tommy271
Forumer storico
Eurogruppo,fondo anti-crisi pronto in luglio malgrado Slovacchia
martedì 13 luglio 2010 08:43
BRUXELLES (Reuters) - Il Fondo europeo di stabilità finanziaria - Efsf, European Financial Stability Facility - sarà operativo già a luglio, con l'auspicio che arrivi il via libera anche da parte della Slovacchia finora contraria anche agli aiuti finanziari concessi alla Grecia.
Lo hanno ribadito ieri sera al termine della riunione dell'Eurogruppo il presidente Jean-Claude Juncker, seduto a fianco del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn e al responsabile dell'Efsf Klaus Regling.
Dopo le consultazioni elettorali del mese scorso che hanno portato a un nuovo esecutivo, Bratislava si è a oggi rifiutata di sottoscrivere l'accordo quadro per il varo del nuovo fondo da 440 miliardi di euro, fonte cui potrebbero ricorrere i paesi della zona euro in difficoltà sul fronte dei conti pubblici.
"Siamo stati molto chiari sul fatto che ci aspettiamo che il governo slovacco firmi l'accordo [sul fondo] e rispetti gli impegni assunti dall'esecutivo precedente", ha detto Juncker.
Il primo ministro lussemburghese e numero uno dell'Eurogruppo ha poi precsato che incontrerà questa mattina il premier slovacco per discutere dell'argomento.
In un primo momento, nel corso dei lavori dell'Eurogruppo e della 'task force' Van Rompuy, Juncker si era maggiormente sbilanciato dichiarando di "credere veramente" che la Slovacchia avrebbe concesso il proprio via libera prima della metà del mese, precisando che i paesi della zona euro avrebbero dato molto rapidamente disco verde alla misura - in Italia, ad esempio, manca ancora il formale imprimatur del parlamento.
Al momento sono quindici i paesei che hanno già sottoscritto l'accordo per la creazione del meccanismo ideato lo scorso 10 maggio, tredici dei quali sono già azionisti del fondo mentre Italia e Belgio si apprestano a divenire tali.
"Abbiamo tutti invitato il ministro slovacco a procedere rapidamente con l'ultima firma, permettendo così all'accordo di entrare in vigore [...] In base a tali progressi, la linea di credito divernetà presto operativa", ha aggiunto Juncker nella conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo.
MECCANISMO PRONTO, ASSICURA REGLING
Per quanto poco realistica sia la prospettiva che il fondo venga immediatamente utilizzato a sostegno di un paese membro, la linea di credito potrebbe invece rivelarsi fondamentale in caso si dovesse procedere alla ricapitalizzazione di alcune banche europee in seguito alla pubblicazione dei risultati degli 'stress test' che verranno resi noti il 23 luglio prossimo.
Se gli istituti di credito in questione non riuscissero a raccogliere capitale sui mercati i governi potrebbero venir loro in aiuto tramite il nuovo fondo se già azionisti Efsf.
Se invece il fondo non fosse ancora a tutti gli effetti operativo i paesi Ue potrebbero comunque attingere a un finanziamento da 60 miliardi garantito dal bilancio comunitario e già funzionante.
Nella conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo il direttore generale del fondo Regling ribadsce che il meccanismo, che si avvale del duplice sostegno della Banca europea per gli investimenti e dell'Agenzia per la gestione del debito federale, è di fatto pronto a essere utilizzato.
Regling rifiuta però il suggerimento di procedere a un'emissione 'pilota', di modesta entità, in modo da testare la procedura del dispositivo e ottenere un rating.
"Dal punto di vista dei mercati finanziari potrebbe rivelarsi utile ma dall'altro lato abbiamo la volontà politica dei ministri della zona euro di non agire prima che sia giunta una richiesta di finanziamento", ha spiegato Regling.
martedì 13 luglio 2010 08:43
BRUXELLES (Reuters) - Il Fondo europeo di stabilità finanziaria - Efsf, European Financial Stability Facility - sarà operativo già a luglio, con l'auspicio che arrivi il via libera anche da parte della Slovacchia finora contraria anche agli aiuti finanziari concessi alla Grecia.
Lo hanno ribadito ieri sera al termine della riunione dell'Eurogruppo il presidente Jean-Claude Juncker, seduto a fianco del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn e al responsabile dell'Efsf Klaus Regling.
Dopo le consultazioni elettorali del mese scorso che hanno portato a un nuovo esecutivo, Bratislava si è a oggi rifiutata di sottoscrivere l'accordo quadro per il varo del nuovo fondo da 440 miliardi di euro, fonte cui potrebbero ricorrere i paesi della zona euro in difficoltà sul fronte dei conti pubblici.
"Siamo stati molto chiari sul fatto che ci aspettiamo che il governo slovacco firmi l'accordo [sul fondo] e rispetti gli impegni assunti dall'esecutivo precedente", ha detto Juncker.
Il primo ministro lussemburghese e numero uno dell'Eurogruppo ha poi precsato che incontrerà questa mattina il premier slovacco per discutere dell'argomento.
In un primo momento, nel corso dei lavori dell'Eurogruppo e della 'task force' Van Rompuy, Juncker si era maggiormente sbilanciato dichiarando di "credere veramente" che la Slovacchia avrebbe concesso il proprio via libera prima della metà del mese, precisando che i paesi della zona euro avrebbero dato molto rapidamente disco verde alla misura - in Italia, ad esempio, manca ancora il formale imprimatur del parlamento.
Al momento sono quindici i paesei che hanno già sottoscritto l'accordo per la creazione del meccanismo ideato lo scorso 10 maggio, tredici dei quali sono già azionisti del fondo mentre Italia e Belgio si apprestano a divenire tali.
"Abbiamo tutti invitato il ministro slovacco a procedere rapidamente con l'ultima firma, permettendo così all'accordo di entrare in vigore [...] In base a tali progressi, la linea di credito divernetà presto operativa", ha aggiunto Juncker nella conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo.
MECCANISMO PRONTO, ASSICURA REGLING
Per quanto poco realistica sia la prospettiva che il fondo venga immediatamente utilizzato a sostegno di un paese membro, la linea di credito potrebbe invece rivelarsi fondamentale in caso si dovesse procedere alla ricapitalizzazione di alcune banche europee in seguito alla pubblicazione dei risultati degli 'stress test' che verranno resi noti il 23 luglio prossimo.
Se gli istituti di credito in questione non riuscissero a raccogliere capitale sui mercati i governi potrebbero venir loro in aiuto tramite il nuovo fondo se già azionisti Efsf.
Se invece il fondo non fosse ancora a tutti gli effetti operativo i paesi Ue potrebbero comunque attingere a un finanziamento da 60 miliardi garantito dal bilancio comunitario e già funzionante.
Nella conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo il direttore generale del fondo Regling ribadsce che il meccanismo, che si avvale del duplice sostegno della Banca europea per gli investimenti e dell'Agenzia per la gestione del debito federale, è di fatto pronto a essere utilizzato.
Regling rifiuta però il suggerimento di procedere a un'emissione 'pilota', di modesta entità, in modo da testare la procedura del dispositivo e ottenere un rating.
"Dal punto di vista dei mercati finanziari potrebbe rivelarsi utile ma dall'altro lato abbiamo la volontà politica dei ministri della zona euro di non agire prima che sia giunta una richiesta di finanziamento", ha spiegato Regling.