QuotaNO (Reuters (Londra: TRIL.L - notizie) ) - Esattamente come è accaduto per i consumatori, anche per le imprese italiane l'euforia innescata dalle promesse e elettorali e dall'esito della consultazione è durata ben poco. L'indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato da Isae ha mostrato la fine dell'entusiasmo visto in maggio e il ritorno in giugno a una riflessione sui fondamentali, che non ispirano nulla di buono.
L'indice elaborato dall' Istituto di analisi economica a giugno è sceso a 87,1, da 89,4 dello scorso mese, attestandosi sui minimi dal luglio 2005. Il dato risulta anche più basso rispetto alla mediana delle previsioni raccolte da Reuters fra gli analisti che indicava un indice a 89.
"Il rialzo di maggio, come si immaginava, era effettivamente legato solo all'euforia per le promesse elettorali, ora già dissolta, tanto che il dato in giugno è tornato a mostrare la debolezza del trend" dice Marco Valli, economista di Unicredit Guai a chi dimentica il passato... .
L'analogo indice relativo alla fiducia dei consumatori ha mostrato martedì scorso un arretramento in giugno 100,0, vicino al livello di aprile, da 103,2 di maggio.
Il calo del cliam delle imprese era atteso quindi, "ma è stato anche peggiore delle attese, e il dettaglio non offre certo motivi per essere ottimisti" dice anche Paolo Mameli, economista di Intesa (Milano: ISP.MI - notizie) Sanpaolo.
"Il calo è un po' più pronunciato del previsto, ma risulta in linea con il debole quadro delineato già dagli analoghi indici tedesco (Ifo) e francese (Insee) oltre che dagli indici Pmi" dice Susana Garcia, economista di Deutsche Bank (Francoforte: DB9999 - notizie) .
TUTTI I COMPARTI E COMPONENTI DENUNCIANO DEBOLEZZA
A preoccupare gli economisti è anche il fatto che si nota un peggioramento su tutte le componenti dell'indice.
A partire dagli ordini, in calo complessivamente a -18, "il minimo di tre anni" dice Mameli, da -16 di maggio, sia sul fronte estero (da -16 a -19) sia su quello interno (da -19 a -22).
Sono in calo anche le aspettative di produzione (da -13 a -16) e "forse ancora più preoccupante per la produzione futura" dice ancora Mameli, è il marcato accumulo di scorte di magazzino (da 6 a 9) "i massimi di tre anni".
Nessun settore è stato risparmiato dalla contrazione. Già si era notata anche nei mesi scorsi un calo nei settore dei beni di consumo e di quelli intermedi. Ma questa volta scende anche quello dei beni di investimento
"Le imprese sono preoccupate in primo luogo per il livello dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici" commenta ancora Mameli. "Ma anche la politica fiscale, a parte le prime misure che parevano espansive, non offre certo supporto alla fiducia vista la manovra annunciata".
I timori di maggiore inflazione sono evidenziati anche all'interno dell'indice, con le apsettative sui prezzi che ha visto a giugno un'accelazione a 16 da 12 "mostrando che le imprese sempre più trasferiscono a valle (cioè alle vendite) i maggiori prezzi pagati a monte" dice Mameli.
PROSPETTIVE NON POSITIVE PER PIL E PRODUZIONE
I rapporti dell'Isae, insieme a quelli dei Pmi, non promettono nulla di buono per le prospettive di produzione industriale e Pil in Italia.
"Questi dati sono compatibili con una crescita del Pil nel secondo trimestre pari a zero, con anche qualche rischio verso il basso" dice Valli.
La produzione industriale di maggio è attesa mostrare un netto calo, dopo la tenuta in aprile per soli fattori tecnici legati al calendario. "La produzione industriale nel secondo trimestre, solo grazie alla spinta 'tecnica' di aprile (+0,7%) dovrebbe mostrare un dato leggermente positivo, ma sarà comunque in rallentamento rispetto al +0,9% del primo trimestre" dice Mameli.
L'indice Ifo tedesco a giugno è sceso a 101,3, sotto le attese di 102,3, l'analogo indice francese è rimasto fermo a 102.