@@@ gli amici di ettore_61-e-non-solo (23 lettori)

curioso

ilnuovoangolodicurioso
Sui prezzi di chiusura aprirò una posizione short da portare overnight.
Il tempo di rottura di quota 28000 è ormai arrivato:me lo dicono i miei indicatori-oscillatori che sono tirati al massimo e danno il fatto ormai per prossimo e imminente.
E visto che mi fido ciecamente di essi e che soprattutto oggi sono in vergognoso gain...vada per il rischio.Capito mi hai :D
Ocio :V
 

ettore_61

?????????????????????
curioso ha scritto:
Sui prezzi di chiusura aprirò una posizione short da portare overnight.
Il tempo di rottura di quota 28000 è ormai arrivato:me lo dicono i miei indicatori-oscillatori che sono tirati al massimo e danno il fatto ormai per prossimo e imminente.
E visto che mi fido ciecamente di essi e che soprattutto oggi sono in vergognoso gain...vada per il rischio.Capito mi hai :D
Ocio :V

In realta' il dj sembra voglia andare sui minimi del 28/29 luglio ....e da li' poi si vedra'....

Rimango ancora short ....
 

dona46

Forumer storico
susic x domani

Domani a Piazza Affari: l'S&P/Mib dovrà reagire subito per evitare pericolosi scivoloni
Di Alberto Susic


La settimana era già partita male questa mattina, ma si è conclusa ancora peggio per le Borse europee che nel pomeriggio sono state colpite dalle vendite, terminando tutte gli scambi in flessione di oltre mezzo punto, a non molta distanza dai minimi.
Ad avere la peggio è stata Piazza Affari che dopo essersi difesa meglio degli altri venerdì scorso, ha visto quest'oggi l'S&P/Mib lascia sul parterre l'1,08%, a quota 27.826 punti, dopo aver toccato un minimo a 27.781 e un massimo a 28.148 punti.
L'incapacità dell'indice di mantenersi al di sopra di quota 28.000, ha favorito una prosecuzione delle vendite che hanno portato ad avvicinare un primo supporto di rilievo, quale quello dei 27.700. Secondo quanto indicato dal trader Pasquale Torcolacci, qualora l'S&P/Mib dovesse abbandonare quest'area, si potranno ipotizzare approfondimenti ribassisti in direzione dei 27.500 prima e dei 27.000 in seconda battuta.
Appare fondamentale dunque, per scongiurare questo scenario, una riconquista dell'area 28.000, la cui ripresa potrebbe spingere le quotazioni quantomeno fino ai 28.500. Al superamento di questo livello si potranno ipotizzare successivamente allunghi verso i 28.900/29.000, la cui violazione favorirà apprezzamenti ancora più corposi in direzione dei 29.400/29.500, prima di arrivare alla resistenza successiva dei 30.000/30.300.
Da tenere presente che già nella sessione odierna sono stati registrati volumi di scambio decisamente più bassi rispetto a quelli delle ultime sedute. La presenza di un minor numero di operatori sul mercato, per via della stagionalità legata al mese di agosto, potrebbe favorire con più facilità movimenti anche violenti in una direzione o nell'altra.
Intanto un aiuto potrebbe arrivare da un eventuale recupero della piazza azionaria americana, tale da favorire un avvio all'insegna del rimbalzo per le Borse europee.

Per la prossima seduta, è atteso un solo appuntamento di rilievo sul fronte macroeconomico americano e si tratta dell'indice ISM non manifatturiero che a luglio dovrebbe attestarsi a 48,5 punti, in lieve rialzo dai 48,2 della lettura precedente.
In serata però l'attenzione sarà catalizzata dalla Federal Reserve, che annuncerà la sua decisione sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 2%, stando alle previsioni degli analisti. Sarà importante come sempre seguire le indicazioni che arriveranno dal comunicato che accompagnerà l'annuncio ufficiale sul costo del denaro, per cercare di capire l'attuale situazione dell'economia a stelle e strisce e soprattutto quali potranno essere le prossime mosse in materia di politica monetaria.
Sempre sull'opposta sponda dell'Atlantico, novità sono attese anche dal mondo societario, visto che prima dell'avvio degli scambi a Wall Street sarà diffusa la trimestrale di Procter & Gamble (NYSE: PG - notizie) , per la quale si prevede un utile per azione di 0,78 dollari.
In serata, a mercati chiusi, l'attenzione si sposterà su Cisco Systems (NASDAQ: CSCO - notizie) che per non deludere le attese dovrà centrare l'obiettivo di un eps pari a 0,39 dollari.

Anche a Piazza Affari si guarderà ad alcuni risultati societari e tra le blue chips segnaliamo Atlantia e Pirelli (Milano: PC.MI - notizie) , mentre tra le società a piccola e media capitalizzazione saranno chiamate allo stesso appuntamento: Autostrada TO-MI (Milano: AT.MI - notizie) , Caltagirone Editore (Milano: CED.MI - notizie) , Camfin (Milano: CMF.MI - notizie) , Dmail (Milano: DMA.MI - notizie) , Engineering (Milano: ENG.MI - notizie) , Exprivia (Milano: XPR.MI - notizie) , Filatura Pollone (Milano: FDP.MI - notizie) , Rosss, Sias (Milano: SIS.MI - notizie) e Valsoia.
Tra le blue chips segnaliamo anche Intesa Sanpaolo (Milano: ISP.MI - notizie) dopo aver annunciato in serata un'operazione di cartolarizzazione di un portafoglio di mutui fondiari residenziali in bonis per 8 miliardi di euro. Riflettori ancora puntati su Telecom Italia (Milano: TIT.MI - notizie) che anche oggi è stato colpito dalle vendite, non riuscendo a trovare un freno alla sua discesa.
Segnaliamo che a partire da domani saranno revocate dalla quotazioni le azioni Marazzi, in seguito all'Opa promossa da Fintiles e conclusasi con adesioni superiori al 95%.



 

ettore_61

?????????????????????
il future su nikkei chiude a -1.41%
Nasdaq in ater hours sta indietregguiando 1.17%

Il dj chiude sotto 11300 in una sorta di spinning top di indecisione ......che pero' non fa presagire in un rialzo visto che sta sotto la candela di venerdi'.....

Buona notte a todos......



:rolleyes: :rolleyes:

ps: dite le preghiere a S. Trend......
 

shinobi69

Forumer storico
ettore_61 ha scritto:
il future su nikkei chiude a -1.41%
Nasdaq in ater hours sta indietregguiando 1.17%

Il dj chiude sotto 11300 in una sorta di spinning top di indecisione ......che pero' non fa presagire in un rialzo visto che sta sotto la candela di venerdi'.....

Buona notte a todos......



:rolleyes: :rolleyes:

ps: dite le preghiere a S. Trend......
..dici che serve??..speruma và...
Notte grande Ettore :up:
 

dona46

Forumer storico
susic

La parola alle Banche Centrali. Le attese degli esperti e gli impatti previsti sui mercati
Di Alberto Susic

La settimana che inizia oggi potrebbe rivelarsi una delle più importanti almeno di questa seconda parte della stagione estiva, per via degli importanti appuntamenti in programma e dell'impatto che gli stessi potranno avere sull'andamento dei mercati azionari.
Quella appena iniziata sarà infatti la settimana delle Banche Centrali, visto che nelle prossime sedute si riunirà non solo la Federal Reserve, ma anche la Banca Centrale Europea e la Bank of England. Le tre più importanti autorità di politica monetaria al mondo, saranno chiamate ad esprimersi sui tassi di interesse, ad un anno esatto dallo scoppio della crisi dei mutui subprime, i cui effetti non sono ancora alle spalle, come evidenziato dagli aggiornamenti delle ultime settimane, riguardanti non solo il settore finanziario. (Pubblicità)

Nessuna delle tre Banche dovrebbe intervenire sul costo del denaro, anche se non è da escludere qualche colpo di scena all'ultimo minuto, sulla scia anche di qualche rumors, comunque piuttosto debole, emerso nelle ultime sedute
.
Lo scenario economico non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e in Inghilterra, richiederebbe a dire il vero un taglio dei tassi di interesse, per favorire una ripresa della congiuntura che ovunque, a partire dall'America, versa in condizioni poco felici.
Difficilmente però i banchieri centrali potranno “regalare” ai mercati un allentamento della politica monetaria, dal momento che hanno le mani legate per via di un'inflazione galoppante. La situazione attuale è quella di una stagflazione che, seppur in maniera diversa, interessa tanto gli Stati Uniti quanto l'Europa e l'Inghilterra, ponendo le Banche Centrali di fronte ad un grande dillemma sugli interventi da adottare relativamente al costo del denaro.
A pronunciarsi per prima sarà la Federal Reserve che domani sera annuncerà la sua decisione sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi al 2%, in linea con le attese della maggior parte degli addetti ai lavori. Diversi membri del FOMC nelle ultime settimane hanno esercitato non poche pressioni in direzione di un aumento da subito del costo del denaro. Del resto lo stesso Bernanke a metà luglio aveva puntato l'accento sull'elevata inflazione, lasciando prevedere un probabile rialzo dei tassi nei mesi a venire.
Una manovra restrittiva però, non solo non si avrà domani, ma difficilmente dovrebbe giungere nel meeting di settembre, in quanto la Fed non vuole certo correre il rischio di danneggiare la ripresa dell'economia che appare già molto debole e instabile. Anche secondo il Fondo Monetario Internazionale difficilmente il costo del denaro sarà rivisto al rialzo per ora, sebbene la Fed dovrà essere pronta ad intervenire non appena si avranno segnali più convincenti dal fronte della congiuntura.
Stando alle previsioni degli analisti di Unicredit (Milano: UCG.MI - notizie) , la Fed manterrà invariata la politica monetaria almeno fino a settembre, per poi alzare di mezzo punto i tassi entro dicembre di quest'anno e di un altro mezzo punto entro la fine del primo trimestre del 2009.
Per una sforbiciata da parte della BCE invece bisognerà attendere quasi un altro anno, visto che, sempre secondo Unicredit, difficilmente Trichet abbasserà il costo del denaro prima di giugno 2009. Per la riunione di giovedì prossimo si scommette su un nulla di fatto e non dovrebbero esserci allarmi in direzione di un aumento dei tassi in futuro. Il numero uno della BCE di recente ha infatti ribadito più volte che il rialzo deciso a luglio non rappresenta il primo di una serie di strette monetarie. Certo sarà l'inflazione ad indicare il sentiero lungo il quale muoversi, ma almeno fino a fine anno non dovremmo avere sorprese negative per il costo del denaro.
Per Unicredit un primo taglio dovrebbe arrivare a giugno 2009, nella misura di 25 basis points, mentre c'è maggiore incertezza da parte dell'FMI. Alcuni ispettori ritengono infatti che la scelta migliore per la BCE sia quella di lasciare invariata la politica monetaria, mentre per altri sarà importante seguire con attenzione i rischi al rialzo sul fronte inflazione, valutando, se necessario, interventi per contrastare la minaccia rappresentata dall'attuale dinamica dei prezzi al consumo.
Sempre giovedì prossimo non dovrebbe arrivare alcuna sorpresa dalla Bank of England che voterà per un nulla di fatto, con tassi fermi al 5%. Anche in Inghilterra non mancano i timori sulla tenuta dell'economia, tali da richiedere un abbassamento del costo del denaro, reso difficile però anche in questo caso dall'elevata inflazione.
Dal momento che le decisioni delle tre Banche Centrali sono ormai scontate dai mercati azionari, questi ultimi concentreranno la loro attenzione sui commenti che accompagneranno l'annuncio ufficiale sui tassi. Gli operatori cercheranno di capire quali potranno essere le prossime mosse in materia di politica monetaria, modulando la loro reazione sulla base delle risposte che riusciranno ad ottenere.
Sicuramente l'attenzione sarà focalizzata tanto in America quanto in Europa e in Inghilterra, sull'andamento dell'inflazione, che resterà una delle variabili chiave ancora per molto tempo. Un allentamento delle tensioni sul fronte inflazionistico potrebbe arrivare senza dubbio da una discesa dei prezzi dell'energia e più in generale delle materie prime. A tal proposito il capo economista di Schroders (Londra: SDR.L - notizie) fa notare che i mercati hanno reagito positivamente alla correzione dei prezzi del petrolio, lasciando intravvedere un possibile ritorno degli investitori verso asset più rischiosi, quale quello azionario. L'esperto ritiene inoltre che una frenata dell'inflazione sarebbe sicuramente quanto di più auspicabile per le Borse e per il mercato del credito, perché consentirebbe alle Banche Centrali di valutare nuovi interventi in favore della crescita economica, magari prendendo in analisi anche l'ipotesi di nuovi ribassi dei tassi di interesse, ridando inevitabilmente forza all'azionario.

 

dona46

Forumer storico
piaggio

Per Piaggio parlano i numeri: la società guidata da Roberto Colaninno ha venduto oltre 2.600 Vespa nel 2007, raddoppiando il giro d'affari rispetto a un anno prima. La presenza della casa italiana negli Stati Uniti è in crescita da almeno tre anni e già nel 2005 sono stati venduti 17 mila modelli di Vespa, il 36% in più rispetto al 2004. Ma già si attende una versione ibrida, capace di percorrere 60 km con un litro. Risultati, questi, resi possibili grazie al grande richiamo che la storia del brand può vantare nei confronti dei consumatori americani, da sempre attenti al design italiano, immortalato nelle sequenze dei grandi film d'autore. Oppure grazie alle cronache delle star, guardacaso del cinema, che si prestano come testimonial più o meno involontari. Da Gwyneth Paltrow a Matt Damon, a Jude Law sono sempre di più gli attori che guidano una Vespa, dentro e fuori lo schermo. Una tendenza che non lascia indifferenti i consumatori, tentati anche dai costi ridotti offerti dall'uso di un motorino in città, rispetto a una macchina.
 

dona46

Forumer storico
x Ettore

Se veramente attuano una stretta di controllo sugli ordini delle materie prime tra cui il brent, oggi non c'è da sorridere, perchè mi immagino il ridimensionamento di titoli come saipem, Eni, Tenaris che inevitabilmente daranno una sferzata all'indice. Valuta se è il caso di mettere in vendita la put
 

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