Mercati troppo pessimisti ora su periferici - Cottarelli (Fmi)
venerdì 5 novembre 2010 15:57
di Francesca Landini
MILANO, 5 novembre (Reuters) - I mercati in questa fase stanno penalizzando in misura eccessiva i paesi periferici della zona euro, che possono sperare in un calo degli spread sul proprio debito se proseguiranno nel 2011 nell'attuazione delle misure di consolidamento fiscale annunciate quest'anno.
Lo sostiene Carlo Cottarelli, responsabile del dipartimento degli Affari Fiscali del Fondo monetario internazionale in un'intervista telefonica con Reuters.
In questa fase "c'è troppo pessimismo sui mercati riguardo a Grecia, Irlanda e Portogallo", secondo Cottarelli che ieri ha presentato a Washington il nuovo rapporto semestrale dell'Fmi sulle finanze pubbliche delle maggiori economie mondiali denominato Fiscal Monitor.
"Se le politiche fiscali continuano ad essere attuate in termini adeguati, i mercati se ne accorgeranno, il rischio paese si ridurrà e anche gli spread si richiuderanno gradualmente".
Cottarelli preferisce non dare un orizzonte temporale preciso per questa possibile rivincita dei periferici sui mercati, ma aggiunge: "i mercati vogliono vedere che la politica fiscale [intrapresa nel 2010] sia confermata anche in 2011... poi gli spread potranno scendere".
In questa settimana gli spread dei rendimenti dei titoli di Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna e Grecia sono in allargamento rispetto ai Bund tedeschi. Ad aumentare il divario tra i titoli periferici e la Germania oltre alle difficoltà di Irlanda e Portogallo nel portare avanti il consolidamento fiscale anche la prospettiva che i paesi europei modifichino i trattati per creare un meccanismo di salvataggio dei paesi in crisi che preveda anche l'opzione di default sovrano.
"I mercati sono molto volatili e lo saranno ancora: ci vuole un po' di tempo perchè si convincano che l'aggiustramnento è duraturo", commenta Cottarelli.
Stamane il differenziale tra titoli irlandesi e titoli tedeschi è salito al nuovo record di 550 punti base sulla scadenza decennale, quello tra Grecia e Germania è tornato a 922 pb, al picco da fine settembre.
E' in aumento anche lo spread tra i Btp italiani e Bund tedeschi che oggi viaggia intorno a 160 pb (165 ps sulla piattaforma Tradeweb), ai massimi da fine settembre, ma Cottarelli traccia una linea tra l'Italia e gli altri paesi mediterranei.
"Per l'Italia gli spread sono molto più contenuti che negli altri paesi periferici della zona euro... è in un'altra fascia di paesi rispetto a Grecia, Irlanda e Portogallo", dice l'alto funzionario del Fondo.
"L'Italia ha registrato un minor allargamento degli spread perchè il deficit è aumentato durante la crisi in minor misura che negli altri paesi" spiega Cottarelli.
Tornando a parlare dei periferici più bersagliati dalla crisi Cottarelli nota che, all'aumento della pressione dei mercati, i paesi hanno risposto, evitando che si innescasse una spirale tra un alto debito, alti costi di rifinanziamento e di servizio del debito e peggioramento ulteriore di deficit e debito.
"Questo pessimismo non genera in questa fase una spirale con aumenti dei tassi che generano un incremento del deficit e del debito" nota l'esperto di finanza pubblica. "La Grecia non sta prendendo a prestito a questi tassi gonfiati grazie al pacchetto di aiuti che vede coinvolti insieme Unione europea e Fmi, anche l'Irlanda non è impegnata al momento in pesanti rifinanziamenti grazie a grandi riserve di liquidità a cui può attingere". Quanto al Portogallo, Lisbona può contare su una durata media del debito abbastanza lunga che gli ha permesso di limitare il ricorso al finanziamento sul mercato.