Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Poi dici che sui tedeschi coniano le barzellette in stile sturmtruppen.... :wall:

In maggio:
Ackermann Doubts That Greece Can Pay

Josef Ackermann, head of Deutsche Bank, said on German television he wasn't sure if Greece would be able to service its debt as it now stands. "Whether or not Greece, over time, is in a position to perform that well -- I dare to doubt it," Mr. Ackermann said.

Oggi:

Ackermann: Greece Will Overcome Its Problems

The Deutsche Bank CEO said he’s confident Greece and the euro members can overcome the sovereign debt crisis.
“I am confident that Greece and the euro area as a whole will manage to overcome their problems,” Ackermann said according to the copy of a speech he gave today in Daejeon, South Korea.
“Many hard years lie ahead for the countries that lived beyond their means and need to restore their competitiveness as well as private and public sector balance sheets.”
The debt crisis revealed that rules enforcing stricter fiscal discipline didn’t have “enough bite,” Ackermann said, welcoming tighter euro-member oversight.
 
MONETARIO/REUTERS

In una settimana densa di aste di titoli di stato, occhi puntati oggi sulla Grecia che si riaffaccia sul mercato per la prima volta dallo scorso maggio, da quando fu deciso il pacchetto di aiuti da Fmi e paesi della zona euro da 110 miliardi. Il Tesoro greco venerdì ha deciso di cancellare la programmata asta a un anno, visto l'elevato costo in termini di tassi, mentre offrirà oggi titoli a sei mesi da 1,25 miliardi, a fronte della scadenza di titoli a sei e 12 mesi per 2,16 miliardi il 16 luglio. L'asta a tre mesi è in calendario la prossima settimana.

Aste anche in Olanda e negli Usa su titoli decennali, rispettivamente per 2-3 mld di euro e 21 miliardi di di dollari.

Dal lato del mercato monetario seduta delicata, in cui si chiude il periodo di mantenimento della riserva obbligatoria. Per consentire alle banche di riequilibrare i conti in chiusura la Bce proporrà la consueta operazione di fine tuning che drena i fondi in eccesso. I tesorieri stimano che questa volta l'intervento sarà limitato a soli 150-200 miliardi per effetto del graduale processo di diminuzione della liquidità.
A valere sul primo giorno del nuovo periodo invece, sono in agenda oggi anche il consueto p/t a 7 giorni e quello a 28 giorni che copre il periodo di mantenimento, alle quali le banche possono rifornirsi illimitatamente al tasso dell'1%.
 
Tra mille difficoltà la Grecia fa fronte alle promesse

Ad Atene, il governo sta affrontando con impegno i problemi che attanagliano la Grecia e fa di tutto per tener fede alle promesse rilasciate in occasione dell’aiuto finanziario da parte di Bruxelles e del Fondo monetario internazionale.
Lo dice un rapporto della Commissione europea, elogiando gli sforzi del governo del premier Papandreu per riuscire a ridurre la spesa pubblica (senza far scoppiare una guerra civile), combattere la frode fiscale, trasformare l’apparato statale e riformare profondamente l’economia, riducendo massicciamente il deficit di bilancio, un calo del 5% del prodotto interno lordo nel giro di un anno.
Per Georgios Papandreu non è stato facile ammettere la gravità dei problemi e annunciare l’arrivo di un drastico piano di austerità, con l’aumento dell’età delle pensioni e la diminuzione delle rendite e dei salari fissi. Non ha ricevuto nessuna comprensione, in quanto dall’inizio dell’anno gli scioperi generali che hanno bloccato il paese sono stati almeno sei, in pratica uno al mese.
Come ben precisa il rapporto della Commissione di Bruxelles, vi sono ancora molti problemi, come ad esempio l’inflazione e la riscossione delle imposte, il debito pubblico che nel 2016 raggiungerà il 150% del prodotto interno lordo, ma il governo di Atene pare davvero intenzionato ad agire secondo i propositi fatti e il premier Papandreu sta recuperando, a livello europeo, la credibilità che aveva perso nei mesi scorsi.


(Ticinolibero.ch)
 
Eurogruppo: «Pronti a intervenire se dagli stress test emergeranno situazioni critiche per le banche»

dall'inviato Giuseppe Chiellino

BRUXELLES - «Il sistema bancario europeo è forte ma dovremo essere pronti ad affrontare possibili sacche di vulnerabilità» che dovessero emergere dagli stress test che saranno resi noti il 23 luglio prossimo. «Nel caso in cui vi fosse la necessità la commissione europea è pronta ad attivare la procedura per concedere gli aiuti di Stato».
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Lo ha detto il commissario europeo agli affari economici e finanziari, Olli Rehn, al termine della riunione dell'Eurogruppo che ha fatto il punto, tra l'altro, sullo stato di attuazione del piano di risanamento della Grecia che «procede come previsto e, anzi, ha superato le attese»: il taglio delle spese nel primo semestre dell'anno, ha spiegato il comissario, ha raggiunto il 46% contro il 40% del piano iniziale. Concetto, questo, sottolineato anche dal presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker: «Il modo in cui governo e parlamento greci stanno attuando il piano dimostra una volontà impressionante. Speriamo di poter far scattare la fase due del finanziamento a settembre». A giorni partirà per Atene una missione congiunta con Bce e Fmi per verificare se tutte le condizioni imposte a maggio sono rispettate.
Juncker si è detto soddisfatto anche per quanto sta facendo la Spagna con le riforme e il commissario Rehn si è concesso una battuta auspicando che sul fronte economico Madrid agisca «con lo stesso gioco di squadra» che ha portato la nazionale spagnola al vertice del calcio mondiale.
Martedì il consiglio Ecofin discuterà, tra l'altro, delle modalità di pubblicazione degli stress test. Previsto anche il via libera definitivo alla manovra correttiva italiana che il ministro Tremonti ha difeso anche da Bruxelles. «È stata giusta nel tempo, giusta nel quanto», ha detto il ministro alla vigilia della discussione generale che prenderà il via alla Camera.



(Il Sole 24 Ore)
 
Grecia: previsioni negative per il mercato auto


Monday, 12 July 2010 16:30

Secondo un nuovo report recentemente pubblicato da Business Monitor International, l´economia greca nel corso del 2010 dovrebbe subire una contrazione di circa il 2 per cento, causata in larga parte dal restringimento della spesa pubblica e dall´aumento delle tasse finalizzati a mantenere gli impegni internazionali di contenimento e riduzione di deficit e debito pubblico. In particolare, per quanto concerne il settore auto, le stime della Association of Motor Vehicle Importers Representatives (AMVIR) mostrano per i primi quattro mesi del 2010 un calo delle vendite 48,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. Le difficoltà delle famiglie a far fronte ai propri debiti, la crescente disoccupazione, i tagli ai posti di lavoro nel settore pubblico rendono sempre più difficile potersi permettere di acquistare un´auto nuova in Grecia: le stime per l´intero anno delineano un calo delle vendite del 16 - 17 per cento.
Oltre all´andamento generale dell´economia, vi sono da considerare le specifiche problematiche del settore, a partire dall´innalzamento dell´IVA, dal 21 al 23 per cento, e dalle tasse speciali introdotte sulle auto di lusso. L´andamento del mercato auto continuerà ad essere lento anche nel lungo termine, con una crescita media del 3 - 4 per cento annuo tra il 2012 e il 2014, non sufficiente per il ritorno ai livelli pre crisi.
Secondo i dati di BMI, la Grecia si trova al penultimo posto in Europa per le condizioni
del mercato del settore auto, soprattutto a causa della assenza di produttori locali; in prospettiva, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, portando il Paese all´ultimo posto in questagraduatoria.
Il tren degli ultimi anni ha visto le preferenze degli acquirenti dirigersi verso i veicoli di piccole dimensioni: a farla da padrone nel mercato sono proprio le compagnie specializzate in questo segmento come Volkswagen, Ford, Suzuki e Nissan. Il leader del mercato resta tuttavia Toyota, pur avendo visto diminuire la propria quota di
mercato dal 9,9 per cento del 2008 al 9,5 per cento circa del 2009, una performance che ha comunque dimostrato di aver retto, in un mercato che si è contratto del 17,5 per cento. Alle sue spalle, VW e Opel (-11 e -17,3 p.c. rispettivamente).


Marcello Berlich
(portalino.it)
 
Aperture solite per gli spread/bund.
Tra parentesi il giorno precedente:

Grecia 872 pb. (885)
Portogallo 300 pb. (294)
Spagna 204 pb. (203)
Italia 151 pb. (142)
UK. 73 pb. (67)
 
Greeks lift container shipping presence

By Robert Wright in London



Published: July 12 2010 18:16 | Last updated: July 12 2010 18:16



Greece’s cash-rich shipowners are using the financial crisis facing German shipowners to increase their presence in container shipping, where they are not currently a big force.
Several recent transactions have seen Greek owners buy container ships either directly from struggling owners or from shipyards.
Nearly all the deals appear to involve German owners, who own the vast majority of container ships chartered to shipping lines.
In contrast to their country, Greece’s shipowners have remained financially sound because of the strong performance of the dry bulk and tanker sectors in which they specialise. Greek owners own about 17 per cent of the world’s ships, but only about 5 per cent of container ships.
However, shipowners in Germany, the key country behind the European Union’s bail-out of Greece, are suffering from exposure to the crisis-hit container shipping sector. Germany’s public has also become reluctant to invest in KG funds – the traditional means of raising funds for ship purchases – after many ran into financial trouble.
Among recent transactions, New York-listed Paragon Shipping announced on June 30 that it was buying two medium-sized container ships under construction at Kiel’s Howaldtswerke shipyard for €40m ($50m) each.
Michael Bodouroglou, Paragon’s chairman, said it was logical to conclude the ships were selling at relatively low prices because of the financial problems of the owner that ordered them. Because non-German owners almost never order container ships from German yards, the owner was almost certainly German.
“Financially healthy companies would rather hold on to the assets than have to sell at these historically low values,” Mr Bodouroglou said. “It is well known that especially the German market has financial problems because they bought at historically high values.”
Another Athens-based, New York-listed dry bulk operator, Diana Shipping, announced on June 21 that it was buying a pair of container ships for €37.3m each from the Blohm and Voss shipyard in Emden, northern Germany. London-listed Goldenport Holdings, also based in Athens, announced on June 25 that it was seeking $35m extra capital to buy four container ships.
Evangelos Marinakis, who bought two new container ships earlier this year, said: “We feel optimistic about the future of the container trade.”


(Financial Times)
 
Greeks lift container shipping presence

By Robert Wright in London



Published: July 12 2010 18:16 | Last updated: July 12 2010 18:16



Greece’s cash-rich shipowners are using the financial crisis facing German shipowners to increase their presence in container shipping, where they are not currently a big force.
Several recent transactions have seen Greek owners buy container ships either directly from struggling owners or from shipyards.
Nearly all the deals appear to involve German owners, who own the vast majority of container ships chartered to shipping lines.
In contrast to their country, Greece’s shipowners have remained financially sound because of the strong performance of the dry bulk and tanker sectors in which they specialise. Greek owners own about 17 per cent of the world’s ships, but only about 5 per cent of container ships.
However, shipowners in Germany, the key country behind the European Union’s bail-out of Greece, are suffering from exposure to the crisis-hit container shipping sector. Germany’s public has also become reluctant to invest in KG funds – the traditional means of raising funds for ship purchases – after many ran into financial trouble.
Among recent transactions, New York-listed Paragon Shipping announced on June 30 that it was buying two medium-sized container ships under construction at Kiel’s Howaldtswerke shipyard for €40m ($50m) each.
Michael Bodouroglou, Paragon’s chairman, said it was logical to conclude the ships were selling at relatively low prices because of the financial problems of the owner that ordered them. Because non-German owners almost never order container ships from German yards, the owner was almost certainly German.
“Financially healthy companies would rather hold on to the assets than have to sell at these historically low values,” Mr Bodouroglou said. “It is well known that especially the German market has financial problems because they bought at historically high values.”
Another Athens-based, New York-listed dry bulk operator, Diana Shipping, announced on June 21 that it was buying a pair of container ships for €37.3m each from the Blohm and Voss shipyard in Emden, northern Germany. London-listed Goldenport Holdings, also based in Athens, announced on June 25 that it was seeking $35m extra capital to buy four container ships.
Evangelos Marinakis, who bought two new container ships earlier this year, said: “We feel optimistic about the future of the container trade.”


(Financial Times)


molto interessante, dò un occhio a queste società, anche se preferisco il global shipping etf:)
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

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