La posizione della Germania riguardo al coinvolgimento dei mercati per risolvere il problema del debito pubblico di un paese membro del'UEM è, a dir poco, devastante per il futuro dell'euro.
Semplici considerazioni di scienza economica portano alla conclusione che il coinvolgimento dei mercati nella soluzione del debito pubblico di uno Stato comportano la necessità del paese interessato di manovrare i classici strumenti di politica economica ed in particolre gli strumenti monetari quali ad esempio: tassi d'interesse, circolazione monetaria ,ecc. Ossia implica il potere da parte dello stato sulla propria moneta. Viceversa la proposta dell Germania implica che uno Stato membro venga privato degli strumenti d'intervento sui mercati ed allo stesso tempo gli si impone la sovranità del giudizio dei mercati. Ciò implica legare il cappio al collo allo stato interessato e condannarlo alla recessione ed all'impoverimento progressivo. Sembra, quindi, che la posizione del governo tedesco sia dettata da interessi nazionali e che non abbia a cuore il futuro dell'euro.
non sono molto d'accordo su questo punto di vista.
Quegli strumenti di politica monetaria non vedo a cosa servano, se non a svalutare, quindi in definitiva a barare, annacquando il debito contratto sul lungo periodo.
I paesi sono autonomi nelle politiche di bilancio, nel decidere l'emissione del loro debito, commisurata al loro fabbisogno, ma che deve essere "sostenibile".
Le manovre di austerity e di contenimento del debito devono partire molto prima di ridursi come la Grecia. E purtropo se casi come l'Irlanda sono anche giustificabili vista l'esplosione dei costi della crisi finanziaria aggravati dalla pessima congiuntura economica (tutti i paesi costretti a "nazionalizzazioni" di fatto di istituti finanziari di primaria importanza hanno visto decollare la spesa pubblica), nel caso della Grecia il problema era strutturale e di lungo corso, con la beffa di aver barato sui conti. La Grecia per assurdo non ha avuto un aumento repentino della spesa pubblica a causa di "salvataggi miliardari" di banche. Poi certo che la pessima congiuntura economica globale, non aiuta ora a rimettere a posto i conti e a ripartire.
Distinguendo quelli che sono i nostri interessi e cercando di fare un ragionamento obbiettivo e super partes, in fin dei conti Germania e Francia stanno solo chiedendo che i singoli debiti nazionali restino legati ai singoli rischi emittente. Altrimenti che senso avrebbe il differenziale di rendimento che comunque c'è sempre stato, anche se meno stellare dello spread attuale?
La verità è che in passato i mercati si sono sempre comportati in un modo un po' ipocrita o furbo, cioè spesso approfittando di questi differenziali di rendimento, pensando comunque che tanto se le cose andavano veramente male, non si aveva realmente in portafoglio il rischio paese dell'emittente "periferico", ma un "covered bond" con alle spalle comunque l'Unione Europea.
Somiglia molto a quella che Wall Street ha chiamato "Greenspan put" nel passato decennio e ora "Bernanke Put". L'idea che il prestatore di ultima istanza tanto salva tutti e salva il sistema, quindi scommetto ma non rischio.
Troppo facile.
Ben'inteso sto facendo solo un ragionamento logico, non "morale".
La posizione di cui sopra è esattamente quella che ho preso io nel momento in cui ho cominciato a interessarmi dei bond Greci distressed:
capire se l'Europa avesse coperto o no le spalle alla Grecia significava svelare di fatto una inefficienza di mercato nelle quotazioni, in quel caso troppo penalizzanti. Resta sempre la possibilità di scommettere sulla Grecia fiduciosi nel turnaround della sua economia, nella capacità di fare austerity, tagliare i costi superflui e magari timidamente ricominciare a crescere produttivamente, piano piano, negli anni futuri. Ma la puntata la si fa sulla Grecia. Non sulla Grecia con alle spalle come fideiussore Trichet o la Merkel.
E' giusto però dire, di contro, che l'investitore dell'area Euro non è stato neanche tutelato da quelli che dovevano essere gli altisonanti "Patti di Stabilità" che sono il fondamento della moneta unica. E in seno all'Europa è stato possibile consumare una frode in bilancio a livello statale, roba da paesi del terzo mondo. Segno questo che l'Europa dovrà rafforzare e rendere permanenti organi di controllo molto severi e con poteri forti.
Semmai quello che mi inquieta dell'attuale situazione, e che non sarebbe di contro giusto per l'invetitore, è che a forza di parlare di meccanismi automatici, ridiscussione del debito, sospensione cedole, riscadenzamento e tutti giri di parole ed eufemismi, non vorrei passasse una sorta di convinzione generalizzata che vista la congiuntura epocale, per i paesi più inguaiati sia legittima una sorta di "sanatoria", una "tana libera tutti" in cui il default non abbia il suo giusto nome. Come dire, che venga meno l'impegno degli stati a volerlo scongiurare a tutti i costi. L'istituzione di un fondo permanente, presumo agevolato, potrebbe effettivamente indurre quest'altra tentazione: ora mi rifinanzio con il fondo e stralcio parte del debito con gli investitori. E per quanto riguarda metterci nuovamente la faccia sul mercato del credito, ci rivediamo tra cinque o dieci anni. Ecco questo non mi piacerebbe e non lo trovo giusto.