LA CRISI GRECA: MUOVERSI CON CAUTELA E DELICATEZZA, EVITANDO DI FARE DANNI 
Tutte le volte che osservo le quotazioni dei nostri titoli ellenici non  posso far a meno di notare che la soluzione rimane sempre sotto i nostri  occhi, a portata di mano.
La suggestione di un buy-back, insieme ad un'operazione di concambio, è forte: risolutiva.
I mercati hanno penalizzato oltre misura i titoli e le quotazioni sono a  livelli risibili. Il debito potrebbe essere quasi dimezzato, senza  colpo ferire.
Quale migliore opportunità si potrebbe raccogliere da tutti questi eventi!
La Grecia non può svalutare ma potrebbe ricomprarsi poco alla volta il  debito se la tensione dovrebbe persistere nei prossimi mesi/anni.
Chi può lavorare dietro le quinte per fare in modo che ciò avvenga?
E' da oltre un anno che si ragiona attorno a possibili vie di uscita ed i discorsi, alla fine, finiscono sempre qui.
Non credo ad un'unica azione risolutoria ma ad un insieme combinato di  manovre che potrebbero risollevare il pesante fardello greco: prima tra  tutte il "rollaggio" volontario su cui tutti ormai convergono.
Ma per incentivare all'adesione occorrono garanzie supplementari sui GGB  che possono essere rilasciate dietro la cartolarizzazione delle aziende  da privatizzare o, meglio ancora, con garanzie dell'EFSF.
In questi momenti muoversi con delicatezza e circospezione è d'obbligo,  le opportunità non mancano ma bisogna saper gestire le fasi critiche che  si alternano con regolarità alle fasi positive.
Verso la metà del settecento Felice Clerici, un mercante di stoffe,  fondò a Milano un opificio per produrre maioliche alla "maniera di  Sassonia", ispirandosi alla pregiata marca di Meissen.
Si era, allora, in pieno fervore economico con un susseguirsi di nuove  iniziative imprenditoriali favorite dall'azione di riforma di Maria  Teresa d'Austria.
Il Clerici iniziò così a produrre le prime stoviglie ed oggetti per la  casa in una maiolica dallo smalto bianchissimo, come non si era mai  visto nella penisola, corredata da una sensibilità pittorica dei  soggetti molto elevata.
Il successo fu immediato e le stoviglie di Milano entrarono presto nei  servizi di porcellane delle case nobiliari e alto-borghesi senza  sfigurare rispetto alle pluridecorate marche tedesche, inglesi e  francesi nonchè alle importazioni dall'Oriente della Compagnia delle  Indie.
Gli affari andavano bene nonostante il Clerici si lamentasse spesso del  fatto di aver sborsato un mucchio di soldi per poter apprendere "li  secreti delle pitture" e le tecniche di lavorazione.
I suoi piatti con decori "a paesini e figure a smalto" rappresentano il  top della produzione italiana di maioliche. Un successo arrivato a duro  prezzo con ricerca, innovazione e qualità.
Alle sue dipendenze, oltre ad una manovalanza specializzata, aveva  assoldato diversi artisti che avevano il compito di riprodurre sugli  oggetti temi e scenette molto popolari all'epoca riprendendole dalle  incisioni popolari che andavano di moda nel periodo: da Watteau a Collot  per finire ai Remondini di Bassano del Grappa.
Celebri sono anche i suoi servizi alla "chinese" che ancor oggi fanno  bella mostra assieme a tutta la sua produzione per finezza di decoro ed  altissima qualità di esecuzione.
Le "cineserie", allora molto in voga dopo la riscoperta dell'Oriente da  parte dell'Occidente,  contrassegnarono un'intera stagione artistica  attraversando ogni espressione culturale: dai quadri ai mobili, dai  piatti ai dipinti per arrivare persino alla tappezzerie dei palazzi.
Di questi ultimi abbiamo bellissimi esempi da Torino a Napoli sino allo Schombrunn di Vienna.
Ognuno interpretava una Cina, non vista, a suo modo: come meglio credeva  o poteva, in un miscuglio di "asiaticità" che univa in un unicum  Giappone, India e Cina.
Visti gli alti guadagni che giravano intorno all'opificio, il suo  miglior artista - Pasquale Rubati - decise di mettersi in proprio  fondando una propria fabbrica, dopo aver carpito i segreti al Clerici.
Qui sperimentò ulteriormente le sue conoscenze sull'uso dei colori, del caolino, delle temperature e degli impasti di cottura.
Ben presto si aprì una concorrenza formidabile tra i due fatta con  ricorsi alla magistratura e con un fiume di carte bollate.Il risultato  fu quello di portare la maiolica di Milano a livelli artistici ancor più  alti.
La decadenza iniziò verso la fine del '700 con la morte dei due  maiolicari mentre nuovi sconvolgimenti attendevano le case nobiliari e  borghesi con l'arrivo di Napoleone in Italia.
Non ci resta che ammirare ancora oggi questi smalti a "figure e paesini", delizia di ogni collezionista dai modi raffinati.
La settimana che si è appena conclusa è stata caratterizzata dagli  stessi movimenti che può compiere un elefante all'interno di un negozio  di porcellane e chincaglierie.
Il peggioramento delle quotazioni, innestate dai dati macroeconomici  negativi, è coincisa con una crisi latente all'interno della compagine  governativa che si è espressa in aperto dissenso  all'interno dei  deputati del Pasok.
La questione si è poi ricomposta attraverso un rimpasto a livello  dell'esecutivo che dovrà passare attraverso un voto di fiducia del  Parlamento, atteso per la giornata di martedì.
Una forzatura voluta da Papandreou che ha permesso un ricompattamento  del Partito che correva il rischio di sfilacciarsi sotto le difficili  decisioni da prendere, allargando la gestione del governo ai suoi  oppositori interni.
Il ministero di maggior onere e peso, quello delle Finanze, è passato da  Yiorgos Papaconstantinou ad Evangelos Venizelos proprio per cercare di  imprimere un'azione più incisa e collegiale nell'affrontare le prossime  difficili sfide.
"Lascio il Ministero della Difesa per andare a combattere una guerra  vera", ha affermato Venizelos durante la cerimonia di giuramento del  nuovo governo che stigmatizzare il cambio del dicastero.
"L'accettazione dell'incarico è un dovere patriottico - ha continuato -  chiediamo un consenso politico non fine a se stesso, ma per ritrovare un  consenso sociale".
Yiorgos Papandreou ringraziando per il lavoro svolto da Papaconstantinou  ha sottolineato l'imponente lavoro svolto dal precedente esecutivo  assolvendo ad un compito titanico, pur in presenza di errori di percorso  e debolezze.
Rimarcando la necessità di un riavvio dell'azione di governo ha chiesto  uno sforzo di maggiore incisività e determinazione per raggiungere gli  obiettivi concordati in sede europea.
Sempre nel corso dell'intervento per presentare il nuovo governo ha  escluso ogni possibilità di ritorno alle urne sottolineando che ci  troviamo davanti ad una mole immensa di lavoro per i prossimi 28 mesi,  quanti ne mancano per giungere alla naturale conclusione della  legislatura nel 2013.
Nella stessa giornata, da Berlino, nel corso dell'incontro tra la Merkel  e Sarkozy è emerso un riavvicinamento delle posizioni tra Germania e  Francia dando effervescenza ai nostri titoli e alla Borsa di Atene.
L'asse si è ricomposto sulla necessità di un coinvolgimento degli  investitori privati nei processi di ristrutturazione del debito in  sintonia di movimento con la Banca Centrale Europea.
Il Presidente francese ha voluto esplicitamente sottolineare l'impegno  su basi volontarie dei "privati" in modo da evitare un "evento di  credito" in stretta coordinazione con BCE.
Il Cancelliere tedesco, per parte sua, ha sottolineato che Berlino vuole  trovare una soluzione rapida rispetto al pacchetto di aiuti ed ha  chiarito che la partecipazione dei "privati" sarà decisa in accordo con  l'Istituto di Francoforte.
"Credo che l'incontro di oggi porterà ad una soluzione" ha affermato il  vice-ministro delle finanze tedesco presente alle trattativa "sono  sicuro che arriveremo ad un compromesso".
E' quello che attendiamo tutti, un punto di mediazione onorevole e condiviso.
Il tempo stringe, i prossimi giorni rimangono decisivi per lo studio  tecnico in vista degli importanti appuntamenti dell'Eurogruppo della  prossima settimana.
Bisognerà tracciare un percorso che sappia dare una prima risposta  chiara al problema del superamento dell'impasse legata al debito  pubblico dei "periferici".
Tutto il Club Med è drammaticamente sui massimi storici dello spread sul bund.
E' di venerdì sera l'avviso di Moody's di un possibile downgrade del debito pubblico italiano.
Bisogna invertire la rotta, prima che sia troppo tardi, ed appiattire i differenziali.
E' in gioco la tenuta dell'economia reale e delle vita stessa della nostra moneta unica.