Gramellescion

Arrigo Orsini, uno degli abitanti del quartiere che a ogni acquazzone fa i conti con lo straripamento dei rii, dice profeticamente. «È la quarta alluvione in quattro anni. Ogni volta a novembre arriva la piena. Siamo stanchi di chiedere al Comune di intervenire. Forse, come a Capoterra, c’è bisogno che qualcuno muoia travolto dal fiume?».



Giuseppe Budroni è un uomo grande e grosso che nella sua vita ha macinato chilometri e chilometri sui marciapiedi di questa città. Da un paio di anni ha lasciato la Polizia municipale con il grado di maggiore per assumere il comando della Protezione civile comunale, un esercito composto da un autista e due impiegati di concetto. Ci sono i volontari, ma Budroni, avvolto nella sua gigantesca giacca fluorescente, ammette che pochissimi di loro sono addestrati. E racconta: «Olbia è così perché i sindaci degli anni ’80 non hanno mai istituito il servizio antiabusivismo. "A dirigere il traffico, a dirigere il traffico" ci dicevano. Gli abusivi erano invisibili. Quei sindaci erano democristiani e un socialista. L’inurbazione si fonda su regole non scritte. A Olbia come in altre parti d’Italia. Condoni in cambio degli oneri di urbanizzazione. L’affare lo fanno in due, a spese di chi si è capito in questi giorni».
Budroni è torrenziale come la pioggia: «Qui di alluvioni ce ne sono almeno quattro l’anno. Non siamo attrezzati perché la macchina dei soccorsi è tarata sugli incendi. Anche in quel caso ci vollero i morti: Portisco 28 agosto 1989. Tra le fiamme muoiono 12 persone,

Di Olbia e degli anni in cui si è gonfiata fino ad esplodere, la Spano potrebbe scrivere un libro. Dice: «Qui si è arrivati a tombare e deviare il corso dei fiumi che attraversano la città per costruire, costruire, costruire. L’edilizia come unica leva di sviluppo.



eeeh fortuna che la responsabilità del Padreterno pare acclarata da Bischer0tt0 :rolleyes::rolleyes:
altrimenti un pò di responsabilità umane parrebbe che ...
 
eeeh fortuna che la responsabilità del Padreterno pare acclarata da Bischer0tt0 :rolleyes::rolleyes:
altrimenti un pò di responsabilità umane parrebbe che ...

è chiaro che costruire nell'area di rispetto fluviale è una cosa stupida e proibita, che deve essere impedita dalle amministrazioni

ma la tropicalizzazione delle precipitazioni è un fatto anche in italia
e non è responsabilità di nessuno
è una bischerata processare qualcuno, mediaticamente e giudizialmente, solo perché qualcuno ad esempio è stato così idiòta da scendere nello scantinato in piena alluvione :wall:
 
Ultima modifica:
L’oggetto della missiva mette subito le cose in chiaro: «Attività volta a prevenire e fronteggiare emergenze di natura idrogeologica».


I destinatari sono l’onorevole Presidente del Consiglio dei ministri, il prefetto di Sassari, il dipartimento nazionale della Protezione civile e il governatore della Giunta regionale sarda. La lettera reca la data dell’otto novembre 2011, quattro giorni dopo la catastrofica alluvione che ha sommerso Genova. L’inquilino di Palazzo Chigi è Silvio Berlusconi e a villa Devoto, la sede cagliaritana del presidente della Giunta sarda, siede il suo pupillo ed ex commercialista Ugo Cappellacci. A scrivere è il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, succeduto all’altro amico e medico di Berlusconi, Settimo Nizzi, dal 1997 al 2007 ininterrottamente primo cittadino del capoluogo, con Tempio Pausania, del NordEst della Sardegna.
Che dice Giovannelli alla massima autorità dell’Esecutivo e al capo della Regione? «Pongo alla vostra attenzione la grave situazione relativa al significativo rischio idrogeologico del territorio che rappresento, verificata con apposite ricognizioni dalla Protezione civile nazionale, regionale e dal genio civile». I tecnici attestano «le criticità che impediscono un adeguato deflusso delle acque in presenza di intense precipitazioni». Né più né meno la situazione che si è ripresentata agli olbiesi e agli italiani domenica 17 e lunedì 18 novembre 2013.
 
Fari su Berlusconi per la decadenza

SONDAGGIO - I lettori hanno già deciso: il futuro politico è finito


ROMA - Dopo gli interminabili dibattiti nelle aule giudiziarie, nelle sedi politico-istituzionali e in seno alla stampa, quest'oggi, per Silvio Berlusconi, è giunto il momento della verità. Il Senato, in serata, voterà in piena trasparenza sulla sua decadenza, a seguito della conferma della condanna per frode fiscale da parte della Corte di cassazione in relazione al processo Mediaset. Per la verità, per Silvio Berlusconi, la nuova vita da leader d'opposizione, è iniziata ieri sera, con il voto - passato a maggioranza alla Camera dei deputati - sulla legge della stabilità. Questa mattina, anche il Senato ha dato luce verde, e prima che la normativa diventi legge, la Camera riesaminerà il pacchetto in seconda lettura. I riflettori, come detto, sono però concentrati su quanto accadrà - sempre in Senato - questa sera, quando, come detto, i suoi rappresentanti dovranno esprimersi sul futuro politico del leader di Forza Italia. Quest'ultimo, come annunciato, in serata ha organizzato una manifestazione a Roma per ribadire la propria posizione antigovernativa e il rinnovato ruolo politico. Berlusconi ha già fatto sapere che le scissioni interne (gli alfaniani confluiti nel Nuovo Centrodestra) e gli "attacchi" della Magistratura, non lo indeboliranno. Nuova linfa politica, sembra di capire, potrebbe giungere allo stesso Cavaliere, proprio dalla rotta tracciata dal Governo Letta. Il "pacchetto" appena varato a maggioranza delle Camere, ripresenta, sotto altre spoglie, una serie di tasse, di cui gli italiani dovrebbero farsi carico per garantire, appunto, stabilità allo Stato. L'IMU, o meglio, la nuova LUC - imposta sui rifiuti e sui servizi - dovrà infatti essere applicata anche alla prima casa. Vi sono poi una serie di altre misure, ma quella a maggiore presa popolare riguarda proprio la tassazione dell'abitazione. In quest'ottica, Forza Italia, continua a fare opposizione e il suo obiettivo è quello di estenderla anche ai cittadini, già messi sufficientemente a dura prova.
Dal profilo politico, Silvio Berlusconi potrebbe quindi avere ancora qualcosa da dire, anche se sembra prevalere un certo scetticismo. In questi termini si sono espressi i lettori che nel sondaggio chiuso ieri (vd suggeriti) hanno già emesso, chiaro, il proprio verdetto.
Questa la domanda posta agli internauti :
Pensi che Silvio Berlusconi possa tornare a giocare un ruolo da leader nella politica italiana?
Su 178 voti espressi, solo 38 dei votanti hanno detto "sì", 136 "no" e 4 "non so". La maggioranza degli interpellati, dunque, non crede più nel futuro politico di Berlusconi.
 
Ecco cosa rischia il Cavaliere

MILANO - Quattro anni, di cui tre coperti da indulto, inflitti dalla Cassazione per la vicenda Mediaset e sette anni di reclusione inflitti dal Tribunale di Milano per il caso Ruby. Sono queste le due condanne, di cui la prima definitiva, che al momento gravano sulla fedina penale di Silvio Berlusconi, il leder di Forza Italia nei cui confronti oggi viene votata la decadenza da senatore con la conseguente perdita dell'immunità parlamentare. Anche se, come è stato ribadito più volte dai suoi legali, "è irrealistica" l'ipotesi che vada in carcere, meno irrealistica è l'eventualità che il Cavaliere, alla fine dei processi che nei prossimi mesi dovrà affrontare, si possa ritrovare a dover scontare una pena considerevole. Nel concreto, facendo i calcoli, il procedimento con al centro la giovane marocchina, per il quale è stato ritenuto colpevole di concussione per costrizione e prostituzione minorile, entro la fine dell'anno prossimo dovrebbe aver passato il vaglio dei giudici di secondo e di terzo grado. Infatti la Corte d'Appello di Milano dovrebbe fissare il dibattimento attorno a Pasqua e potrebbe chiuderlo in poche udienze trattandosi di un unico imputato.
La Suprema Corte, per le sue determinazioni, salvo colpi di scena, dovrebbe impiegare una sola udienza. Nella peggiore delle ipotesi per Berlusconi, e cioè quella in cui la sentenza di primo grado venga confermata anche in secondo e in terzo grado, l'ex capo del Governo si troverebbe a dover espiare, e questa volta in detenzione domiciliare, una pena complessiva di 11 anni: ai sette anni si aggiungerebbero - a meno di una revisione - i quattro, e non più uno, inflitti per la frode fiscale Mediaset, in quanto la seconda condanna passata in giudicato cancella i tre anni al momento condonati. Infatti, i reati contestati per il caso Ruby sarebbero stati commessi nel 2010 e la legge 241 del 31 luglio 2006, recita: "Il beneficio dell'indulto è revocato di diritto se chi ne ha usufruito commette, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un delitto non colposo per il quale riporti condanna a pena detentiva non inferiore a due anni".
In base a ciò, il ragionamento porta all'ipotesi, e si sottolinea ipotesi, di un cumulo pena di 11 anni. Il che comporta, qualora sia stato già concesso, la revoca dell'affidamento in prova ai servizi sociali di un anno per la vicenda della compravendita dei diritti tv e il ricalcolo sui 4 anni definitivi, scalando i mesi già espiati. E se così fosse, tra la fine del 2014 e la prima metà del 2015, Berlusconi si troverebbe a dover scontare oltre 10 anni, verosimilmente in detenzione domiciliare perché ha superato i 70 anni. Tutto ciò al netto dei procedimenti aperti a Napoli e a Bari e alla nuova inchiesta che entro Natale dovrebbe essere avviata dalla Procura di Milano e nella quale, sempre nella peggiore delle ipotesi, il Cav potrebbe essere iscritto per corruzione in atti giudiziari (si applica la pena della reclusione da tre a otto anni) per aver pagato Ruby e parecchie testimoni ai tempi ospiti alle feste ad Arcore.
 
gramellini, i lettori della stampa...
ma che vogliono capire
non fanno parte della maggioranza degli italiani, che hanno capito che la magistratura ormai risponde ad altri interessi che non sono la tutela della giustizia
di berlusconi faranno quello che vogliono, hanno deciso di spiaccicarlo con le loro sentenze farsa, visto che con le elezioni non c'è verso
si vedranno presto i frutti velenosi della squalifica delle istituzioni
 


gramellini, i lettori della stampa...
ma che vogliono capire

non fanno parte della maggioranza degli italiani, che hanno capito che la magistratura ormai risponde ad altri interessi che non sono la tutela della giustizia
di berlusconi faranno quello che vogliono, hanno deciso di spiaccicarlo con le loro sentenze farsa, visto che con le elezioni non c'è verso
si vedranno presto i frutti velenosi della squalifica delle istituzioni


hai perfettamente ragione:
non fanno parte della maggioranza degli italiani :up::up::up:

infatti, sono articoli del Corriere del Ti.cino :rolleyes::rolleyes:


cmq, la maggioranza assoluta degli italiani NON vota berlusconi: è un dato di fatto
tienine conto :):):)
 
hai perfettamente ragione:
non fanno parte della maggioranza degli italiani :up::up::up:

infatti, sono articoli del Corriere del Ti.cino :rolleyes::rolleyes:


cmq, la maggioranza assoluta degli italiani NON vota berlusconi: è un dato di fatto
tienine conto :):):)

era lo scopo di questa ventennale campagna diffamatoria e del golpe del 2011, riuscito solo grazie alle truppe cammellate crucco/brusselliane
 
era lo scopo di questa ventennale campagna diffamatoria e del golpe del 2011, riuscito solo grazie alle truppe cammellate crucco/brusselliane


ventennale ?

ma di più, da mooolto prima !!

agosto 1990 ( prima della fatidica entrata in campo)



Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata 'decreto Berlusconi', cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna





Le frasi mitiche di Indro Montanelli su Silvio Berlusconi - YouTube



È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l'allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. "Chiagne e fotte", dicono a Napoli dei tipi come lui.




un pò dopo ....
2001:


[FONT=Arial,Helvetica]Montanelli: "L'Italia di Berlusconi è la peggiore mai vista"[/FONT]

[FONT=Arial,Helvetica] Indro Montanelli ha risposto con le sue armi: un editoriale al veleno sul Corriere della sera in cui restituisce l'accusa di mendacio al Cavaliere, gli replica punto per punto e chiosa: "Chiagne e fotte, dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni di seguito". Dopo l'articolo, da ieri mattina il suo telefono non ha fatto che suonare.

"La cosa più impressionante - racconta Montanelli - sono state le telefonate anonime. Ne sono arrivate cinque una dopo l'altra, tre delle quali di donne. Non so chi avesse dato loro il mio numero, che è assolutamente introvabile. Dicevano tutte la stessa cosa: delle invasate che urlavano: lei che per vent'anni ha mangiato alla mensa di Berlusconi! Io, capirai? Come se io fossi stato mantenuto da Berlusconi".

Insomma, siamo alle minacce.
"Veramente la scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo".[/FONT]
 
Ultima modifica:
Disoccupati, impoveriti e furibondi vari fanno fatica a inserire la legge elettorale nella lista delle loro priorità esistenziali. La sensazione, ampiamente corroborata dall’esperienza, è che anche se il nuovo meccanismo consegnasse con chiarezza la maggioranza assoluta a una sola lista, nessuna riforma potrebbe risolvere il problema di fondo, dal momento che quella lista continuerebbe a essere composta da politici italiani. I quali, nel volgere di poche settimane, frantumerebbero il partito vincitore in decine di correnti e spifferi, sparandosi addosso da tutti i talk show.

Nondimeno, quando Napolitano licenziò il badante di Dudù per installare il governo dei sobri, un’ondata di ingiustificato ottimismo attraversò la nazione. Per qualche istante si pensò sul serio che, mentre i professori della Bocconi si sarebbero impegnati a pelarci le tasche per ammansire i mercati, i parlamentari avrebbero potuto dedicarsi al dimagrimento della politica e a una legge elettorale meno indigeribile di quella attuale. Se non sull’orgoglio della categoria, si contava almeno sul suo istinto di conservazione.

Sono trascorsi esattamente due anni, i sobri hanno lasciato il posto ad altri sobri, ma i parlamentari non hanno fatto nulla di quel poco che si era chiesto loro di fare e oggi si presentano a mani vuote davanti al responso della Corte Costituzionale. I sistemi politici non cadono. Prima si paralizzano e poi si dissolvono: per abulia.
 

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