Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Mark dubito fortemente dello spirito caritatevole e altruista della sig. Merkel.

Caro Tommy, se tu dubiti fortemente, io sono fermamente convinto che i politici tedeschi lo facciano solo per ragioni di consenso fra l'elettorato tedesco, e dunque siamo d'accordo...

Ma qui non conta il perché lo si faccia, conta il risultato: per i paesi indebitati, occorrerà diminuire la spesa pubblica rendendola più efficiente, se si vuole restare nell'euro.

Le siringhe pagate 9 euro l'una dalle ASL calabresi non te le potrai più permettere. Oppure, se te le vuoi permettere, dovrai dire ai residenti calabresi - sempre per restare nell'esempio, non me ne vogliano gli amici della Calabria - che occorrerà incrementare il gettito fiscale loro, oppure quello nazionale ove restasse deciso che lo Stato interviene a ripianare i deficit sanitari regionali.

Scusate l'OT.
 
Si, ma il nodo cruciale resta sempre uno: coinvolgimento o meno degli obbligazionisti nella gestione dei debiti sovrani degli stati europei in crisi.
Se allungano le scadenze per ripagare il debito con la UE e rendono permanente il Fondo di Emergenza, ma poi pretendono che il debito Greco venga per così dire "ridefinito" con gli investitori che lo detengono, allora si sta solo giocando con le parole.
La mia paura è che vogliano fare un default, dove necessario, senza chiamarlo col suo nome. D'altra parte pure questo fatto di alludere a "ristrutturazioni ordinate", ridefinizioni del debito "soft".... non vedo cosa aggiungono o tolgono a quello che già si sapeva.
Nessuno teme un quasi azzeramento dei crediti verso un qualunque paese dell'area euro, per quanto disastrato nel bilancio.
Anche le famose quotazioni del "triplo panico", non sono arrivate ai livelli di 20 o 10/100 come i bond GM, Anglo Irish subordinati o altri casi noti di pre-default.
Si sa che nell'area euro un default sarebbe relativamente soft, con uno sconto sul capitale che raggionevolmente non dovrebbe essere sopra il 30/50% che però è già una enormità a ben pensare.
Quindi parlare di "ristrutturazioni ordinate" o di far "partecipare" gli investitori dei costi della crisi del debito, non aggiunge e non toglie nulla a quello che si sapeva. Questa ipotesi va letta come DEFAULT, ne più ne meno.
Ma rischiamo che per l'occasione si inventeranno altri modi di dire per indorare la pillola.
Sui titoli LT2 di Anglo Irish ad esempio, S&P, si è espresso nell'ultimo aggiornamento disponibile, così: "Ratings On Irish Banks' Lower Tier 2
Subordinated Debt Lowered On Reappraisal Of Authorities' Stance".
Bel giro di parole per dire che la palla è passata in mano alla politica Irlandese che in modo coercitivo ha deciso che i possessori di LT2 partecipassero a pieno titolo delle perdite, imponendo un concambio con un nuovo titolo senior con haircut a 20/100 :eek:, pena in caso di hold out, ricevere un centesimo ogni mille nominali :eek: :eek: :eek:.
Senza entrare nel merito del fatto che al limite può essere anche giusto che un titolo subordinato vada a fondo insieme all'emittente AIB che di fatto è fallita, resta la questione che ci si è girato intorno non poco alla questione, prima "proteggendo" con garanzie dello stato Irlandese, praticamente tutti i titoli anche subordinati delle loro banche disastrate per un paio di anni, tanto per stabilizzare i mercati (protezione scaduta a settembre scorso), ora di fatto i subordinati di AIB sono stati mandati in default (più default di così....:eek:) ma ci si gira intorno con le parole. :titanic:

Il nodo gira sempre poi intorno al Fondo di Emergenza.
Semprechè la diluizione del prestito sulla Grecia non venga approvata prima della mini-riscrittura dei Trattati, il Fondo resterebbe così un monito per i prossimi paesi che si troverebbero nelle condizioni degli ellenici.

La questione irlandese è complessa, ed i vari LT ne stanno pagando le conseguenze. In questo caso si tratta però di decidere se portare sull'orlo del precipizio lo Stato o le proprie banche.
 
Caro Tommy, se tu dubiti fortemente, io sono fermamente convinto che i politici tedeschi lo facciano solo per ragioni di consenso fra l'elettorato tedesco, e dunque siamo d'accordo...

Ma qui non conta il perché lo si faccia, conta il risultato: per i paesi indebitati, occorrerà diminuire la spesa pubblica rendendola più efficiente, se si vuole restare nell'euro.

Le siringhe pagate 9 euro l'una dalle ASL calabresi non te le potrai più permettere. Oppure, se te le vuoi permettere, dovrai dire ai residenti calabresi - sempre per restare nell'esempio, non me ne vogliano gli amici della Calabria - che occorrerà incrementare il gettito fiscale loro, oppure quello nazionale ove restasse deciso che lo Stato interviene a ripianare i deficit sanitari regionali.

Scusate l'OT.

Su questo sono d'accordo.
Per rimanere in ambito Grecia, ricollegandomi alle questione sanitaria, alcuni medicinali costano in media tre volte di più rispetto alla media Euro.
Il motivo è altrettanto ovvio.
 
Making Bondholders Pay Is Not Easy


By Stephen Fidler

It seems to be overdoing it to interpret yesterday’s fall in sovereign bond prices for Greece, Ireland and some other of the weaker euro zone economies as evidence of investors “taking fright” at plans to force bond investors to suffer losses as a price of future government bail-outs. It was after all the All Saints’ Day holiday across most of continental Europe, suggesting not many investors were involved. Nonetheless, yield spreads have widened over the last week in a way that’s hardly comforting for borrowers.

The plans are those of Germany, backed by France, to put in place some kind of permanent mechanism from 2013-on to help governments to emerge from debt troubles–but under conditions that force government bond holders to take losses. European Union leaders agreed in the early hours of Friday morning to launch an investigation into that idea so that they can discuss it in December.

The first thing to say about this is that it’s not a done deal. We noted that support for the Franco-German proposition was not unanimous Friday and this morning Eurointelligence this morning notes that some of the 27 EU governments have strong reasons for not backing it and points out that one shouldn’t assume that the European treaties may be easily tweaked to accommodate the change.

According to officials, European Central Bank chief Jean-Claude Trichet expressed concerns at the summit about the impact of this “bailing-in” bondholders, which is known in EU jargon as “private-sector participation”.

These were echoed in a speech in Abu Dhabi Monday by ECB board member Lorenzo Bini Smaghi (thanks to Geoffrey Smith in Frankfurt) who poured cold water on the idea that state rescue packages could be accompanied by an ”orderly insolvency procedure,” which he called a “nice catchword” that has never proved itself to be possible practically.
“In advanced economies, the restructuring of the public debt would have to involve a much larger number of financial assets and liabilities, including those of the domestic banking system vis-a-vis residents and non-residents. It can be easily seen that there can hardly be anything ‘orderly’ in such a process.”
Mr. Bini Smaghi did suggest that more work be done on designing “collective action clauses” for future euro-zone debt issuance, which would make it easier to trigger debt restructurings if necessary, over the objections of individual bond holders. “It might be more promising and pragmatic to further explore this avenue,” he said.


Mr. Bini Smaghi criticized the failure of euro-zone governments to agree to automatic sanctions on countries running excessive budget deficits or other destabilizing policies in future. “No change has been made to the system of governance aimed at reducing the perverse incentives,” Bini Smaghi said. “Why should the Eurogroup be expected to behave in the future any differently than in the past?”


While it is logical for the euro-zone to create its own crisis resolution mechanism, he said it must avoid creating expectations among deficit countries that they will be biled out too easily, and avoid making taxpayers of other countries pay for bad decisions by the private sector” But such a mechanism must also not “create incentives for speculative attacks that could push into bankruptcy even an otherwise solvent
country.”


Even without this debate, the sands in the euro-zone bond markets are shifting, probably permanently, as we pointed out last week here and here.


(dal Blog del Wall Street Journal)

***
Sempre intorno a frau Merkel e a Bini-Smaghi.
 
Il nodo gira sempre poi intorno al Fondo di Emergenza.
Semprechè la diluizione del prestito sulla Grecia non venga approvata prima della mini-riscrittura dei Trattati, il Fondo resterebbe così un monito per i prossimi paesi che si troverebbero nelle condizioni degli ellenici.

La questione irlandese è complessa, ed i vari LT ne stanno pagando le conseguenze. In questo caso si tratta però di decidere se portare sull'orlo del precipizio lo Stato o le proprie banche.

Ma io infatti non entro nel merito e anzi a ben vedere sono anche abbastanza d'accordo sul fatto che dei titoli subordinati si accollino i rischi propri del loro essere "subordinati".
Dico solo che il modo di procedere è abbastanza chiaro. Le intenzioni vanno lette tra le righe. Nessuno annuncerà mai un Default o userà mai questo termine, anche se venissero richiesti agli investitori concambi molto penalizzanti.
"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", tanto per dire l'importanza delle parole, una parola racchiude un universale, se cambi le parole indori la pillola. Anche se poi magari la sostanza resta quella.
Anche se il mercato poi alla fine ci legge eccome tra le righe.
Benchè l'ho trovato piuttosto lento a reagire a questo cambio di vento.
Come avevo detto qualche post fa è successo esattamente quanto mi aspettavo.
Le quotazioni stanno anche tenendo, tutto sommato.
I CDS di ieri sul decennale erano tornati ai livelli più alti del 20 settembre, non così le quotazioni, almeno della 2019 6,5% che seguo io e che allora si prendeva ancora di un filo sotto i 70.
 
Bomb goes off at Swiss Embassy in Athens, no injuries

ATHENS | Tue Nov 2, 2010 7:03am EDT



ATHENS Nov 2 (Reuters) - A bomb went off on Tuesday at the Swiss embassy in Athens but there were no immediate reports of injuries, Greek police officials said.
"A small bomb exploded at the Swiss embassy in Athens, there was no warning call," said a police official speaking under condition he not be identified. "We have no reports of injuries so far."


***
Tra ieri e oggi, approfittando dell'appuntamento elettorale, i bombaroli si rifanno vivi.
 
Ora come ora mi viene un dubbio.....ma sinceramente non ho dati per supportare quesro dubbio..........non è che la Germania sia messo molto peggio di quanto si veda.....voglio dire non vorrei mai che le banche tedesche siano sommrse di subprime e che con queste belle dichiarazioni stiano tirando su .....belle sommette x indorare i bilanci.......come ....semplice con lo short suititoli di stato .....guardate che sono usciti pure gli etf short sui titoli statali.................bah non saprei neppure io però come avevo postato ieri notte è una situazione molto confusa dove le notizie non sono pr nulla "notizie2 ma impressioni e interpretazioni di dichiarazioni ......molta confusione .......e molto fumo negli occhi:rolleyes:
 
pure Moody's ti dice che è improbabile il default greco, che vuoi di più dalla vita?! :lol:
un lucano, o un ouzo?!

La cosa curiosa è che se indicano un fallimento i titoli greci scendono.
Se dicono il contrario, scendono lo stesso :D.

Non so se questa news era stata postata: :cool:
IMF proposes expansion of loan repayment period - press
According to press reports, IMF proposes the loan repayment period from 3 to 8 years, with the interest rate increasing by 0.4 - 0.7pp. In addition, IMF asks for the establishment of special courts solely for long standing tax disputes. Labor Minister Katseli said that a potential extension of the repayment period would be beneficiary for the country, as it will free funds that could be used to boost growth. Note that IMF, EU and ECB officials will be visiting Greece on November 15, in order to assess the progress of the fiscal consolidation program.
 
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