Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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G20/ Premier Canada a leader: dimezzare deficit entro il 2013

New York, 26 giu. (Apcom) - Il primo ministro canadese Stephen Harper premerà affinché i leader del G20, che si incontrano oggi e domani a Toronto, in Canada, si impegnino a dimezzare il deficit dei rispettivi Paesi entro il 2013 e a fare in modo che il rapporto debito-prodotto intero lordo si attesti in costante ribasso entro il 2016. Harper tornerà dunque a insistere sullo stesso tema che aveva affrontato in una lettera al G20 scritta la settimana scorsa in vista del meeting. Secondo quanto riportato dal portavoce del primo ministro canadase, Harper chiederà inoltre che siano rafforzati gli standard del sistema finanziario e che si prosegua sulla strada degli stimoli. Il Canada, convinto che i Paesi con un livello di debito insostenibile debbano mettere in atto azioni di consolidamento fiscale, intende inoltre continuare a esplorare la possibilità e le eventuali implicazioni dell'imposizione di una nuova tassa alle banche, un'ipotesi su cui finora non sembra esserci accordo.
 
Chi pensava che la manovra lacrime e sangue imposta ai cittadini greci fosse sufficiente a soddisfare l’appetito insaziabile della BCE e del FMI si stava in tutta evidenza sbagliando. E’ passato poco più di un mese dalla pesante e contestata serie d’interventi destinati a pesare come un macigno sulla qualità di vita della popolazione greca e già il governo di Atene si dimostra pronto a nuovi “sacrifici” volti a raccogliere denaro da devolvere alle banche internazionali.

Una volta ripulite a dovere le tasche dei cittadini, non resta che la svendita del territorio e delle principali aziende pubbliche a compratori stranieri (con tutta probabilità gli stessi personaggi che compongono l’azionariato delle banche creditrici) che siano interessati all’acquisto di tranci di Grecia a prezzi da saldo.

Secondo alcune indiscrezioni apparse sul Guardian di Londra e riprese dal Corriere Della Sera, ...

... il governo greco si starebbe infatti apprestando a mettere sul mercato alcune fra le isole più belle del Mediterraneo, oltre a svendere ad aziende straniere la rete ferroviaria nazionale e le società pubbliche che gestiscono le risorse idriche del paese.

Il territorio, da sempre patrimonio della popolazione greca, destinato ad essere alienato, dovrebbe comprendere ampie porzioni di isole famose quali Mykonos e Rodi, dove gli acquirenti potranno costruire hotel extra lusso e villaggi vacanze a profusione, senza naturalmente alcun vincolo alla cementificazione, ma anche minuscoli atolli fra i circa 6000 sparsi nel Mediterraneo, pronti a diventare proprietà privata del magnate di turno, per cifre “modiche” che non dovrebbero superare i 15 milioni di euro.

La speranza è naturalmente riposta nel fatto che quest’ultima serie di operazioni riesca a placare definitivamente l’onnivora ingordigia dei banchieri. Se le banche infatti non si riterranno ancora soddisfatte e continueranno a reclamare denari, il governo greco rischierebbe davvero di trovarsi in gravi difficoltà.

Dopo avere svenduto la sovranità nazionale, i diritti ed i salari dei lavoratori, le aziende pubbliche e perfino le porzioni più ambite del territorio, la guida politica della Grecia potrebbe infatti vedersi costretta a svendere, come ultima risorsa, la libertà dei suoi cittadini, magari cedendoli come schiavi ai padroni dei nuovi resort, sempre alla ricerca di grandi quantitativi di manodopera a costo zero. E quel dì, banche o non banche, la popolazione potrebbe realizzare di averne avuto abbastanza, tanto dell’Europa quanto della grande finanza e dei politici che lavorano al suo servizio.
 
Dopo avere svenduto la sovranità nazionale, i diritti ed i salari dei lavoratori, le aziende pubbliche e perfino le porzioni più ambite del territorio, la guida politica della Grecia potrebbe infatti vedersi costretta a svendere, come ultima risorsa, la libertà dei suoi cittadini, magari cedendoli come schiavi ai padroni dei nuovi resort, sempre alla ricerca di grandi quantitativi di manodopera a costo zero. E quel dì, banche o non banche, la popolazione potrebbe realizzare di averne avuto abbastanza, tanto dell’Europa quanto della grande finanza e dei politici che lavorano al suo servizio.

Domanda: ma i 300 mld che si son fumati i greci erano soldi buoni o soldi del monopoli? dove son finiti?
 
... il governo greco si starebbe infatti apprestando a mettere sul mercato alcune fra le isole più belle del Mediterraneo, oltre a svendere ad aziende straniere la rete ferroviaria nazionale e le società pubbliche che gestiscono le risorse idriche del paese.
Eccellente. Quasi quasi considero un'entrata.:-o

la guida politica della Grecia potrebbe infatti vedersi costretta a svendere, come ultima risorsa, la libertà dei suoi cittadini, magari cedendoli come schiavi ai padroni dei nuovi resort, sempre alla ricerca di grandi quantitativi di manodopera a costo zero.
e di schiave da far lavorare nei blow job bar ancora si sa niente ? :cool:
 
Crisi, Grecia: no a vendita isole

Atene smentisce articolo del Guardian

Arriva la smentita da parte del governo greco della vendita di isole di fronte alla crisi economica che ha investito il paese. Con una dura lettera del portavoce del governo, George Petalotis, al quotidiano "Guardian", che ha pubblicato la notizia rimbalzata in tutto il mondo, Atene nega di essere in trattative con investitori russi e cinesi per vendere parti dell'isola di Rodi. "L'affermazione è completamente inaccurata", recita una nota.

Non è assolutamente vera, dice il portavoce, "l'affermazione che il governo greco sia coinvolto nella vendita di isole", precisando che la vendita di isole di proprietà di privati non è una novità, nè in Grecia nè altrove. In particolare, l'isola ionica di Nafsika, "è da molto tempo sul mercato".

Quanto a Rodi "è fuorviante ritenere che il governo sia implicato in negoziati con investitori cinesi e russi", dato che ci si riferisce "a transazioni di proprietà commerciali non legate allo stato greco", basandosi su "un sentito dire senza prove". L'idea che la Grecia voglia vendere le sue isole "a causa dell'incapacità dello stato di sviluppare le infrastrutture di base o di mantenre l'ordine nella maggior parte delle sue isole", come afferma il quotidiano, è sia "scorretto che offensivo", sottolinea ancora il portavoce.

"Queste accuse - aggiunge Petalotis - sollevano seri dubbi sulle motivazioni per le quali questo articolo è stato pubblicato sulla prima pagina del Guardian". Il portavoce evidenzia infine che da parte di Ue e Fmi non vi è stato "un salvataggio" finanziario della Grecia, come scrive il quotidiano, ma "un prestito che sarà pienamente ripagato".


(TGcom.it)

Mi fa piacere che mi spoetizzate...ho l'impressione che colpisco al centro!!:cool:
 
G20/ Obama arriva da vincitore, ma deficit Usa è un boomergang

New York, 27 giu. (Apcom) - Barack Obama si presenta al G20 da vincitore: l'accordo trovato dalla commissione che doveva riconciliare i testi di Camera e Senato sulla riforma della finanza lo mette in posizione di forza rispetto ai colleghi su quello che sarà uno dei temi caldi del vertice, che si conclude oggi a Toronto e che vede l'Italia rappresentata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Tuttavia per il presidente americano difficilmente la strada sarà in discesa: come ha già fatto nel corso del G8 di venerdì e sabato, Obama cercherà di convincere le controparti che non è ancora il momento di concludere i piani di stimolo all'economia, mettendo a repentaglio la ripresa appena cominciata. Molti dei leader del G20, paesi europei in testa, tremano soprattutto per un possibile allargamento dei problemi di debito della Grecia e mirano a misure drastiche per ridurre il deficit. E proprio il monumentale deficit americano, aggiunto al fatto che i democratici al Congresso hanno nei giorni scorsi bocciato un pacchetto di stimoli per i disoccupati di lungo periodo e per gli stati dell'Unione con i conti in disordine, potrebbero rivelarsi la vera spina nel fianco di Obama, privando della loro forza gli appelli ad azioni decise e congiunte. Senza contare che proprio le divergenze sulla necessità di affrontare più seriamente i problemi del deficit americano sarebbero alla base dell'addio prematuro di Peter Orszag, numero uno dell'ufficio bilancio, in quella che è stata la prima grande defezione all'interno della squadra di Governo di Obama. A spianare la strada al presidente Obama ci ha pensato ieri il segretario al Tesoro Timothy Geithner, secondo cui fare troppo presto marcia indietro con gli stimoli all'economia potrebbe mettere a repentaglio la ripresa. Anche se l'economia globale comincia a rimettersi in sesto, "le cicatrici della crisi sono ancora visibili, per questo dobbiamo concentrarci sulla crescita. La nostra sfida, come G20, deve essere agire per puntellare le prospettive future", ha detto Geithner, aggiungendo che "il ruolo del Governo è creare le condizioni perché il settore privato investa e cresca".
 
Vi dò le chiusure di ieri sera... mi sbilancio: secondo me, ci siamo o quasi, nel senso che da questi prezzi si rimbalza... domina ancora la lettera, ma con meno forza che nei giorni scorsi, e si comincia a compricchiare...

il 2013 - 84,55 (BBML) 84,26 (Xtrakter);
il 2016 - 70,96 (BBML) 70,92 (Xtrakter);
il 2017 - 68,39 (BBML) 68,37 (Xtrakter);
il 2018 - 68,69 (BBML) 68,75 (Xtrakter);
il 2019 6% 72,20 (BBML) 71,86 (Xtrakter);
il 2022 - 67,42 (BBML) 67,00 (Xtrakter);
il 2024 - 58,39 (BBML) 57,85 (Xtrakter);
il 2026 - 59,06 (BBML) 58,00 (Xtrakter) (bid 58,26 - ask 58,46);
il 2037 - 49,74 (BBML) 49,51 (Xtrakter);
il 2040 - 49,76 (BBML) 49,51 (Xtrakter);

GGBei 2025 - 42,91 (BBML), non significativo su Xtrakter (indicativo 41,39)
GGBei 2030 - 40,37 (BBML), non significativo su Xtrakter (indicativo: 40,00)

I prezzi OTC di ieri sera... sembra si siano fermate le vendite indiscriminate, e si nota qualche lieve cenno, se non di rimbalzo, quantomeno di una stabilizzazione dei corsi, anche se i volumi non devono essere stati di particolare consistenza. Segnalo che il GGBei 2025 non ha un prezzo OTC salvo l'indicativo Xtrakter.


il 2013 - 84,67 (BBML) 84,30 (Xtrakter);
il 2016 - 71,19 (BBML) 71,12 (Xtrakter);
il 2017 - 68,51 (BBML) 68,24 (Xtrakter);
il 2018 - 68,50 (BBML) 68,37 (Xtrakter);
il 2019 6% 72,01 (BBML) 71,95 (Xtrakter);
il 2022 - 67,33 (BBML) 67,13 (Xtrakter);
il 2024 - 58,39 (BBML) 58,53 (Xtrakter);
il 2026 - 59,08 (BBML) 58,99 (Xtrakter);
il 2037 - 49,72 (BBML) 50,00 (Xtrakter);
il 2040 - 49,73 (BBML) 50,01 (Xtrakter);

GGBei 2025 - no scambi (BBML), non signif. su Xtrakter (indicativo 42,00)
GGBei 2030 - 42,77 (BBML), non significativo su Xtrakter (indicativo: 41,11)
 
stabilizzazione? speriamo!

I prezzi OTC di ieri sera... sembra si siano fermate le vendite indiscriminate, e si nota qualche lieve cenno, se non di rimbalzo, quantomeno di una stabilizzazione dei corsi, anche se i volumi non devono essere stati di particolare consistenza.

Ciao Imark, non posso che sperare nelle tue impressioni, che sono anche le mie :)
Ciao, e buona serata, Giuseppe
 
Greece in make-or-break return to markets

By Kerin Hope and David Oakley, FT.com
June 28, 2010 -- Updated 0409 GMT (1209 HKT)


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(FT) -- Greece is preparing a make-or-break return to the financial markets next month as it plans to raise about €4bn in its first borrowing attempt since last month's bail-out by the European Union and International Monetary Fund.
Petros Christodoulou, head of the Greek debt management agency said: "Our intention is to roll over three-, six- and 12-month treasury bills maturing in July."
The EU and IMF have approved the roll-over of short-term debt in July and October this year under the terms of a €110bn ($136bn, £90bn) loan agreement with the Greek government.
However, investors warned that the Greek move would be a gamble as a poor auction could hit sentiment hard. The big test is how much Athens will have to pay in interest rates to attract buyers. Unsustainably high premiums would alarm investors and undermine confidence. Steven Major, head of fixed income research at HSBC, said: "Confidence is fragile at the moment and any bad news out of Greece could trigger a further crisis."
Another banker added: "If the auction goes badly for Greece, then it will hit other countries such as Portugal and Spain which could end up having to use emergency support loans like Greece."
The Greek government is betting that market confidence will improve before the bond auctions on July 13 and 20 as reforms of the state pension system, the centrepiece of its three-year fiscal consolidation plan, are due to be approved by parliament next week.
The governing Socialist party has warned that the pension vote is key to meeting the EU-IMF programme's targets. A bill unveiled last week triggered strong reaction over provisions for cuts in pensions and for raising the retirement age to 65 for both men and women. George Papandreou, prime minister, has threatened to call a snap election on the pensions issue if socialist deputies break ranks, according to party officials.
However, Athens officials accept that Greece will have to pay a yield premium at the bond auctions as it will take time to convince investors that fiscal consolidation is on track.
"This is short-term debt which is not so large in the scheme of things?.?.?.?There is plenty of time in front of us before we return to the markets for a sizeable amount," one official said.
Greek, Spanish and Portuguese bond markets came under pressure last week as the economic outlook deteriorated because of poor US and European data.
This prompted more worries over weak growth -- not helped by severe austerity measures in those countries, which will restrict their ability to repair public finances and reduce debt. Greek 10-year yields rose above 10 per cent to highs not seen since a €750bn support package was unveiled on May 10.
Spain and Portugal were last week forced to pay big yield premiums to attract investors because of fragile confidence in their economies and growing worries that the world was heading for a double-dip recession.
Harvinder Sian, euro rates strategist at RBS, said: "There is a danger that yields will rise to a point where they are unsustainable for countries such as Spain and Portugal. They could have to use emergency loans."
 
G20, sostenere crescita, attenti a deficit, aumenta peso Cina

lunedì 28 giugno 2010 07:31

TORONTO 28 giugno (Reuters) - Il comunicato finale dice che bisogna sostenere lo sviluppo risanando i conti e anche che si poteva fare di più. Il G20 dà quindi ragione a tutti, evitando le questioni spinose. Neppure l'apprezzamento alla Cina per la rivalutazione dello yuan, fatto unanimemente da 19 Paesi, viene inserito nel comunicato finale per la semplice ragione che Pechino è rimasta coerente con la sua posizione secondo la quale del cambio di singole monete non si doveva parlare nella dichiarazione congiunta.
Ancora una volta dunque un importante consesso mondiale è terminato come era iniziato, senza segnare significativi passi in avanti. La notizia più rilevante, anche questa a dire il vero attesa, è il riequilibrio fra G20 e G8 in favore del primo.
Anzi, nel corso dell'incontro di Huntsville fra le 8 economie mondiali più sviluppate, si sono difese le ragioni di questa formula:"una decisione unanime di continuare con questo formato a Nizza nel giugno del prossimo anno", ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ma l'appuntamento ha mostrato le divisioni profonde proprio nel nucleo del G8 su tutti i principali temi in discussione: insistere più sul contenimento dei conti (come vuole la Germania rigorista di Angela Merkel) o puntare sul sostegno della crescita e dei consumi (come vuole l'America di Barack Obama al pari della Cina), tassare le banche (imposizione avversata da Canada, Giappone, Canada e Italia) o le transazioni finanziarie.
Il comunicato finale recita platonicamente che "risulta cruciale dare vigore alla ripresa. Per sostenere tale ripresa, dobbiamo continuare a mettere in atto i piani di stimolo esistenti, adoperandoci al contempo per creare le condizioni per una vigorosa domanda privata".
Il presidente cinese Hu Jintao, vero protagonista dell'incontro canadese, ha così sintetizzato: "Con lo sforzo comune del G20 e della comunità internazionale, l'economia mondiale si va gradualmente riprendendo, ma le fondamenta della ripresa ancora non sono solide, il processo non è bilanciato e vi sono ancora molte incertezze. Il rischio dei debiti sovrani in alcuni Paesi va aumentando. Tutto questo evidenzia che l'impatto profondo della crisi finanziaria non è stato ancora superato, e che i rischi sistemici e strutturali dell'economia mondiale restano. Dobbiamo agire con cautela su tempi, passi e forza prima di abbandonare politiche di stimolo economico".
La Merkel invece si consola dicendo che "non si aspettava" di riuscire a far dire al comunicato finale che bisogna "dimezzare i disavanzi entro il 2013 e stabilizzare o ridurre, entro il 2016, il rapporto debito-Pil". La visione cinese sembra più comprensiva di tutti i fattori, tanto che anche il comunicato finale riconosce che "siamo giunti alla conclusione che possiamo fare molto di più".
Sulle banche e le istituzioni finanziarie non si fa menzione di nuove regole di vigilanza, così come avrebbe voluto il Financial stability board. Si tratta solo di un rinvio e non di un annacquamento come qualcuno aveva temuto. E Mario Draghi ha potuto comunque difendere i risultati del lavoro dell'organismo da lui presieduto.
Persino i black block si sono presentati al vertice canadese prevedibili e scontati in un confronto tra proteste e controlli che ha avuto dell'incredibile tanto da arrivare ad assistere allo svolgimento di una partita di calcio locale (Toronto-La) al limite di una zona rossa quanto mai approssimativa, sabato sera con decine di migliaia di tifosi presenti a due passi dalla sede del summit.
Il cardinale di Stato vaticano Tarciso Bertone ha potuto commentare che "il G8 non ha dato i frutti sperati", che nel linguaggio curiale sta per incredibile fallimento: una sintesi sicuramente coerente con quanto si è visto. L'unica notizia, che ha scaldato gli animi anche a Toronto, è stata il 4 a 1 della Germania sull'Inghilterra.
 
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