Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1 (6 lettori)

Stato
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Giontra

Forumer storico
Se leggo bene tra le righe, gli stati menzionati continueranno a lungo a regalare soldi alle banche per farle riprendere (continuando a speculare alla grande) e nel frattempo si faranno dare parte dei loro guadagni per chiudere i propri debiti. Un circuito virtuoso...:D

A me non pare un'idea bizzarra.
Visto anche l'uso che le banche stanno facendo
degli utili che hanno ricominciato a produrre.
Mi riferisco ai bonus che stanno distribuendo
a manager e dirigenti....non è un bell'esempio
che dovrebbe essere condannato oltre che moralmente
anche penalmente.
IMHO, nhè :)
 

METHOS

Forumer storico
Grecia: subito in scadenza 20 miliardi di bond

di Isabella Bufacchi

Domenica 07 Febbraio 2010



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La Grecia deve rimborsare tra aprile e maggio una ventina di miliardi di euro di titoli di Stato, in larga misura a medio-lungo termine: ad Atene le scadenze di quest'anno sono fatalmente concentrate in primavera. In altri tempi questa cifra, tutto sommato modesta se rapportata ai 15-20 miliardi di bond governativi in asta alla settimana nell'eurozona, non sarebbe bastata a diffondere il panico sul mercato. Nel 2010 invece, annata che passerà alla storia per il problema del rifinanziamento del debito pubblico denominato in euro esploso con la peggiore recessione dagli anni '30, questi 20 miliardi sono un macigno capace di inabissare il rischio sovrano greco. E non solo. L'effetto-contagio, alimentato dalla speculazione e da una buona dose di cattivi dati "fondamentali" su debito/Pil e deficit/Pil, ha travolto questa settimana Portogallo e Spagna, altri due anelli deboli della catena del debito pubblico europeo.
La Grecia è entrata in una spirale perversa tra il rincorrersi di voci infondate e ufficiose e dichiarazioni ufficiali sulla politica della gestione del debito pubblico: in un momento in cui il mercato reclama la massima trasparenza e prevedibilità sui meccanismi d'asta, il Tesoro greco naviga a vista e paga caro qualsiasi brusco cambiamento di rotta. Paradossalmente, i guai peggiori per la Grecia sono iniziati dopo il recente successo della sindacazione di un bond a cinque anni da 3 miliardi di euro: richiesto per 25 miliardi, è stato collocato per 8 a un rendimento generoso in area 6,20%(anche se limato rispetto al 6,5% circolato in fase di pre-collocamento). Il Tesoro greco ha messo contemporaneamente in cantiere un secondo bond decennale, annunciando che lo avrebbe collocato entro la fine di febbraio. Il continuo allargamento degli spread di questi giorni tuttavia ha fatto chiudere la Grecia sulla difensiva: corre voce che Atene non intenda strapagare la raccolta di ulteriori fondi e che sia disposto a cancellare le emissioni previste per attendere tempi migliori. La reazione del mercato, tanto degli investitori istituzionali real money quanto degli speculatori, è stata punitiva e percorsa da brividi di vero panico: chi ha acquistato quel bond greco a cinque anni in questi giorni sta incassando una perdita. Scadenze pari a 20 miliardi sono imminenti, sul un totale di 50-60 miliardi di titoli greci in emissione per il 2010 a copertura di fabbisogno e rimborsi. Finora la Grecia ne ha raccolti solo 8: che aspetta a raccogliere gli altri 12 miliardi, si domandano i trader con preoccupazione?
Il rischio-sovrano greco è dunque colato a picco, come testimonia l'impennata mozzafiato dei rendimenti dei titoli di Stato con scadenze a brevissimo e breve termine, tra 3 mesi e due anni. Un BoT greco a sei mesi rendeva lo scorso venerdì il 4,60% contro lo 0,60% dei Buoni italiani o spagnoli sulla stessa scadenza. Uno sbandamento giudicato dai più «eccessivo», tenuto conto che fino ad oggi nessuno Stato europeo ha incontrato serie difficoltà nel collocare i titoli del proprio debito: alla fine è tutta una questione di prezzo, di premio a rischio, di rendimento. Nessun trader crede che la Grecia andrà alla deriva e le ciambelle di salvataggio, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, non tarderanno ad arrivare: dall'Eurogruppo, o dall'Fmi o in altre formule inedite che l'Unione europea confezionerà per mettere riparo alla situazione. L'Unione monetaria è in corso d'opera, è un cantiere aperto: la storia dell'Europa si scrive giorno dopo giorno, ora dopo ora e non c'è rischio di rimanere senza inchiostro a Bruxelles. È questa l'opinione diffusa tra gli strategist e gli economisti che seguono il rischio-sovrano europeo.
Resta il fatto che è in corso un esasperato braccio di ferro tra gli investitori sottoscrittori di bond governativi (sostenuti nelle loro posizioni oltranziste dalla speculazione) e i ministeri del Tesoro degli stati maggiormente indebitati: i primi mirano a incassare alti rendimenti, i secondi a contenere gli oneri del servizio del debito. Questo tira-e-molla accresce la volatilità senza precedenti dei rendimenti e dei prezzi dei bond nell'eurozona, soprattutto greci, portoghesi, irlandesi e persino spagnoli che sono poco liquidi (ammontari in circolazione scarsi e quindi facilmente manipolabili). Sui monitor dei trader i numeri più seguiti in questi giorni restano i prossimi ammontari di titoli di Stato in asta, i volumi in scadenza, le cedole da pagare, il rapporto tra domanda e offerta: la prossima settimana andranno in asta i Bund decennali e anche BoT e BTp.

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IN CIFRE

20 miliardi € - Le scadenze
In primavera scadono una ventina di miliardi di titoli di Stato greci: finora Atene ha raccolto 8 miliardi.

14-17 mld € - Le aste
La prossima settimana Germania, Italia, Olanda e Austria emettono titoli di Stato con durate tra 5 e 15 anni per una quindicina di miliardi. L'Italia ha in programma un'asta BoT a 12 mesi da 7 miliardi contro gli 8,25 in scadenza

1.000 miliardi € - Totale bond a lungo termine
Nella zona dell'euro nel 2010 sono previste emissioni lorde di titoli di Stato per 900-1.000 mld
 

frankiemachine

Mr. Tentenna
L'inflazione (quella virtuosa) per ora non si è ancora vista
perchè non c'è ripresa economica.
Quando ci sarà mi auguro che la politica monetaria non droghi il mercato
mantenendo artificialmente i tassi bassi,
vera causa del dissesto economico che stiamo vivendo.
L'inflazione da troppa carta stampata arriverà prima
e il suo andamento dipenderà dalle exit strategy che verranno adottate.
Per esempio far pagare questo dissesto a chi lo ha provocato
non mi parebbe un'idea bizzarra.:)

il problema è che chi l'ha provocato è anche chi comanda (almeno nei fatti se non sulla carta)
 

Giontra

Forumer storico
Neanche a me, tutt'altro.;) Sottolineavo solo la connivenza fra le due parti.

il problema è che chi l'ha provocato è anche chi comanda (almeno nei fatti se non sulla carta)
Sacrosanto.
A me però leggere notizie come queste:

Il G7: anche le banche paghino la crisi

Obama avverte le banche americane
"Vogliamo recuperare aiuti pubblici"
Il presidente: chiederemo indietro
ogni singolo centesimo concesso

fa ben sperare.
Questa crisi sta colpendo duramente,
i disoccupati in Europa (ma credo anche in Usa)
sono aumentati del 7/10%.
Chi governa non può non tenerne conto.
E poi si sa:
sperare non costa nulla,
......per tutto il resto c'è Mastercard :wall::wall::wall:
 

METHOS

Forumer storico
TRAGEDIA GRECA: MEGLIO CHE ATENE ESCA DALL'EURO
di *Luca Ciarrocca
Die Welt ha chiesto che gli ellenici si ritirino dalla moneta unica. Capitali tedeschi ed asiatici in fuga: gli investitori hanno fatto uscire €8-10 miliardi di euro in poche settimane.

*Luca Ciarrocca e' il direttore e fondatore di Wall Street Italia.
(WSI) – Sono ore critiche per la Grecia. I mercati si aspettano qualche scossone violento. Ma Jurgen Stark, uno dei tedeschi di punta della BCE, dice che i mercati "rimarranno delusi" se pensano che altri pagheranno per salvare Atene, sola responsabile del proprio disastro. E il capo della Bundesbank, Axel Weber, ha aggiunto che sarebbe "politicamente impossibile" chiedere ai contribuenti europei di andare al salvataggio di un paese con le mani bucate. Attenzione, se e' vero che i tedeschi tirano le fila dell'euro, bisogna anche sappiate che il settimanale Die Welt ha chiesto gia' il ritiro della Grecia dalla moneta unica.

Per la terza volta in 18 mesi, dunque, il sistema finanziario globale rischia
di andare fuori controllo. Questa "tragedia greca" si sta consumando mentre cresce il volume di capitali in fuga dal paese nostro vicino di mediterraneo. Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph parla di "improvviso ritiro" di capitali tedeschi ed asiatici dalle nazioni del Club Med (quelle che gli americani chiamano con l'acronimo spregiativo P.I.I.G.S.).

Secondo Barclays Capital il debito estero netto della Grecia ammonta all'87% del Pil, o €208 miliardi. La Spagna e' messa perfino peggio, al 91% (€950 miliardi), il Portogallo batte tutti in negativo con il 108% (€177 miliardi). L'Irlanda e' al 68% (€123 miliardi), mentre l'Italia in percentuale sta meglio di quanto si pensasse (23%) ma in valore assoluto c'e' poco da stare allegri, con €347 miliardi. Aggiungendo le nazioni dell'Est Europa, la bolla del debito UE supera di gran lunga il tanto deprecato deficit degli Stati Uniti, visto che sorpassa in totale i 2 trilioni di euro.

Insomma mentre lo specchio della crisi e' l'euro che continua a perdere terreno nei confronti del dollaro, il rischio e' questo sia il primo test serio per la tenuta dell'Unione Europea. Finira' come il Messico o l'Asia nel 1998 o l'Argentina? Voci che rimbalzano dalle varie capitali europee parlano di un "eurobond" pronto a un'emissione di emergenza per consentire ad Atene di raccogliere denaro sufficiente a salvarsi, evitando allo stesso tempo l'effetto domino o il contagio agli altri paesi deboli della catena.

La facciata come al solito e' imbellettata di dichiarazioni evasive e ottimismo ostentato. "I membri europei del G7 hanno detto alle loro controparti che i problemi di bilancio della Grecia non sono di pertinenza del Fondo Monetario Internazionale", ha dichiarato nel weekend il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble. Il quale, alla fine del meeting del G7 a Iqaluit ha spiegato: "non ci sono dubbi" sul fatto che "i paesi membri dell'euro-zona si oppongono a qualsiasi coinvolgimento esterno per aiutare la Grecia a risolvere i propri problemi". "Noi abbiamo con forza, e all'unanimita' - ha aggiunto Schaeuble - rifiutato di discutere qualsivoglia problema interno". E per essere ancora piu' chiaro, il ministro ha buttato li' un paragone poco gradito dal mercato (anche perche' concettualmente sbagliato): "L'Europa non discute i problemi della Grecia cosi' come gli Stati Uniti non discutono i problemi della California".

Nel frattempo, ricordando che nel pieno della crisi finanziaria dell'ottobre 2008 in alcuni casi ci furono fughe degli investitori e depositanti da singoli istituti di credito in difficilta' (Northern Rock in Gran Bretagna e Indymac negli Stati Uniti) adesso si potrebbe verificare una situazione di "fuga dai paesi", visto che le turbolenze non riguardano tanto il sistema bancario/finanziario, ma coinvolgono in pieno il livello piu' alto di questo meccanismo degenerato, cioe' i debiti sovrani degli stati/nazione.

L'inglese The Guardian (ovviamente chi e' fuori dall'euro non puo' essere imparziale) conferma l'assunto riportando oggi che gli "investitori hanno fatto uscire dalla Grecia la stupefacente cifra di €8-10 miliardi di euro da quando la crisi ha cominciato a rivelarsi lo scorso novembre" (A staggering €8bn-€10bn (£7bn-£8.7bn) may have been taken out of Greece by private investors since it became engulfed by economic turmoil in November), fuga di capitali che si e' intensificata dal momento in cui il governo di Atene per evitare il default ha annunciato un aumento delle tasse sulle proprieta' immobiliari e una stretta nella lotta all'evasione fiscale.

La Grecia somiglia molto all'Italia, ahinoi, in cui troppa gente non paga le imposte che dovrebbe pagare, nonostante gli alti redditi guadagnati. "La Grecia ha molta gente ricca che non viene tassata in modo appropriato e questo per via della forte evasione fiscale", ha detto al quotidiano Observer il ministro delle Finanze greco Giorgos Papaconstantinou.

"Se si guarda ai numeri reali, si vede che il numero di persone che dichiarano sopra i €100,000 euro l'anno e' circa 15.000", ha aggiunto il ministro. "E io non penso che nessuno in questo paese possa credere che ci sono solo 15.000 greci che guadagnano €100,000 euro l'anno". In Italia, stando ai dati piu' recenti, con una popolazione che e' oltre 5 volte quella greca e un Pil 6 volte piu' alto (la Grecia ha il 2,5% del Pil UE, l'Italia il 13%) ci sono appena 17.000 italiani che dichiarano un reddito di €200,000 euro l'anno e oltre.

Fisco a parte, sara' meglio per tutti - a cominciare dal collega di Giorgos Papaconstantinou, Giulio Tremonti - seguire attentamente come si sviluppa nei prossimi giorni questa crisi finanziaria ellenica gia' soprannominata dell'ouzo. Cerchiamo di capire dove non andare a parare.
 

tommy271

Forumer storico
Ciao Methos, il punto di vista anglosassone sulla moneta unica lo conosciamo da anni.
Se fosse per "Albione" non sarebbe nato neanche il MEC...
Che poi un giornale come Die Welt richieda ad Atene di ritirarsi dall'euro lo ritengo risibile. Se volete riporto altrettanti giornali tedeschi che affermano l'opposto.
E magari anche il parere di autorevoli ministri della Germania ...
 

METHOS

Forumer storico
Ciao Methos, il punto di vista anglosassone sulla moneta unica lo conosciamo da anni.
Se fosse per "Albione" non sarebbe nato neanche il MEC...
Che poi un giornale come Die Welt richieda ad Atene di ritirarsi dall'euro lo ritengo risibile. Se volete riporto altrettanti giornali tedeschi che affermano l'opposto.
E magari anche il parere di autorevoli ministri della Germania ...

Sai carissimo, io, da quando almunia ha detto che "un default in area euro non esiste "dormo notti tranquille.

:D:D:D:D
 
Stato
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