G20/ Divisioni Usa-Ue, allarme Fmi sul lavoro
Roma, 26 giu. (Apcom) - Si sono presentati chiaramente divisi Stati Uniti e Unione europea, sulle linee da tenere in politica economica all'avvio del vertice del G8 in Canada, incontri che da oggi proseguiranno allargati a tutto il G20.
Se formalmente è ai 20 che vengono riservate le questioni economiche, già da ieri il tema ha tenuto banco: prima di partire il presidente Barack Obama ha rilanciato la sua azione di pressing sull'altra sponda dell'Atlantico, affinché mantenga le misure a sostegno della crescita.
"Dobbiamo agire in maniera coordinata - ha detto - perché questa crisi ha dimostrato che le nostre economie sono legate in maniera indistricabile".
La risposta è giunta dalla Germania, paese alfiere nell'Ue sulla necessità di rimettere ordine nei conti: "E' giunto il momento di ridurre i deficit di bilancio", ha affermato la cancelliera Angela Merkel giungendo in Canada. Dopo la crisi di bilancio in Grecia ormai i governi dell'Ue, e soprattutto dell'area euro sono tutti orientati verso manovre di risanamento dei conti pubblici. "L'Europa si è accorta di cosa significhi avere deficit troppo elevati", ha aggiunto la Merkel.
Intanto il Fondo monetario internazionale avverte tutto il G20 sui rischi che incombono sull'economia globale se non si mantiene una strategia di coordinamento: rischia di perdere qualcosa come 4.000 miliardi di dollari nei prossimi anni, e fino a 30 milioni di posti di lavoro.
Stime contenute in un rapporto che l'Fmi ha fornito ai leader globali, trapelato da indiscrezioni di stampa.
E un altro richiamo all'azione coordinata, stavolta sulle riforme nella finanza e in particolare nel settore bancario, è giunto dal Financial Stability Board, l'ente di consultazioni internazionali presieduto da Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia.
Questa riforma, battezzata Basilea III e che punta a rendere le banche più solide e meno rischiose, perdendo qualcosa in redditività, deve avere la massima priorità, dice l'Fsb.
E fonti dell'Fsb aggiungono che sull'eventuale creazione di nuove tasse a carico delle banche, sarebbe meglio aspettare il lancio proprio della riforma, anche perché andrà a ridefinire alcuni parametri chiave del comparto, come i livelli di patrimonializzazione.