Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1 (7 lettori)

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tommy271

Forumer storico
Grecia, rendimento al 6,10% per bond 5 anni 8 miliardi euro

martedì 26 gennaio 2010 16:13

ATENE, 26 gennaio (Reuters) - Il rendimento finale del bond a 5 anni è stato fissato a 350 punti base sopra il midswap, al 6,10%. Lo ha reso noto l'agenzia del debito greca e Ifr, il servizio online di notizie e analisi di Thomson Reuters.
La Grecia ha collocato 8 miliardi di euro grazie al bond che ha scadenza 20 agosto 2015. Si tratta della prima asta di quest'anno per la Grecia.
 

stockuccio

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uno ottimista


http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001517.html

PERCHÈ LA GRECIA NON PUÒ FALLIRE

di Angelo Baglioni e Massimo Bordignon 26.01.2010 Occhi ancora puntati sulla Grecia, soprattutto per gli effetti che la gestione del caso potrebbe avere sul destino futuro e la governance della moneta unica europea. Un intervento di sostegno al paese potrebbe avere effetti negativi sulla credibilità dell'unione monetaria. Ma i costi del non intervento sarebbero ancora più alti. Resta il problema di come evitare che simili eventi si ripetano in futuro. Più in generale è sostenibile un'unione monetaria in cui i paesi membri continuano a essere sostanzialmente sovrani sul piano fiscale?

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Nike di Samotracia, II sec. a.C. (Louvre, Parigi)



Gli occhi di tutti gli analisti continuano a rimanere puntati sulla Grecia, soprattutto per gli effetti che la gestione del caso greco potrebbe avere sul destino futuro e la governance della moneta unica europea. Cosa succederebbe se la Grecia non riuscisse a riportare sotto controllo il proprio deficit e fosse costretta a dichiarare il default sul proprio debito pubblico? Dovrebbe uscire dall’euro, o più esattamente, gli altri paesi Emu dovrebbero cacciarla per paura del contagio? E con quali le conseguenze? E alla luce di queste, dovrebbero o no gli altri paesi euro intervenire per aiutare la Grecia oggi?
I MITI DA SFATARE
Cominciamo con lo sfatare alcuni miti. Il primo è proprio quello dell’uscita dall’euro. Nel dibattito politico e pubblicistico si sente spesso avanzare l’ipotesi che un eventuale default implichi necessariamente l’abbandono della moneta unica. Ma il legame è falso. Non vi è alcun nesso causale tra insolvenza di un paese e uscita di quel paese dall’euro. Affermazioni del tipo “se la Grecia è insolvente deve uscire dall’euro” equivalgono a dire “se la California è insolvente deve uscire dal dollaro”. Nessuno sottoscriverebbe la seconda affermazione; ma allora anche la prima non ha alcun fondamento. È perfino possibile che il mito sia stato creato apposta, allo scopo di mantenere sotto pressione paesi finanziariamente poco responsabili, anche dopo che avevano ottenuto l’accesso all’Emu. Ma si tratta di una falsità ed è bene dirlo.
Il secondo mito da sfatare, collegato al primo, è il seguente: il debito della Grecia è un po’ anche un debito degli altri stati dell’area euro, poiché è denominato nella stessa valuta. Anche questo è falso: qualcuno si sente responsabile dei debiti di Angelo Baglioni e Massimo Bordignon, per il solo fatto che usa la nostra stessa valuta? È vero che noi non siamo uno stato sovrano, ma il principio che vale per i privati vale anche per gli stati: ognuno risponde dei suoi debiti, indipendentemente dalla valuta in cui sono denominati. A scanso di equivoci, la no bail-out clause è stata inserita nel Trattato dell’Unione Europea proprio per rendere esplicito che nessuno stato membro è tenuto a rispondere dei debiti degli altri. D’altra parte, ultimo mito da sfatare, la no bail-out clausenon implica che gli altri paesi euro non possono intervenire, direttamente o attraverso la Bce, per aiutare un paese in difficoltà; dice solo che non sono tenuti a farlo, che è ben diverso.
LE CONSEGUENZE DEL DEFAULT
Ma allora quali conseguenze avrebbe il default della Grecia per gli altri paesi? L’impatto più diretto sarebbe sui suoi creditori, come ben sanno i detentori di titoli di stato argentini. (1) L’esposizione diretta verso la Grecia dei risparmiatori dell’area euro è presumibilmente contenuta. Tuttavia, l’esposizione tramite il risparmio gestito potrebbe essere non trascurabile. Ma il problema vero è quello dell’esposizione del sistema bancario degli altri paesi membri dell’Unione verso lo stato e il sistema bancario della Grecia. Questa è probabilmente la maggiore preoccupazione per la Banca centrale europea e per gli altri paesi membri: se i titoli di stato greci diventassero carta straccia, ciò potrebbe avere conseguenze devastanti per le banche greche, che detengono quei titoli e che li utilizzano come garanzia per accedere ai prestiti presso la Bce stessa. E una crisi del sistema bancario greco potrebbe avere conseguenze imprevedibili sul resto del sistema bancario dell’intera area euro, che è appena uscito da una lunga crisi di liquidità, ma che è tuttora reso fragile dalla recessione in corso.
Un effetto indiretto ma importante di un eventuale default si avrebbe sugli altri debitori sovrani dell’area euro, in particolare sugli stati che presentano una combinazione di alto disavanzo o debito pubblico: Irlanda, Spagna, Portogallo, Italia. È probabile che questi paesi abbiano finora beneficiato di una presunzione di salvataggio (bail-out) da parte degli altri paesi europei, in caso di difficoltà nel rimborso dei loro debiti. L’insolvenza della Grecia, in assenza di un bail-out, creerebbe un precedente: a quel punto tutti saprebbero che uno stato membro dell’area euro può fallire, e che gli altri stati non sono disposti a salvarlo. Si creerebbe una situazione simile a quella successiva al crack della Lehman Brothers, quando i mercati finanziari si resero conto che le autorità americane erano disposte a lasciare fallire una grande banca, smentendo così la too-big-too-fail doctrine. L’effetto più prevedibile sarebbe un aumento del costo del debito per i paesi più fragili, aggravando così ulteriormente lo squilibrio dei loro conti pubblici.
Vi è infine un altro effetto, legato al tasso di cambio: la valuta di uno stato insolvente è necessariamente destinata a perdere di valore, poiché gli investitori cercheranno di liquidare rapidamente le posizioni in quella valuta. Qualche segnale si vede già in questi giorni: l’euro quota sotto 1,42 sul dollaro, al minimo degli ultimi quattro mesi. Tuttavia questa non sembra essere una motivazione molto rilevante nella fase attuale, in cui il problema per l’economia europea sembra piuttosto essere un eccessivo valore esterno dell’euro.
DEVONO INTERVENIRE GLI ALTRI PAESI?
La domanda diventa a questo punto se gli altri paesi dovrebbero intervenire per salvare la Grecia e se lo faranno. La risposta è probabilmente sì a entrambe. Non farlo potrebbe avere conseguenze imprevedibili, in termini di contagio sugli altri paesi dell’area e di perdita di reputazione di alcuni debitori sovrani, tali da costringere i paesi dell’euro ad ancora maggiori e più costosi interventi in futuro per salvare l’unione – analogamente a quanto è successo nel caso della Lehman Brothers, il cui mancato salvataggio ha avuto come conseguenza un generalizzato e più costoso intervento di bail-out di tutto il sistema finanziario mondiale. Di più, se i paesi europei o la Bce intervengono in aiuto della Grecia, possono farlo negoziando condizioni che la costringano ad attuare un processo di consolidamento fiscale, un intervento che sarebbe impossibile se venisse semplicemente lasciata fallire. Naturalmente, questo lascia in predicato il problema di come fare per evitare che simili eventi si ripetano in futuro e più in generale se è sostenibile nel lungo periodo un’unione monetaria in cui i paesi membri continuino a essere sostanzialmente sovrani sul piano fiscale. Ma questa è un’altra storia.

(1) Una curiosità: anche la Regione Lombardia è esposta verso la Grecia, per 115 milioni di euro. Si veda Il Sole 24Ore del 10 dicembre 2009.
 

piergj

Forumer attivo
Articolo condiviso, oramai, da quasi tutti noi.

Il fatto è che, purtroppo, si è deciso di non far fallire (fino a che ce la faranno) nessuno.

Nessuna banca importante, nessuna società di assicurazione (o ri-assicurazione che a quanto pare è il business preferito di Buffet) nessun importante intermediario.

A poco servono gli articoletti sulle banche americane fallite. Sono granelli di sabbia. i danni sono solo per piccole aziende e risparmiatori e (qui è il punto) per i Bilanci Governativi

Le Grandi banche sono riuscite a convincere i politici a slavare il salvabile, a stampare moneta, ad utilizzare la solita leva monetaria (e basta...) per risollevare la Crisi.

Ma sono palliativi. alla fine vedo un enorme boomerang per l'occidente super-indebitato (a proposito visto le cifre sulle domande di mutuo? si ricomincia!)...ma si salviamo la Grecia. basta effettuare altre manovre di emergenza, abbassare l'asticella dei titoli anticipabili, ma si mandiamo la sporcizia sotto il tappeto (cioè la BCE) tanto...chi se ne accorge ? ma si diluiamo a venti anni Basilea III.

ma si....tanto i politici non hanno figli....almeno, da come si comportano, sembra non ne abbiano.

PJ
 

stockuccio

Guest
Articolo condiviso, oramai, da quasi tutti noi.

Il fatto è che, purtroppo, si è deciso di non far fallire (fino a che ce la faranno) nessuno.

Nessuna banca importante, nessuna società di assicurazione (o ri-assicurazione che a quanto pare è il business preferito di Buffet) nessun importante intermediario.

A poco servono gli articoletti sulle banche americane fallite. Sono granelli di sabbia. i danni sono solo per piccole aziende e risparmiatori e (qui è il punto) per i Bilanci Governativi

Le Grandi banche sono riuscite a convincere i politici a slavare il salvabile, a stampare moneta, ad utilizzare la solita leva monetaria (e basta...) per risollevare la Crisi.

Ma sono palliativi. alla fine vedo un enorme boomerang per l'occidente super-indebitato (a proposito visto le cifre sulle domande di mutuo? si ricomincia!)...ma si salviamo la Grecia. basta effettuare altre manovre di emergenza, abbassare l'asticella dei titoli anticipabili, ma si mandiamo la sporcizia sotto il tappeto (cioè la BCE) tanto...chi se ne accorge ? ma si diluiamo a venti anni Basilea III.

ma si....tanto i politici non hanno figli....almeno, da come si comportano, sembra non ne abbiano.

PJ


beh ... io sono più ottimista di te :) ... puoi nascondere e dilazionare nel tempo i problemi ... non farli evaporare
 

davide8

Nuovo forumer
Vi leggo con attenzione pur non possedendo titoli greci (per ora). Sicuramente i pessimisti di questo forum avranno considerato le conseguenze che un eventuale fallimento (o semplicemente di una svalutazione previa uscita dalla moneta unica) avrebbe sul resto dell'Europa.
Le banche europee (e non solo le banche, anche i fondi pensione , privati ecc.) detengono i titoli di stato greci. Le perdite porterebbero ad un'erosione del capitale gia' esiguo. La stessa BCE ha in pegno in operazioni repo titoli di stato consegnati dalle banche greche. Dovrebbe semplicemente iscriverli a perdita? Non e' mai accaduta una cosa simile. Vero che i conti sono orribili, ma una soluzione drastica di default pare non realistica.
 

tommy271

Forumer storico
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif] GRECIA-TURCHIA: PAPANDREOU, VOGLIAMO UNA PACE DUREVOLE
[/FONT] [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif] ATENE - Il premier greco Giorgio Papandreou ha invitato il collega turco Recep Tayyip Erdogan a compiere una visita ufficiale ad Atene per dare nuovo impeto al processo di normalizzazione tra i due paesi e giungere ad ''una pace durevole''.

In risposta alla lettera inviatagli da Erdogan lo scorso novembre, Papandreou, citato stamane dalla stampa, ha scritto ricordando il suo personale ruolo nella svolta delle relazioni bilaterali: quando era ministro degli Esteri, la Turchia venne accolta come candidato all'UE. Il premier greco ha assicurato l'appoggio di Atene all'adesione di Ankara all'Unione se i criteri saranno adempiuti.

Papandreou sottolinea che, dopo una serie di ''concreti progressi'' in vari settori, e' ora giunto il momento di dare nuovo impulso alle relazioni bilaterali, puntando alla risoluzione delle ''altre sfide'': dall'Egeo, dove invita Ankara a contribuire a porre fine alla tensione militare, a Cipro, dove e' necessario che tutti sostengano gli sforzi di riunificazione.

Senza dimenticare il problema dell'immigrazione illegale, da affrontare, sottolinea, in una cornice europea, ma anche rispettando gli accordi bilaterali di riammissione firmati da Ankara.
[/FONT]


[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]***[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Non è un articolo economico, ma guardate come si muove bene Papandreou. Anche su terreni paludosi come la questione greco-turca.
[/FONT]
 

troppidebiti

Forumer storico
So far this year, Greece has tapped markets for more than 13 billion euros via a private placement of floating rate notes, T-bills and the 5-year benchmark bond on Monday which was priced to pay investors 6.2 percent and was heavily oversubscribed.
 

tommy271

Forumer storico
Le chiusure di oggi: stabili.

2013 4,0% 95,00 (94,84)
2014 4,5% 95,43 (95,20)
2016 3,6% 88,20 (89,08)
2017 4,3% 90,70 (91,34)
2018 4,6% 91,17 (91,38)
2019 5,0% 96,55 (96,80)
2020 CMS 83,00 (82,58)
2022 5,9% 98,28 (97,40)
2024 4,7% 86,29 (85,60)
2025 2,9% 84,10 (83,60)
2026 5,3% 88,76 (88,39)

Lo spread/bund oscilla sempre intorno ai valori massimi: attualmente 306 pb.
Rientrano gli altri del "gruppo": il Portogallo intorno a 95 pb. La Spagna a 83 pb ed infine l'Italia a 82.
 

ZigZag2000

FEDE + GLORIA
Lo spread/bund oscilla sempre intorno ai valori massimi: attualmente 306 pb.
Rientrano gli altri del "gruppo": il Portogallo intorno a 95 pb. La Spagna a 83 pb ed infine l'Italia a 82.

esiste un sito web dove si possa vedere gli spread tra il bund 8e possibilmente anche il T-bond americano) e gli altri?
 

tommy271

Forumer storico
Grecia, a investitori esteri 80% di emissione a 5 anni - fonte

martedì 26 gennaio 2010 18:09




ATENE, 26 gennaio (Reuters) - Gli investitori stranieri hanno comprato quasi l'80% dell'emissione a cinque anni lanciata ieri dal Tesoro greco. Lo ha riferito un banchiere vicino alla transazione da 8 miliardi di euro.
"Gli investitori greci contano nell'allocazione dell'emissione per il 22%, il rimanente è andato a investitori esteri", ha detto il banchiere a Reuters.
 
Stato
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