Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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OECD: Greek Bond Spreads To Remain Constant Through 2011



ATHENS (Dow Jones)--Greek government borrowing costs are expected to remain high for the rest of this year and will not fall until 2012, the Organization for Economic Cooperation and Development said Wednesday.
In its latest economic forecasts, the OECD said that Greece must press ahead with its fiscal and economic reforms in order to restore market confidence and jump-start its recession-ravaged economy.
Those reforms, combined with additional aid from other European governments and the International Monetary Fund, should lead to lower borrowing costs--as reflected in the interest rate spread between Greek government bonds and benchmark German counterparts.
"In the projections, this spread is assumed to remain constant for the remainder of 2011 and then to fall in 2012 as the fiscal and structural programmes bear fruit, raising confidence, or perceptions increase that additional official financing would be forthcoming, if needed," the OECD said.
In May last year, Greece narrowly avoided default with the help of an EUR110 billion bailout from its fellow euro-zone members and the IMF in exchange for far reaching fiscal and economic reforms.
Since then, Greece has narrowed its budget deficit by about a third, to 10.5% of gross domestic product last year, but has so far failed to gain investor confidence that it will be able to service its giant public debt.
Faced with prohibitively high borrowing costs on international markets, Greece is seeking a further EUR60 billion in aid to cover its financing needs for 2012 and 2013 when money from the current loan package runs out.
In early trade Wednesday, the yield on 10-year Greek government bonds was 16.8%, while the spread over similar duration German bunds was 1376 basis points.
In its forecast, the OECD said that Greece was on track to meet its deficit goal of 7.5% this year, and 6.5% next year, taking into account fresh austerity measures that the government announced in April after missing its deficit targets last year.
"The OECD projection is for a deficit of 7.5 per cent of GDP in 2011 and 6.5 per cent of GDP by 2012--similar to the official targets under the EU/IMF economic programme," the OECD said. "The projections take into account the additional measures announced in April 2011 by the government to offset the fiscal slippage in 2010."
The OECD also projected that Greece's economy--now entering its third year of recession--would shrink by 2.9% this year, before posting modest 0.6% growth in 2012.
The forecast, is slightly better than the European Commission's expectations for the Greek economy this year, but weaker than its forecast for 2012.
In a report issued earlier this month, the Commission says it expects the Greek economy to contract 3.5% in 2011 and grow 1.1% in 2012.



***
Previsioni OCSE.
 
Greece Should Hold Referendum on Reform Program, SEV Head Says

By Natalie Weeks - May 25, 2011 11:09 AM GMT+0200 Wed May 25 09:09:59 GMT 2011




Greece should hold a referendum on whether to pursue more austerity measures to give politicians a clear mandate, President of the Hellenic Federation of Enterprises Dimitris Daskalopoulos said.
“Do we proceed down the road European prospects offer us, with the terms and sacrifices required to stay in the eurozone,” Daskalopoulos said in a speech in Athens yesterday. “Or do we depart and proceed on our own, without the terms but also without the billions of our partners?”
Prime Minister George Papandreou, whose term ends in 2013, is seeking political backing for a new round of spending cuts and asset sales that run through 2015, as the euro region and the International Monetary Fund discuss additional financing Greece needs to avert a default. Greece got a 110 billion-euro ($154.4 billion) bailout from the European Union and IMF last May in exchange for measures including wage and pension cuts and higher sales taxes.
Government spokesman George Petalotis said May 18 that the country isn’t headed toward early national elections and that ruling party Pasok has the trust of the Greek people.
The government discussed the option of a referendum at a Cabinet meeting earlier this week and is examining proceeding with one for a new 60 billion-euro package from the EU and IMF to cover its financing needs from 2012, Ta Nea newspaper said today, without citing anyone. Papandreou has said Greece won’t be able to return to bond markets in 2012, as planned in the initial bailout.
Papandreou said “national understanding at this critical time” is needed as Greece pushes to deal with its budget deficit and rising debt.



(Bloomberg)
 
Se mi posso permettere, cercate di tenere d'occhio la situazione a prescindere dalle dichiarazioni dei politici e dei burocrati: loro sono capaci di negare misure di ristrutturazione del debito ("soft", "hard", "reprofiling", quello che verrà) fino al giorno prima di attuarle.

Guardate ai prezzi, e qui vi confermo che retail e OTC marciano di conserva, con i 2037 ed i 2040 attorno a quota 45, e bid ask BBML, ossia rilevamento prezzi di chiusura Bloomberg, con uno spread di 2 punti percentuali, che è tantissimo.

Guardate anche alla politica e alla finanza, ma non a quello che dicono i politici o i vertici del mondo finanziario, quanto a quello che fanno: banche che lanciano/annunciano aumenti di capitale in tutta Europa, sollecitati a sbrigarsi dalle loro banche centrali (vedi da noi Banca d'Italia); Spagna che accellera sulle privatizzazioni; Italia che dovrebbe preparare una maximanovra finanziaria già nelle prossime settimane; bond europei per Portogallo ed Irlanda.

Per l'Irlanda la soluzione c'è, e la storia si conosce, visto che l'avevamo descritta molto bene tutti insieme a suo tempo nel 3D apposito. Il sistema bancario di quel paese è interamente fallito, prima lo Stato ha cercato di farsi carico di tutte le passività, ora stanno mollando i bondholders subordinati e non è detto che basti. Però, tosando in qualche misura i senior unsecured, si eviterà il default sovrano.

Il Portogallo è messo meno peggio della Spagna, nonostante le apparenze. Lo diceva Roubini già lo scorso anno, citando le cifre della esposizione debitoria complessiva nei confronti dell'estero, fra debito pubblico e debito privato, e le stesse cifre le riporta un recente articolo del sole 24, che ho visto pubblicato sul FOL, ma senza un utilissimo riquadro comparativo sulla situazione in diversi paesi.

Al Portogallo una stretta austerità potrebbe bastare.

La Grecia purtroppo - secondo me - è andata, nel senso che il suo tempo è scaduto. Ammettiamo pure che, se disponesse di 10 anni, potrebbe farcela a rigenerare la propria economia.

Il fatto è che 10 anni la Grecia non li ha, e nessuna classe politica nazionale europea è disposta a dargli questo tempo mettendo a repentaglio sé stessa, come succederebbe se la UE coprisse per intero il debito greco.

Significherebbe per i politici tedeschi, francesi, ecc. finire ostaggio di una scommessa improbabile quale quella del risanamento greco rispetto alla opinione pubblica nazionale.

Non si vede perché la Merkel e gli altri dovrebbero mettersi nelle mani di una classe politica come quella greca completamente screditata ed inaffidabile, in cui lo stesso Papandreou aveva vinto le elezioni con lo slogan "più spesa pubblica", non dimentichiamolo, per non parlare della leadership di ND, il partito che ha dato il colpo di grazia alla Grecia in piena consapevolezza.

Operativamente c'è da capire come ristruttureranno e quando, se a fine giugno/luglio, oppure ad ottobre, prima che Trichet lasci la BCE, che dovrà essere ricapitalizzata in caso si facesse un taglio pur lieve al nominale dei bond greci, tipo il 20%.

Sul come, secondo me, più si incide nelle pieghe del debito, meglio sarà per i bondholder in termini di recupero. Se si riportasse subito il debito greco al 100% del PIL e lo si congelasse per qualche anno, senza dare cedole e senza rimborsare, attraverso nuovi bond zero coupon in sostituzione dei vecchi, ci sarebbero maggiori speranze di non dover subire ulteriori tagli in futuro, né di subire l'uscita della Grecia dall'euro, che per i creditori sarebbe un disastro.

Se invece alla Grecia fosse data soltanto qualche aspirina, tipo un congelamento del rimborso del debito greco per pochi anni, senza taglio al nominale, magari con una modesta riduzione degli interessi, allora fra 2-3 anni il rischio di una Grecia fuori dall'euro e che rimborsa ai bondholder meno della metà di quello che diede a suo tempo l'Argentina diventa uno scenario concreto.

Cartina di tornasole vera delle aspettative del mercato sarà il comportamento dei bond lunghissimi, che da molto tempo già riflettono gli umori circa la misura del recovery.

Misure blande, volte ad evitare il default oggi e a guadagnare tempo alle banche ed alla finanza europee, vedrebbero nei prossimi mesi una erosione ulteriore dei corsi dei bond lunghi, perché il mercato riterrà che queste misure andranno ad incidere, riducendolo, sul recovery ultimo. ;)


Ciao e bentornato anche da parte mia.....la tua analisi non fà una piega.....e se la posta in gioco fosse solo la Grecia....il de profundis sarebbe già suonato, ma come penso tu sappia la posta in gioco è molto ma molto più alta.....ne va della credibilità economica dell' intera Europa che si è fatta garante del salvataggio della Grecia (Europa)....se questa garanzia dovesse rivelarsi una vera e propria buffala......qualsiasi cosa verrà detta o fatta in futuro (post default grecia)....da parte Europea per il mercato avrà il valore del 2 di briscola........puoi facilmente immaginarne le conseguenze......al paragone il fallimento L.b sarebbe un'alito di vento al confronto di una tempesta..........
 
buongiorno a tutti ciao antonio bentornato

...cantagliele un po' tu a questi pazzi scatenati che io ho finito il fiato :-o

Ciao Mark e bentornato innanzitutto.

Ottima analisi ad ampio spettro ma continuo ad avere una perplessità. Non c'è dubbio che la grecia è nei fatti fallita da tempo visto che non riesce a rollare il suo debito e probabilmente nemmeno a pagarci gli interessi senza gli aiuti internazionali.

La mia perplessità è:la grecia è davvero un rischio sistemico oppure no? Non c'è dubbio che tutte le banche stanno cercando di aumentare il capitale, di rafforzarsi e anche gli stati dovranno farlo italia in primis ma basterà? Abbiamo visto che un banale outlook negativo di una sola agenzia di rating stà già mettendo in agitazione il nostro paese davvero se cade la grecia potremo resistere all'ondata d'urto?
E' da un anno che praticamente tutti gli istituzionali affermano che la grecia non cadrà e se domani invece ristruttura che credibilità avranno le istituzioni europee quando di fronte al credit crunch, al probabile ritiro di depositi o alle mancate sottoscrizioni da parte dei cittadini dei tds dei piigs quando diranno state calmi, il default della grecia era inevitabile ma tutto il resto è a posto.

Ok l'irlanda potrà chiedere il taglio dei senior bancari ma queste sono moss che fai una volta sola e lasciano il segno per almeno un decennio. L'silanda ha fatto fallire il suo sistema bancario ma ora è fuori dai mercati, dov'è andato finire il suo (finto) benessere?

Certo che le reticenze greche sembrano fatte apposta per generare il "casuale" incidente che porta al default, nessuno lo voleva ma è capitato. E' difficile capire perchè tanta lentezza a privatizzare di fronte a una situazione del genere a meno che non si voglia nei fatti risanare.

Gli unici che secondo me hanno ancora un pò di sale in zucca sono quelli della bce che nello sforzo di salvere il sistema (banche e stati) si stanno infognando.

Intervento al limite della perfezione...
Riassumi in modo chiaro, reale ed equilibrato la situazione complessiva ben poco "complessa" per i dati di fatto...ma molto complessa per le implicazioni politiche, di comunicazione e di potere economico

Complimenti e grazie Mark

Una lucida presa di posizione.
Da un punto di vista operativo credo che molto si giocherà a giugno.
Intanto la Troika rilascerà la Quinta Trance, a questo punto mi domando se in occasione di questa verrà presa una qualche decisione al Vertice dell'Eurogruppo.
A sostegno dei provvedimenti di Papandreou dovrebbe essere deciso un ulteriore esborso di 50/60 MLD per allungare la moratoria della Grecia dai mercati internazionali sino a metà 2013.
Ci dovrebbe essere anche un ulteriore allungamento della durata dei rimborsi accompagnata da un calo degli interessi.
Non pensi che, per completare il pacchetto, ci possa essere anche un'iniziativa verso gli Istituzionali?
Come giustamente dici, in caso di haircut la BCE dovrà essere ricapitalizzata: in ogni modo i soldi bisognerà tirarli fuori, Grecia o non Grecia.

Inoltre partiamo sempre dal presupposto che la Grecia non possa farcela, io leggo timidi segnali di ripresa nel primo trimestre su diversi fronti.
E' poco, ma potrebbe significare che il barile è stato raschiato.


Ciao e bentornato anche da parte mia.....la tua analisi non fà una piega.....e se la posta in gioco fosse solo la Grecia....il de profundis sarebbe già suonato, ma come penso tu sappia la posta in gioco è molto ma molto più alta.....ne va della credibilità economica dell' intera Europa che si è fatta garante del salvataggio della Grecia (Europa)....se questa garanzia dovesse rivelarsi una vera e propria buffala......qualsiasi cosa verrà detta o fatta in futuro (post default grecia)....da parte Europea per il mercato avrà il valore del 2 di briscola........puoi facilmente immaginarne le conseguenze......al paragone il fallimento L.b sarebbe un'alito di vento al confronto di una tempesta..........

Ciao ragazzi, un saluto ed un ringraziamento tutti per l'accoglienza... ;) purtroppo continuerò ancora per un po' a non avere il tempo che avevo prima per dire la mia, oggi è una eccezione.

Ho usato un po' di tempo per scannerizzare il famoso riquadro all'articolo pubblicato sul Sole 24 ore ed intitolato "La ricchezza delle nazioni", del 19 maggio scorso. I dati che sono qui presenti sono, aggiornati, molto vicini a quelli esposti da Roubini nella - per me illuminante - partecipazione a conferenza tenuta nel 2010 al Milken Institute, almeno per ciò che riguarda Grecia, Portogallo e Spagna.

Per concetti - aggiungo ancora - alcune di queste cose le aveva espresse da noi, per tempo, Gaudente (faccina che si leva il cappello :D).

D'altronde la fonte è l'FMI, per cui sono dati che dovrebbero "fare testo" e che sono utili a dare qualche spunto di riflessione. Recuperare il testo dell'articolo è molto utile, l'avevo visto sul FOL, andrò a riprenderlo lì.

in altro messaggio provo a rispondere alle obiezioni di Methos e di Tommy... e a quelle di Vet, che si è appena aggiunto... ;)
 

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Ciao ragazzi, un saluto ed un ringraziamento tutti per l'accoglienza... ;) purtroppo continuerò ancora per un po' a non avere il tempo che avevo prima per dire la mia, oggi è una eccezione.

Ho usato un po' di tempo per scannerizzare il famoso riquadro all'articolo pubblicato sul Sole 24 ore ed intitolato "La ricchezza delle nazioni", del 19 maggio scorso. I dati che sono qui presenti sono, aggiornati, molto vicini a quelli esposti da Roubini nella - per me illuminante - conferenza tenuta nel 2010 al Milken Institute, almeno per ciò che riguarda Grecia, Portogallo e Spagna.

Per concetti - aggiungo ancora - alcune di queste cose le aveva espresse da noi, per tempo, Gaudente (faccina che si leva il cappello :D).

D'altronde la fonte è l'FMI, per cui sono dati che dovrebbero "fare testo" e che sono utili a dare qualche spunto di riflessione. Recuperare il testo dell'articolo è molto utile, l'avevo visto sul FOL, andrò a riprenderlo lì.

in altro messaggio provo a rispondere alle obiezioni di Methos e di Tommy... e a quelle di Vet, che si è appena aggiunto... ;)

Ciao Mark, è sempre un piacere leggerti.
Ultimamente però mi sembra che Roubini abbia cambiato idea.
Fino ad un pò di tempo fa diceva che la Grecia doveva fare default ed uscire dall'area Euro.
Un mesetto fa aveva corretto il tiro dicendo che la permanenza nell'area euro era condizione per ripartire.
Una leggera "riprofilatura" anche la sua ... :-o
 
Ecco intanto l'articolo...

La ricchezza (pubblica e privata) delle nazioni - Il Sole 24 ORE

La dimensione complessiva del debito estero (privato e/o pubblico), la sua composizione e la sua "copertura" da parte del patrimonio privato sono sempre più riconosciute a livello internazionale e dagli analisti quali variabili cruciali della sostenibilità finanziaria di una nazione.

Lo dimostra anche l'articolo di Daniel Gros pubblicato il 12 maggio sul Sole 24 Ore, in cui si sottolinea come la ragione vera della crisi dei Paesi periferici sia la loro posizione internazionale sull'estero fortemente negativa: cioè l'esistenza di un elevato stock di debiti (privati e/o pubblici) accumulato nel tempo verso i creditori stranieri. Sono vari i fattori che possono concorrere al peggioramento di questo indicatore, tra cui il perdurare di una situazione di bilancia delle partite correnti strutturalmente passiva o una quota crescente di debito pubblico sottoscritta da investitori esteri.

Ma una posizione netta sull'estero negativa è tanto più preoccupante, oltre che se gravosa in rapporto al Pil, qualora un Paese disponga di un patrimonio finanziario privato risicato. Perché allora, in caso di crisi conclamata sul debito estero, nessuna delle opzioni illustrate da Gros per abbattere il debito stesso (tra cui, al limite, anche quella di un'imposta patrimoniale) può essere più praticata da uno Stato in difficoltà. È il caso della Grecia. Se consideriamo gli indicatori di sostenibilità dell'ultimo Financial Stability Report del Fmi, possiamo rilevare che la posizione netta sull'estero di Atene è negativa per un ammontare pari al 99% del Pil ma la ricchezza finanziaria netta delle famiglie greche è ormai precipitata al 56% del Pil. Per cui la posizione internazionale "in rosso" della Grecia equivale addirittura al 177% dello stock attuale di ricchezza privata. Lo stesso valore per l'Irlanda non è molto distante da quello greco, pari al 170%, quello della Spagna è 121% (ndr. almeno per i primi due, questo vuol dire che il deleverage qui passa quasi inevitabilmente attraverso un taglio del nominale del debito, per il terzo è da vedere se i dati della reale esposizione debitoria non saranno rivisti al rialzo) e quello del Portogallo è 84 per cento.
Viceversa, per un confronto, la posizione estera degli Usa, della Gran Bretagna e della Francia, pur negativa, è uguale in tutti questi tre Paesi solo all'8% della ricchezza privata.

Lo stesso valore per l'Italia, in base agli indicatori del Fmi, è solo lievemente superiore, pari all'11%, ma è in calo come risulta dall'ultimo dato diffuso da Banca d'Italia, secondo la quale la nostra posizione netta sull'estero alla fine del 2010 era negativa per 265 miliardi di euro (pari al 9,8% della ricchezza finanziaria netta delle famiglie e al 17,1% del Pil). In definitiva, sulla base di questi parametri è ben chiaro – come sintetizzato nella titolazione dell'articolo di Daniel Gros – «perché l'Italia non è il Portogallo».

Questi aspetti erano stati da me illustrati quantitativamente già sul Sole 24 Ore dell'8 dicembre scorso: individuando una serie di indicatori di sostenibilità la cui "quadra", per ogni Paese, è data dall'equilibrio tra stock di debiti e stock di attività finanziarie di tutti gli operatori nazionali più il contro-bilanciamento con il resto del mondo, quale si ricava dai bilanci finanziari nazionali. Alla luce degli ultimi dati del Fmi, gli unici due grandi Paesi avanzati che non hanno problemi al riguardo sono oggi la Germania e il Giappone. Entrambi, infatti, hanno una posizione netta sull'estero fortemente attiva. In più il Giappone vede finanziato il 93% del suo debito pubblico, che è gigantesco, dai giapponesi stessi. Questo spiega perché il Giappone, pur avendo un grande debito statale, non sia sotto attacco sui mercati internazionali come Paese "a rischio". La buona posizione netta sull'estero rispetto alla ricchezza privata spiega anche perché Stati Uniti e Gran Bretagna, nonostante abbiano deficit statali primari oggi imponenti rispetto alle più virtuose Italia e Germania, siano percepiti come Paesi poco "a rischio". Giudizio che dovrebbe però tener conto del fatto che le due economie anglosassoni "stampano moneta" a profusione per mantenere alta la loro ricchezza finanziaria e sostenere il Pil e che il debito pubblico Usa, se includesse il debito degli Stati federali e le passività di agenzie governative come Fannie Mae e Freddie Mac, si avvicinerebbe al 140% del Pil.

Se poi consideriamo nello specifico il debito pubblico sottoscritto da stranieri, comprendiamo ancor meglio perché l'Italia non sia un Paese "a rischio". Infatti, sempre utilizzando gli indicatori del Fmi, nel 2010 il debito pubblico italiano collocato all'estero era pari al 47% del totale. Quindi il debito pubblico estero dell'Italia era il 56,4% del Pil (cioè il 47% del 120%): una quota esattamente simile a quella della Francia, che certamente non è considerato un Paese "a rischio". Non solo. Se rapportiamo il debito pubblico estero non al Pil ma alla ricchezza privata otteniamo i seguenti valori: Germania 32,6%, Francia 43%, Italia 31,6%. Dunque, in Italia la ricchezza finanziaria privata (senza considerare quella immobiliare che da noi è enorme) controbilancia meglio il debito pubblico estero di quanto non succeda in Germania e Francia.

Se prendiamo a riferimento l'intero debito pubblico (nazionale ed estero) nel 2011 esso era pari in Italia al 67% della ricchezza privata, esattamente come in Francia, e solo poco più alto che in Germania (62%), mentre in Grecia si arriva addirittura al 271% e in Irlanda al 190 per cento! Inoltre, rifacendo questi calcoli con gli ultimi dati Eurostat sul debito pubblico tedesco "revisionato" del 2010, esso risulterebbe del tutto uguale a quello dell'Italia se rapportato alla ricchezza finanziaria netta delle famiglie del 2009.

Evidenziando questi valori non si intende in alcun modo auspicare l'introduzione di una tassa patrimoniale sulla ricchezza privata per ridurre il debito pubblico italiano. Al contrario, si vuole unicamente dimostrare che se lo stesso viene valutato in rapporto alla ricchezza, anziché al Pil, la prospettiva cambia completamente e con essa il giudizio sulla sostenibilità finanziaria comparata del nostro Paese.
 
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.....ne va della credibilità economica dell' intera Europa che si è fatta garante del salvataggio della Grecia (Europa)...
e ridaie con 'sta minkiata dell'Europa garante ! Ma quando mai l'Europa avrebbe dichiarato di garantire per la Grecia ? :lol:
Quello che ha fatto e' stato di varare un pacchetto di aiuti la cui erogazione rateale e' subordinata al raggiungimento di determinati obiettivi macroeconomici da parte di Atene, obiettivi che finora sono stati mancati in pieno ! :down:
Credetemi, a salvare la Grecia non ci pensa piu' nessuno, ormai siamo passati alla fase successiva, cioe' quella in cui ognuno cerca di scaricare sugli altri la responsabilita' del suo imminente default e per questo motivo continua a fingere di trattare per cercare una soluzione che solo voi e il tonno sott'olio credete ancora ci possa essere.
 
ricordate sempre che tutte le vostre analisi sono ampiamente e anticipatamente scontate nei prezzi quidi i prezzi rappresentano in modo molto chiaro la situazione
ora quello che mi interessa è capire se i prezzi attuali scontano di già lo scenario peggiore ????
su questo drovremmo concentrare la discussione
 
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ricordate sempre che tutte le vostre analisi sono ampiamente e anticipatamente scontate nei prezzi quidi i prezzi rappresentano in modo molto chiaro la situazione
ora quello che mi interessa è capire se i prezzi attuali scontano di già lo scenario peggiore ????
su questo drovremmo concentrare la discussione


cds % default

Greece 1653.49 70.57
 
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ricordate sempre che tutte le vostre analisi sono ampiamente e anticipatamente scontate nei prezzi quidi i prezzi rappresentano in modo molto chiaro la situazione
ora quello che mi interessa è capire se i prezzi attuali scontano di già lo scenario peggiore ????
su questo drovremmo concentrare la discussione

Secondo me è così, in fondo anche il Rating B+ non giustifica ancora questo livello di prezzi dei bond...è chiaro che ci sono avvoltoi in giro che trovano terreno fertile per attaccare i "deboli" (chi non mantiene i nervi saldi!!!).
Chiaro è anche che la situazione non si risolverà nel breve termine, il momento non è favorevole per le decisioni: incertezza su chi accuperà la poltrona di numero 1 del FMI, fine mandato del governatore della BCE, prolungata incertezza sulla tenuta delle banche e via andare...
 
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