camaleonte
Forumer storico
Buongiorno.
Innanzitutto, grazie Negus e grazie Rott per l’ ottima iniziativa che, ci permette, con le nostre
discussioni, di tenere sempre acceso un faro nella notte dell’informazione, perché dal mio punto di vista, quella che ci propinano non è autentica, ma viziata da correnti interessate. I numeri, ovviamente non si possono cambiare, ma si possono camuffare a cominciare dai bilanci e dati Istat.
Il terreno pertanto è molto minato e, muoversi è pericoloso.
In linea di massima, ed escludendo che si possa arrivare all’inflazione e rendimenti da anni 80,
quindi a due cifre, resto favorevole a un investimento che, per restare nel mondo delle perpetue,
mi offra per il 50% un rendimento almeno dell’8% e per il restante 50% legato al tasso variabile,
di emittenti sicuri o presunti tali. Sarà essenziale conoscere nei dettagli definitivi cosa ci propinerà
Basilea 3.
E’ sotto gli occhi di tutti che, il tessuto economico dei paesi occidentali si sta degenerando sempre più e che, ogni giorno perdiamo il potere d’acquisto, siamo cioè sempre più poveri e anche più
vecchi. Con una disoccupazione al 9% che non accenna a diminuire e sta diventando strutturale,
gli utili delle nostre banche, la cui attività è legata principalmente al retail ( per fortuna ) sono destinati a scendere. Le esigenze patrimoniali imposte da Basilea 3, non fanno che ostacolare il cammino verso la normalizzazione. Poiché la stragrande maggioranza delle perpetue è costituita da finanziari, siamo obbligati ad analizzare ogni parametro che concorre alla formazione degli utili e delle sofferenze, come per esempio che il 17% di chi ha contratto un mutuo ha grandi difficoltà ad onorare le rate. Se ai disoccupati aggiungiamo i cassintegrati, il blocco dei contratti pubblici, la fine delle conquiste sociali degli anni 70, la criminalità in aumento, le delocalizzazioni, le tasse, l’aumento delle tariffe, l’aumento delle pensioni dell’1, %, i c/c si prosciugano, facendo aumentare
la richiesta di prestiti per motivi di sopravvivenza, col rischio che, se non restituiti vanno a ingrossare le sofferenze.
Con i consumi che latitano e le materie prime in rialzo costante, ci sono tutti i presupposti della
Stagflazione. Per tutelarci, oltre all’investimento in materie prime, sarebbe opportuno volgere lo
sguardo verso le perpetue in valute forti relative a paesi poco indebitati e ricchi di materie prime.
Innanzitutto, grazie Negus e grazie Rott per l’ ottima iniziativa che, ci permette, con le nostre
discussioni, di tenere sempre acceso un faro nella notte dell’informazione, perché dal mio punto di vista, quella che ci propinano non è autentica, ma viziata da correnti interessate. I numeri, ovviamente non si possono cambiare, ma si possono camuffare a cominciare dai bilanci e dati Istat.
Il terreno pertanto è molto minato e, muoversi è pericoloso.
In linea di massima, ed escludendo che si possa arrivare all’inflazione e rendimenti da anni 80,
quindi a due cifre, resto favorevole a un investimento che, per restare nel mondo delle perpetue,
mi offra per il 50% un rendimento almeno dell’8% e per il restante 50% legato al tasso variabile,
di emittenti sicuri o presunti tali. Sarà essenziale conoscere nei dettagli definitivi cosa ci propinerà
Basilea 3.
E’ sotto gli occhi di tutti che, il tessuto economico dei paesi occidentali si sta degenerando sempre più e che, ogni giorno perdiamo il potere d’acquisto, siamo cioè sempre più poveri e anche più
vecchi. Con una disoccupazione al 9% che non accenna a diminuire e sta diventando strutturale,
gli utili delle nostre banche, la cui attività è legata principalmente al retail ( per fortuna ) sono destinati a scendere. Le esigenze patrimoniali imposte da Basilea 3, non fanno che ostacolare il cammino verso la normalizzazione. Poiché la stragrande maggioranza delle perpetue è costituita da finanziari, siamo obbligati ad analizzare ogni parametro che concorre alla formazione degli utili e delle sofferenze, come per esempio che il 17% di chi ha contratto un mutuo ha grandi difficoltà ad onorare le rate. Se ai disoccupati aggiungiamo i cassintegrati, il blocco dei contratti pubblici, la fine delle conquiste sociali degli anni 70, la criminalità in aumento, le delocalizzazioni, le tasse, l’aumento delle tariffe, l’aumento delle pensioni dell’1, %, i c/c si prosciugano, facendo aumentare
la richiesta di prestiti per motivi di sopravvivenza, col rischio che, se non restituiti vanno a ingrossare le sofferenze.
Con i consumi che latitano e le materie prime in rialzo costante, ci sono tutti i presupposti della
Stagflazione. Per tutelarci, oltre all’investimento in materie prime, sarebbe opportuno volgere lo
sguardo verso le perpetue in valute forti relative a paesi poco indebitati e ricchi di materie prime.