Bruxelles, leader Ue al lavoro per prevenire nuove crisi debito
giovedì 17 giugno 2010 07:43
BRUXELLES (Reuters) - I leader dell'Unione europea sperano di trovare oggi un accordo sulle modalità per rafforzare la disciplina di bilancio e il coordinamento della politica economica, così da mostrare ai mercati finanziari che sono in grado di impedire il ripetersi di una crisi debitoria della zona euro.
I capi di Stato e di governo dei 27 e la Commissione europea lavoreranno anche a rendere più stringenti le regole finanziarie per contribuire a prevenire un'altra crisi economica mondiale. Tra i provvedimenti allo studio, anche un'imposta per garantire che le banche paghino per eventuali crisi future.
I leader europei hanno già concordato la messa in opera di una rete di sicurezza da 500 milioni di euro per aiutare i paesi in difficoltà che usano la moneta unica europea e un meccanismo di aiuto da 110 miliardi di euro per la Grecia.
Ma nonostante le ripetute smentite, non hanno dissipato il timore che la Spagna segua la Grecia cercando aiuto finanziario.
"L'agitazione sul mercato dei debiti sovrani ha gettato un'ombra seria sulla stabilità finanziaria in Europa, che potrebbe... far deragliare l'ancora nascente ripresa dell'economia reale", ha detto ieri il commissario europeo agli Affari monetari Olli Rehn.
E' probabile che nel vertice di oggi -che dovrà rivedere le conclusione di una task force costituita per valutare le riforme che dovrebbero impedire l'accumularsi del debito aumentare la cooperazione e istituire un meccanismo permanente d'aiuto per i paesi in difficoltà coi debiti - ci sia uno sfoggio di unità.
La mancanza di segni di solidarietà potrebbe aumentare il nervosismo del mercato che ha già contribuito a far scendere le quotazioni dell'euro e dei mercati azionari.
I leader europei concorderanno ampiamente sulla necessità di un più stretto coordinamento della politica economica, o "governo economico", e di una più stringente regolamentazione finanziaria, ma non sembrano tutti d'accordo su come arrivarci.
La cancelliere tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno dato il "la" lunedì scorso impegnandosi all'unità per difendere l'euro in quella che è stata finora la sua crisi più grave dalla nascita.
Sarkozy ha detto sì alle richieste tedesche di regole di bilancio più severe e ha accettato gli stati della zona euro che violano persistentemente i limiti del deficit dovrebbero essere puniti con la sospensione del diritto di voto, anche se ciò richiede modifiche al Trattato Ue.
Il capo di Stato francese ha anche accettato che un più stretto "governo economico", cioè un maggiore coordinamento della politica economica, riguardi tutti i 27 stati membri e non solo i 16 che usano l'euro, e ha respinto la richiesta di un segretariato dedicato per la eurozona.
Ma i diplomatici Ue avvertono che le differenze rimangono e che la strada sarà lunga, per convincere i mercati e superare la crisi.