Crisi di Grecia/ Banche francesi di nuovo sotto pressione, tra svalutazioni annunciate e temute
Mercoledí 23.06.2010 16:04
Banche francesi di nuovo sotto pressione, tra svalutazioni annunciate e temute Credit Agricole ancora in affanno a Parigi, dove il titolo a fine giornata cede il 2,58% dopo che ieri un portavoce aveva preannunciato la possibilità che il colosso verde debba iscrivere nuove perdite per un miliardo di dollari complessivo a causa dell’esposizione alla crisi greca attraverso la controllata Emporiki Bank. Secondo il nuovo piano di ristrutturazione invece annunciato il colosso verde, la partecipazione in Emporiki verrà svalutata (nella semestrale al 30 giugno 2010) per circa 400 milioni di euro.
Per la stessa Emporiki le previsioni parlano ora di una perdita 2010 attorno ai 750 milioni di euro, più che il doppio rispetto alle stime precedenti, mentre nel 2011 il rosso dovrebbe ridursi a 130 milioni per poi tramutarsi in un utile di 250 milioni nel 2012. Mal comune mezzo gaudio, anche Societe Generale (-1,42% in borsa), il cui ex presidente Daniel Bouton ha testimoniato, sempre ieri, al processo contro il l’ex dipendente Jerome Kerviel, trader che rubò 5 miliardi di euro alla società francese (che ora gliene chiede 4,9 di danni), appare esposta al rischio di nuove perdite, visto che controlla Geniki Bank che il Wall Street Journal riporta essere a sua volta in forte difficoltà.
Neppure Bnp Baribas (-2,17% a fine giornata a Parigi), che aveva finora parlato di una esposizione “non significativa”, può ignorare le tensioni che periodicamente riaffiorano attorno alla “tragedia greca” e dei PIIGS europei in genere, visto che la banca è particolarmente presente in Portogallo (direttamente sin dal 1985, oltre che attraverso controllate come Banco Cetelem) ed ha un’esposizione di alcuni miliardi di euro investiti in titoli del tesoro di Atene e di Madrid. Così ad ogni stornir di fronde per gli istituti francesi, al pari delle Cajas spagnole o delle Landesbank tedesche, scattano nuovi ordini di vendita e c’è ben poco da fare se non attendere che, scemate le tensioni, scattino nuove ricoperture e le quotazioni recuperino in tutto o in parte il terreno perso. Luca Spoldi
(Affari Italiani.it)