Ciao Mark e bentornato innanzitutto.
Ottima analisi ad ampio spettro ma continuo ad avere una perplessità. Non c'è dubbio che la grecia è nei fatti fallita da tempo visto che non riesce a rollare il suo debito e probabilmente nemmeno a pagarci gli interessi senza gli aiuti internazionali.
La mia perplessità è:la grecia è davvero un rischio sistemico oppure no? Non c'è dubbio che tutte le banche stanno cercando di aumentare il capitale, di rafforzarsi e anche gli stati dovranno farlo italia in primis ma basterà? Abbiamo visto che un banale outlook negativo di una sola agenzia di rating stà già mettendo in agitazione il nostro paese davvero se cade la grecia potremo resistere all'ondata d'urto?
E' da un anno che praticamente tutti gli istituzionali affermano che la grecia non cadrà e se domani invece ristruttura che credibilità avranno le istituzioni europee quando di fronte al credit crunch, al probabile ritiro di depositi o alle mancate sottoscrizioni da parte dei cittadini dei tds dei piigs quando diranno state calmi, il default della grecia era inevitabile ma tutto il resto è a posto.
Ok l'irlanda potrà chiedere il taglio dei senior bancari ma queste sono moss che fai una volta sola e lasciano il segno per almeno un decennio. L'silanda ha fatto fallire il suo sistema bancario ma ora è fuori dai mercati, dov'è andato finire il suo (finto) benessere?
Certo che le reticenze greche sembrano fatte apposta per generare il "casuale" incidente che porta al default, nessuno lo voleva ma è capitato. E' difficile capire perchè tanta lentezza a privatizzare di fronte a una situazione del genere a meno che non si voglia nei fatti risanare.
Gli unici che secondo me hanno ancora un pò di sale in zucca sono quelli della bce che nello sforzo di salvere il sistema (banche e stati) si stanno infognando.
Una lucida presa di posizione.
Da un punto di vista operativo credo che molto si giocherà a giugno.
Intanto la Troika rilascerà la Quinta Trance, a questo punto mi domando se in occasione di questa verrà presa una qualche decisione al Vertice dell'Eurogruppo.
A sostegno dei provvedimenti di Papandreou dovrebbe essere deciso un ulteriore esborso di 50/60 MLD per allungare la moratoria della Grecia dai mercati internazionali sino a metà 2013.
Ci dovrebbe essere anche un ulteriore allungamento della durata dei rimborsi accompagnata da un calo degli interessi.
Non pensi che, per completare il pacchetto, ci possa essere anche un'iniziativa verso gli Istituzionali?
Come giustamente dici, in caso di haircut la BCE dovrà essere ricapitalizzata: in ogni modo i soldi bisognerà tirarli fuori, Grecia o non Grecia.
Inoltre partiamo sempre dal presupposto che la Grecia non possa farcela, io leggo timidi segnali di ripresa nel primo trimestre su diversi fronti.
E' poco, ma potrebbe significare che il barile è stato raschiato.
Ciao e bentornato anche da parte mia.....la tua analisi non fà una piega.....e se la posta in gioco fosse solo la Grecia....il de profundis sarebbe già suonato, ma come penso tu sappia la posta in gioco è molto ma molto più alta.....ne va della credibilità economica dell' intera Europa che si è fatta garante del salvataggio della Grecia (Europa)....se questa garanzia dovesse rivelarsi una vera e propria buffala......qualsiasi cosa verrà detta o fatta in futuro (post default grecia)....da parte Europea per il mercato avrà il valore del 2 di briscola........puoi facilmente immaginarne le conseguenze......al paragone il fallimento L.b sarebbe un'alito di vento al confronto di una tempesta..........
La Grecia è un rischio sistemico ? si chiedono Methos e Vet ... per me sì, ma è un rischio sistemico ineludibile, per quanto detto sopra, ossia non c'è verso di saltare l'ostacolo o di aggirarlo.
Aggiungo un'altra considerazione partendo da quanto postato qui da Topgun sulle privatizzazioni: quelle previste dal piano sono una prima consistente parte di quelle effettivamente fattibili, e portano in cassa 10 mld euro, più o meno (perché la roba tipo Trainose la vendi ad un prezzo simbolico a chi si accollasse il debito, e devi pure stendergli il tappeto rosso... però c'è dentro anche qualche "gioiello" vero).
Volendo, ci si potrebbe privare di qualcosa di altro di valore, ma vale la pena ? Dico di no, perché, a ristrutturazione del debito fatta, la roba buona a te stato greco serve, ti porta entrate necessarie come il pane per sostenere il servizio al (futuro) debito ridotto, se tutto va bene e non esci dall'euro, mentre oggi dovresti darla via a poco, e sapendo che tanto la pelle non la salvi lo stesso...
Le privatizzazioni quindi spostano quasi niente, a meno che davvero la Greca voglia vendere qualche isola e incidere sulla propria integrità territoriale, cosa ovviamente da escludere.
Proprio perché il rischio è sistemico ma è ineludibile, abbiamo varato come europei il piano di salvataggio alla Grecia, così da dare tempo alle nostre banche, assicurazioni ecc. ecc. di indossare le mutande di ghisa, anziché fare come dicevano i tedeschi l'anno scorso (ossia: visto che tanto prima o poi si deve fare, molliamo subito la Grecia e ognuno si salva le sue banche, detto in soldoni). La Francia, ricorderai, fece fuoco e fiamme per il salvataggio, giungendo secondo alcune fonti di stampa a minacciare la propria uscita dall'euro.
E sempre perché il rischio è ineludibile, adesso i ritardatari si affrettano a tirare su qualche altra trincea con i sacchi di sabbia. La crisi ci ha detto che la esposizione al rischio greco potrà essere apprezzata solo dopo che il rischio si sarà concretizzato, nonostante i vari stress test europei, nazionali ecc. (faccina che stende velo pietoso...

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Questo è solo il mio punto di vista, ci mancherebbe.
Ma se fosse un punto di vista con qualche fondamento, allora l'anno scorso si sarebbe salvata la Grecia valutando l'opportunità di dare tempo al sistema finanziario per prepararsi, mentre oggi si riflette se sia meglio ristrutturare ora oppure fra un paio di anni, sapendo che se la ristrutturazione fosse fatta in modo da portare ad un recovery del 10% sui tds greci e dopo l'uscita della Grecia dall'euro (non a caso usata dai Greci come strumento di pressione, all'insegna del tanto peggio, tanto meglio, o del muoia Sansone con tutti i filistei), allora il rischio di guai davvero grossi sarebbe molto più elevato.
Methos, hai ragione sull'Islanda, ma le alternative quali erano ? Non ce ne erano. Per l'Irlanda nemmeno ci sono, per questo si cincischia oggi rispetto ad un possibile futuro taglio sui senior unsecured di alcune banche, dopo la brutalizzazione di tutti i bondholders subordinati, fatta manu militari.
Si sa che si deve fare, il tiro della fune è sul come, sul quando, su chi paga per quali cocci.
Vengo a Tommy: se fosse vero che la Grecia non porta a casa la pelle, nella situazione attuale, la BCE la devi ricapitalizzare comunque. Ma meglio farla con un haircut ai bond greci dell'X% oggi oppure rischiare di farlo con un harcut molto più elevato domani ? Il punto è sempre quello.
Considera anche che il carburante della ripresa venuto fino ad oggi viene dall'indebitamento USA, ma sta per finire: anche per gli USA il discorso della sostenibilità è di stretta attualità, e presto bisognerà tirare i remi in barca (di fatto, hanno appena cominciato a farlo limitando lo spendi e spandi).
Le cartolarizzazioni sono ferme (torna utile il vecchio link al sito della FED dato più volte in altro 3D, sui livelli di CP asset backed negli USA)
Gli stress test condotti dalla FED ad aprile sul sistema bancario (risultati tenuti segreti) prevedevano una ipotesi di calo PIL USA dell'1,5%, della Borsa, sempre USA, del 27,5% e dell'immobiliare del 6%... speriamo vada meglio di così.
Dopo lo stress test, la FED si è sentita in dovere di mettere una mano sulla spalla alla Bank of America, ed oggi chiede di poterli ripetere annualmente e di imporre sospensione di pagamento dividendi e di buyback a qualsiasi banca nazionale alla luce dei risultati.
Insomma, c'è la possibilità che far defaultare la Grecia fra 2 anni sia peggio che ridefinirne il debito oggi non solo per la situazione greca in sé e per sé, ma anche alla luce di una possibile congiuntura (economica e finanziaria) meno favorevole di quella attuale.