La battaglia è sul fatto nuovo dell'assistenza pluriennale richiesta dalla Grecia, con diluizione dei tempi del consolidamento fiscale non più in 3 anni, ma nel doppio (grosso modo)...
La grecia infatti si è accorta che in 3 anni non ce la fa, anche perché il loro piano prevede una crescita del PIL nel 2010 pari al 2%, mentre il forecast va dal -2,2% della BC greca al -4% delle agenzie di rating, per cui per raggiungere il target di riduzione del deficit/PIL all'8,7% occorrerebbe somministrare un'altra dose di misure (tagli di spese, tasse, riforma previdenziale) per le quali i greci chiedono più tempo...
Per cui, se si raggiungesse un accordo, avranno bisogno di garanzie di rifinanziamento per 2-3 anni, non uno solo, e quindi si pone il problema di chi deve offrire queste garanzie aggiuntive, che, all'occorrenza andranno rese disponibili alla Grecia.
Da qui i toni aspri degli ultimi due giorni, visto che i tedeschi e gli altri non vogliono aggiungere soldi agli impegni già presi (almeno verbalmente, e salvo vedere se già tali impegni non fossero una sorta di bluff per convincere i mercati, che in tal caso sarebbe fallito) ed al contrario insistono perché Atene prenda da subito tutte le sue possibili medicine, come succede di norma quando il FMI quando interviene impone la sua ricetta.
Atene dal canto suo minaccia larvatamente il "tanto peggio tanto meglio", anche se alla fine Papandreou deciderà sulla scorta del consenso, ossia valutando se il costo delle conseguenze del default sia superiore a quello delle conseguenze del risanamento a tappe forzate, e gli europei faranno quanto possono per evitare un default.
Resta il rischio che in questo tira e molla fra grecia ed Eurolandia non si trovi la quadra e un default avvenga realmente...