sethi
Forumer storico
ASCA) - Roma, 18 mag - La Bce punta i piedi contro l'ipotesi
di una ristrutturazione soft del debito pubblico della
Grecia. Il presidente dell'Eurogruppo nonche' premier del
Lussemburgo, Jean-Claude Juncker, ha aperto alla possibilita'
di una rimodulazione del debito di Atene allungando le
scadenze e prevedendo anche un taglio sui tassi di
interesse.
Il presidente della Commissione europea, Jose' Manuel
Barroso, ha chiarito che "la ristrutturazione del debito
della Grecia non puo' essere alternativa alle misure di
risanamento". Parole che non smentiscono un via libera di
Bruxelles alla ristrutturazione del debito greco.
Alla Bce l'ipotesi di riassetto del debito e' peggio del
fumo negli occhi. Da mesi all'Eurotower ripetono che si
trattarebbe di una soluzione che non funziona e che avrebbe
effetti pericolosi sull'intera area euro. Oggi ben tre
esponenti del board della Bce hanno ribadito la posizione
della banca centrale. "Si parla tutt'ora di ipotesi come
quella di ristrutturazioen soft - ha detto Lorenzo
Bini-Smaghi - come se non avesse effetti devastanti l'idea di
poter accettare che un paese dell'area euro possa venir meno
ai propri impegni". L'esponente italiano del board della Bce
e' stato anche piu' chiaro. "Se i cosiddetti Pigs e in
particolare la Grecia non dovessero rimborsare i propri
debiti sarebbe un fattore devastante per la stabilita'
finanziaria complessiva".
Anche Jurgen Stark, esponente tedesco nel board della Bce,
mette in guardia sul riassetto del debito pubblico. "Non
risolverebbe i problemi e sarebbe un disastro per le banche
greche". Non c'e' alternativa alle riforme e al rispetto
rigoroso delle misure definite nell'accordo tra Atene, UE e
Fondo Monetario Internazionale.
Il dossier Grecia ripropone le frizioni ancora vive tra
Bce e governi europei sulla riforma del patto di stabilita'.
L'Eurotower chiede piu' automatismi nel caso di sforamento
degli obiettivi sui conti pubblici mentre i governi dell'area
euro, in grande maggioranza, non intendono trasferire ai
tecnocrati non eletti della Bce decisioni ritenute
squisitamente politiche.
Il vice presidente della banca centrale europea, Vitor
Constancio, e' tornato a sollecitare "una riduzione degli
spazi di manovra della politica per sospendere o modificare
le procedure contro gli Stati membri che non rispattano il
patto di stabilita"'. Stark ha rincarato la dose. "Una
perdita di parte della sovranita' nazionale e' inevitabile
conseguenza del partecipare ai benefici di una moneta
comune".
In estrema sintesi, la Bce ritiene che la crisi del debitosi supera senza scorciatoie o soluzioni fantasiose. La Greciadeve fronteggiare la situazione realizzando le riforme. SeAtene realizza il programma il debito e' sostenibile e ilpaese e' solvibile. Solo cosi' si acquista fiducia ecredibilita' sui mercati. Il governatore di Bankitalia eprossimo presidente Bce, Mario Draghi, in una intervista afebbraio sottolineava l'importanza della fiducia. "IlGiappone ha un debito pubblico pari al 200% del pil manessuno ha mai messo in discussione la sua solvibilita'.L'Argentina invece e' diventata insolvente con un debitoinferiore al 50% del pil. E' una questione di fiducia".did/rf/ss
di una ristrutturazione soft del debito pubblico della
Grecia. Il presidente dell'Eurogruppo nonche' premier del
Lussemburgo, Jean-Claude Juncker, ha aperto alla possibilita'
di una rimodulazione del debito di Atene allungando le
scadenze e prevedendo anche un taglio sui tassi di
interesse.
Il presidente della Commissione europea, Jose' Manuel
Barroso, ha chiarito che "la ristrutturazione del debito
della Grecia non puo' essere alternativa alle misure di
risanamento". Parole che non smentiscono un via libera di
Bruxelles alla ristrutturazione del debito greco.
Alla Bce l'ipotesi di riassetto del debito e' peggio del
fumo negli occhi. Da mesi all'Eurotower ripetono che si
trattarebbe di una soluzione che non funziona e che avrebbe
effetti pericolosi sull'intera area euro. Oggi ben tre
esponenti del board della Bce hanno ribadito la posizione
della banca centrale. "Si parla tutt'ora di ipotesi come
quella di ristrutturazioen soft - ha detto Lorenzo
Bini-Smaghi - come se non avesse effetti devastanti l'idea di
poter accettare che un paese dell'area euro possa venir meno
ai propri impegni". L'esponente italiano del board della Bce
e' stato anche piu' chiaro. "Se i cosiddetti Pigs e in
particolare la Grecia non dovessero rimborsare i propri
debiti sarebbe un fattore devastante per la stabilita'
finanziaria complessiva".
Anche Jurgen Stark, esponente tedesco nel board della Bce,
mette in guardia sul riassetto del debito pubblico. "Non
risolverebbe i problemi e sarebbe un disastro per le banche
greche". Non c'e' alternativa alle riforme e al rispetto
rigoroso delle misure definite nell'accordo tra Atene, UE e
Fondo Monetario Internazionale.
Il dossier Grecia ripropone le frizioni ancora vive tra
Bce e governi europei sulla riforma del patto di stabilita'.
L'Eurotower chiede piu' automatismi nel caso di sforamento
degli obiettivi sui conti pubblici mentre i governi dell'area
euro, in grande maggioranza, non intendono trasferire ai
tecnocrati non eletti della Bce decisioni ritenute
squisitamente politiche.
Il vice presidente della banca centrale europea, Vitor
Constancio, e' tornato a sollecitare "una riduzione degli
spazi di manovra della politica per sospendere o modificare
le procedure contro gli Stati membri che non rispattano il
patto di stabilita"'. Stark ha rincarato la dose. "Una
perdita di parte della sovranita' nazionale e' inevitabile
conseguenza del partecipare ai benefici di una moneta
comune".
In estrema sintesi, la Bce ritiene che la crisi del debitosi supera senza scorciatoie o soluzioni fantasiose. La Greciadeve fronteggiare la situazione realizzando le riforme. SeAtene realizza il programma il debito e' sostenibile e ilpaese e' solvibile. Solo cosi' si acquista fiducia ecredibilita' sui mercati. Il governatore di Bankitalia eprossimo presidente Bce, Mario Draghi, in una intervista afebbraio sottolineava l'importanza della fiducia. "IlGiappone ha un debito pubblico pari al 200% del pil manessuno ha mai messo in discussione la sua solvibilita'.L'Argentina invece e' diventata insolvente con un debitoinferiore al 50% del pil. E' una questione di fiducia".did/rf/ss