GRECIA: IL COSTO DELLA CRISI NON SI FERMA AI SIRTAKI BOND (ANALISI)
(ASCA) - Roma, 27 apr - Poco piu' di due anni, praticamente ieri l'altro per la finanza, molti economisti avvertivano che la crisi dei mutui subprime era circoscritta. La crisi finanziaria peggiore dalla grande depressione e' costata invece qualcosa come 2.500 miliardi di dollari solo intermini di perdite per il comparto bancario. Ancora oggi si ascoltano economisti che minimizzano il potenziale effetto contagio della crisi greca. In fondo la Grecia pesa appena per il 3% del pil dell'area euro.
L'accordo di due settimane fa in ambito europeo sul pacchetto di aiuti al governo di Atene per 30 miliardi di euro oltre a prestiti da parte del Fmi sembravano aver riportato il sereno tra gli investitori. E invece i mal di pancia della Germania nella concessione degli aiuti a causa della pressione per il voto regionale ha inferto un colpo durissimo alla gia' precaria fiducia dei mercati.
Oggi i mercati hanno mostrato cosa puo' provocare un default della Grecia. Indici azionari in picchiata con conseguente perdita di qualche centinaio di miliardi di euro, innalzamento dei tassi sui titoli di Stato. Il decennale greco e' schizzato oltre oltre il 10%, con uno spread nei confronti del bund tedesco oltre gli 800 punti base. Gran parte dei titoli decennali dei paesi euro hanno accusato un ampliamento dello spread nei confronti dell'omologo tedesco sui livelli massimi da quasi un anno.
Dopo i tango bond, anche i piccoli risparmiatori cominceranno a familiarizzare con i sirtaki bond.
L'esposizione internazionale nei confronti della Grecia e' certamente contenuta ma il rischio che l'Europa deve assolutamente scongiurare e' che la bufera che si e' abbattuta sulla Grecia possa propagarsi ad altri paesi. E la questione non e' tanto i cosiddetti Pigs, quanto la capacita' di tenuta dell'Eurozona, gia' fiaccata, come gli altri paesi del globo dai guasti provocati dalla profonda crisi finanziaria. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, piu' volte ha ammonito che le finanze pubbliche dei paesi euro difficilmente potrebbero sostenere una nuova tempesta finanziaria, anche di intensita' minore rispetto a quella da poco alle spalle.
Per il 10 maggio e' stato convocato un vertice straordinario europeo. Cio' significa che i mercati per altri 13 giorni saranno in balia della burrasca. La Grecia oggi ha annunciato che non puo' ricorrere ai mercati finanziari alla luce dell'impennata dei tassi di interesse che chiede il mercato per assumere il rischio.
Un'uscita della Grecia dall'euro e' fuori discussione secondo la Bce e la Commissione europea. Ma la questione non dipende da dall'Eurotower a Francoforte e nemmeno da Bruxelles, bensi' dall'elezione regionale in Germania. Forse sara' il caso di ripensare profondamente l'assetto istituzionale monetario dell'area euro.