tommy271
Forumer storico
Gaza, attivisti: governo greco sordo alle richieste flottiglia
mercoledì 6 luglio 2011 18:32
ATENE (Reuters) - Gli attivisti, la cui flottiglia per sfidare il blocco israeliano su Gaza è stata confinata nei porti greci, hanno promesso di completare la loro missione ma hanno anche accusato Atene di essere sorda ai loro appelli di lasciare andare le navi.
A circa un anno dall'uccisione da parte dei marine israeliani di nove persone a bordo di una flottiglia filo-palestinese, la Grecia ha proibito la partenza di navi con attivisti intenzionati a trasportare aiuti, dicendo di temere per la sicurezza delle stesse persone che cercano una rotta verso Gaza.
Ma le possibilità che possano raggiungere la loro destinazione stanno svanendo a causa della vigilanza della Guardia costiera greca che ha intercettato, fino ad oggi, due delle loro navi, tenendo sotto controllo le altre sette, ormeggiate in diversi porti greci.
"Non sappiamo (quando arriveremo a Gaza). Stiamo provando a operare pressioni sul governo greco affinché ci permetta di lasciare i porti. Dopo, una volta fuori dai porti greci potremo andare dove vogliamo", ha detto Adam Shapiro, attivista del movimento Free Gaza.
"Stiamo provando tutto il possibile", ha detto. "Ma il governo qua è sordo."
La flottiglia, con a bordo circa 350 persone, avrebbe dovuto portare a Gaza medicine, cibo e materiali edili entro fine giugno. Uno degli obiettivi prioritari è comunque sfidare il blocco israeliano.
Venerdì scorso, la Guardia costiera greca ha intercettato la barca americana "Audacity of Hope" che aveva da poco lasciato il porto di Pireo, arrestandone il capitano.
Tre giorni dopo, hanno abbordato la nave canadese "Tahrir" partita da Creta, scortandola indietro.
Nel tentativo di calmare gli attivisti, la Grecia ha offerto un traghetto per portare gli aiuti a Gaza in cooperazione con l'Onu.
Gli attivisti hanno rifiutato l'offerta definendola "insufficiente", in quanto la loro missione si propone di sostenere i diritti dei palestinesi oltre che portare degli aiuti umanitari.
"Ci dispiace di non aver ricevuto alcuna risposta alla nostra offerta", ha detto a Reuters Gregory Delavekouras, portavoce del ministero degli Esteri, aggiungendo che la proposta "è ancora valida".

mercoledì 6 luglio 2011 18:32
ATENE (Reuters) - Gli attivisti, la cui flottiglia per sfidare il blocco israeliano su Gaza è stata confinata nei porti greci, hanno promesso di completare la loro missione ma hanno anche accusato Atene di essere sorda ai loro appelli di lasciare andare le navi.
A circa un anno dall'uccisione da parte dei marine israeliani di nove persone a bordo di una flottiglia filo-palestinese, la Grecia ha proibito la partenza di navi con attivisti intenzionati a trasportare aiuti, dicendo di temere per la sicurezza delle stesse persone che cercano una rotta verso Gaza.
Ma le possibilità che possano raggiungere la loro destinazione stanno svanendo a causa della vigilanza della Guardia costiera greca che ha intercettato, fino ad oggi, due delle loro navi, tenendo sotto controllo le altre sette, ormeggiate in diversi porti greci.
"Non sappiamo (quando arriveremo a Gaza). Stiamo provando a operare pressioni sul governo greco affinché ci permetta di lasciare i porti. Dopo, una volta fuori dai porti greci potremo andare dove vogliamo", ha detto Adam Shapiro, attivista del movimento Free Gaza.
"Stiamo provando tutto il possibile", ha detto. "Ma il governo qua è sordo."
La flottiglia, con a bordo circa 350 persone, avrebbe dovuto portare a Gaza medicine, cibo e materiali edili entro fine giugno. Uno degli obiettivi prioritari è comunque sfidare il blocco israeliano.
Venerdì scorso, la Guardia costiera greca ha intercettato la barca americana "Audacity of Hope" che aveva da poco lasciato il porto di Pireo, arrestandone il capitano.
Tre giorni dopo, hanno abbordato la nave canadese "Tahrir" partita da Creta, scortandola indietro.
Nel tentativo di calmare gli attivisti, la Grecia ha offerto un traghetto per portare gli aiuti a Gaza in cooperazione con l'Onu.
Gli attivisti hanno rifiutato l'offerta definendola "insufficiente", in quanto la loro missione si propone di sostenere i diritti dei palestinesi oltre che portare degli aiuti umanitari.
"Ci dispiace di non aver ricevuto alcuna risposta alla nostra offerta", ha detto a Reuters Gregory Delavekouras, portavoce del ministero degli Esteri, aggiungendo che la proposta "è ancora valida".
