Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1 (10 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Gaudente

Forumer storico
“We have already contradicted all those who pretended that Greece could not bring order to its finances.”
Veramente a me pare che ad essere contraddetti sono i pochi che avevano sperato in un'evoluzione positiva della situazione. Rispetto a dodici mesi fa , il valore del rapporto debito/PIL greco e' salito del 2% di revisione del deficit 2009 , + il 9% di deficit per 2010 + il 4% per il calo del PIL stesso , per un impressionante incremento totale del 15% in un solo anno.
Se questo significa portare ordine nelle proprie finanze , mi chiedo cosa mai si intenda per disordine :titanic:
 

tommy271

Forumer storico
MONITOR PERIFERIA

Situazione sempre più caotica sul fronte celtico, dove tra conferme e smentite, si attende una qualche parola di certezza durante il vertice Ecofin di oggi.
Per rimanere alle cifre, il Fondo di Emergenza dovrebbe entrare in funzione - per la prima volta - con un importo stimato attorno agli 80 miliardi.
Il Portogallo sembra ormai a ruota degli irlandesi: gli interventi pubblici dei suoi Ministri non fanno altro che accrescere la tensione.

Per i nostri greci, ieri è venuto il momento della verità: deficit/pil corrente al 15,4%, complessivo al 126,4%.
Cifre che i lettori del nostro forum conoscevano già agli inizi di ottobre, quando era iniziata la "grande risalita" dei GGB.
Questo per indicare come si muove la speculazione internazionale.

Ieri Papandreou ha escluso categoricamente qualsiasi ipotesi di ristrutturazione del debito indicando nel proseguimento degli sforzi la via maestra da seguire.
Dopo il voto vincente di domenica ne ha l'autorità morale per farlo.

Strauss-Kahn ha affermato che è il primo caso nella storia del FMI che un programma così duro e impegnativo ha avuto come risposta positiva la riconferma del partito di governo.

In tarda mattinata si terrà il secondo round dell'Asta dei Bot/Greek che, vista l'incertezza, sarà su base trimestrale anzichè semestrale come da programma.

Ieri, comunque, tutto molto tranquillo: la calma prima della tempesta?

Grecia 898 pb. (899)
Irlanda 559 pb. (597)
Portogallo 442 pb. (448)
Spagna 199 pb. (204)
Italia 153 pb. (160)
 

tommy271

Forumer storico
Veramente a me pare che ad essere contraddetti sono i pochi che avevano sperato in un'evoluzione positiva della situazione. Rispetto a dodici mesi fa , il valore del rapporto debito/PIL greco e' salito del 2% di revisione del deficit 2009 , + il 9% di deficit per 2010 + il 4% per il calo del PIL stesso , per un impressionante incremento totale del 15% in un solo anno.
Se questo significa portare ordine nelle proprie finanze , mi chiedo cosa mai si intenda per disordine :titanic:

Gaudente, ti rammento che la revisione che ha portato il deficit/Pil - come mi dici anche tu - ad un livello impressionante, è dovuta alla revisione dei bilanci del triennio 2006/2009 da parte di Eurostat, oltre all'aggiunta dei deficit (principalmente ospedalieri e ferroviari) delle imprese statali sinora non contabilizzati adeguatamente.

Altrimenti eravamo aldisopra delle tabelle di marcia stabilite.
Quindi l'efficacia dei provvedimenti adottati non è peregrina.
Ora il quadro dovrebbe essere finalmente definitivo.
 

stockuccio

Guest
Default selettivi, purtroppo non ne conosco ....


i brady bond .... non mi ricordavo dove l'avevo letto :) ... default gestiti ... Brady Bond per l?Eurozona by Simon Johnson and Peter Boone - Project Syndicate

2010-09-15​

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WASHINGTON, DC – L’odierno punto di vista che va per la maggiore nell’Eurozona è che la crisi è finita – i profondi timori, spesso esistenziali, emersi all’inizio di quest’anno sul futuro della moneta comune sono stati attenuati, e ora tutto è tornato sotto controllo.
Questo è in totale disaccordo con i fatti. I mercati dei titoli di Stato europei stanno nuovamente trasferendo un messaggio allarmante ai policymaker di tutto il mondo. Con i titoli di Stato delle nazioni “periferiche” dell’area euro in continuo calo, il rischio di un default sovrano irlandese, greco e portoghese è più alto che mai.
Questo succede malgrado il pacchetto di aiuti combinato, messo a disposizione a maggio dall’Unione europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca centrale europea per il salvataggio della Grecia, e malgrado il costante programma della Bce di acquistare i bond dei paesi periferici dell’Ue. In vista degli incontri annuali che si terranno tra poche settimane (seguiti a novembre dal summit del G20 a Seoul), il Fmi sta cedendo alle pressioni per dispiegare somme ancora più ingenti all’Ue con condizioni ancora più ridotte.
In effetti, la retorica ufficiale ha avuto ancora una volta lo scopo di persuadere i mercati ad ignorare la realtà. Patrick Honohan, il governatore della banca centrale d’Irlanda, ha etichettato i tassi di interesse sui bond governativi irlandesi “ridicoli” (intendendo troppo alti), e i ricercatori del Fmi sostengono che il default in Irlanda e in Grecia sia “superfluo, inaccettabile e improbabile”.
Questa rievoca in modo sconcertante quanto avvenuto in primavera – quando Jean-Claude Trichet, il presidente della Bce, criticò duramente il dubbioso mercato dei titoli di Stato e dichiarò incomprensibile un default greco. I mercati, però, oggi pensano che ci sia un 50% di possibilità di default greco entro i prossimi cinque anni – e un 25% di possibilità che questo tocchi all’Irlanda. La ragione è semplice: sia la Grecia sia l’Irlanda sono plausibilmente insolventi.
Mentre la débâcle fiscale greca è ormai cosa nota, i problemi dell’Irlanda sono più profondi ma decisamente meno compresi. In poche parole: i policymaker irlandesi non furono in grado di supervisionare le proprie banche, e osservavano (o incoraggiavano) a distanza quella frenesia di spesa, che alimentava il debito, e che generava il «miracolo celtico», grazie al quale l’Irlanda cresceva più rapidamente di tutti gli altri paesi membri dell’Ue e il settore immobiliare di Dublino divenne tra i più cari del mondo.
Alla fine del 2008 le tre principali banche d’Irlanda avevano concesso prestiti tre volte superiori al reddito nazionale del paese. Il tracollo sopraggiunse nel 2009, quando il boom immobiliare dell’Irlanda si trasformò in fallimento, lasciando il paese con grandi banche insolventi, un collasso nel gettito fiscale e il più grande deficit di bilancio d’Europa.
Le banche d’Irlanda hanno finanziato la loro rapida crescita contraendo debiti dalle altre banche europee, in questo modo le condizioni del sistema finanziario europeo si sono intrecciate con la sopravvivenza di queste banche insolventi. Non sorprende che la Bce sia ora il maggiore creditore d’Irlanda – accaparrandosi i suoi bond governativi. Secondo i dati più recenti (fino alla fine di agosto), nonostante l’Irlanda sia più piccola per dimensioni – due terzi della Grecia – ha ricevuto più finanziamenti della Grecia da parte della Bce – totalizzando il 75% del Pil e registrando una rapida crescita.
Il quid pro quo di questa facile erogazione di denaro da parte della Bce è che il governo irlandese deve tutelare i creditori europei che altrimenti si troverebbero di fronte a ingenti perdite. Il conseguente maxi-piano di salvataggio, oltre ai continui deficit di bilancio e alla contrazione del Pil, indica che il debito dell’Irlanda sta crescendo a dismisura, mentre è collassata la sua capacità di pagamento.
Gli investitori naturalmente rispondono all’insostenibile debito vendendo i bond prima che i tassi di interesse diventino «ridicoli». Questi tassi elevati strangolano le aziende e le famiglie, provocando un ulteriore collasso economico e rendendo il debito ancora più insostenibile. Per frenare questa spirale al ribasso, bisogna mettere fine al rischio di insolvenza dell’Irlanda. O le banche potranno non ottemperare alle proprie obbligazioni senior, o il governo dovrà dichiarare default insieme alle banche. In entrambi i casi, sono necessarie nuove misure di austerità, e l’Irlanda dovrà ricevere un sostanziale finanziamento-ponte.
I politici irlandesi e dell’Ue dovrebbero essere i primi a prendere queste dure decisioni, ma l’attuale leadership non lo farà. Al contrario, l’Ue, la Bce e l’Irlanda hanno fatto un patto col diavolo che sostiene la liquidità irlandese (ovvero, riceve euro), ma non fa nulla per frenare la crescente probabilità di insolvenza (ovvero, la sua crescente incapacità di restituire in futuro quegli euro).
Il Fmi, che dovrebbe opporsi a un patto così pericoloso, al contrario progetta di aprire con maggiore generosità i rubinetti (con i fondi cinesi, americani e di altri paesi) per le nazioni insolventi. Il 30 agosto, il Fondo ha abolito i tetti sulla «Flexible Credit Line», uno strumento di assistenza finanziaria varato nel 2009 per fornire rapidamente fondi ai paesi in crisi temporanea.
Il Fmi ha altresì annunciato un nuovo programma di finanziamento denominato «Precautionary Credit Line», che fornirà fondi con maggiore rapidità e a condizioni minori – anche a quei paesi senza «solide finanze pubbliche» ed un’«effettiva supervisione finanziaria». Il Fondo spera inoltre di stabilire un nuovo «meccanismo di stabilizzazione globale» per fornire linee di credito a gruppi di paesi (come l’Ue).
Il Fmi è presieduto da un politico europeo, il suo consiglio di amministrazione è molto più incline all’Europa di quanto sia giustificato dalla rilevanza economica dell’Europa, e si sta affrettando ad agevolare le condizioni di concessione di prestiti per l’Europa proprio quando i membri dell’Ue stanno soffrendo di gravi problemi di insolvenza.
C’è una soluzione migliore, che è stata messa in atto negli anni ’70 negli Stati Uniti a seguito degli eccessivi prestiti concessi dalle banche commerciali all’America Latina. Il debito sovrano fu alla fine ristrutturato con la creazione di «Brady bond». Il trucco era quello di offrire alle banche l’opportunità di scambiare i vecchi debiti dei paesi (insolventi ) dell’America latina con titoli di Stato a lunga scadenza, con basse cedole (o coupon), garantiti dalle obbligazioni emesse dal Dipartimento del Tesoro statunitense.
Tali ottimi strumenti collaterali facevano sì che le banche potessero tenere questi titoli di debito at par nel loro stato patrimoniale. Allo stesso tempo, questo swap riduceva gli obblighi di pagamento del debito dei paesi in difficoltà – consentendo loro di rimettersi in piedi.
L’Europa potrebbe prendere questa strada. Piuttosto che continuare ad accumulare altri debiti oltre a quelli già esistenti, il fondo di stabilizzazione Ue potrebbe essere impiegato per garantire questi nuovi titoli alla pari (par bond). Si potrebbero offrire ai creditori questi par bond, oppure titoli a breve termine con una cedola più alta – ma con uno sconto sul capitale del debito. I nuovi titoli potrebbero essere nominati Trichet o Merkel/Sarkozy o Honohan bond – qualsiasi cosa funzioni pur di creare consenso.
Simon Johnson, ex capo economista del Fmi, è co-fondatore di uno dei più importanti blog di economia, http://BaselineScenario.com, docente alla Sloan School of management del MIT e senior fellow del Peterson Institute for International Economics. Peter Boone, presidente di Effective Intervention al Center for Economic Performance della London School of Economics, è uno dei responsabili di Salute Capital Management Ltd.
 

tommy271

Forumer storico
LE PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANI



The revision of the Greek deficit, speculation of additional austerity measures and German Chancellor Angela Merkel's statement that Greece's accession to the eurozone was a mistake, mostly dominated the headlines on Tuesday in Athens' newspapers.
ADESMEFTOS TYPOS: "The 4 billion euros 'black hole' sets fire to the State Budget".
AVGHI: "(Greeks) 'convicted' to life sentence".
AVRIANI: "IMF's slaves for at least three more years".
ELEFTHEROS: "Ministers worried and demand from Prime Minister to proceed with corrective changes".
ELEFTHEROTYPIA: "Cuts in 17 DEKO (Public Utilities and Organisations)".
ELEFTHEROS TYPOS: "We have voted and now...we are paying".
ESTIA: "Hour of truth for the government".
ETHNOS: "Prime Minister George Papandreou furious with German Chancellor Angela Merkel".
IMERISSIA: "Memorandum's extension - We seek extension of the repayment period for the 110 billion euros".
KATHIMERINI: "Drastic cutbacks in DEKO and state hospitals".
LOGOS: "30 percent cuts in the wider public sector".
NIKI: "German occupation part 2".
NAFTEMPORIKI: "France says 'yes' to the extension of the loan payback period".
RIZOSPASTIS: "The people, with the KKE (Communist Party of Greece), for the abolition of the Memorandum, for popular alliance and authority".
TA NEA: "Peace in the country, war abroad".
TO VIMA: "George (Papandreou) outraged with Merkel's stance".
VRADYNI: "Excuse for new harsher measures".


(ana.gr)
 

tommy271

Forumer storico
Germany’s Fraport May Be Interested In Athens Airport-RTRS



German airport operator Fraport may be interested in investing in Greece΄s Athens airport and some British airports, one of its senior directors said.

"International airports make up a quarter of our core profit, we are looking to increase that to a third, hopefully in the next five years," Alexander Zinell, Fraport΄s senior vice president for global investments and management, told Reuters on the sidelines of the Global Airport Development conference in Dublin.

"The Greek government is considering selling down on its 55 percent stake in Athens Airport, they need to cut their debt. This is a great asset we know well, we would look at investing in it," Zinell said.

He noted that Fraport helped a private consortium led by Hochtief, which owns 45 percent of Athens Airport, to develop it.

(Capital.gr)
 

tommy271

Forumer storico
CONSTANCIO SULLA GRECIA:

"There are two elements there (Greece)...in the first place the results for this year are in big part the result of the fact that the deficit of 2009 has been revised up."
"It is an automatic result that this makes it more difficult to achieve the target that was fixed when the deficit for 2009 was thought to be low."
"Even if the policies had been totally in line with what was foreseen initially, in the end the deficit would be higher because the starting point was worse than was known at the time..."
"What is essential, and we are really expecting that Greece will comply, is for them to maintain the same target for next year, which may involve certainly new policies that were not perhaps contemplated before."
"In spite of what happened this year, the target for next year should be kept. The necessary policies should be adjusted to maintain that target."


Qui il resoconto completo:

News Headlines
 

tommy271

Forumer storico
Citi: Higher Debt Profile Makes Greece’s Fiscal Situation More Unsustainable



The government’s new target for 2010 deficit is too optimistic, Citi says in a report dated November 15th, Given (i) the higher starting point (by 1.8pp of GDP) for the general government deficit, following Eurostat’s revision, (ii) the recent lower-than-expected tax receipts at the central government level and (iii) the fiscal effort currently undertaken (roughly equal to 8pp of GDP).

“We think i.e., the 2010 deficit may turn out wider than 9.4% of GDP,” it says.

Moreover, the firm notes that the fiscal effort required to achieve next year’s deficit target of 7.3% of GDP will probably have to be larger than currently envisaged in the adjustment programme (the fiscal adjustment is estimated at 4.3pp of GDP in 2011) and says that additional fiscal austerity measures are likely to be asked from Greece when the second review of the programme is completed (next couple of weeks).

“Based on the current fiscal plans, we see the debt-to-GDP ratio approaching 165% of GDP by 2013, up from a level around 145% before the revisions. As we have said on many other occasions, the timing and probability of a credit event on Greek government debt are highly dependent on the willingness of the other eurozone countries to support Greece, but a significantly higher debt profile inevitably makes the fiscal situation in Greece even more unsustainable than before,” it says.

(Capital.gr)

***
A sostegno delle tesi di Gaudente ...
 
Stato
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