Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 3 (11 lettori)

ZioJimmy

Forumer storico
MILANO (MF-DJ)--Dalle banche elleniche sono stati prelevati, in un giorno, circa 700 mln euro.
Lo scrive il sito Proto Thema, segnalando che i depositi bancari fino alla scorsa settimana erano diminuiti, ogni giorno, di circa 400-500 mln euro a causa dell'incertezza politica.
Il ritmo di prelievi è però aumentato oggi dopo che venerdì due banche elleniche, Eurobank Ergasias e Alpha Bank, hanno chiesto alla Banca centrale greca un aumento di fondi tramite il meccanismo d'emergenza Ela (Emergency Liquidity Assistance) a causa delle difficili condizioni di liquidità
 

steff

Forumer storico
ultime dichiarazioni della Merkel...

BERLINO - Il cancelliere tedesco Angela Merkel il Lunedi ha minimizzato l'implicazione di due eventi significativi per i mercati questa settimana: le elezioni greche imminenti e una mossa attesa da parte della Banca centrale europea di acquistare debito pubblico.

"Non direi che si tratta di una settimana make-or-break per l'euro", ha detto la signora Merkel ai giornalisti, alla domanda se il destino della valuta sarà deciso nei prossimi giorni, aggiungendo che "la BCE prende le sue decisioni in modo indipendente, e poi vedremo. "

Gli economisti si aspettano ampiamente la Banca centrale europea ad annunciare acquisti su larga scala di titoli di Stato, una politica nota come quantitative easing o QE, dopo la riunione del suo Consiglio direttivo il Giovedi.

Tali aspettative sono state intensificate in precedenza Lunedi dai commenti del presidente francese François Hollande, che ha detto la BCE deciderà di acquistare il debito pubblico entro questa settimana.

"Giovedi ', la BCE prenderà la decisione di acquistare il debito sovrano, che fornirà significativa di liquidità per l'economia europea e creare un movimento che è favorevole alla crescita", ha detto il leader francese in un discorso. La dichiarazione è stata sorprendente come sembra predire l'azione della BCE, che custodisce fieramente la sua indipendenza dai governi.

Nei suoi commenti ai giornalisti, la signora Merkel ha detto che spera la Grecia, che va alle urne di Domenica in un altro evento importante per l'euro, rimarrà nel unione monetaria dopo le elezioni. Il vantaggio di sinistra Syriza partito nei sondaggi ha rianimato la discussione su una possibile uscita dal paese dalla zona euro.

"Tutta la nostra politica è finalizzata alla Grecia che rimane nella zona euro", ha detto la signora Merkel.
 

steff

Forumer storico
...e Fitch

Fitch Ratings has revised on 16 January the outlook on Greece΄s Long-term foreign and local currency Issuer Default Ratings (IDR) to Negative from Stable and affirmed the IDRs at ΄B΄.

The revision of the Outlook to Negative mainly reflects the current period of political uncertainty, which has increased the risks to Greece΄s creditworthiness as official financing, and any potential reopening of market access, could be delayed for some months.

According to Fitch, an agreement between a new Greek government and the Troika remains likely as there are strong incentives on both sides for a deal. Fitch΄s next scheduled review of the Greek rating is 15 May 2015.

Future developments that could result in a downgrade include a prolonged political deadlock and lack of agreement with the Troika, a worsening of Greece΄s macroeconomic prospects, and fiscal slippage leading to increased financing requirements.

 

IL MARATONETA

Forumer storico
1) un GRAZIE veramente sentito per i bellissimi post che stai mandando!!!!

2) se veramente si trattasse di quanto sopra riportato, avrebbe avuto ragione Fubini, dove in suo articolo (che avevo postato) in pratica diceva esattamente queste cose!
Robinson, sono solo informazioni che possono servire per entrare o uscire.
Io ci sono dentro fino al collo. Ho subito la swap, ho venduto i titoli del fondo salvastati, ho ricostruito il nominale, incrementandolo ulteriormente.
Importante è rimanere calmi e seguire le indicazioni di Tommy.
Ma a proposito oggi non si è sentito!!
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Bce, ultime trattative sui dettagli del Qe

Sarà il consiglio più ad alta tensione per la Banca centrale europea da due anni e mezzo a questa parte, quando venne deciso il piano anti-crisi Omt per dare corpo alla promessa di Mario Draghi di voler fare «tutto il necessario» per salvare l’euro. La posta in gioco mercoledì sera e giovedì non sarà meno pesante: l’inflazione è sotto zero e promette di restarci per buona parte di quest’anno, le aspettative a lungo termine sono ai minimi, la crescita è stagnante, la Grecia, che celebra tre giorni dopo le elezioni, di nuovo sull’orlo dell’uscita dall’euro.
Alla conferenza stampa di giovedì, pena un violento contraccolpo di mercato, il presidente Draghi annuncerà con ogni probabilità che la Bce è pronta all’acquisto di titoli di Stato dell’eurozona, lanciando finalmente il Qe. Ma diversi dettagli, compreso cosa fare dei titoli greci, argomento politicamente troppo delicato quasi alla vigilia del voto, potrebbero essere lasciati a un momento successivo. Anche perché il consenso si sta rivelando, come era previsto, molto difficile da trovare. Nessuna decisione finale è stata ancora presa sulle modalità e la ricerca di un punto di equilibrio, compito di Draghi, è destinata a continuare fino alla riunione.
Gli elementi principali da decidere sono tre: l’importo degli acquisti, la loro suddivisione (presumibilmente titoli investment grade, sulla base delle quote nel capitale della Bce, ma con la spinosa questione greca) e la ripartizione del rischio. Sul primo punto, il riferimento è dato dall’intenzione dichiarata della Bce di voler espandere il proprio bilancio di mille miliardi di euro, di fatto stampando moneta, visto che non può più offrire alcuno stimolo con i tassi d’interesse, già a zero. Considerate le altre misure già prese, gli acquisti di titoli pubblici dovrebbero arrivare ad almeno 500 miliardi di euro.
Ma la questione si intreccia con la ripartizione del rischio. Normalmente, per le operazioni di politica monetaria, il rischio è condiviso nell’Eurosistema, come ha ricordato chiaramente il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. È il Qe «senza vincoli», di cui ha parlato ieri in un’intervista al Sole 24 Ore il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Gli oppositori del Qe, fra cui il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann e il governatore olandese Klaas Knot, potrebbero esser disposti a scambiare un importo maggiore con l’assunzione di almeno una parte del rischio dalle banche centrali nazionali. Secondo diverse fonti dell’Eurosistema interpellate dal Sole 24 Ore, non sarebbe stato trovato alcun accordo per escludere il rischio condiviso e scaricarlo interamente sulle banche centrali nazionali, come ha scritto ieri il settimanale «Der Spiegel», chiaramente ispirato da fonti tedesche. Tecnicamente, un compromesso potrebbe trovare diverse forme: per esempio, secondo i tecnici, mantenendo la condivisione del rischio per la parte degli acquisti considerati di politica monetaria, ma assegnando un’altra parte delle operazioni al portafoglio di investimenti delle singole banche centrali, i cosiddetti Anfa, dei quali ogni banca si farebbe carico.
L’esclusione totale della condivisione del rischio è mal vista sui mercati finanziari. Segnerebbe la fine della promessa di Draghi di voler fare «tutto il necessario», e un segnale che la Bce teme per la tenuta dell’eurozona, osservava ieri un investitore. «Sarebbe controproducente – sostiene in una nota Giuseppe Maraffino, di Barclays Capital –. Aumenterebbe la percezione di mercato di una frammentazione dell’Eurosistema e con essa il rischio sovrano. Ridurrebbe anche le allocazioni al debito rischioso in quanto le banche centrali nazionali avrebbero un incentivo a comprare titoli sicuri. Questo, alla fine, aumenterebbe la pressione di mercato su Paesi già in difficoltà».
 

camaleonte

Forumer storico
Un bel dilemma... a lieto fine?

Buongiorno a tutti.



" Occorrerà invece aspettare il ventidue per sapere esattamente se il quantitative easing avrà davvero un effetto benefico sull’economia europea in crisi oppure se anche questo tentativo sarà di poco effetto. Draghi ha, oggi, tre possibilità: 1) acquistare bond di tutti i Paesi europei, 2) acquistare bond solamente dei Paesi ultragarantiti, 3) ed è l’ipotesi che sembra già assodata, autorizzare le Banche Centrali Nazionali ad acquistare i propri bond, almeno in una certa quantità lasciando il resto alla Banca Europea.
Le tre ipotesi hanno tutte, come sempre succede in politica e in economia, dei pro e dei contro. La prima strada è quella che appare come la più ovvia e la più efficace poiché, di fatto, garantirebbe tutti gli stati membri dell’euro e aiuterebbe anche i più deboli a piazzare le proprie emissioni con un tasso d’interesse sicuramente basso e quindi sostenibile. Vi si oppone però la Germania il cui governo non ha la forza o il coraggio di dire ai propri elettori che, così facendo, condivideranno il rischio del debito di paesi più deboli. In caso di loro fallimento il costo ricadrebbe totalmente sulla BCE e quindi su tutti i cittadini europei, cioè anche sui “virtuosi” tedeschi.
La seconda soluzione è quella politicamente più facile per la Banca Centrale Europea perché la Germania e i suoi sodali non avanzerebbero alcuna obiezione. Purtroppo, questa strada è quella che costituisce la minore utilità per i Paesi in difficoltà che dovrebbero continuare ad arrangiarsi da soli.
Malauguratamente, la decisione più probabile resta la terza alla quale perfino la Germania potrebbe dare l’assenso. Il risultato economico potrebbe essere quasi lo stesso della prima ipotesi ma, dal punto di vista politico, significherebbe la legittimazione degli egoismi nazionali contro l’ipotesi comunitaria. L’Europa, e la stessa nascita dell’euro, erano nate con l’obiettivo di una sempre maggiore integrazione che avrebbe dovuto portare, come risultato finale, all’unità politica. La restituzione di sovranità finanziaria (almeno in parte) alle banche nazionali significherebbe di certo un forte indebolimento dell’autorevolezza della BCE e, contemporaneamente, renderebbe evidente che la sedicente Unione, resterebbe, in realtà, una semplice somma di (incompatibili) interessi nazionali.
Per saperne di più: Il crollo della borsa di Zurigo fa scricchiolare la BCE - Notizie - Economia - La Voce della Russia


Il crollo della borsa di Zurigo fa scricchiolare la BCE - Notizie - Economia - La Voce della Russia
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Bce e Germania al compromesso

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Il luminoso ufficio di Angela Merkel nella Cancelleria tedesca ha una grande finestra-parete: per dare il senso, come avviene per tutti i palazzi della politica di Berlino, della trasparenza. Dell’incontro della leader più potente d’Europa con il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, avvenuto mercoledì scorso, si sa però poco. La delicatezza di quel che hanno discusso è ritenuta tale da giustificare un livello alto di riservatezza. In effetti, in gioco c’è molto: hanno sicuramente parlato della riunione di giovedì prossimo del Consiglio dei governatori della Bce nella quale verrà presa una delle decisioni più rilevanti nella storia dell’istituzione di Francoforte. E dovrebbero avere gettato le basi per un possibile ma non scontato compromesso.
Già nel 2012, dopo averlo incontrato, la cancelliera aveva dato a Draghi il via libera politico della Germania all’annuncio di un possibile (e mai attivato) programma di acquisto di titoli dello Stato di Paesi in crisi da parte della Bce. Fu il momento che precedette il famoso «qualsiasi cosa sia necessaria» per salvare l’euro, frase pronunciata da Draghi che ebbe l’effetto di calmare i mercati allora in tensione. Questa volta, la situazione è più complicata. Gran parte dell’establishment tedesco - politico, economico, istituzionale - è contraria all’acquisto massiccio di titoli di tutti gli Stati dell’Eurozona da parte della Bce, cioè al Quantitative Easing (QE) che verrà annunciato il 22 gennaio. Anche Frau Merkel è convinta che questa operazione possa alleggerire la pressione sui governi dei Paesi dell’Europa del Sud a fare le riforme promesse; e teme che si tratti di una strada attraverso la quale si finisca con il trasferire denaro da un Paese all’altro, cioè di un passo verso l’Unione dei trasferimenti da sempre osteggiata da Berlino.
La cancelliera sa però che a questo punto il QE sovrano è, in qualche forma, inevitabile: se il 22 la Bce non lo varasse i mercati entrerebbero in confusione. Anche se fosse deciso a maggioranza con il voto contrario dei membri tedeschi del Consiglio dei governatori della Bce e con l’opposizione palese del governo della Germania, rischierebbe di non essere credibile. La signora Merkel, dunque, sa che serve un compromesso. Ieri, la Frankfurter Allgemeine Zeitung della domenica ha scritto che esso consisterebbe nel procedere all’acquisto dei titoli di Stato - pare in quantità anche maggiore dei 500 miliardi di cui si è parlato nei giorni scorsi - ma con la clausola che «almeno la metà» del rischio che ci si prende comprando i titoli di un Paese rimanga in capo alla banca centrale nazionale di quel Paese. Una condivisione europea del rischio rimarrebbe ma non sarebbe totale. Accettabile?
Si tratta di un sentiero sottile. Il compromesso implicherebbe una frammentazione del mercato unico dell’Eurozona in responsabilità nazionali, cosa che potrebbe fare pensare a una limitazione dell’ampiezza operativa della Bce. Allo stesso tempo, però, riserverebbe alla Banca centrale europea almeno una parte di responsabilità sull’intera Eurozona e soprattutto, per la prima volta, mutualizzerebbe una parte del rischio. L’intero impianto sarà un elemento di discussione nei prossimi giorni, assieme ad altri aspetti: dimensione degli acquisti di titoli, esclusione o meno dei bond della Grecia (rating troppo basso), quote massime nazionali di debito pubblico acquistabile.
Il dato di fatto è che tutti, in queste ore, si rendono conto che un compromesso è altamente consigliabile. Una Bce malamente divisa o delegittimata dalla Germania perderebbe molta credibilità. Con questa consapevolezza hanno probabilmente discusso, mercoledì, Merkel e Draghi dietro la grande finestra della Cancelleria.
 

tommy271

Forumer storico
Robinson, sono solo informazioni che possono servire per entrare o uscire.
Io ci sono dentro fino al collo. Ho subito la swap, ho venduto i titoli del fondo salvastati, ho ricostruito il nominale, incrementandolo ulteriormente.
Importante è rimanere calmi e seguire le indicazioni di Tommy.
Ma a proposito oggi non si è sentito!!

Sono a letto con la febbre da un paio di giorni.
Tornerò il più presto possibile.
 

Users who are viewing this thread

Alto