Le riserve inglesi restano, ma l'Ecofin si accorda su stretta hedge fund - Milano Finanza Interactive Edition
Le riserve inglesi restano, ma l'Ecofin si accorda su stretta hedge fund
18/05/2010
Accordo al Consiglio Ecofin sulla stretta ai fondi di investimento alternativi, hedge fund e private equity. Nonostante Londra, rappresentata dal nuovo Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, abbia ribadito tutte le sue perplessità, i ministri finanziari della Ue hanno deciso di dare al Consiglio europeo il mandato per negoziare col Parlamento europeo sulla bozza di direttiva con la quale si intendono armonizzare le regole comunitarie sui fondi speculativi.
La presidenza della Ue negozierà col Parlamento europeo con l'obiettivo di un'adozione della direttiva in prima lettura e prende nota delle restanti preoccupazioni espresse da alcune delegazioni, per esempio quelle sulle regole per i fondi basati in Paesi al di fuori della Ue. Chiaro il riferimento al Regno Unito, preoccupato del fatto che le nuove regole possano danneggiare gli hedge fund statunitensi basati nella City londinese.
La bozza di direttiva sulla quale è stata raggiunta l'intesa stabilisce innanzitutto la necessità di mettere a punto un ''quadro di regole armonizzate'' all'interno della Ue per ''monitorare e vigilare sui rischi che i fondi di investimento alternativi pongono per i propri investitori, le controparti e la stabilità finanziaria''.
Inoltre, la direttiva subordina la possibilità di un fondo a operare in Europa al rispetto di strette condizioni e requisiti, questo perchè la crisi finanziaria globale ha mostrato come un mancato coordinamento ha reso difficile gestire i rischi legati a tali fondi''.
Autorizzazione
Per operare nell'Ue i gestori di un fondo speculativo dovranno ottenere un'autorizzazione dalle autorità competenti del proprio Stato membro. Questa autorizzazione varrà come un "passaporto europeo" e permetterà loro di operare nell'intera Ue. Per i gestori dei fondi basati in Paesi terzi, per operare nella Ue dovranno rispettare le regole europee. Ci dovranno inoltre essere ''adeguati accordi di cooperazione'' tra le autorità di vigilanza competenti nella Ue e quelle del Paese terzo di appartenenza del fondo.
Vigilanza preventiva e gestione rischi
I fondi che vogliono operare nella Ue dovranno dimostrare alle autorità di vigilanza competenti di essere solidi sul fronte della gestione dei rischi, compresi i rischi di liquidità. Dovranno essere chiare anche le principali esposizioni del fondo e dove i rischi sono principalmente concentrati. Inoltre un hedge fund o un private equity dovrà fornire ai propri investitori una chiara descrizione delle proprie politiche di investimento, compresa la descrizione dei tipi di asset trattati e il leverage utilizzato.
Limiti per utilizzo debito
Le autorità di vigilanza avranno il potere di fissare dei limiti all'uso del debito per finanziare gli investimenti, per assicurare la stabilità del sistema finanziario. La bozza di direttiva, infine, prevede delle deroghe per i fondi più piccoli, quelli che gestiscono asset sotto i 100 milioni di euro se usano la leva finanziaria, e sotto i 500 milioni se non vi ricorrono. Anche i più piccoli però restano soggetti ad alcuni obblighi minimi, come quello della registrazione.