinazione e si comincia con un’altra retta, e poi un’altra ancora... Ecco un esempio di come potrebbe essere evidenziato il trend di Generali:
oppure:
Negli ultimi due esempi, è come se si fosse tracciato un unico canale nel quale le curve di cambio direzione non sono arrotondate ma spigolose. In sostanza, crediamo erroneamente di aver tracciato dei canali lineari ed invece, come vedremo la prossima volta, abbiamo tracciato dei canali con una propria identità matematica, diversa da quella lineare.
Al riguardo, è ormai universalmente riconosciuto che l’andamento dei mercati non è quasi mai lineare, ma l’analisi tecnica continua a rappresentarli in forma lineare perché così si è sempre fatto; perché un concetto digerito è difficile da contestare; perché è comodo assecondare la convinzione diffusa che il metodo usato sia corretto; perché in realtà è molto semplice; perché si crede nell’autorealizzazione, cioè nell’attitudine del mercato a rispettare certe situazioni che vengono rese concrete dal fatto che tutti utilizzano lo stesso metodo (ma è davvero così?).
E invece, come abbiamo visto sopra nell’esempio di Generali, una rappresentazione lineare può essere adatta ad approssimare dei trend locali, cioè piccoli “spezzoni” di trend, ma non un intero trend (si veda come la prima rappresentazione ignori grosse oscillazioni che, sul piano operativo, non sono precisamente irrilevanti). Per di più, l’analisi tecnica non ricorre alle ben precise formule di rappresentazione lineare, ma continua ad affidarsi alla soggettività ed alla sensibilità dell’analista.
In matematica, la formula per la rappresentazione lineare di un trend è Y=aX+b, ove “Y” è la quotazione, “X” è il tempo, “a” e “b” sono i coefficienti. Tracciato il trend, le parallele che racchiudono il canale diventano obbligate e non lasciano margini di soggettività (il limite, semmai, risiede nel periodo di tempo che si vuole rappresentare).
Premesso questo, mi rendo perfettamente conto che le conoscenze richieste, per quanto elementari, rientrano comunque in un bagaglio culturale specifico e specialistico. Perciò, continuiamo pure a tracciare i canali come abbiamo sempre fatto tenendo presente però, che esistono delle tecniche matematicamente ineccepibili, idonee a tracciare il vero trend sia esso lineare o, come vedremo, di altro ordine. Rammento che Excel fornisce tutte le funzioni richieste. Inoltre, a chiusura dell’argomento, nella sezione delle tecniche alternative verrà messo online un software di uso semplicissimo.
Mi limito, per adesso, a riportare il grafico di Generali con trend lineare “matematicamente corretto” tracciato sull’ultimo anno di quotazioni; leggermente diverso ma assai simile a quello tracciato ad occhio (prima figura in alto), è frutto dell’elaborazione della formula suindicata.
E’ bene precisare che il trend è quello tracciato con linea tratteggiata, mentre il canale è tutta l’area compresa all’interno delle parallele alla linea tratteggiata.
Alla prossima.
Natale Lanza
http://www.borsanalisi.com/news/40.html