Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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I massimi di ottobre , se e' per quello , non li ha raggiunto nessun' bond senior prezzato allora . Il mercato da ottobre ad ora , sui 6 / 10 anni ha perso una media dal 4% al 7% .... in generale . :rolleyes: ( da quello che posso vedere io ....). ps. questo sarebbe da aggiungere alle attuali quotazioni se si volesse fare un raffronto ad ottobre.

VERO
il bund tedesco, decennale, dai max di 135 circa, e' intorno a 124
 
Vi riporto quest'articolo dove vengono approfondite alcune ipotesi di ristrutturazione del debito.

Questa è decisamente contraria al possibile buy-back.

da qui:Lavoce.info - ARTICOLI - SI FA PRESTO A DIRE RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO

SI FA PRESTO A DIRE RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO

di Paolo Manasse 08.02.2011
Cresce il consenso sul fatto che sia auspicabile una forma di ristrutturazione del debito per i paesi europei a forte rischio di insolvenza. Ma scelte diverse producono effetti drasticamente diversi sulla ripartizione degli oneri tra il debitore sovrano e i suoi creditori. Se lo scopo della ristrutturazione è quello di ridurre gli oneri finanziari per lo Stato debitore e far sì che i creditori condividano le perdite, la soluzione del buy back non va affatto bene. Un default unilaterale o una conversione del debito sembrano largamente preferibili.

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Da internet.



Nei giorni scorsi numerose agenzie hanno riportato la notizia che i governi della zona dell’euro starebbero mettendo a punto un piano per consentire alla Grecia, e forse anche all'Irlanda, di utilizzare le risorse dello European Financial Stability Facility (Efsf) per riacquistare sul mercato secondario il proprio debito. L'idea è che in questo modo i due paesi potrebbe risparmiare sugli oneri finanziari, perché acquisterebbero i loro titoli “in sconto”, cioè a un prezzo inferiore al loro valore nominale, poiché il mercato oggi si attende che vengano ripagati solo in parte.
TRE SCENARI
Molti dettagli del piano restano sconosciuti: in un primo scenario l'Efsf, che gode di rating “tripla A”, prenderebbe in prestito dai mercati internazionali i fondi, li girerebbe a condizioni favorevoli alla Grecia, che a sua volta li utilizzerebbe per comprare, dal mercato o dalla Bce, parte del suo debito. In alternativa, la Grecia potrebbe finanziarsi attraverso un nuovo tipo di debito recante una garanzia da parte dell'Efsf, e i cui proventi sarebbero impiegati per ritirare il “vecchio” debito. Mentre sembra esserci un consenso crescente che una qualche forma di ristrutturazione del debito sia auspicabile per i paesi europei a forte rischio di insolvenza, lo stato del dibattito tradisce un’allarmante confusione sulle diverse possibilità per ristrutturare il debito. Queste, come vedremo, producono effetti drasticamente diversi sulla ripartizione degli oneri tra il debitore sovrano e i suoi creditori. In un bel lavoro del 1989 Paul Krugman ha discusso la logica dei diversi schemi per la riduzione del debito sovrano “basati sul mercato”, divenuti popolari a partire dal 1989, quando l’amministrazione Bush lanciò il “piano Brady” per risolvere la crisi di debito del Messico. (1) Questa logica permette di confrontare le proposte in discussione: la riduzione unilaterale del debito, un buy back e uno swap di debito junior con debito senior. Prendiamo carta e matita.
UN ESEMPIO NUMERICO
Per fissare le idee, consideriamo un paese che deve rimborsare €100 (in modo che tutti i prossimi numeri possano essere pensati come percentuali del debito da rimborsare), e che si trova ad affrontare una situazione di incertezza sulle risorse (le entrate provenienti dalle imposte o dalle esportazioni) di cui in futuro disporrà per rimborsare il debito. Per esempio, le entrate potrebbero risultare basse (= € 66.7) con una elevata probabilità (= 3/5), oppure elevate (= €100) con minor probabilità (= 2/5). Dunque, il nostro paese, ex-ante, è insolvente, in quanto il rimborso atteso, pari a €80 (= 2/5 x100 + 3/5 x 66,7), è inferiore a quanto dovuto, si veda la prima colonna nella tabella 1. Per questa ragione i titoli si scambiano sul mercato secondario a un prezzo inferiore alla parità, e precisamente a 80 centesimi, pari al rapporto tra il rimborso previsto e quello nominale (questo è all'incirca il prezzo di un bond greco sul mercato secondario).
DEFAULT PARZIALE UNILATERALE
Consideriamo ora cosa succede se il paese riduce in modo unilaterale il proprio debito di € 20 (seconda colonna della tabella). I creditori avranno, in valore atteso, un rimborso di solo €72 (=2/5 x 80 + 3/5 x 66,7), con una perdita di €8. Il costo per i creditori proviene dall’avere perso la possibilità di trarre profitto dallo stato favorevole delle entrate. Dunque, un write off consistente del debito (20 per cento) comporta in questo esempio solo una modesta perdita (guadagno) per i creditori (il debitore). Infine, l’operazione provoca un aumento del prezzo sul mercato secondario (da 0,8 a 0,9 = 72/80 ).
Tabella 1: Ristrutturazione del debito sovrano




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BUY BACK
Del tutto diverse le conseguenze un buy back del debito, una delle proposte attualmente in discussione in Europa. Un riacquisto del debito comporta un grande vantaggio per i creditori e una perdita ancora maggiore per l'emittente, si veda la terza colonna. Supponiamo che il paese usi €20 di un prestito dell’Efsf per ricomprare il proprio debito sul mercato secondario. Questo richiede che il prezzo del titolo aumenti fino al punto in cui gli investitori sono indifferenti tra vendere e tenersi i titoli, ovvero il prezzo deve aumentare fino a 0.912 centesimi: a questo prezzo il governo ritira circa € 22 del debito, lasciandone in circolazione €78.07. (2) Mentre l'effetto sul prezzo del titolo è simile al caso di default unilaterale, le implicazioni sulla ripartizione degli oneri sono radicalmente diverse: i creditori ci guadagnano in modo sostanziale (i rimborsi attesi aumentano di €11.23, passando da 80 a € 91,239), mentre il debitore ci perde un sacco (i maggiori pagamenti cui si sommano i 20€ presi in prestito dall’Efsf).
SWAP TRA DEBITO JUNIOR E SENIOR
Infine, si consideri uno swap in cui lo Stato emette €20 di nuovi (euro) obbligazioni, garantite dall’Efsf, e utilizza i proventi per l'acquisto del “vecchio”debito. Poiché il nuovo debito è senior, cioè ha la priorità nel rimborso, si vende alla pari e permette di ricavare €20. I “vecchi”titoli diventano ora più rischiosi (sono junior), e il loro prezzo deve immediatamente cadere fino al punto in cui gli investitori siano indifferenti tra scambiarli con i nuovi titoli, oppure tenerseli. Il prezzo di equilibrio si riduce a 0,777 centesimi. (3) L'operazione comporta un (modesto) beneficio per il debitore, €2.3, e un analogo costo per i creditori. (4)
LA MORALE DELL'ESEMPIO
L'esempio mostra che se lo scopo della ristrutturazione è quello di ridurre gli oneri finanziari per lo stato debitore e far sì che i creditori condividano le perdite, la soluzione del buy back non va affatto bene perché consiste in un vero e proprio regalo ai creditori a danno del debitore: le soluzioni di un default unilaterale o di una conversione del debito sembrano largamente preferibili.

L'articolo di Manasse era già stato citato "di là" sul FOL qualche giorno fa.
A mio avviso contiene alcuni errori che ne invalidano le conclusioni.
Riporto il commento che avevo postato sul FOL (GRECIA tds volume 33 - Pagina 92 - Forum di Finanzaonline.com):



Non me ne voglia il prof. Manasse, ma leggendo il suo articolo il pensiero mi è corso ad un proverbio: "chi sa fa e chi non sa insegna"...
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In primo luogo costruisce un esempio evidentemente irrealistico: quello di un paese che ha una probabilità del 100% di ripagare interamente il debito se questo è inferiore a 66,7 miliardi di euro, del 40% se questo è compreso tra 66,7 m. euro e 100 m. euro, dello 0% se superiore ai 100 m. euro.

In secondo luogo, scadenze e tassi di questo debito non vengono nemmeno menzionati, evidentemente sono variabili trascurabili...
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Il modello quindi non è granché, piuttosto arbitrario e semplicistico, non so quanto le conclusioni tratte da un modello simile possano essere applicate alla realtà.

Come se non bastasse, il professore mi va pure a sbagliare i calcoli...
redface.gif

Se infatti guardate la colonna "Debt Buy Back, 20" nell'immagine allegata, noterete alcune (macroscopiche) incongruenze:
  1. sono "spariti" 20 miliardi di euro (benefit debtor = -31,23 ; benefit creditors = 11,23)
  2. non si capisce come, ma il paese improvvisamente riesce a ripagare di più: inizialmente l'attesa era che riuscisse a ripagare 80 m. euro (dati da 66,7 * 60% + 100 * 40%), ora invece abbiamo "expected payment" = 91,23

In realtà, rifacendo i calcoli le cifre nel caso del buy back risultano ben diverse, come si vede nella versione "rivisitata" della tabella in allegato.
 

Allegati

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comunque, per quanto ne possa dire gaudente, questo ragionamento ha un senso.
Di quanto potrebbe essere il taglio al max? Diciamo un 50% nella peggiore delle ipotesi?
Sui lunghi il danno non sarebbe ingestibile.....

Piuttosto mi farebbe piacere sentire le vostre ipotesi riguardo a quello che potrebbe succedere alla 2025 FRN, soprattutto in relazione al rateo "inflazione".

Se vogliamo stare sul "futuribile negativo" l'indicizzazione maturata potrebbe essere ridotta.
Non c'è dubbio che, insieme ai trentennali, è uno dei titoli che si paga meno: l'indicizzazione maturata è però alta.

Premesso che le norme qui si stanno scrivendo "in itinere" e quindi certezze non ce ne sono, ritengo comunque molto improbabile un taglio del fattore moltiplicativo indicizzato all'inflazione.
Sarebbe come "tagliare" parte di un rateo cedolare...
In caso di ristrutturazione forzata (non volontaria), il debitore cercherà:
1. di massimizzare il proprio vantaggio economico;
2. di trattare in modo equivalente tutti i propri creditori, in modo da minimizzare il rischio di cause giudiziarie.

Quindi perché tagliare il fattore moltiplicativo quando può ottenere lo stesso risultato economico tagliando il nominale come per le altre obbligazioni?
Ovviamente il fattore moltiplicativo cesserebbe di rivalutarsi dal momento della dichiarazione di default in poi (proprio come il rateo cesserebbe di maturare), ma sarebbe paradossale tagliare il pregresso, esponendosi inutilmente a una serie di cause per trattamento sperequativo dei creditori.

Invece nel caso -- assai più probabile -- di ristrutturazione volontaria, la proposta del debitore verrà formulata quasi certamente in base ai prezzi di mercato precedenti l'annuncio della ristrutturazione stessa.
Anche in questo caso non vedo ragione per cui la Grecia debba decidere di intervenire sul meccanismo di indicizzazione, piuttosto ricorrerà a una delle numerose ipotesi che circolano da tempo, come p.e.:
- buy back
- swap del debito

L'allungamento della durata penso sia invece poco probabile su un bond che scade nel 2025, sarebbe come dire al mercato "anche tra 14 anni non saremo in grado di ripagare nostri debiti", praticamente un'ammissione di fallimento.
 
Complimenti GiveMeleverage per aver rifatto i calcoli: un lavoro non indifferente.
Tra le altre cose l'affermazione che:" Un riacquisto del debito comporta un grande vantaggio per i creditori e una perdita ancora maggiore per l'emittente" mi lascia veramente perplesso.

Per quanto riguarda il GGBei 25 ho premesso "futuribile negativo" che è poi quanto prezza il mercato.
Non credo neanch'io ad un intervento sull'indicizzazione, nel caso basterebbe tagliare il nominale insieme agli altri titoli. Ma, a quel punto, l'azzeramento del quoziente di indicizzazione sarebbe il male minore.

Rimango sempre dell'avviso che la soluzione più semplice è quella gia individuata: buy-back e Brady Plan.
Permetterà alla Grecia, in caso di ampia adesione, di far scendere in maniera significativa il deficit e di tornare entro una soglia sostenibile.
Le decisioni spettano però alla politica.
 
Greece Joins Italy in Objecting to Proposed EU Debt-Reduction Benchmarks

By James G. Neuger - Feb 11, 2011 12:01 AM GMT+0100 Thu Feb 10 23:01:00 GMT 2011

Greece joined Italy in objecting to annual numerical debt-reduction targets in a fresh challenge to the German-led drive for tougher economic safeguards to underpin the euro.
Greece, the first deficit-riddled euro country to fall back on financial aid, says the proposed rule would force it to make impossibly large cuts once its support package runs out in 2013, according to a draft of European Union legislation.
All member states except two already accepted the proposal,” said an EU briefing note obtained by Bloomberg News before next week’s debate among finance ministers. “Italy and Greece have a reserve on the numerical benchmark.”
Greece or Italy alone could veto the rule, undercutting the tougher enforcement demanded by Germany as a condition for beefing up the 750 billion-euro ($1 trillion) rescue fund for distressed states.
The rule, proposed by the European Commission, would require countries with debt above the EU ceiling of 60 percent of gross domestic product to make annual cuts equal to 1/20th of the excess, or to face sanctions.
Greece, now benefiting from an EU-led 110 billion-euro aid program, overtook Italy as Europe’s most indebted country in 2007. Its debt of 140.2 percent of GDP in 2010 is set to balloon to 156 percent of GDP in 2012, the EU forecasts.
Starting at that level, Greece would have to pay off the debt at an annual rate of 5 percentage points, a pace that economically healthier Belgium couldn’t manage during more than a decade of debt reduction until 2007.
The bailout terms require Greece to reduce its deficit from 15.4 percent of GDP in 2009 to less than 3 percent in 2014. That’s about 12 percent of GDP through to 2015, according to a December 2010 report by the International Monetary Fund.
Greek Finance Ministry officials couldn’t be reached for comment late yesterday.
European finance ministers will square off over the debt rules at a Feb. 14-15 meeting, seeking to ready a comprehensive anti-crisis package in time for a March 11 leaders summit.
 
Greece: State budget shows 155 million euros surplus in January

11. February 2011. | 07:40
Source: ANA



The state budget presented a surplus of 155 million euros in January 2011, from 578 million euros in the corresponding month in 2010, on a fiscal basis, according to temporary data regarding its implementation.



The data was publicised by the Finance ministry which stressed that "predictions on the revenues and the expenditures on a monthly basis for the month of January that are included in the Opening Report for the 2011 Budget are being confirmed."

Specifically, the regular budget's net revenues amounted to 5,080 million euros and show a 9.2 percent decrease that according to the Finance ministry is due to the non-repetition in Janauary this year of circulation rate receipts by 393 million euros that had taken place last year. And this is so because this year the same extension was not provided for the payment of rates.

Another reason are the reduced revenues from the special contribution at profit-making businesses by 140 million euros compared to last year.

The regular budget's expenditures are reduced by 2.5 percent. The first stage expenditures present a 2.6 percent decrease and interest 2.2 percent.


***
Meno rosso nei bilanci ...
 
Tensione crescente sui periferici: la mattinata di ieri è stata particolarmente pesante per il Portogallo che ha visto salire gli spread sino a 440 pb.
Lo sforamento verso l'alto ha sollecitato quindi un intervento della BCE per riportare la calma sui mercati.
Obiettivo temporaneamente raggiunto, in attesa di un più concreto piano di risoluzione del debito europeo.

I nostri ellenici ne hanno risentito allargando gli spread insieme a tutti gli altri.

Lunedì e martedì si terrà l'incontro dei ministri delle finanze dell'area euro per verificare l'avanzamento degli studi in mano agli sherpa e trovare piani di accordo per l'importante summit di marzo.

Grecia 806 pb. (795)
Irlanda 578 pb. (566)
Portogallo 410 pb. (402)
Spagna 203 pb. (199)
Italia 148 pb. (146)
Belgio 96 pb. (92)
 
Stato
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