http://webstorage.mediaon.it/media/2011/09/20110912_170634_BFFEE3B8_medium.jpg 						 							 								Bce/ Sorpresa Stark: prima di dimettersi ha difeso acquisti bond E a Irish Times ripeteva 'ok' Consiglio a manovra Italia 
 							 						 					
 				  				 				  				 				 			
 		 		 		 			 Roma, 12 set. (TMNews) - Difendeva gli acquisti di titoli di Stato da  parte della Bce, il capo economista Juergen Stark, poco prima del  dirompente annuncio delle sue dimissioni, e ribadiva perfino come  secondo il Consiglio direttivo fossero "appropriate" le misure  supplementari di risanamento perse dall'Italia.
 Tutto questo in una  intervista a The Irish Times, che il quotidiano irlandese ha pubblicato  oggi precisando di averla raccolta appunto "poche ore prima"  dall'annuncio bomba. 
Venerdì scorso le dimissioni del tedesco Stark erano trapelate da  indiscrezioni di stampa, che accompagnavano la questione con  speculazioni su una sua presunta insanabile polemica con il resto del  Consiglio sul programma di acquisti di titoli di Stato da parte della  Bce. Queste operazioni hanno suscitato critiche soprattutto in Germania. 
Successivamente la Bce aveva confermato a livello ufficiale le  dimissioni, ma precisando che erano state decise da Stark per "motivi  personali". 
 Una linea poi insistentemente ripetuta dal presidente Jean-Claude  Trichet, che così sembrava ridimensionare la portata allarmistica della  vicenda.
 Lo scenario di forti attriti in seno al direttorio non aiutava  certo a rassicurare mercati su cui la Bce è intervenuta con acquisti  diretti di bond proprio per contrastare le tensioni.
 All'opposto aveva  scatenato nuove cadute delle Borse e pressioni sull'obbligazionario di  vari paesi, tra cui l'Italia.
  Le frasi usate da Stark nell'intervista sembrano rafforzare la versione  ufficiale dei fatti. Il tedesco definisce "inappropriate" se non  "assurde" alcune delle critiche giunte dal suo paese agli acquisti di  bond, in particolare quelle secondo cui con queste operazioni la Bce si  sarebbe trasformata in una "bad bank" pan europea. 
"Quelli che ci  criticano  e che dicono che la Bce è diventata una bad bank - ha detto -  dimenticano che ci stiamo assumendo la responsabilità di riparare  errori commessi a livello di sistema bancario". 
 Stark non ha confermato gli acquisti su bond di Italia e Spagna, mentre  ha riconosciuto che la Bce ha inviato messaggi ai due paesi dopo che si  erano accentuate le tensioni. 
"Dopo il caso Irlanda si sa che quando un  paese perde la fiducia dei mercati ci può voler un lungo periodo di  tempo per ripristinarla", ha detto.
 E a questo punto ha fatto  riferimento al maxiemendamento alla manovra approntato in Italia per  puntellare gli obiettivi di risanamento dei conti.
 "Per questo motivo  dal nostro punto di vista era necessario e appropriato che il governo e  il Parlamento dell'Italia - ha detto Stark - assumessero le iniziative e  attuassero le misure volte a ridurre il deficit di bilancio". 
In  precedenza valutazioni positive del Consiglio della Bce sulla manovra  dell'Italia erano state riferite da Trichet. 
 Questa crisi richiede misure preventive perché "nei casi di Grecia e  Irlanda abbiamo visto che possono esservi bruschi blocchi, che di  improvviso rendono impossibile agli Stati accedere ai mercati per  reperire finanziamenti. Questo - ha spiegato il banchiere centrale - può  accadere anche ad economie più grandi ed avanzate. Nella situazione  attuale nessun paese è veramente al riparo: bisogna che si spingano in  avanti e convincano i mercati che le finanze pubbliche sono solide e  merita di investire nel paese".
 L'alternativa - proseguire con aumenti  dei debiti pubblici sotto la minaccia dei mercati - è semplicemente  impraticabile. "Sia da un punto di vista etico, che politico che di  giustizia tra generazioni: non è possibile - ha concluso Sark - e non è  fattibile".  Va rilevato che venerdì scorso, nell'affermare che Stark si era dimesso  per motivi personali, Trichet ha espresso grande stima e affetto nei  suoi confronti, affermando come il capo economista sia stato "sempre  totalmente leale" verso la Bce.