Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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CRISI DI LIQUIDITÀ O DI SOLVIBILITÀ?
1. La crisi della Grecia (e del Portogallo) non è una crisi di liquidità, ma di solvibilità quindi ulteriori prestiti sono soldi buttati (“non si risolve il problema del debito con altro debito”).
In realtà, la distinzione tra crisi di liquidità (mancanza temporanea di fondi) e di solvibilità (il debitore non può ripagare, né ora né mai) è molto discutibile. I creditori non sono disposti a rinnovare i prestiti in scadenza, e provocano una crisi di liquidità, proprio perché considerano il debitore non solvibile. Se così non fosse, avrebbero interesse a estendere il credito, permettendo eventualmente al paese di rimborsare il debito. Non solo: in un bel saggio del 1988, Paul Krugman mostra che anche quando è molto probabile (ma non certo) che il paese debitore non sia solvibile, gli stessi creditori potrebbero aver interesse a effettuare nuovi prestiti, pur se si aspettano di perderci. (3) Questo perché, guadagnando tempo, mantengono aperta l’opzione di beneficiare di una (pur improbabile) congiuntura favorevole al paese. Così facendo, potrebbero ridurre le loro perdite rispetto al caso di un default immediato. Ma potrà mai la Grecia rimborsare il debito?

Così come nessuno stato sovrano dell'area euro a partire dalla Germania (o gli stessi USA) non rimborseranno mai il debito. Il problema è la sostenibilità e la liquidità dei titoli ...
Per non andare lontano, quando mai l'Italia potrà rimborsare i propri debiti? Nel 2050 ... :lol::lol::lol:
 
Crisi: Ue, la mappa dei tagli ai bilanci pubblici


Governi europei alle prese con riduzione deficit e debito



(ANSA) - BRUXELLES, 25 MAG - Quella dell'Italia e' l'ultima delle manovre varate da diversi Paesi Ue per tagliare i deficit di bilancio e i debiti pubblici. L'obiettivo e' quello di riportare il rapporto deficit-Pil sotto il 3%, cosi' come richiesto dal Trattato di Maastricht e dal Patto di Stabilita', e di invertire la dinamica del rapporto debito-Pil per tornare ad avvicinarsi gradualmente, ma costantemente, al parametro del 60%. - GERMANIA. Berlino sta preparando una maxi-manovra che dovrebbe far risparmiare alle casse pubbliche tedesche 10 miliardi di euro l'anno da qui al 2016. Entro quell'anno il rapporto deficit-Pil dovra' essere dello 0,35%. Oggi supera il 5% del Pil. - FRANCIA. Sarkozy e' stato categorico: entro il 2013 nelle casse dello Stato ci dovranno essere 100 miliardi di euro in piu'. La spesa pubblica sara' congelata al livello attuale fino al 2012. - SPAGNA. Dopo i tagli da 50 miliardi su tre anni annunciati in febbraio, il governo di Madrid ha dovuto varare pochi giorni fa una manovra bis da 15 miliardi. Per recuperare risorse e' stato deciso, tra l'altro, di ridurre in media del 5% degli stipendi pubblici e di congelare temporaneamente le pensioni. - PORTOGALLO. Lisbona ha annunciato un pacchetto anti-crisi da 2,1 miliardi di euro per il biennio 2010-2011. - GRECIA. Atene ha messo in campo una manovra che solo per il 2010 taglia 16 miliardi di euro. Toccati tutti i settori. - GRAN BRETAGNA. Il nuovo governo ha annunciato una riduzione della spesa pubblica di 7,3 miliardi di euro entro l'anno. 'obiettivo e' quello di rafforzare la lotta al deficit, a quota 156 miliardi di sterline.
 
CRISI: STRAUSS-KAHN, NESSUNA MINACCIA AL SISTEMA EURO


(ASCA) Nel tonfo delle borse europee e nella corsa al dollaro ''non c'e' alcuna minaccia al sistema dell'euro''. Lo ha detto il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn dopo aver partecipato ad un dibattito televisivo in Brasile. Strauss-Kahn ha comunque ammesso che i mercati finanziari sono scossi ''per il programma della Grecia, per la mancanza di fiducia nella situazione dell'Eurozona e cosi' via''.
 
Dl Grecia/ Pd vota a favore: va difesa credibilità Euro

Giaretta: Questa volta governo ha difeso interesse nazionale

Roma, 25 mag. (Apcom) - "Il Pd ha deciso di votare a favore. Questa volta riteniamo che il governo abbia difeso l'interesse nazionale poiché non è in gioco la solidarietà a un singolo paese in difficoltà ma la difesa della credibilità dell'euro di cui l'Italia, paese fortemente indebitato, ha davvero bisogno". Lo dichiara il senatore del Pd Paolo Giaretta in merito al decreto legge sulla salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro in discussione al Senato.
"Questa volta il governo, a differenza del passato, ha puntato di più sull'Europa. Ed è questa la strada giusta. La scelta lungimirante dei Prodi, Mitterrand, Kohl, richiede ora altrettanta lungimiranza. Il grande disordine finanziario globale impone un'Europa capace di mettere in campo, accanto alla moneta unica, politiche fiscali più coordinate. Comunque la lezione della Grecia ci riguarda da vicino. Per fortuna - continua Giaretta - i nostri fondamentali - specializzazione produttiva, bilancia commerciale, peso della struttura pubblica, sono molto diversi. Però un dato in comune c'è: il debito sul Pil della Grecia è del 115%, solo di poco inferiore a quello dell'Italia. Un Paese che cresce poco e che azzera il risparmio pubblico, altro dato in comune tra Italia e Grecia, non è in grado di pagare il peso del debito pubblico accumulato. Perciò, se da una parte il governo pare aver capito il passaggio cruciale in Europa, dall'altra sembra non trarre le conseguenze sul piano delle proprie responsabilità".
"La manovra che si annuncia, infatti, è strutturata pressoché unicamente su una tantum. Si compra un po' di tempo, ma nulla si fa per agire con vigore sulla capacità competitiva del Paese. La parola riforme resta ignota all'azione del governo. Ai cittadini - conclude Giaretta - si possono chiedere sacrifici per costruire un futuro migliore. Non si possono chiedere se sono del tutto inutili".
 
L'apertura sugli spread/bund.
Prosegue l'allargamento dei periferici mentre appare sostanzialmente in tenuta la Grecia che registra questo andamento: venerdì 558 pb. lunedì 546 pb. martedì 526 pb. mercoledì 558 pb.
Tra parentesi l'apertura precedente.

Grecia 558 pb. (526)
Portogallo 221 pb. (212)
Spagna 164 pb. (146)
Italia 144 pb. (129)
UK 87 pb. (89)
USA 56 pb. (59)
 
L'apertura sugli spread/bund.
Prosegue l'allargamento dei periferici mentre appare sostanzialmente in tenuta la Grecia che registra questo andamento: venerdì 558 pb. lunedì 546 pb. martedì 526 pb. mercoledì 558 pb.
Tra parentesi l'apertura precedente.

Grecia 558 pb. (526)
Portogallo 221 pb. (212)
Spagna 164 pb. (146)
Italia 144 pb. (129)
UK 87 pb. (89)
USA 56 pb. (59)

Buongiorno Tommy :)
Se continua il clasico su e giù oggi dovremmo recuperare spread.
Ho notato che il '17 è quello che tutelano di più sia in denaro che in lettera, non sarà mica il decennale di riferimento!?!?!?!? Come me lo spieghi?
 
Buongiorno Tommy :)
Se continua il clasico su e giù oggi dovremmo recuperare spread.
Ho notato che il '17 è quello che tutelano di più sia in denaro che in lettera, non sarà mica il decennale di riferimento!?!?!?!? Come me lo spieghi?

Il 17 è uno tra i più scambiati, l'emissione è stata abbastanza corposa. La presenza del MM è quasi obbligata.
Ieri è uscito un report del Credit Suisse dove, secondo gli analisti, è esclusa ogni ipotesi di ristrutturazione nel breve periodo nell'area moneta unica.
 
Il 17 è uno tra i più scambiati, l'emissione è stata abbastanza corposa. La presenza del MM è quasi obbligata.
Ieri è uscito un report del Credit Suisse dove, secondo gli analisti, è esclusa ogni ipotesi di ristrutturazione nel breve periodo nell'area moneta unica.

Speriamo l'abbiano letto in tanti questo report svizzero!!;)
 
Speriamo l'abbiano letto in tanti questo report svizzero!!;)

Sovereign debt restructuring unlikely near term-CS

Tue May 25, 2010 4:11pm EDT


NEW YORK, May 25 (Reuters) - Attempts to restructure the debt of peripheral European nations including Greece are unlikely in the near term, as they would likely necessitate more brutal austerity measures than already planned and risk bank runs, Credit Suisse said in a report on Tuesday.
"Our subjective judgment is that the current incentive structure for all peripheral countries is overwhelmingly in favor of trying to comply with the austerity targets already set out or agreed with the EU and the IMF," Credit Suisse analysts said in the report.
"That is because there is NO, repeat NO, orderly way to restructure sovereign debt within the currency union," they said.
Greece, Italy and other countries implemented austerity measures after the European Union and International Monetary Fund announced a nearly $1 trillion lifeline for heavily indebted nations such as Greece, Portugal and Spain, in a bid to reinforce the euro and contain fiscal problems.
"Because it is not possible to use capital controls, restructuring today would imply the need to run a zero budget deficit and current account deficit on the day of the restructuring, a much more brutal outcome than the existing austerity programs require. It would also imply a huge risk of a catastrophic bank run," Credit Suisse said.
"So our view is that it is -- as a first approximation -- sensible to assume that no restructuring will take place imminently and none until it is much safer to attempt one," the analysts said.
Credit Suisse ranked countries based on risks of restructuring their debts based on factors including their foreign exchange regime, diversity of industry sector and ability to force domestic savers to purchase government debt if necessary, such as through the banking system.
Cyclical factors including debt relative to gross domestic product, government holdings of assets relative to net debt, ratio of interest payments to potential growth and interest rate volatility were also considered.
The bank deemed the debt of Greece, Spain, Portugal and Ireland as the most at risk.
By contrast, the debt of the United States, China, Germany, Switzerland, Australia, Italy, Japan and Canada was seen as low risk. Bonds of Britain and France ranked slightly below this low-risk group.
Italy was deemed low risk because it has a high primary budget balance, which offsets its high interest payments.
Sovereign debt defaults have historically been the result of structural rigidities such as fixed exchange rates and political inability to make tough decisions to deal with risks and shocks such as wars, rather than debt and deficits, Credit Suisse said.
Countries with floating currencies, independent central banks and domestic currency debt typically have negligible credit risks, the bank said.
Unsustainable liabilities of these countries instead pose risks of longer-term inflation if they are not able to cap or reduce their commitments.
"Arguably, it is the euro zone's structural immaturity -- its lack of formal fiscal transfers, its internally fixed exchange rates, and its unrealistic post-euro inception treatment of certain countries' debt -- that is the real reason for the peripheral debt crisis," Credit Suisse said.
Recent efforts by European authorities to contain the crisis are "designed to buy time -- a lot of time -- to negotiate new and sustainable terms for a political/fiscal union by preventing a liquidity and funding crisis for both peripheral sovereigns and European banks," the bank said. (Reporting by Karen Brettell; Editing by James Dalgleish)
 
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