Caldissime
Fmi e Ue fanno quadrato su Grecia, verso nuovi prestiti
Di Francesca Gerosa
Per la Grecia il giorno del verdetto sarà venerdì, quando i rappresentanti dell'Unione europea, del Fondo monetario internazionale e della Bce concluderanno la loro revisione dei conti. Ma nel frattempo prende sempre più piede l'idea di concedere ad Atene nuovi aiuti per 60-70 miliardi di euro e il governatore della Banca centrale greca, George Provopoulos, stigmatizza come "improbabili e ridicole" le voci di una fuoriuscita dall'euro e di un ritorno alla dracma.
Mentre il progetto del Governo greco di accorpare o chiudere 75 enti pubblici dovrebbe permettere allo Stato di risparmiare circa 2,7 miliardi di euro, la decisione dell'Fmi di concedere ad Atene la quinta tranche da 12 miliardi di euro del primo prestito complessivo da 110 miliardi dipenderà dall'esito del rapporto della troika.
"Per prima cosa ho bisogno del rapporto, prima di dire che sorta di decisione dovremo prendere, ma si sappia che la stabilità dell'area euro è di estrema importanza, sia per l'Europa che per la Germania", ha affermato oggi il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Il via libera finale arriverà poi dai ministri delle Finanze dell'Eurozona, che dovrebbero incontrarsi a Bruxelles prima della data del 20 giugno fissata ufficialmente.
Ma a Vienna si sta già discutendo di un secondo programma di aiuti, tra i 60 e i 70 miliardi di euro, a cui dovranno partecipare anche i creditori privati, in cambio di nuove misure di austerity e di un'accelerazione del programma di privatizzazioni. Tuttavia non è ancora stato deciso se i nuovi aiuti copriranno uno o due anni.
Così come è ancora in discussione la proposta, sostenuta inizialmente dalla Germania, di chiedere alle banche un'estensione volontaria di tre anni dei bond greci in scadenza tra il 2012 e il 2014. La proposta, ha spiegato un funzionario del Fmi, permetterebbe di ridurre i finanziamenti necessari per la Grecia di 10 miliardi di euro l'anno, mentre altri 20 miliardi sarebbero forniti tramite nuovi prestiti.
Le proposte elaborate a Vienna dovranno poi passare al vaglio dei ministri finanziari. Dalla Germania, Martin Kotthaus, portavoce del ministero delle Finanze tedesco, oggi ha assicurato che l'Unione europea e il Fondo monetario continuano a far congiuntamente riferimento al programma di aiuti alla Grecia.
La precisazione è arrivata dopo che la Frankfurter Allgemeine Zeitung aveva detto questa mattina che quasi certamente il Fmi non avrebbe versato la quinta tranche dei prestiti ad Atene. Inoltre per il portavoce i creditori privati dovranno contribuire a una soluzione del problema del debito greco.
L'ipotesi che circola è quella della sostituzione volontaria dei bond greci giunti a maturazione con titoli di nuova emissione. "Se i contribuenti dovranno prepararsi a dare più ossigeno alla Grecia", ha osservato il portavoce, riferendosi a possibili nuovi aiuti ad Atene, "è naturale che anche i creditori privati partecipino a un simile progetto".
"Non posso dire", ha precisato Kotthaus, "come tutto ciò si concretizzerà al momento, finché non avremo il rapporto della troika". A bocciare l'idea di una ristrutturazione del debito greco è stato di nuovo il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, che ha rilanciato il cosiddetto "piano Vienna", l'iniziativa di coinvolgimento delle banche private, che nel 2009 ha evitato il crollo dell'Europa centro-orientale.
Rehn ha precisato che per salvare la Grecia occorre una drastica serie di sacrifici come quelli adottati negli anni Novanta dal Belgio e l'impegno dei creditori privati a sostituire i bond governativi giunti a maturazione con titoli di nuova emissione. "Un accordo va trovato in fretta. Il tempo sta scadendo", ha detto Rehn, secondo cui è essenziale per la ripresa dell'economia greca che tutti i partiti greci, inclusi quelli dell'opposizione, adottino atteggiamenti costruttivi e appoggino il programma di aiuti Ue-Fmi e la sua implementazione.