GENOVA: poliziotti INFILTRATI TRA I BLACK BLOC? (1 Viewer)

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tontolina

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Il film "Diaz" e l'iceberg della democrazia

di Christian Mirra - 19 Aprile 2012
La Diaz é solo la punta visibile dell'iceberg contro cui la nostra democrazia puó sempre andarsi a schiantare. Dopo undici anni dal G8, nulla è stato fatto perché l'orrore di quei fatti non si ripeta




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Ho atteso con ansia il film sulla Diaz, e Vicari non ha tradito le mie aspettative. L'ho trovato straordinario, potente e impeccabile. Una rappresentazione dei fatti cosí indiscutibile che perfino nella polizia ci sono pochi che alzano la voce contro il film. Tuttavia c'é sempre un pelo nell'uovo per chi lo cerca, e non mancano le critiche. Soprattutto, si critica che nel film mancano le responsabilitá politiche, le scelte dietro la gestione del G8, in sintesi: il perché sia avvenuto.

É vero, il film non spiega perché alla Diaz siamo stati aggrediti dalla polizia, pestati e poi incriminati con prove false. Non ce lo spiega, e secondo me fa bene.

Io oggi, a undici anni da quell'inferno, dopo aver letto e visto piú di quanto avrei voluto sul G8 di Genova, ho i miei sospetti su perché sia accaduto. Ma allora, quando la polizia irruppe nella scuola e ci attaccó, non avevo alcuna idea di perché ció stesse accadendo. La manifestazione era finita, il posto che avevo trovato per dormire era pieno di gente pacifica. Perché ci attaccarono? Perché non smettevano di picchiarci? Perché ci odiavano tanto?

Me lo chiedevo anch'io mentre ero in ospedale, vigilato da poliziotti che mi trattavano come il peggiore criminale. Perché? Nessuna risposta.

Ancora oggi, dopo undici hanni di ricerche, non trovo una risposta certa. L'ho cercata a lungo invano. L'avrei voluta dalle istituzioni, dai politici e poliziotti, ma ho trovato un muro di omertá e autodifesa, e anche peggio: menzogne, calunnie, depistaggi, promozioni dei responsabili ai vertici della Polizia. Ho cercato il perché nei processi, e neppure lí ho trovato la risposta. Ho scoperto tante cose sulle dinamiche dei fatti: i pm Zucca e Cardoona Albini hanno fatto tanto per la veritá da meritarsi una medaglia. Ma loro possono cercare la giustizia, dimostrare i fatti, e basta. Neppure loro possono darci il perché sia accaduto, il movente di scelte politiche i cui artefici non sono sotto processo.

Perché al G8, alla Diaz, a Bolzaneto é successo quello che é successo? Non é facile rispondere, e non si puó pretendere che sia un regista a spiegarcelo. Certo, Vicari poteva provarci, e magari avrebbe fatto il miracolo di un film a tesi indiscutibile.... secondo me, sarebbe stato un ingenuo a credere di poterlo fare. Ha scelto di non provarci, e ha fatto bene.

Grazie a questa sua scelta, il film é indiscutibile: non presenta una tesi che lo spettatore puó sottoscrivere o ripudiare. Lo spettatore é messo davanti alla nuda realtá della Diaz cosí come noi che c'eravamo: senza capire il perché, senza credere che sia possibile. Io credo che quest'esperienza sia, forse, l'unico modo di fare breccia nelle menti di centinaia di migliaia di italiani che credono che la polizia abbia operato bene a Genova. Devono capire che alla Diaz c'ero io come poteva esserci ognuno di loro: anche tu. Perché se non l'hai giá capito, se sei uno di quelli che sostengono la versione da copione, se credi che la Polizia ha operato bene perché i manifestanti erano violenti, allora - lo so per esperienza- c'é poco che io possa dire per convincerti del contrario. Credi di essere giá bene informato, hai visto la TV, hai letto i giornali, ormai sei sicuro che la Polizia ha fatto bene. Allora devi finirci tu nei miei panni per capire. Devi essere tu a non poterci credere: devi chederti tu il perché.

Se grazie alla visione del film Diaz, restassero tutti con questa domanda in testa, senza risposte preconfezionate, sarebbe un gran bene. C'é tanto da scoprire, cercando la risposta.

La Diaz é solo la punta visibile dell'iceberg contro cui la nostra democrazia puó sempre andarsi a schiantare. Come in ogni iceberg, la punta é solo una minima parte che emerge; la vera massa si nasconde sotto il mare, dove lontano dagli occhi ci sono le scelte politiche fuori controllo, le strategie di repressione del dissenso, la cultura fascista all'interno delle istituzioni, i depistaggi, le menzogne dei giornali, il disprezzo dei diritti umani.... insomma, tutte quelle cose che mettono in pericolo la democrazia, e che ogni sincero democratico non vorrebbe vedere nelle istituzioni del proprio paese. In Italia c'é tutto ció, e chi non vuol crederci farebbe bene a studiare seriamente i fatti di Genova e quant'é venuto fuori dai processi.

Dopo undici anni dal G8, navighiamo ancora dritti verso l'iceberg. Nulla é stato fatto perché l'orrore della Diaz e Bolzaneto non si ripeta: i responsabili sono ancora ai vertici della polizia, e in Italia non c'é ancora una legge contro la tortura. Procacci e Vicari ci hanno regalato un mezzo potente per capire che siamo su una rotta sbagliata. Ora sta a noi scavare nei fatti alla ricerca di risposte, trovare i responsabili, chiedere giustizia e riforme democratiche.

In conclusione, io condivido la frustrazione di chi, come Agnoletto, ha sempre lottato per far emergere la veritá sui fatti di Genova. Avrebbe voluto che il film dicesse tutto quello che lui sa. Ma temo che sarebbe troppo da assimilare in un solo colpo, troppo da inserire in un film che giá cosí dura due ore, di cui mi sembra che neppure un minuto vada sprecato.
Credo che dobbiamo essere solo grati di questo film. Se in Italia la democrazia affonda dobbiamo prendercela con il capitano e con buona parte dell'equipaggio, forse anche con i macchinari, insomma con chi o cosa ci impedisce di cambiare rotta. Ma non ha senso incazzarsi con la vedetta per averci mostrato solo la punta dell'iceberg.
 

Sen

ευαiσθητος
Mi sembra comunque una visione estremamente di parte e non mi pare che il film mostri immagini della città messa in ginocchio dai manifestanti. Mi sembra molto chiaro il perchè sia stato fatto ciò.
 

f4f

翠鸟科
Mi sembra comunque una visione estremamente di parte e non mi pare che il film mostri immagini della città messa in ginocchio dai manifestanti. Mi sembra molto chiaro il perchè sia stato fatto ciò.

premesso che hai ragione,
mi permetto di precisare:
città messa in ginocchio dai Black Block, non dai manifestanti normali ( che erano la stragrande maggioranza)
e, sempre a memoria, non mi pare abbiano arrestato blackblokers
hanno preso 25 persone e condannate 24
solo 25
spero con tutto il quore di sbagliare per difetto
 

tontolina

Forumer storico
premesso che hai ragione,
mi permetto di precisare:
città messa in ginocchio dai Black Block, non dai manifestanti normali ( che erano la stragrande maggioranza)
e, sempre a memoria, non mi pare abbiano arrestato blackblokers
hanno preso 25 persone e condannate 24
solo 25
spero con tutto il quore di sbagliare per difetto
LA CASSAZIONE SULLA DIAZ

Diaz, la Cassazione conferma le condanne
per i vertici della polizia: scatta la sospensione


Prescritto il reato di lesioni gravi per nove agenti del nucleo speciale della Mobile


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I feriti alla Diaz (Ap)
Confermate in via definitiva le condanne per falso aggravato inflitte agli alti funzionari di polizia coinvolti nelle violenze alla scuola Diaz di Genova, il 21 luglio 2001. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione. Nel dettaglio, la Cassazione ha confermato l'impianto accusatorio della Corte d'Appello di Genova del 18 maggio 2010. Convalidata la condanna a 4 anni per Francesco Gratteri, attuale capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia; convalidati anche i 4 anni per Giovanni Luperi, vicedirettore Ucigos ai tempi del G8, oggi capo del reparto analisi dell'Aisi. Tre anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, attuale capo servizio centrale operativo. Convalidata anche la condanna a 5 anni per Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma. La conferma delle condanne comporterà la sospensione dal servizio per i funzionari dal momento che nei loro confronti è stata applicata la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.n Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti.
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Francesco Gratteri (Imagoeconomica)
I LEGALI - «Giustizia è fatta: ci sono voluti 11 anni per arrivare a questo verdetto e la Cassazione è stata coraggiosa. Mai, nelle democrazie occidentali, si è arrivati ad una condanna per funzionari della Polizia di così alto livello» ha commentato Emanuele Tambuscio, legale di alcuni no-global picchiati alla Diaz. «La catena di comando è stata condannata e questo è un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz è stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche» ha aggiunto l'avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune vittime del pestaggio alla Diaz. L'ITER GIUDIZIARIO- In primo grado, il 13 novembre del 2008, 13 imputati erano stati condannati complessivamente a 35 anni e 7 mesi di reclusione e altri 16, tra cui i vertici della catena di comando, erano stati assolti. Il 18 maggio del 2010 la terza sezione della Corte d'Appello di Genova ha sostanzialmente ribaltato la sentenza, condannando 25 imputati su 28, compresi tutti i vertici della polizia che erano stati assolti nel precedente giudizio, ad una pena complessiva di oltre 98 anni e 3 mesi di reclusione. L'ex comandante del primo reparto mobile di Roma, Vincenzo Canterini, era stato condannato a 5 anni, il capo del dipartimento centrale anticrimine, Francesco Gratteri e l'ex vicedirettore dell'Ucigos, Giovanni Luperi, a 4 anni, l'ex dirigente della Digos di Genova, Spartaco Mortola e l'ex vicecapo del Servizio centrale operativo, Gilberto Caldarozzi, a 3 anni e 8 mesi, con la pena accessoria dell'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Per Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è stato fatto un processo parallelo. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, viene prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione, che, nel novembre 2011, annulla la sentenza d'appello «perchè il fatto non sussiste».
IL BLITZ ALLA DIAZ- Il blitz alla scuola Diaz, dove il Comune di Genova aveva alloggiato gli attivisti del Genoa Social forum giunti nel capoluogo ligure per le manifestazioni contro il G8 del 2001, avviene nella serata del 21 luglio. Il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani. Quasi 400 agenti di polizia fanno irruzione nel complesso scolastico, molti vengono picchiati, le loro facce insanguinate vengono ritratte in foto e filmati e fanno il giro del mondo.
Redazione Online
 

tontolina

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Destra e sinistra italiane complici a proteggere l'associazione criminale di polizia
domanda:"ma siamo sicuri che in Italia non ci sia un governo totaliatario sudamericano?"
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=QMy8LCRqkaA&feature=autoplay&list=ULPS8KRt834ZE&playnext=7]La sentenza di Cassazione sui fatti del G8 2001 alla Diaz di Genova - Vittorio Agnoletto - YouTube[/ame]
 

tontolina

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Diaz, lo Stato chiede i danni ai poliziotti

Graziano Cetara

Leggi l'articolo completo: Diaz, lo Stato chiede i danni ai poliziotti | Liguria | Genova | Il Secolo XIX
Un’immagine scattata all’esterno della scuola Diaz nel luglio del 2001



Genova - Lo Stato chiede i danni ai super poliziotti della Diaz. Lo fa attraverso la Corte dei conti ligure che già dalla sentenza di condanna in appello aveva aperto un fascicolo ma che, solo adesso di fronte alla pronuncia della Cassazione , ha ufficialmente preso agli atti il fascicolo del processo per la sanguinaria irruzione nella scuola simbolo del G8 di Genova 2001.
I giudici chiederanno il risarcimento del danno di immagine ai condannati e anche ai “picchiatori” i cui reati sono stati prescritti ma le cui responsabilità sono state pienamente riconosciute. Gli emissari della procura regionale della magistratura contabile si sono presentati negli uffici del palazzo di giustizia di Genova all’indomani della Cassazione. In gran segreto: ora un nuovo processo alla polizia entra nel vivo.
La notizia trapela nel giorno in cui decide di rompere il silenzio Gianni De Gennaro , sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti che, nel 2001, era il capo della polizia e che, per i fatti del G8, è stato indagato, processato e assolto.
De Gennaro si dice «addolorato per tutti coloro che a Genova hanno subito torti e violenze», ma aggiunge con una frase destinata a imbarazzare il governo l’«umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata».
I dettagli sul Secolo XIX in edicola

 

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Genova G8: Cassazione: ingiustizia è fatta

13 luglio 2012
Angelo Miotto
13 luglio
Ore 19.45, la sentenza viene letta in Cassazione. Ci vogliono alcuni minuti perché le posizioni sono diverse per i dieci maniestanti condannati per devastazion e saccheggio. Alla fine, queste le prime notizie, ci sono cinque manifestanti che si sono visti annullare la condanna con rinvio al processo di appello, tre ricalcoli di pena e due conferme della condanna. ma il dato che non varia, al di là delle posizioni personali e soggettive – importantissime – è il dato politico. Come si fa ad arrivare undici anni dopo a un terzo grado di giudizio per dieci manifestantiche sono accusati per azioni contro cose, mentre la sentenza per le sevizie e le torture nel caso Diaz ha visto condanne, ma senza carcere?
L’Avvocato Romeo a Radio Popolare: “Cinque persone da oggi entrano in carcere e altre cinque affronteranno un nuovo processo. La Cassazione ha confermato l’impianto della Coprte d’Appello. Per noi difensori ingiustizia è fatta. Il prezzo dei cittadini condannati è enorme, per azioni che sono state commesse su cose e non verso persone”.
Un verdetto che non modifica il primo e il secondo grado. Il reato fu inserito ai tempi dl fascismo, ma è quanto di più utile per la repressione contemporanea, che non riguarda solo i fatti di Genova undici anni fa, ma anche tutte le occasioni in cui si esprime il dissenso, anche in forma non pacifica, ma comunque contro cose e non persone.
Con la sentenza della Cassazione ci sono persone che sconteranno fino a quindici anni di carcere. Con buona pace per chi non solo se l’è cavata con una sospensione di qualche anno, grazie alle coperture guadagnate con la divisa. Il paragone con la sentenza per la Diaz è inevitabile. Quale devastazione e saccheggio si chiedeva ieri in una lettera appello Enrica Bartesaghi, presidentessa del Comitato Verità e Giustizia per Genova, che abbiamo pubblicato in questo stesso articolo.
Davanti alle immagini delle persoen pestate, in sopedale, a Bolzaneto, dentro la scuola, vessate, torturate, oggi è svelato il grado di giustizia di cui si è capaci nelle aule di giustizia. Per non parlare della politica, che in undici anni non è stata solo assente, ma colpevolmente responsabile.

12 luglio
La Cassazione e 100 anni di carcere per un reato del codice fascista contestato a dei manifestanti che si vogliono trasformare nel capro espiatorio di undici anni fa. Il 13 luglio è il giorno della sentenza di terzo grado. Eppure inizia a circolare la notizia che i macellai della Diaz chiederanno la grazia al presidente della Repubblica. Eppure Carlo Giuliani non ha avuto giustizia, anche se si attendono a breve novità. Eppure si sono dovute ascoltare parole di encomio e di giustificazione di chi allora era capo della Polizia e oggi tiene ancora i fili di un vassallaggio bipartisan: Gianni De Gennaro. (a.m.)
Riceviamo e pubblichiamo la lettera-appello di Enrica Bartesaghi, presidentessa dell’associazione Verità e Giustizia per Genova
“La grazia per alcuni dei responsabili della più grave violazione dei diritti umani in occidente dal dopoguerra?”
Martedì sera, durante la trasmissione “Quinta colonna” su Canale 5, la giornalista Ilaria Cavo ha comunicato l’intenzione di alcuni dei legali dei condannati in via definitiva per le violenze alla Scuola Diaz di chiedere la grazia al Capo dello Stato per i meriti da loro acquisiti sul campo, per non essersi macchiati di violenze e di fatti di sangue.
Dimentica 63 persone ferite, tra le quali una in coma e due codici rossi, il sangue dei manifestanti che dormivano nella scuola, sparso ovunque sui muri, sui pavimenti, sui banchi. Oppure sono ancora ferite pregresse, come dichiarò allora il portavoce della polizia? Dimentica il tentato omicidio di Mark Covell, per il quale non ci sono indagati, a causa della mancata collaborazione della polizia nell’individuare i responsabili del brutale e reiterato pestaggio. Se non ci sono stati arresti e condanne per gli oltre 300 agenti impegnati quella notte nella macelleria è grazie all’omertà dei loro dirigenti che non hanno mai voluto aiutare la Magistratura ad identificarli. Dimentica la violenza degli arresti di tutti i manifestanti presenti nella scuola (la maggioranza dei quali poi condotti a Bolzaneto dove furono sottoposti a nuove violenze e torture), la costruzione di prove false, del finto accoltellamento di un agente.
I meriti acquisiti sul campo sono quelli di non essersi mai presentati davanti ai giudici avvalendosi della facoltà di non rispondere, per aver cercato in ogni modo di boicottare i processi nei loro confronti? Grazie anche al silenzio assenso di buona parte dei media, della classe politica, del parlamento e delle istituzioni, silenzio che continua imperterrito dopo 11 anni: nessun parlamentare dei principali partiti si è espresso in questi giorni in seguito alla sentenza della Cassazione.
Dopo 11 anni, dopo tre gradi di giudizio, siamo ancora soli. E non bastano le scuse tardive del Capo della Polizia Manganelli, né i balbettii dell’allora Capo della Polizia De Gennaro a cancellare l’orrore di quei giorni. Chiediamo fatti concreti: una legge per il reato di tortura, una legge per i codici di identificazione degli agenti, le dimissioni di Manganelli e De Gennaro, il processo per la morte di Carlo Giuliani, una commissione d’inchiesta parlamentare per i fatti di Genova.
Ebbene se, per chiedere la grazia al Capo dello Stato, basta non essersi macchiati di violenze e di fatti di sangue perché non concederla allora ai 10 manifestanti per i quali venerdì 13 luglio ci sarà la sentenza della Corte di Cassazione? Loro rischiano complessivamente 100 anni di carcere ma le colpe loro ascritte riguardano esclusivamente danni a cose, non a persone. A loro viene contestato il reato di devastazione e saccheggio, utilizzato solo nell’immediato dopoguerra, perché non aver allora accusato di devastazione e saccheggio di vite umane i responsabili delle violenze alla Diaz e delle torture a Bolzaneto?

Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova
Genova G8: Cassazione: ingiustizia è fatta
 

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Creatore di UGC
ก็็็็็็็็็็็็็็็็็็็็ กิิิิิิิิิิิิิิิิิิิิ ก้้้้้้้้้้้้้้้
 

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Forumer storico
Genova per me

riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Non ho dimenticato la ragazza stesa sugli scogli coperta da un asciugamano, con le gambe e le braccia che si muovevano a scatti…
Non ho dimenticato la tenda in cui chi voleva poteva partecipare ad una sorta di staffetta di preghiera contro il G8, completamente devastata…
Non ho dimenticato le macchie scure di sangue sul lungomare…
Non ho dimenticato i genovesi che aprivano i portoni delle case e offrivano acqua da bere e rifugio…
Non ho dimenticato le signore sedute per terra con le mani alzate e i capelli bianchi e la testa aperta dalle manganellate…
Non ho dimenticato i gommoni in mare dei carabinieri con le mitragliatrici nere puntate contro di noi sulla costa…
Non ho dimenticato la ragazza tedesca che mi ha messo il collirio negli occhi…
Non ho dimenticato Don Gallo che prendeva il nome di tutti quelli che non si trovavano più, tra cui mio fratello…
Non ho dimenticato le giovani avvocate che hanno trattato con la polizia per farci uscire dal budello in cui ci eravamo ficcati senza che ci massacrassero di botte…
Non ho dimenticato il volto dell’ufficiale che ha detto noi non li tocchiamo ma devono uscire in fila e con gli occhi bassi…
Non ho dimenticato la compagna che mi ha trascinato via da Genova impedendomi di andare a dormire alla scuola Diaz…
Non ho dimenticato l’anziano signore che piangeva in piazza Alimonda stringendo tra le mani una bandiera rossa…
Non ho dimenticato il cammino verso gli autobus a piedi nudi e con la mente fissa al pensiero dell’ultimo istante in cui avevo visto quella compagna o un’altra…
Non ho dimenticato l’unica telefonata riuscita ai miei genitori che vedevano il massacro in televisione e continuavano a urlarci disperati di scappare …
Non ho dimenticato Carlo… mai.
C.

Tratto da: Genova per me | Informare per Resistere Genova per me | Informare per Resistere
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
 
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