ECONOMIA
01/12/2020 18:59 CET
"La Bce non deve fare ciò che chiedono i mercati". Il falco Schnabel avverte Lagarde
Il 10 dicembre la Banca centrale decide sugli aiuti per il Covid. Stesso giorno di un cruciale Consiglio Ue per sbloccare il recovery fund
PICTURE ALLIANCE VIA GETTY IMAGES06 November 2019, Berlin: Isabel Schnabel, member of the German Council of Economic Experts, presents the annual report 2019/2020 of the German Council of Economic Experts at a press conference. Photo: Bernd von Jutrczenka/dpa (Photo by Bernd von Jutrczenka/picture alliance via Getty Images)
“Non ci sentiamo obbligati da quello che i mercati si attendono da noi. Siamo guidati solo dal nostro mandato”. A una settimana dalla cruciale riunione in cui il board della Bce deciderà se aumentare la potenza di fuoco della linea di acquisti di titoli pubblici aperta per la pandemia (Pepp), la tedesca Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, pianta i suoi paletti in un’intervista a Bloomberg. Di certo, il 10 dicembre, giorno della fatidica riunione dell’istituto di Francoforte, sarà una giornata campale per l’Europa: oltre alle attesissime scelte della Bce, si riunirà anche il Consiglio europeo per trovare una soluzione ai veti di Ungheria e Polonia che bloccano il recovery fund.
“Ci sono molti parametri importanti che possiamo modificare – dice Schnabel - Non si tratta solo dell’ammontare ma anche della durata e della comunicazione. Quello che è chiaro è che sin dall’inizio della pandemia, il Pepp e le aste Tltro si sono dimostrate altamente efficaci. Per questo è probabile che saranno gli strumenti principali per la nostra ricalibrazione” della risposta di politica monetaria.
Non è uno stop alla Pepp, che a giugno è stata irrorata di altri 600 miliardi di euro per un ammontare complessivo di 1350 miliardi, ben oltre le aspettative dei mercati che contavano su un aumento di 500 miliardi di euro. Ma le parole di Schnabel dicono che nel Consiglio direttivo è aperta la discussione sulle decisioni da prendere la prossima settimana. E niente è scontato, anche se lo chiedono gli investitori.
Già a ottobre la banca centrale avrebbe dovuto assumere altre decisioni sul programma di acquisti che al momento è pianificato per terminare a giugno 2021. La seconda ondata di pandemia che, ha travolto il vecchio continente due mesi fa, ha indotto la presidente Christine Lagarde a prendere tempo. “La Bce c’era durante la prima ondata del virus, ci sarà anche durante la seconda ondata”, ha detto Lagarde a ottobre, ma oggi il Consiglio direttivo è stato “unanime” nel ritenere “che è necessario agire e dunque ricalibrare i nostri strumenti nella prossima riunione di dicembre”.
Il 10 dicembre si riuniranno anche i 27 leader europei per sbloccare il recovery fund dallo stallo in cui Ungheria e Polonia l’hanno affossato. Al momento, la mediazione di Angela Merkel, presidente di turno dell’Ue, non ha portato a soluzioni. La partita si fa complicata. Mentre le parole di Schnabel potrebbero essere la spia di un confronto interno al board della Bce tra falchi e colombe, spesso in contrasto, fin dai tempi del ‘Quantitative easing’ di Mario Draghi.