Secondo me, c'è da fare chiarezza su due cose: la prima è questa cosa dell'Europa che sarebbe unita dal condividere la stessa moneta.
In realtà alla base di quella condivisione c'è un patto di stabilità che alcuni paesi hanno violato in maniera scellerata.
La Grecia, ad es, ha fatto 3 punti pct di deficit/PIL nel 2009 soltanto in virtù dello spendi e spandi preelettorale di Karamanlis, e ha riconosciuto parzialmente la voragine dei conti a fine ottobre dell'anno: un atteggiamento che definire fraudolento e criminale è dire poco.
Dinanzi ad un tale comportamento banditesco, tutti a dare addosso a quei cialtroni dei governanti tedeschi, che non si sono affrettati a calarsi le brache per aiutare quei bravi ragazzi dei governanti greci "in difficoltà" (o piuttosto delinquenti, secondo il mio standard), solo perché gli elettori tedeschi (notoriamente "egoisti", ossia poco avvezzi alla regola del fare i froci con il culo degli altri, per dirla con il buon Ricucci) pare non siano particolarmente contenti di dover tappare la falla nella nave greca.
Allora, poiché l'Europa non è politicamente unita (ogni paese si nomina il proprio governo), non si può dire che è sbagliata la regola per cui ogni paese risponde della propria capacità di tenere fede agli impegni assunti con gli altri partners.
Circa la seconda, sul discorso di Abulico penso che in molti dentro eurolandia si siano chiusi gli occhi dinanzi a certe magagne (che peraltro non potevano stimare nella loro entità, e torniamo al caso greco) per l'illusione che il credito facile alimentato nell'ultimo ventennio dalle cartolarizzazioni a go go, aiutasse a mascherare certe situazioni.
Così non è stato, e ci sono paesi che hanno serie difficoltà di competitività a stare nella moneta unica. Li avevano anche negli anni precedenti alla crisi, ma è finita l'illusione che potessero farcela adottando standard di gestione della finanza pubblica più prossimi a quelli di chi nell'euro ci sta senza drammi (slovacchi compresi).