GOLDMAN SACHS: UNA BRUTTA STORIA

prima dell'avvento di HITLER in germania c'era IPERINFLAZION

vediamo di non dimenticarlo mai!

solo un demente come Bush ignora (perchè non ha mai studiato... non ha mai avuto la necessità in quanto era figlio del presidente... a lui non è mai stati chiesto nulla... tranne saper recitare la parte...) questo aspetto economico


o forse lo sa!
suo nonno fu un flilantropo hitleriano e deve essere una strategia per cancellare quella specie di democrazia americana
in modo che ppii possa dire

la domocrazia? l'abbiamo esportata!

per lo staff
questo non è un 3d politico ma le conseguenze possibile dell'iperinflazione promossa dal governo USA

http://www.movisol.org/07news176.htm
Un cavallo di troia britannico chiamato MLEC
22 ottobre 2007 – Nel tentativo di alleviare le conseguenze della crisi dei mutui subprime, il segretario al Tesoro USA Henry Paulson si è fatto promotore di un superfondo denominato “Master Liquidity Enhancement Conduit”, in sigla MLEC.
Ma nella sostanza, spiega l'economista americano Lyndon LaRouche, un fondo del genere non può far altro che devastare ancora di più il sistema bancario USA. Si tratta di un espediente mirante semplicemente ad alimentare l'iperinflazione, minando definitivamente quel poco di solvibilità che rimane agli Stati Uniti.
Paulson certamente è uno che la sa lunga e sa che lo schema non funziona, ha aggiunto LaRouche, ma è sotto pressione da parte di una Casa Bianca che gli inglesi evidentemente hanno messo nel sacco.

Il "superconduit" MLEC è stato messo a punto da Goldman Sachs e ne hanno dato il preannuncio il 15 ottobre Citigroup, Bank of America ed altre grandi banche statunitensi. Ufficialmente dovrebbe essere varato a fine ottobre e disporre fino a 100 miliardi di dollari da spendere negli interventi di emergenza sul mercato e impedire così le svendite a raffica di titoli di chi rischia il fallimento.
A chi piazzare poi la spazzatura cartolarizzata? Almeno un esperto del settore è stato esplicito: l'unico posto da cui può provenire il denaro è la Federal Reserve, è un colossale piano di salvataggio iperinflativo.

Intanto una quindicina di esperti delle grandi banche USA riferiscono aspetti particolari del progetto la cui parternità è stata attribuita a Robert Steel, vecchio collega di Paulson a Goldman Sachs. Steel avrebbe fatto un giro di telefonate alle trenta principali banche del paese per sondare la disponibilità a stare al gioco.

Il vice Segretario al Tesoro USA Robert Kimmit, che la settimana scorsa ha visitato l'Europa, ha cercato di convincere i banchieri del vecchio continente sulla bontà del nuovo fondo, ma avrebbe incontrato molto scetticismo e qualche secco rifiuto.

La follia che ispira il piano era stata anticipatamente denunciata da LaRouche nella webcast del 10 ottobre. Rispondendo ad una domanda sul ruolo di Goldman Sachs sulla “gestione della crisi della bolla”, rivoltagli da un membro della facoltà di economia dell'Università di Wuerzburg, LaRouche ha risposto: “Si tratta di una cospirazione nella follia, come quel tizio che dice 'prendo io il controllo della nave!'. E come? 'Apro una falla sul fondo e annego tutti quelli che sono a bordo'”.

LaRouche ha inoltre spiegato che “chiunque si accosta ad accordi del genere finisce in pasto ai caimani. E le isole Cayman sono roba inglese. Qui ognuno è messo a giro, è il Great Game.
Si guardi alla storia dell'impero britannico per capire come funziona questa grande partita.
Non è una semplice partitella lineare”. Occorre capire la mentalità imperiale britannica: “Non è che loro si schierano da una parte, una squadra ben definita contro un'altra ... Non giocano così. Il metodo britannico è tradire l'alleato, scavargli la fossa; gli inglesi ricercano le alleanze proprio con questa mira.
Questo è ciò a cui ora assistiamo, la Banca d'Inghilterra è al centro di questa grande truffa organizzata attorno alla Northern Rock. Si tratta di una truffa colossale”.

Il 15 ottobre LaRouche è tornato a denunciare la Goldman Sachs affermando: “Dobbiamo denunciare con ogni mezzo il fatto che il salvataggio proposto da Goldman Sachs è una grande idiozia da parte degli esponenti di questa banca, tra gli altri.
E' un atto testamentario 'living will', in cui gli USA dispongono l'autodistruzione del dollaro e dell'economia USA a favore dell'Impero Britannico.
E' una riedizione di ciò che i britannici fecero alla Germania, attraverso i meccanismi iperinflativi che portarono al tracollo del marco nella Repubblica di Weimar, nel 1923, un tracollo oggi orchestrato attraverso lo stesso tipo di meccanismi iperinflativi, con emissioni pilotate dai privati, come quelli che già condussero alla catastrofe Enron. Questo tracollo arriverà presto, se non è fermato immediatamente!”
 
Goldman Sachs, “la scialuppa dei furboni”

20 ottobre 2007 – Mentre le banche centrali cercano di tenere in vita il sistema nel reparto di rianimazione, e il rappresentante delle pompe funebri già incrocia per i corridoi, gli hedge funds riversano la liquidità offerta dalle banche centrali in una categoria di derivati chiamati CCO (Collateralized Commodity Obligations - Obbligazioni garantite da merci) che sono la garanzia più sicura di una impennata iperinflazionistica.
L'oligarchia finanziaria sta realizzando una struttura che dovrebbe assicurarle la sopravvivenza da disastro in arrivo, e la scialuppa in questione sarebbe la Goldman Sachs, come riferisce uno studio di John Hoefle pubblicato sul prossimo numero dell'Executive Intelligence Review. Ma, aggiunge Lyndon LaRouche, in realtà la Goldman Sachs va considerata solo una pedina mossa dagli inglesi, e finirà nel disastro insieme a tutto il resto del sistema.
L'EIR traccia una mappa degli ex dipendenti di Goldman Sachs che si trovano in posizioni di importanza strategica in diverse parti del mondo, dalle banche centrali ai ministeri delle finanze alla squadra di sicurezza finanziaria della Casa Bianca. Dal segretario al Tesoro USA Henry Paulson al governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, che presiede anche l'International Stability Forum, dal nuovo governatore della banca centrale canadese Mark Carney al dirigente della borsa di New York John Thain: “Dovunque ti giri t'imbatti in un ex banchiere di Goldman Sachs che guida le danze”, scrive Hoefle. A ciò si aggiunga che la Goldman Sachs è il principale manager mondiale di hedge funds dopo J.P. Morgan. Ma, a differenza di quest'ultima e degli altri giganti globali, Goldman Sachs è emersa dalla strage dei mutui subprime con cospicui profitti, scommettendo proprio sullo sfascio di quel castello di carte. Così, spiega Hoefle, la Goldman “caimanizza” le sue simili, posizionandosi per emergere dal tracollo globale, ma c'è da vedere se i gorghi del sistema che cola a picco non risucchieranno anche “la scialuppa dei furbetti”.
 
Sesso e morte della Goldman Sachs

Di Lyndon LaRouche, J.r

13 ottobre 2007 (MoviSol) - "Per comprendere appieno quale sia lo stato del sistema finanziario mondiale, pensate alla Goldman Sachs come l'equivalente finanziario del maschio della mantide religiosa, la cui testa è divorata dalla femmina, proprio mentre presta il suo felice servizio di copulazione.

"L'azione intercorrente tra i due, questa volta, non è sessuale bensì finanziaria, ed è chiamata emissione. In questo caso, infatti, l'altro partner della coppia - la femmina impegnata a divorare la testa del suo amante - è di nazionalità britannica, e indossa le vesti della Banca d'Inghilterra.

"Il principio soggiacente è lo stesso usato dal sistema bancario della fazione liberale anglo-olandese per creare la bolla del Reichsmark che scoppiò verso la fine del 1923. A quel tempo, l'atto di emissione fu quello di una politica iperinflativa giocata sulla cartamoneta della Repubblica di Weimar. Oggi, lo stesso atto d'emissione è ottenuto tramite la creazione di titoli finanziari fraudolenti, attraverso le operazioni tipiche degli hedge funds o di altre simili entità.

"Si consiglia a tutti gli associati del gruppo Goldman Sachs, e a simili creduloni, la visione di documentari pedagogici vietati ai minori sugli accoppiamenti tra mantidi, in modo che possano ben afferrare l'idea del culmine cui tendono tutte le operazioni finanziarie che stanno conducendo.
http://www.movisol.org/07news171.htm
 
Goldman Sachs è Sell sul petrolio-rame-oro-..

A metà pomeriggio di ieri si è risaputo che Goldman Sachs (che non è più da tempo una banca d'affari tipo ad esempio Mediobanca o Lazard, ma il più grosso trader di azioni, bonds, valute e soprattutto petrolio del mondo) ha dato un Sell ai clienti su petrolio, rame oro e materie prime (un "alleggerimento").

Goldman Sachs (grafico,scheda) come noto è quella banca che ha aumentato gli utili del +79% anche nell'ultimo trimestre mentre tutte le altre banche e banche d'affari subivano bagni di sangue coi derivati e i mutui perchè è andata al ribasso sui derivati dei mutui (che vendeva ai clienti).
Il segretario del Tesoro USA e quello precedente sotto clinton era di Goldman così come il nuovo governatore della Bank of Canada e quello della Banca d'Italia e il nuovo presidente della Banca Mondiale...

Come mai proprio il giorno prima della FED dopo aver cavalcato per mesi e mesi il petrolio (i suoi analisti da gennaio parlavano di 100 dollari al barile) ora da un Sell ?

Con questo non intendo che motivi economici ci sono visto che era noto da settimane che la domanda di energia
in America è +0%,
in Europa e Giappone appena appena in aumento (tipo +1%),
in Cina sale ma solo del +3% (incredibile ma vero),
la stagione dei cicloni è stata la più tranquilla dal 1960,
la temperatura in ottobre la più calda del decennio e le previsioni sono per l'inverno più caldo degli ultimi 30 anni,
la "tensione in medio oriente" è la solita bufala (turchia e PKK curdo non si scontrano in una zona petrolifera..)
e la storia della guerra all'Iran la usano ormai da due anni tutti i giorni per tenere su il greggio...
e alla faccia di questi dati hanno spinto il greggio da 75 in settembre a 94 dollari ieri
 
Goldman Sachs sapeva prima?
Maurizio Blondet
02/10/2007

Nella crisi dei sub-prime d’agosto hanno perso in parecchi.
Anche i grandi nomi di Wall Street, come Morgan Stanley e Bear Stearn’s, si leccano le ferite e denunciano perdite ingenti.
Uno solo canta vittoria: Goldman Sachs.
In un comunicato laconico e gongolante, Goldman ha comunicato che «perdite significative» su alcune delle obbligazioni detenute sono state «più che compensate da guadagni ottenuti shortando prodotti basati sui mutui»
Quando si dice understatement.
Nessuna spiegazione sulla tecnica di «shorting» usata: classicamente è quella di vendere a qualche gonzo ad una data futura dei «prodotti finanziari» che non detieni, ma che conti di comprare dopo che sono crollati, perché prevedi - oppure sai in anticipo - che cadranno.

Si gioca al ribasso.

E si fanno tanti soldi, se si indovina - o se si sa.

Goldman ha guadagnato 1,7 miliardi di dollari rispetto alle attese, come ha detto Guy Moszkowsky, analista della Merrill Lynch.
Ma Dabid Viniar, il capo finanziario della Goldman (indovinate un po’ di quale etnia è), ha rifiutato di rivelare il guadagno reale, che dev’essere ancora più alto.

E tutti gli operatori scodinzolano invidiosi: «Goldman Sachs ha mostrato abilità non solo di proteggersi dai problemi del mercato, ma di approfittarne», dice Mike Mayo, analista della Deutsche Bank, che ha preso una batosta enorme.
E’ una qualità che tutti riconoscono: storicamente, Goldman Sachs «sa sempre» prima.
Si svincola in tempo.
Anzi, guadagna là dove tutti gli altri perdono.
Devono avere una sfera di cristallo.
Come fa notare Peter Eavis di Fortune, Goldman deve aver «ammassato grandi posizioni al ribasso sui mutui sub-prime», ossia venduto senza detenerle enormi tranches di quei «prodotti» allora valutati come oro e perle dalle agenzie di rating, per poi comprarli quando erano diventati spazzatura e rifilarli agli sconfitti.

La cifra deve essere stata molto grossa.

Il che «richiede decisione e progettazione» del colpo «al più alto livello della ditta».


Non si è trattato della puntata fortunata di un singolo trader scapestrato e azzardato, ma di una manovra deliberata con estrema sicurezza.
O prescienza.
Il che ha suscitato qualche domanda sgradevole da parte dei clienti che la Goldman Sachs ha indotto a investire nei suoi due hedge funds iper-speculativi «Global Alpha» e «Global Equità», che hanno perso rispettivamente il 30% e il 20% nella sola terza settimana di agosto.

Perché, si domandano i clienti depredati, la Goldman Sachs ha mostrato tanta preveggenza solo per proprio conto, e non l’ha estesa anche a noi, prigionieri dei suoi fondi? Visto che paghiamo grasse commissioni per la sapienza di Goldman, perché Goldman non ci ha resi partecipi della sua sapienza?
Un certo sospetto si appunta su uno degli indicatori elaborati dalla banca d’affari, che stima il rischio di mercato in un portafoglio di un broker.
Questo indicatore, «Value at Risk» (VaR), era stranamente basso nella terza settimana di agosto, il 5%.
Eppure, visto che Goldman aveva puntato grosso su mercati «volatili» come quelli dello shorting sui mutui, il VaR avrebbe dovuto essere parecchio più alto.
Ha falsato l’indicatore?
Il portavoce della Goldman, Lucas Van Praag (Luca da Praga: indovinate l’etnia) ha risposto che l’indicatore non è cresciuto perché la banca ha «ridotto le posizioni via via che la volatilità del mercato cresceva».

Accontentatevi, clienti.

Van Praag ha anche risposto alle lamentele: «Siamo sempre dispiaciuti quando non esaudiamo le aspettative dei nostri clienti. Stiamo lavorando sodo per adeguare le nostre strategie dalle lezioni che abbiamo imparato in agosto».
Insomma, era un esperimento; la prossima volta, vedrete, faremo guadagnare anche voi.
Questi clienti non sanno quanto costa quella preveggenza.
Goldman Sachs ha dovuto rinunciare al suo presidente-amministratore delegato, Henry Paulson, per cederlo alla patria: ora Paulson è il ministro americano del Tesoro, osservatorio da cui si possono vedere in anticipo molte cose.

Goldman tiene a disposizione poltrone per politici e governanti; in Italia per Prodi, Draghi, Monti, su cui sedersi quando tornano a vita privata, e che poi lasciano quando sono chiamati dal dovere al timone del Paese.

E sono molti i Paesi la cui economia è governata da ex o futuri impiegati di Goldman.

Non parlate di insider trading: parlate di investimenti, piuttosto.
Accorti e costosi investimenti.
E’ una vecchia storia, in fondo.

La speculazione fa l’ultimo raccolto prima di una crisi duratura: ora, comincia un decennio di «avversione al rischio», gli scottati, gli inceneriti e i perdenti si terranno alla larga dalla Borsa e dai più fantastici «prodotti derivati».

Bisognerà aspettare che cresca la generazione ignara: quando i ragazzi ricchi che oggi hanno 15 anni, e che non sapranno nulla del disastro attuale e di chi l’ha provocato, si riaffacceranno alla speculazione; lavagne vuote, senza memoria, le vittime predestinate del nuovo ciclo di saccheggio.
Per noi intanto, che non abbiamo una poltrona alla Goldman, non sarà un decennio esaltante.

Il senato USA ha appena alzato il tetto legale dell’indebitamento: l’America ha il permesso di indebitarsi fino a 9,8 trilioni di dollari (4 trilioni in più di quando Bush è entrato alla Casa Bianca). Un bell’azzardo, visto che i soldi devono venire da compratori esteri dei Buoni del Tesoro USA, che invece ad agosto - ancor prima che il mercato dei sub-prime scoppiasse - hanno ridotto la loro sete di BOT americani da 98 a 19 miliardi di dollari; non c’è più tanta voglia di prestare al debitore sub-prime planetario.

Ancor più azzardato se si pensa che oggi in USA occorrono 5,53 dollari di debito per aumentare di un dollaro il prodotto interno lordo.
Ciò significa che il debito cresce cinque volte più velocemente della creazione di ricchezza necessaria per fronteggiarlo: ricetta sicura per l’iper-inflazione.

E c’è di peggio.

Nei giorni in cui Helicopter Bernanke dava il suo contributo inflazionistico aumentando la massa monetaria del 12%, la Cina aumentava la sua massa monetaria del 53%, zitta zitta: siano o no d’accordo, i due compari globali sono ben decisi ad esportare la loro inflazione da noi, su tutti gli altri.

Ma è da segnalare che Gary North, economista autore di «Mises on Money», sta dicendo il contrario: la FED sta deflazionando.
Non compra BOT per creare moneta dal nulla, ma compra «altri attivi».

Non so come giudicare la sua intuizione, troppo tecnica
(potete leggerla su http://www.lewrockwell.com/north/north568.html).
Può solo significare la confusione che regna nel grande casinò mondiale.
Ma possono anche essere vere entrambe le due posizioni, conclude Richard Daughty, general partner di Smith Consultant Group, noto sui blog come «The Mogambo Guru»: Bernanke sta «indeflazionando» (2).

Cosa significa?
«Che certi prezzi saliranno fino a far male (petrolio, pane, carne, eccetera) ed altri crolleranno fino a far malissimo»: immagino gli immobili, ipotecati e no.
Ma Goldman guadagna.
Allegria.

Maurizio Blondet
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2291&parametro= economia
 
Alitalia: Goldman Sachs al fianco di AirOne (Mess.)

Alitalia: Goldman Sachs al fianco di AirOne (Mess.)

ROMA (MF-DJ)--Goldman Sachs scende in campo al fianco di AirOne e Intesa Sanpaolo. E' questa l'ultima carta che la compagnia di Carlo Toto - si legge su Il Messaggero - ha deciso di giocare in vista del rush finale per la privatizzazione di Alitalia.
I primi contatti tra Toto e la banca d'affari Usa risalgono a due settimane fa quando l'imprenditore e Intesa Sanpaolo hanno avviato un giro di contatti per coinvolgere nella partita una banca dal profilo internazionale.
La scelta di Goldman Sachs, continua il giornale, e' stata definita nel week-end.
Tocchera' adesso alla banca d'affari disegnare i contorni del pacchetto finanziario, diviso tra capitale e debito, che sosterra' il progetto da presentare al presidente di Alitalia, Maurizio Prato.

Le offerte non vincolanti devono arrivare sul tavolo di Prato entro il 16 novembre. Per quella data, conclude il quotidiano, Toto intende arrivare con le carte in regola

per battere Air France-Klm, sempre favoriti, affiancati da Lehman Brothers e da Lazard.

red/vs (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. November 06, 2007 03:33 ET (08:33 GMT)
 
Banche, la fiducia compromessa

In questi anni ruggenti del sistema finanziario ci eravamo abituati a sentire di ragazzi di 30 anni che ricevevano bonus di svariate decine di milioni di dollari all'anno.
La cosa non scandalizzava quasi nessuno, perchè si diceva, anche i clienti guadagnavano parecchio denaro.
Quest'anno, dove finalmente emergono vecchi problemi ( ci viene difficile pensare che le perdite contabilizzate in questo periodo non fossero prevedibili già da tempo, cosa che avrebbe dovuto indurre il sistema finanziario a svalutare i crediti dubbi in portafoglio),
Godlman Sachs distribuisce alla prima linea bonus che equivalgono al prodotto nazionale lordo di un paio di paesi africani combinati. Nello stesso tempo il fondo hedge di punta della casa, Alpha fund, perde tra il 30 ed il 40% (stimato sulla base delle dichiarazioni della clientela, le performance di questi prodotti non sono pubbliche), del proprio valore in un anno.

Questi fenomeni, uniti al fatto che dal primo gennaio le banche americane dovranno portare a valore di mercato i propri crediti dubbi, spostando tutta una serie di poste da fuori a dentro il bilancio (l'effetto si sentirà anche sulle banche europee che dovranno parimenti valutare a mercato lo stesso credito vantato dalla banca d'oltre oceano), ci inducono a pensare che il rischio di sfiducia nel sistema possa portare ad altri casi di corsa ai depositi come quello cui si è assistito in Northern Rock in Inghilterra.
Se le banche vogliono ricostruire un rapporto di fiducia con i risparmiatori, occorre che inizino a pensare a schemi di rimunerazione legati ai risultati per i clienti.
 
paulson a scuola da TANZI

22/11/2007
Perchè diverse banche possono fallire

Le istituzioni americane sono obbligate, a partire dal 15 Novembre, a contabilizzare a valore di mercato poste dell'attivo difficlimente smobilizzabili (i cosiddetti Tier 3 assets). Ad esempio i certificati rappresentativi di quote di mutui reimpacchettati (come spieghiamo nel glossario, il processo si chiama cartolarizzazione) nella forma di emissioni obbligazionarie improvvisamente devono essere valutati come se si dovesse trovare un compratore.
La norma va finalmente nella direzione di una trasparenza la cui mancanza ha portato il sistema alla situazione drammatica in cui si trova. Le conseguenze per le istituzioni finanziarie (non solo statunitensi) sono però potenzialmente devastanti.
Supponiamo che una banca abbia concesso mutui e cha a fronte di questi mutui abbia trasformato il debito individuale dei mutuatari in maxiemissioni obbligazionarie. Queste obbligazioni vengono collocate dalla banca e impattano sui conti d'ordine (le poste fuori bilancio, come fidejussioni e garanzie) di quell'istituto o di un altro che si faccia eventualmente garante del rimborso. I mutuatari di colpo non riescono a rimborsare le rate. Allora le obbligazioni che rappresentano la somma di questi debiti vengono declassate dalle agenzie di rating (che si sono svegliate solo adesso, intimorite dalle possibili conseguenze penali) e dai conti d'ordine passano sulle attività dell'istituto finanziario.Dovendo essere valutate a valore di mercato l'istituto registra immediatamente una minusvalenza importante su titoli.
Il valore, a prezzi di emissione di queste attività è stimato da alcuni accademici superiore al patrimonio netto delle istituzioni finanziarie statunitensi. Questo vuol dire che esiste il potenziale perchè grosse banche falliscano. Il problema poi non è solo statunitense perchè a queste maxi emissioni partecipano istituti internazionali e se le banche americane devono svalutare queste partecipazioni, non è possibile che quelle europee le riportino a valori di fantasia.
Qui entra in gioco la creatività perversa del segretario del Tesoro americano. Siccome è chiaro che portare a valore di mercato il totale di queste attività vuol dire valutarli+e ad un prezzo vicino a zero, Paulson si è inventato un maxi fondo dove alcune banche americane fanno confluire una grande quantità di questi crediti, riemettendoli ad un valore più basso ( ma non di mercato: il meccanismo funziona così: se la banca A riesce ad ottenere un prezzo di 70 dalla banca B per i suoi crediti incagliati che probabilmente sarebbero vendibili a 10, è probabile che la banca B faccia la medesima cosa con la banca A per i propri).

La Parmalat faceva la stessa cosa, ma qui sembra che una parte del congresso (formalmente per salvare il sistema, sostanzialmente per salvare la reputazione delle grandi banche d'investimento, dove Paulson ha diretto Goldman Sachs sino a poco tempo fa) sostenga quest'artificio.


Gli investitori che pensano di investire sull'obbligazionario, lo facciano solo tramite investimento diretto in titoli di stato, perchè nessuno oggi è in grado di valutare la qualità del portafoglio obbligazionario di una qualsiasi istituzione.
 
segnalo da http://mercato-libero.investireoggi...io-dei-tassi-basta-anche-la-promessa-473.html


CARO BABBO NATALE VORREI RICEVERE UN BEL TAGLIO DEI TASSI (BASTA ANCHE LA PROMESSA…)

06 Dec

Posted by Paolo Barrai as Finanza operativa


E’ oramai tempo di Natale, un tempo erano solo i piccoli che, credendo ancora alla leggenda di Babbo Natale, scrivevano letterine con una lunga lista di regali che avrebbero voluto ricevere per il 25 dicembre.
Ma ai nostri giorni le cose sono cambiate, le letterine di natale vengono preparate da adulti che vogliono dei bei regali natalizi sotto forma di dollari ed euro.
Iniziamo dalla Goldman Sachs che ha inviato la sua richiesta per Natale. L’indirizzo non è Rovaniemi, Polo Nord, ma quello della Banca Centrale Europea. Il destinatario non Babbo Natale , ma bensì Trichet….!
La lettera non si sofferma sul fatto che le banche d’affari del mondo erano state cattive vendendo miliardi di dollari di obbligazioni strutturate dal valore incerto e minando l’economia reale. Altrimenti al posto di un bel regalo la nostra brava banca d’Affari potrebbe ricevere carbone.
Neppure cita che, grazie ai subprime, Goldman, avendone intuito la pericolosità fin da marzo, ha guadagnato cifre monsters vendendo allo scoperto (speculando) decine di miliardi di obbligazioni strutturate. Infatti non si spiegherebbe come la Goldman non abbia scritto allora la letterina alla BCE e non abbia avvisato il mondo dell’incombente pericolo.
Nulla di tutto questo, nella letterina si invoca lo spettro della recessione, del credit crunch, di migliaia di disoccupati, di mutui non pagati ecc ecc…
e si chiede a babbo natale Trichet, di salvare il mondo americano ed europeo da tante brutture!
Dopo aver guadagnato miliardi si mette dalla parte dei salvatori del popolo occidentale.

Anche la Lehman Brothers, che non è stata accorta come la Goldman e che anzi è a rischio di perdite colossali, ha preso carta e penna e ha chiesto a Trichet di regalare alle povere banche un taglio dei tassi (o perlomeno la promessa di un taglio). Le banche americane vogliono influenzare le scelte di politica economica, non solo americana ma europea.

Andando nel nostro giardinetto italiano (che più di un giardino sembra una discarica) Visco annuncia che la BCE sarebbe “suicida” a non abbassare i tassi come accade negli Stati Uniti!
Proprio lui, ben sa che l’Italia, con il suo debito monster, rischia grosso se non vengono tagliati i tassi.
Poi arriva il prode Vaciago, uno dei più noti economisti italiani. Quando sente puzza di cambiamenti scrive il suo articoletto…Ci avvisa che l’inflazione importata non si combatte tenendo alti i tassi…..(vedi il sole24 ore di ieri)
Ma caro Vaciago…l’inflazione è sempre inflazione no?
Alzando i tassi la valuta si apprezza e i prodotti importati costano meno, almeno così si insegna a scuola…. Se i tassi vengono abbassati la valuta si abbassa e l’inflazione aumenta. Ma forse il prode Vaciago ne sa una più del diavolo…
E poi fare certi discorsi contro corrente oggi non paga….e lui ci tiene a non essere controcorrente.


Ora, vorrei inviare la mia lettera a Trichet, chiedendo di verificare se la Goldman Sachs e le altre banche d’affari non approfitteranno di questo rialzo dei mercati natalizio per vendere assets e per speculare su un prossimo ribasso fra gennaio e marzo! Sarebbe come uccidere due volte Babbo Natale! Neppure Giuda potrebbe essere più traditore…
Spero di sbagliarmi e che questa discesa dei mercati sia oramai un lontano ricordo, che i mercati possano salire molto per tutto il 2008. E che io sia costretto a cambiare idea. Che i dati economici diano ragione alle banche centrali e che la prosperità si propaghi nel mondo.
Altrimenti questi rialzi non sono altro che una presa in giro per gli investitori, un modo per attirare il parco buoi nella mischia, e poi durante le feste natalizie dare loro il ben servito….
Intanto voglio ricordare che la BCE, anche se fa la voce grossa con i tassi d’interesse ha permesso alla massa monetaria di salire a tassi record e sta finanziando il sistema bancario per importi 4 o 5 volte superiori a quelli americani.

Riassumendo, BOE e BCE si stanno arrendendo alla volontà americana mentre l’inflazione sale. Mi piacerebbe aderire al progetto, ma per essere loro supporter vorrei capire come faranno a tenere bassa l’inflazione.

Tengo bassa l’esposizione all’azionario, godrò meno del rialzo natalizio e mi preparo per l’anno prossimo.

Un altro salvataggio merita di essere citato, quello di E TRADE…
Ancora una volta chi ha acquistato ha avuto un vantaggio economico enorme. Se tutto fosse già passato….cari signori, che bisogno c’era di vendere o di pagare l’11% di cedola a un fondo arabo?
Tuesday, 4 December, 2007 by John Christian Falkenberg
E*Trade è un’azienda in seria difficoltà per motivi di cui abbiamo già parlato, esacerbati da un mercato che è praticamente svanito. L’accordo con il fondo hedge Citadel suona comunque come un affarone - per l’acquirente. Oppure come un campanello d’allarme per il vero valore di certi strumenti finanziari: abbiamo forse trovato il fondo per il valore di certi strumenti, ma sembra decisamente più in basso di quanto si sperava. Il Citadel Group è uno dei maggiori gestori di hedge fund del mondo, gestito con pugno di ferro da una delle leggende del settore, Kenneth C. Griffin. La società è già stata attiva nell’acquisto di portafogli di grandi dimensioni , venduti da società sull’orlo del baratro: ad esempio, ha acquisito il portafoglio di derivati su gas naturale del fondo Amaranth dopo lo le gigantesche pedite sul ngas naturale che portarono alla liquidazione del fondo.
L’accordo appena stretto con la società di brokerage online E*Trade prevede due operazioni: il pagamento di 3 miliardi in cambio dell’intero portafoglio d’investimento in strumenti di finanza strutturata , soprattutto tranche di CDO ed ABS; inoltre, Citadel sborserà altri 1.75 miliardi di dollari per 84 milioni di azioni E*Trade e un prestito obbligazionario della stessa banca , con un interesse del 12.5 percento.
Il deal è complesso, ma si tratta della prima volta che un portafoglio di questo tipo passa di mano, ossia che finalmente compratori e venditori s’incontrano e finalmente stabiliscono un prezzo. Forte, quindi, la tentazione di impiegare i prezzi pagati da Citadel per valutare i livelli di perdite per il resto del mercato. Ed il risultato non sarebbe confortante, se il prezzo pagato fosse equo.
Il prezzo pagato per il portafoglio corrisponde a circa il il 27% del valore nominale delle obbligazioni contenute: si tratta di un valore inferiore del 30% rispetto a quanto stimato in precedenza, impiegando gli indici di mercato come guida. Oltretutto, il portafoglio di E*Trade era considerato, almeno teoricamente, di qualità medio alta e non inferiore a quello cui fanno riferimento gli indici settoriali (la famiglia di indici ABX , in particolare).
Applicando livelli di prezzo simili, banche come Citigroup e Merrill Lynch dovrebbero tremare: i loro portafogli contengono tranche di debito definite “supersenior”, ossia con garanzie molto superiori rispetto a quelle medie, ma i risultati ottenuti dagli analisti di Credit Suisse applicando lo sconto della transazione E*Trade punterebbero a perdite doppie rispetto a quelle già attese.

Rimane una speranza: che il “mago” Griffin sia riuscito di nuovo a comprare a prezzi di saldo, sfruttando il panico sui mercati e facendo pesare la sua posizione di unico compratore disponibile - nonché di salvatore di E*Trade, attraverso l’aumento di capitale e la sottoscrizione del prestito obbligazionario.
L’alternativa sarebbe molto, molto sgradevole: non soltanto per il volume delle perdite, ma per la realizzazione che il mercato delle ABS non riesce a trovare segnali precisi per i prezzi. nemmeno in termini estremamente generali. Ergo, non è un mercato
 

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