Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Questa mattina Venizelos incontra i "malpancisti del Pasok".
Robopoulos avrebbe lasciato margini di trattativa, dicendo che deciderà all'ultimo momento cosa farà.
Per Athanasiadis che si oppone alla privatizzazione della PPC, Venizelos potrebbe suggerire di far opposizione in fase di emanazione di decreti attuativi.
Chrissa Arapoglou si oppone alla privatizzazione dell'acqua, ma potrebbe dimettersi prima del voto e far subentrare un altro deputato.
Altri due deputati hanno detto che attendono il confronto di oggi con Venizelos.
Dello stesso avviso Panos Koroumplis.
Il nuovo Ministro delle Finanze dovrà dar prova delle sue capacità di mediatore ...
 
Bond euro poco mossi in apertura, mercato nervoso guarda Grecia

lunedì 27 giugno 2011 09:04



LONDRA, 27 giugno (Reuters) - Avvio di seduta poco lontano
dalla chiusura precedente per l'obbligazionario europeo, con la
maggioranza degli investitori poco incline ad aprire posizioni
sui periferici in vista del voto del parlamento greco sul piano
di austerità.

Dopo aver toccato il massimo dal primo dicembre scorso il
futures sul decennale tedesco, tradizionale acquisto rifugio, si
porta in lieve ribasso ma resta circa due punti pieni oltre i
minimi del mese.

Si apre oggi ad Atene il dibattito del parlamento sul nuovo
programma a cinque anni mirato al rientro del deficit e
condizionale alla concessione della tranche da 12 miliardi del
primo pacchetto di aiuti, senza cui il paese rischia il default.

"L'elemento chiave resta la Grecia... finché non ci saranno
notizie precise il clima dovrebbe essere favorevole per i Bund"
osserva un operatore.

Nel corso degli ultimi tredici mesi, una serie di defezioni
ha ridotto la maggioranza in parlamento del premier socialista
George Papandreou a soli 155 seggi su 300.
 
Grecia: banche francesi offrono il piano alle sventure greche (stampa)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 27 giu - Si intensificano gli sforzi affinche' gli investitori privati contribuiscano al salvataggio della Grecia e le banche francesi propongono un piano per reinvestire la meta' dei proventi dei bond governativi greci in scadenza. Lo scrive The Wall Street Journal in vista dell'incontro oggi a Roma tra gli attori chiave della crisi greca per scoraggiare i detentori dei bond dallo scappare dall'investimento. Si tratta della prima proposta avanzata dal settore privato, di cui si chiede il coinvolgimento nella risoluzione della crisi. Il piano francese mostra, per la prima volta, che i creditori privati sono pronti a contribuire con importi significativi ai bisogni di finanziamento della Grecia, ma non risponde alla domanda incombente se il prezzo per questo intervento potrebbe essere il default di qualche bond governativo greco.
 
Vai all'articolo
headerLogo.gif


Salta la mappa del sitoTi trovi in: Home : Rassegna Stampa : Economica : Testo articolo
Corriere della Sera Economia di lunedì 27 giugno 2011, pagina 22
Mercati. Grecia e profitti, brividi d'estate
di Sabella Marco

Sondaggi II sentiment di 155 operatori del Vecchio Continente, interpellati da Bofa-ML L'inflazione? Non fa più paura Mercati Grecia e profitti, brividi d'estate Tra i principali timori dei money manager europei la situazione di Atene e il calo degli utili E così le azioni di casa perdono fascino: il 15% dichiara di aver diminuito la Ue nel portafoglio La classifica Le preoccupazioni dei grandi gestori europei Quali sono i maggiori rischi del momento?
II finanziamento del debito sovrano dei Paesi europei Un inasprimento della politica fiscale La bolla immobiliare cinese L'inflazione provocata dall'aumento dei prezzi delle materie prime La crisi debitoria delle amministrazioni locali negli Stati Uniti Altro ar Maggio 2011 III Giugno 2011 0 /c 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% Fonte: Boh Merrill Lynch 43% La quota di gestori che mette al primo posto tra i timori il default della Grecia 8% Solo una minoranza ha paura di un ulteriore peggioramento del quadro macroeconomico Dl MARCO SABELLA I deterioramento della situazione economica europea ha toccato il fondo. Ma le aspettative di crescita degli utili aziendali peccano ancora di un eccesso di ottimismo. Ecco perché settori difensivi come la salute e l'alimentare (food & beverage) guadagnano posizioni nei portafogli dei grandi investitori. Sebbene anche alcuni comparti più ciclici, come la chimica, stiano rapidamente rimontando le posizioni. In pochi tratti essenziali è questa la valutazione «media» dei fund manager europei, così come emerge dalla tradizionale ricerca mensile di Bofa Merrill Lynch. Un'analisi che tasta il polso delle opinioni e delle scelte di quegli operatori che interpretano — ma soprattutto determinano con le loro scelte — le tendenze dei mercati. All'indagine di giugno, che si è svolta fra il 3 e il 6 del mese, hanno partecipato un totale di 155 fund manager europei che amministrano una massa di circa 280 miliardi di euro di raccolta.
Classifica Ma quali sono i principali timori dei grandi investitori? Al primo posto in classifica tra le minacce che si stagliano all'orizzonte i fund manager europei individuano l'evolversi della crisi del debito sovrano della Grecia. Una quota del 43% dei fund manager indica nel default ellenico la principale fonte di instabilità per i mercati finanziari e il maggior pericolo per la ripresa economica. Ancora a maggio la quota di chi considerava la Grecia il principale fattore di destabilizzazione del sistema si fermava al 36% del totale del campione. Scende invece l'allarme inflazione, considerata una minaccia dal 33% dei grandi investitori. Appena cinque mesi fa la percentuale di coloro che prevedeva- S. MralYmi no i prezzi in forte aumento anno su anno si attestava al-l'83% del totale. Sul versante della crescita economica la lettura della situazione corrente è invece contrastata. Da un lato c'è il positivo che solo l'8% dei rispondenti al questionario si aspetta un deterioramento del quadro macroeconomico europeo, esattamente la stessa percentuale del mese scorso. Un risultato che sembra indicare come, almeno nelle aspettative dei grandi investitori, la fase di maggior rallentamento del ciclo sembri ormai alle spalle. Ma se l'indebolimento economico sembra essersi arrestato, non altrettanto rosee sono le attese circa l'evoluzione dei profitti. II 15% dei grandi investitori si aspetta infatti un rallentamento della crescita degli utili nei prossimi 12 mesi, contro il 4% di chi aveva la stessa opinione appena il mese scorso. Gary Baker, lo strategist azionario europeo di Bo-fa Merrill Lynch, fa notare che «si tratta del dato peggiore dall'aprile del 2009». Specularmente la quota di gestori che prevede una crescita degli utili nei prossimi 12 mesi scende *** dal 57% di maggio al 37% odierno. Di fronte a questi timori diffusi sulla tenuta della moneta unica a causa della crisi greca e sul calo degli utili aziendali non sorprende che nei portafogli dei fund manager sia proprio la componente azionaria ad essere maggiormente sacrificata. «In realtà — sottolinea Gary Baker — a livello globale si osserva un tendenziale riequilibro verso una posizione di neutralità per tutte le principali classi di investimento, dalle azioni, ai bond, alla liquidità. Non c'è in altri termini un fuggi fuggi dalla componente ad alto rischio del portafoglio».
Scelte La presa di distanza dai listini riguarda infatti soprattutto l'Europa, perché cresce nei portafogli globali la fiducia per l'azionario dei Paesi emergenti (con l'esclusione della Cina) e del Giappone. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, invece, circa il 15% dei gestori ha deciso di ridurre la quota dell'investimento azionario (underweight), contro una percentuale di pessimisti che a maggio raggiungeva appena I' 1%. E' interessante osservare che anche lo Stock Exchange britannico — sebbene la sterlina non faccia parte dell'area euro — subisce un drastico taglio all'interno del portafoglio dei grandi investitori, il 21% dei quali dichiara un underweight sulla Borsa di Londra, contro una percentuale di pessimisti del 14% del mese scorso. A fare le spese di questa generale revisione dei portafogli sono soprattutto i settori più ciclici delle borse europee, che, con l'eccezione della chimica (sovrapesata per il 14% del campione) sono in calo generalizzato all'interno delle gestioni. In particolare scendono i comparti dei servizi finanziari (-26%), dei viaggi e del tempo libero (-16%) e delle costruzioni (-11%). Cresce invece, la quota di portafoglio dei settori difensivi, come la salute, un overweight secondo il 18% dei grandi investitori, l'energia ( 15%) e le telecomunicazioni ( 15%).
***
 
Vai all'articolo
headerLogo.gif


Salta la mappa del sitoTi trovi in: Home : Rassegna Stampa : Economica : Testo articolo
Corriere della Sera Economia di lunedì 27 giugno 2011, pagina 23
"Nessun contagio per l'Italia"
di Sabella Marco

II punto L'economista di Russell è ottimista sui guai dell'euro «Nessun contagio per l'Italia» Velis: «Ma bisogna alzare la produttività delle imprese» isti da Seattle i mali economici che affliggono l'Italia e l'Europa assumono tinte meno fosche. E il salvataggio della Grecia appare un'opzione a portata di mano. Mentre l'Italia è sostanzialmente immune dal rischio di contagio. E questo il senso della visione «tranquilla» sull'economia e sulle borse europee elaborata da John Velis, chief economist e strategist per l'Europa di Russell Investments, una società di gestione del risparmio il cui baricentro è nell'area del Pacifico. «Un rallentamento degli indici anticipatori della congiuntura in questa fase della ripresa è normale, sia negli Stati Uniti che in Germania», sostiene Velis. Convinto che per quanto riguarda i paesi «centrali» dell'Europa, Germania, Olanda, ma anche Francia e l'area scandinava la situazione economica sia decisamente buona. «La Germania in particolare sta attraversando uno dei momenti migliori degli ultimi venti anni ed è di fatto la fabbrica di beni intermedi di tutto il mondo», aggiunge. Per i paesi periferici, o meno centrali, tuttavia la situazione è più complicata. «Sull'Italia incide un problema di scarsa efficienza che in passato veniva risolto attraverso le svalutazioni competitive e che adesso dovrà essere affrontato con interventi capaci di incidere sulla produttività delle imprese e sul mercato del lavoro», sottolinea Velis. Che non cede agli allarmismi sulla sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico perché «I' Italia si trova in una situazione simile a quella del Giappone, dove le passività toccano il 220% del Pil. Sia gli italiani che i giapponesi infatti sono indebitati soprattutto con se stessi. E in Italia il Tesoro ha acquisito una grande competenza tecnica nel gestire le aste dei titoli pubblici anche nei momenti più difficili». Anche il problema del salvataggio della Grecia, che negli ultimi giorni ha raggiunto punte di massima allerta può essere tenuto sotto controllo. «Si sta facendo strada, nel dibattito pubblico europeo, l'idea che si dovrà arrivare a una qualche forma di emissione di obbligazioni sovranazionali che servano per finanziare lo sviluppo e le situazioni di emergenza. Penso che per la Grecia verrà trovata una soluzione che eviterà situazioni di panico e di contagio. Non escludo tuttavia che ci potrà essere una qualche forma di allungamento delle scadenze del debito del paese», prevede l'economista In questo scenario non ha molto senso ridurre le posizioni sul debito sovrano degli emittenti di area euro, anche se si deve mettere in conto un aumento della volatilità dei rendimenti. «Sul fronte delle borse mi aspetto una performance positiva dai paesi core dell'Europa, Germania, Francia e Olanda entro fine anno, sebbene su tutti i listini europei pesi la debolezza delle banche, che da sole rappresentano un quinto della capitalizzazione», osserva Velis. Luce verde invece per i titoli a crescita, che hanno un potenziale di performance migliore proprio perché la congiuntura si sta stabilizzando. «Tra questi mettiamo al primo posto le società hi tech e i grandi gruppi industriali tedeschi. Mentre le utilities possono essere interessanti, soprattutto perché dispongono di flussi di cassa molto elevati», conclude lo strategist.
MARCO SABELLA ORPlgDUZCNERISERVATA Russell Joh n Velis ***
 
Bank lobby group meets euro official handling Greece






ROME, June 27 | Mon Jun 27, 2011 3:26am EDT

ROME, June 27 (Reuters) - The head of bank lobby group the Institute of International Finance (IIF) meets the chairman of the main euro zone body working out ways to tackle Greece's debt crisis on Monday in Rome, the IIF said.
An institute spokesman confirmed that IIF Managing Director Charles Dallara was meeting Vittorio Grilli, Director General at Italy's Treasury and chairman of the euro zone's Economic and Financial Committee (EFC).
"Mr Dallara is participating alongside others from the public and the private sectors in meetings in Rome," the spokesman said.
He said Dallara had been meeting with a range of public officials and private creditor institutions in recent days to provide informal support to further a second bailout for Greece.
Italy's Treasury declined to give any details, but an Italian banking source confirmed a two-hour meeting was taking place on Monday and including at least one Italian bank.
Euro zone officials are working on ways to include banks in a second bailout of Greece without ratings agencies declaring a default.
A French banking source said on Sunday the French Treasury had reached a deal with banks to make a rollover more palatable to creditors, confirming a report in Le Figaro newspaper
 
Vai all'articolo
headerLogo.gif


Salta la mappa del sitoTi trovi in: Home : Rassegna Stampa : Nazionale : Testo articolo
Stampa di lunedì 27 giugno 2011, pagina 23
"L'Europa si coordini o rischia il contagio greco"
di Mastrobuoni Tonia

"E Huropa si coordini o rischia Il contagio greco Sadun (FIDO: l'Italia non sarebbe immune dagli effetti della crisi Le sfide per il nostro Paese Gli avvertimenti lanciati dalle agenzie di rating riflettono prevalentemente il peggiorato contesto internazionale e il crescente nervosismo dei mercati STRUMENTI INNOVATIVI «I:irlterVrnto Ix)lrc'I)I)c' anche poggiarsi sugli EurOl)on(1 proposti (1a 'Fremutiti e .luncker» I PROBLEMI DI ATENE «1.e crescenti tensioni sociali hanno rallentato razione (1c'I governo I)ai)t1I1(11'e'oll» Intervista 99 TONIA MASTROBUONI Arrigo Sadun ci tiene a sottolineare che parla "a titolo personale". Essendo ormai l'uomo al Fmi per i paesi europei in emergenza, non sono opinioni qualunque.
Se la prossima settimana il Parlamento non approverà il piano di risanamento, la Grecia fallirà? «La Grecia può finanziarsi sui mercati solo a tassi proibitivi e quindi ha bisogno della prossima tranche della troika da 12 miliardi di euro per far fronte alla scadenze di luglio. D'altra parte l'Fmi non può autorizzare il suo contributo se il Parlamento non approva le misure necessarie per assicurare il successo del Piano e gli europei garantiscono la coperture finanziaria almeno per i prossimi 12 mesi. Teoricamente, gli europei potrebbero decidere di fornire dei prestiti-ponte. Ma non mi sembra un'ipotesi realistica».
La ristrutturazione del debito deve avvenire solo su base volontaria, come sostiene la Bce?
Occorre una maggiore crescita per proteggere il nostro Paese dal pericolo di contagio derivante dalla crisi del debito sovrano «La preoccupazione della Bce è che un coinvolgimento anche volontario dei privati porti ad una dichiarazione di insolvenza da parte delle agenzie di rating; le conseguenze potrebbero essere devastanti per il funzionamento dei mercati. Una ristrutturazione del debito greco può prendere diverse forme, non tutte traumatiche. Ritengo però che prima di affrontare la questione siano necessarie due condizioni; la prima è quella di aver stabilizzato l'economia greca e la seconda è quella di aver messo in atto un credibile piano di contenimento del rischio contagio. Specificatamente, mi sembra opportuno impostare un nuovo Piano B abbinandolo ad un Piano C di contenimento del contagio. In realtà, già un anno fa si sperava che le prese di posizione dei leader europei e le misure decise per assistere i paesi europei in difficoltà sarebbero state sufficienti per arginare il contagio».
Perché non ha funzionato? «Per vari motivi, molti dei quali attribuibili al macchinoso funzionamento delle istituzioni europee. Adesso che il contagio rischia di diffondersi dai paesi periferici ad altri, occorrerebbe intervenire con maggior decisione e risorse finanziari preponderanti. Il Piano C potrebbe contemplare maggiori risorse finanziarie di quelle previste dall'European Stability Mechanism, ma potrebbe anche poggiarsi su una seconda linea di intervento, cioè sulla creazione di quegli Eurobond proposti a suo tempo da Tremonti e Juncker. Un altro elemento potrebbe comprendere la partecipazione dei privati, previo rafforzamento patrimoniale delle banche maggiormente esposte alla crisi del debito sovrano o la fornitura di garanzie sovranazionali. Le possibilità di una soluzione definitiva della crisi esistono nel quadro di una strategia credibile messa in atto dagli europei e appoggiata dal resto della comunità internazionale».
Ci sono segnali di miglioramento nell'economia greca? «Le esportazioni hanno registrato notevoli incrementi negli ultimi mesi. Sono risultati incoraggianti ma siamo ancora ben lontani dagli obiettivi di risanamento che necessariamente richiedono tempi relativamente lunghi. Nel frattempo è cresciuto il disagio sociale per effetto dell'aumento della disoccupazione, la riduzione della spesa pubblica e l'erosione del reddito disponibile dei consumatori. Crescenti tensioni sociali che hanno trovato eco nella compagine governativa, rallentandone l'azione di risanamento».
L'Italia è a rischio? «L'Italia non è a rischio, ma non è immune dagli effetti della crisi. Gli avvertimenti lanciati recentemente dalle agenzie di rating riflettono prevalentemente il peggiorato contesto internazionale ed il crescente nervosismo dei mercati di fronte alle crescenti difficoltà dei paesi periferici».
Le agenzie di rating dicono che abbiamo un problema di crescita. «Le vulnerabilità dell'Italia sono sempre le stesse: l'elevato livello del debito ed un tasso di crescita molto stentato. Mentre notevoli successi sono stati ottenuti nel ridurre la spesa pubblica sia nel breve sia nel medio termine, ancora siamo ben lontani dal risolvere il problema della bassa produttività e di un tasso di crescita decisamente inferiore alla media europea. Un problema che ha assunto una posizione sempre più centrale nell'azione del governo; infatti *** è evidente che senza una crescita decente anche gli obiettivi di consolidamento fiscale diventano più difficili da raggiungere. Le preoccupazioni espresse dalle agenzie di rating derivano proprio da questo nesso: occorre una maggior crescita per proteggere l'Italia dal pericolo di contagio derivante dalla crisi del debito sovrano» .
143% Il debito rispetto al Pil è l'ammontare del debito greco rispetto al pil di Atene nel 2010 2,5% II peso nell'Eurozona Il pil della Grecia è pari a un quarantesimo dell'area Euro ***

ORMAI SI DICE TUTTO IL CONTRARIO DI TUTTO
 
Ultima modifica:
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto