GREXIT: Si o No ?

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oggi soliti proclami.. domani ci sarà l'ennessima riunione ma il tempo sta finendo..

ATENE (WSI)

...

Il premier deve decidere come vuole che la storia lo ricordi. Il leader che ha spinto il paese fuori dall'Eurozona e verso un collasso economico sul breve, oppure come il politico che ha provato a cambiare le cose in Europa ma che ha ceduto alle pressioni inteernazionali e ha consentito alla troika di dimostrare il suo predominio sulla sovranità nazionale, proprio nel posto dove la democrazia ha visto la nascita.

Insomma, gli si prospetta di scegliere fra la padella e la brace. :wall:

Questo scritto su, non ho letto di chi sia, trasuda la boria colonialista dell'ottocento.

Tutta questa manfrina per tenere su la quantità di capitale finanziario fittizzio per mezzo del quale si svuotano le tasche e le pancie alle masse.

Evviva il liberismo! Evviva il mercantilismo! Evviva il globalismo!

Sarò disfattista, forse nichilista?
NO! Son comunista.

:cool:

Tsipras, fagli il qulo!

:cool:
 
giugno 18, 2015 posted by Mitt Dolcino
Come la Grecia è arrivata al default: una piccola crono-sintesi per capire cosa ci sta dietro. Ed evidenziare gli interessi esteri finalizzati a che non uscisse dall’Euro

Premetto che sono della stessa opinione di W. Munchau, alla Grecia conviene più uscire dall’euro facendo default che restarci, vedere l’articolo del columnist del FT*. Il problema vero è che quanto sta finalmente accadendo in queste ore lo stiamo suggerendo da almeno un paio di anni, ma questo è un dettaglio. Se poi vogliamo dirla tutta ritengo che anche all’Italia converrebbe fare la stessa cosa, con la piccola differenza che non si potrebbe e dovrebbe fare default sui BTP per uscire dall’euro, basterebbe ripagare a mark to market il debito estero con lo spauracchio della SUCCESSIVA riconversione in lire, ma anche questa è un’altra storia.
Dunque, la Grecia: il peccato originale parte dal fatto di averla fatta entrare nell’euro. E qui citiamo R. Prodi il quale, anche nella veste di ex Presidente della Commissione Europea asserisce che tutti sapevano in EU che i conti non erano a posto all’entrata di Atene ma si decise di farla aderire ugualmente, su spinta preminentemente tedesca**, una volta si diceva “Drang nach Osten”. Poi, vero, i greci avevano dei chiari eccessi nel loro welfare, non hanno approfittato della moneta unica per fare le riforme, per mettere il debito sotto controllo e, aggiungo io, nemmeno di controllare il vero male ossia il differenziale di inflazione con la Germania che ha causato un costo relativo della vita maggiore proprio nei paesi più deboli (si noti che controllare l’inflazione nei paesi deboli non era negli interessi tedeschi fino al 2008, che a quel punto lato germanico necessitavano far ripartire l’eccesso produttivo ex DDR ed i consumi potevano arrivare proprio – dovrei magare dire solo, visto che nel mentre la Germania tagliava i salari interni con le riforme Hartz, ndr – dai periferici, vedasi come prova l’accumulo di debito della Spagna fino al 2009 che giunse ad avere un deficit delle partite correnti su GDP maggiore addirittura di quello USA! [vedasi grafici su spese statali e bilanci commerciale, occhio alle scale a dx e sx], ma nessuno lo ha mai dovutamente stigmatizzato -). Forse andrebbe anche detto che nessuno in Europa aveva chiesto alla Grecia [e anche all’Italia, che nel 2010 aveva resistito alla crisi subprime meglio di tutti gli altri paesi EU, statistiche alla mano] di cambiare registro nei conti prima del 2009, quanto meno nei termini visti successivamente, che dite?].
A questo aggiungiamoci che i consumi dei periferici e quindi anche greci pre-2008 in ambito euro facevano molto comodo, anche e soprattutto in relazione agli investimenti in cui anche gli esteri erano co-interessati, assieme alle elites locali: parlo delle Olimpiadi di Atene, parlo delle forniture di sommergibili tedeschi, parlo delle forniture di carri armati tedeschi, parlo delle infrastrutture, parlo delle forniture di armi tedesche (l’esercito greco ha sottomarini, carri armati ed armi leggere tutti made in Germany, oltre ad autostrade date in concessione ai francesi dopo averle costruite, o aeroporti dati in conessione ai Tedeschi di Fraport dai predecessori di Tsipras****** etc.).
E si noti che le immancabili tangenti pagate ai cointeressati locali – dovrei chiamarli forse collaborazionisti? – da, ad es., Siemens*** sono state provate da varie corti di giustizia elleniche in tempi non sospetti, ossia prima della salita al potere di Tsipras. Guarda caso quasi tutta la classe dirigente pre-Tsipras era praticamente, direttamente o indirettamente, coinvolta nel malaffare, a prova di ciò vedasi le varie sentenze di condanna.
NA-AO921_SIEMEN_20071227202444.gif

Premetto che a guardare le statistiche Siemens sembrerebbe una habituè a livello gobale ad ungere le ruote, vedasi immagine, segue:

Siemens_bribery_Greece_March102015.jpg

Ma la cosa interessante viene dopo. Ossia, successivamente al 2010 quando il vaso di coccio greco iniziò a creparsi stretto nella morsa dei vasi de fero EU che avendo prestato troppo per alimentare i consumi a loro vantaggio [come nel caso tedesco sopra citato] non riuscivano ad uscire dalla crisi subprime a causa delle loro banche tecnicamente fallite (encore, banche tedesche ma non solo, certamente NON le banche italiane che ai tempi erano sanissime, ndr), i governanti greci che poi avallarono la suicida austerity erano gli stessi che avevano fatto lo scempio precedente, al di fuori di Papandreu che forte di una tradizione politica famigliare all’alba della crisi si era inevitabilmente avvicinato a valori minimamente patriottici una volta scorto il pericolo mortale di quello che stava bollendo in pentola, infatti è stato fatto fuori (vedremo dopo come). Non che Papandreu fosse un santo e nemmeno un benefattore del popolo ma quando si sono accumulati tali e tanti risparmi da una vita in politica (…), con l’enorme esperienza accumulata in svariate generazioni di politici, con i legami famigliari probabilmente aveva capito che non bisognava assecondare quella Europa impantanata in una crisi che avrebbe portato al fallimento delle loro banche, ergo si doveva fare assolutamente qualcosa per evitare di esserne vittima (Andreotti immagino avrebbe fatto lo stesso). Ossia, magari l’Europa stava elaborando proprio in tale frangente (2010) il progetto di trasferire i debiti contratti dalle sue banche in Grecia – tedesche assieme a quelle Francesi – in pancia alle istituzioni europee, come è poi successo facendo pagare il conto a tutti i paesi EU.
Ma il dettaglio diabolico non sta nemmeno qui: per impedire che si creassero coalizioni locali come quella di Tsipras nel 2015 l’Europa capeggiata dall’asse franco-tedesco è arrivata a far circolare una lista di nomi di greci evasori ex-HSBC con depositi all’estero [sembra opportunamente filtrata dei nomi che comandavano, o così sembrerebbe da quanto emerso dall’inchiesta di HOTDOC****, ndr]. I governi amici di Samars/Venizelos vanno dunque contestualizzati (…).
68-o-vaxevanis-dimosievei-ti-lista-Lagarde.jpg

Ricordiamo che Mme Lagarde è stata nominata all’FMI nel mezzo della crisi dopo aver disarcionato un politico che sarebbe certamente stato poco propenso a fare certi giochetti in quanto mirava all’Eliseo, Strauss Kahn, esso stesso vittima di qualcosa di simile ad un complotto per toglierlo dalla testa dell’FMI se verifichiamo finalmente che è stato assolto dai tribunali USA per le colpe a lui imputate, ma non dopo un enorme sputtanamento [vi ricorda qualcosa/qualcuno magari?]. E come non citare il caso dei deputati ellenici che sono stati comprati – ci hanno provato – da un ex collaboratore di Deutsche Bank in Grecia, come indicato in articoli citati*****. E questi voti all’incanto erano finalizzati a che un governo come quello di Tsipras non andasse al potere in Grecia, infatti vedremo chi si troverà con le ossa rotte alla fine della storia dell’uscita dall’euro voluta da Varoufakis & Co.…
Questo piano destabilizzante contro gli interessi dei paesi periferici EU probabilmente non è stato attuato solo in Grecia, ma in varie forme anche in paesi come l’Italia, la Spagna, probabilmente il Portogallo. Ossia in paesi politicamente se non economicamente deboli, in cui si state sono cooptate le elites locali che magari si erano sfamate alla mangiatoia euro-tedesca fino a quel momento (Monti?), poi le grandi ricchezze locali, i grandi capitali ed oligarchie che si erano a quel punto saldate nei loro interessi con le ricchissime e potentissime elites tedesche agglomerate attorno alla moneta unica, ossia coloro che avevano convertito i grandi patrimoni precedentemente in lire, pesetas, escudos in solidi pseudo marchi e quindi interessati a mantenere l’euro come Santo Graal della loro ricchezza, alla faccia del 99,9% della popolazione che invece era destinata ad andare in miseria…
Quanto vediamo oggi sui giornali sembra essere il frutto di tale blasfemo progetto e Tsipras rappresenta la reazione, la dignità europea. E’ per questa ragione che temo un golpe in Grecia, per ora evitato solo grazie agli equilibri non economici ma geostrategici da mantenere nell’area (leggasi interessi USA nel Mediterraneo orientale).
Ossia, letta in termini pragmatici possiamo tranquillamente dire che l’Europa tedesca era assolutamente interessata ad avere un governo greco che non uscisse dall’euro – pur mandando in miseria il Paese – e questo fin dai tempi del governo Venizelos/Samaras, avendo però sottovalutato il fattore Tsipras e la rabbia della gente non solo di sinistra che lo sostiene. E aggiungo, magari dopo aver constatato che questo governo ellenico ha dalla sua una dignità di difendere che non si misurea in euro, ossia non si fa comprare.
In tutto questo devo ancora sentirmi dire che la colpa è dei greci, che la colpa è solo della Grecia: se ad un drogato vendo dell’eroina certamente la colpa è sua che la compra e la usa ma chi la vende se lo prendono sta in gabbia 20 anni! Dunque, certamente ad Atene avrebbero potuto fare riforme magari simile a quelle tedesche, di fatto l’unico paese che le ha fatte veramente e soprattutto per tempo in EU (l’unico). Ma l’Europa prima del 2008 non aveva richiesto alcunchè, come mai? Forse perchè si necessitava di consumi che ad es. in Germania non c’erano perchè si erano tagliati gli stipendi? Infatti scopriamo oggi che molto probabilmente c’era un piano in tutto questo attivismo tedesco, nelle azioni tedesche, il fine probabilmente era arrivare precisamente a dove siamo ora, il dominio tedesco in Europa [fatto salvo Tsipras]. Anche perché non solo in Grecia le riforme dall’entrata dell’euro non sono state fatte ma nemmeno in Italia, in Portogallo, in Spagna, addirittura in Francia. Solo Madrid, dopo che la crisi deflagrò, fece qualcosa ma la verità che i media non vi dicono è che il Paese di Don Quijote cresce solo statisticamente e grazie ad immane deficit pubblico accumulato negli ultimi 6 anni (ca. 500 mld di euro, avesse potuto farlo l’Italia…), la gente che fino a due anni fa guadagnava 1000 euro al mese oggi ne guadagna 600 ed i consumi locali semplicemente non ci sono; ripresa effimera la loro, aspettate due anni e mi direte.
Oggi i greci un merito ce l’hanno, enorme: hanno tirato fuori gli attributi, hanno escluso le elites locali, hanno parlato in nome degli interessi del paese che non possono essere quelli di 10 o 50 famiglie possidenti interessate a mantenere l’euro pur mandando in miseria l’intero paese. Lo stato sono tutte le famiglie, la classe media, la gente, la polizia è gente, l’esercito è la gente. Oggi non stiamo più parlando di destra contro sinistra ma del rischio di un nuovo feudalesimo!
Mi ha commosso ieri ascoltare che decine di migliaia di persone sono scese in piazza ad Atene NON CONTRO il Governo ma PER SUPPORTARLO. E urlando contro l’Europa rapace che voleva secondo i calcoli di Munchau far crollare il PIL greco con l’accettazione delle nuove “riforme” della troika che Tsipras ha sfacciatamente rimandato al mittente addirittura del 12,6% nei prossimi 5 anni *! E questo non lo dice nessuno in Italia sui media tradizionali, se non tra le righe.
L’Italia, appunto: oggi abbiamo ancora qualcosa, abbiamo un residuo di ricchezza, abbiamo potenzialità di rinascita prima che ci facciano (s)vendere tutto a partire dalle aziende di Stato (le uniche che assumono, investono e pagano le tasse in Italia senza delocalizzare – ed infatti l’EU aveva vincolato l’approvazione dell’ultima legge di stabilità alla previa privatizzazione di ENEL sotto il 30%, o almeno così dicono i bene informati), oggi non siamo ancora poveri. Se seguiremo anche noi le ricette austere dell’EU o della troika succederà come in Grecia, il debito pubblico aumenterà progressivamente fino all’insostenibilità ed allo strozzamento dell’economia. E nel mentre la gente si impoverirà magari per il tramite di uno stato fascista finalizzato al pagamento del debito a tutela degli interessi delle elites locali e dell’ “Europa“…. Dunque non sarebbe meglio muoversi per tempo evitando di fare la fine di Atene?
E notasi che chi scrive è dichiaratamente non di sinistra.
Che bello trovassimo anche in Italia qualcuno che si fa rispettare all’estero invece di farci prendere per i fondelli come con gli immigrati…
Mitt Dolcino
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Referenze:
 
tranquilli salvo granelli impazziti il giochino continuerà.. ne avrebbero tutti da perdere... devono recitare ognuno il proprio ruolo .. mica si può pensare che non gli piace a qualcuno il palcoscenico del potere ?
 
QS signori offrono un'altra visione...

NEW YORK (WSI) - Tensioni geopolitiche, divisioni in Europa, Fmi, Grexit e Nato: di fronte alla "combinazione di tanti indicatori alquanto preoccupanti negli ultimi mesi", gli analisti del rapporto GEAB si sono concentrati nella questione della probabilità di un ritorno delle guerre europee entro il 2020.

Nel report di giugno il team di GEAB continua a vedere realizzate tutte le piste battute per uscire dalla crisi, ma continua comunque a vigilare sugli ostacoli che rimangono sulla strada verso la risoluzione; ostacoli che ci sembrano essenzialmente di due tipi.

1) da un lato, gli sforzi dei padroni del mondo di ieri per avere il controllo della situazione, conflitti anacronistici ancorati al passato e generati da potenze sempre più isolate ma anche aggressive, tra le quali rimane soprattutto l’apparato militare USA, ma non solo;

2) dall’altro, le scintille «naturali» in grado di nascere dai grandi attriti tra le placche tettoniche, immagine che evoca al meglio i riequilibri geopolitici in corso.

Crisi greca: la tentazione di scartare l’FMI

Secondo i media, sembrerebbe che il mondo intero si aggrappi all’accordo greco cercato dall’Unione, dalla BCE e dall’FMI. Tra nuovi sviluppi e una situazione di stallo, la tensione sale e ormai il ritardo di pagamento della Grecia non è escluso. Cataclisma o opportunità?

La Grecia resterà nella zona euro

"Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo: la Grecia resterà nella zona euro. È strano che, fino a poco tempo fa, tutti i media associavano il ritardo di pagamento e il grexit. Il tempo è passato: le due probabilmente sono ormai ben separate, come si deve, ed è segno che la Grecia manterrà la moneta unica. Che sia in ritardo, in compenso è una possibilità. È se è questo è il caso, sarà un ritardo voluto, organizzato, e anche di concerto, tra Europei. Il caso greco non è sotto i riflettori globali da sei anni. L’esito della crisi si produce in modo inaspettato".

"Del resto, assistiamo alla ripresa del controllo politico della zona euro, con Merkel e Hollande che vogliono un « rafforzamento della zona euro »[2], con Juncker che infonde una nuova energia politica, e con Sigmar Gabriel (vice cancelliere tedesco) e Emmanuel Macron (ministro dell’Economia francese) che chiedono un’« integrazione radicale » dell’Eurozona[3]. Naturalmente, tutto ciò non è compatibile con una disordinata uscita della Grecia dalla zona euro. Né Juncker né Tsipras, che si battono da mesi per ottenere un accordo, prendono in considerazione il grexit. Grexit che non è che un fantasma dei mercati finanziari e dei media".

FMI: una spina nel fianco in territorio europeo

Di certo questo evento di Grexit "è stato richiesto, volontariamente o meno, da alcuni giocatori della partita di poker che si sta attualmente giocando, in particolare quello di Washington".

"Ognuno conosce le posizioni storiche dell’FMI in materia di gestione di indebitamento sovrano. La questione greca non fa eccezione: dei tre membri della troika, l’FMI è di gran lunga il più ideologicamente esigente nelle sue richieste verso la Grecia".

"Se la tragedia greca dura da così tanto tempo, non è la portata del problema ad essere in discussione. È stato sicuramente necessario immettere circa 240 miliardi di euro nell’economia greca – o piuttosto nelle banche e nel sistema finanziario greco, affinché questo non crollasse (il che avrebbe rischiato di trascinare tutto il sistema europeo). Una tale somma rappresenta solo un quarto del QE della BCE, ad esempio, o una piccola parte dei piani di rilancio europei e di sostegno alle banche".

"No, se la tragedia greca dura da così tanto tempo è perché c’è un altro motivo. I tedeschi che non vorrebbero pagare? Non sono gli unici a pagare (rappresentano solo il 22% dei fondi prestati) e finora lo hanno sempre fatto senza far tante storie. La ragione è piuttosto da ricercare nell’FMI dalle richieste irragionevoli e fin troppo neoliberali per il continente europeo".

"Un «alleato» imposto da Washington nel 2010 ma che rappresenta meno del 20% degli aiuti (dei quali adesso più della metà è stata rimborsata). Un alleato ingombrante di cui l’Europa vorrebbe sbarazzarsi per gestire da sola il proprio problema, senza l’ingerenza degli Stati Uniti. Tanto che alla fine si è creata i mezzi per risolverlo questo problema, in particolare grazie al FESF (Fondo europeo di stabilità finanziaria) e poi al successore, il MES (Meccanismo europeo di stabilità)".

"Numerose fonti dubitano che la Grecia disponga della somma richiesta dall’FMI il 30 giugno (1,6 miliardi di euro), e lo stesso Ministro degli Interni ha escluso un rimborso dell’FMI senza aiuti esterni".

Secondo il Ministro dell’Economia, Yánis Varoufákis (che rimpiange il metodo impiegato e avrebbe preferito negoziare direttamente con gli Stati membri europei), la troika non ha mai veramente negoziato, accontentandosi di imporre le proprie richieste. Un modo di giocare a poker scommettendo che la Grecia ceda? Forse. Ma soprattutto una gestione tecnocratica di una crisi greca dalle implicazioni principalmente politiche… e un gioco molto rischioso perché i messaggi inviati dal governo greco agli europei (che siano gli interventi di Tsipras o le interviste di Varoufákis nei giornali europei) sono chiari e finiscono per dare i loro frutti: non si arriva a capire che hanno ragione e che ci hanno messo una straordinaria buona volontà a portare avanti i negoziati senza usare l’argomento decisivo – il ritardo e l’uscita della zona euro?"

"L’idea che sosteniamo già da diversi mesi è che vi sia un tacito accordo tra la Grecia e l’Eurogruppo, dove il governo Tsipras è chiamato a vedersela con l’FMI e con le sue richieste irragionevoli. I leader europei avranno il coraggio di sostenere il semplice ritardo di pagamento della Grecia? Probabilmente no, perché le conseguenze sono assai imprevedibili. Ma c’è un’altra soluzione ed è lo stesso Varoufákis ad averla proposta all'Eurogruppo: che il fondo salva stati ESM (che è stato creato peraltro proprio per questi fini) dia il denaro che la Grecia deve al Fondo di Washington.

"Nessun ritardo di pagamento, solidarietà europea e destituzione dell’FMI (poiché questo verrebbe del tutto rimborsato): questa soluzione presenta molti vantaggi. Anche l’FMI potrebbe trarne vantaggio, poiché capisce bene che sono tutti nella stessa barca e che sarebbe meglio essere rimborsato dall’Europa piuttosto che continuare a gettare benzina sul fuoco e rischiare un’esplosione dell’intero sistema finanziario".

"Immaginiamo poi per un attimo il segnale che un rifiuto del rimborso della Grecia all’FMI manderebbe a tutti i debitori di questa istituzione. L’FMI pensa veramente di andare contro ogni logica? O tutto questo, come ipotizziamo da mesi, non è che una messa in scena tra attori che hanno ogni interesse al cambiamento e che, per questo, hanno bisogno di una situazione estrema per giustificare le proprie mosse?"

La soluzione di Varoufakis è innegabilmente il buon compromesso. Ma se è vero che non può essere messa in pratica, ne esiste un’altra, più violenta e imprevedibile, ma con lo stesso potenziale di risoluzione della crisi.

Ritardo di pagamento in zona euro: sogno o incubo?

"In realtà, al punto in cui sono i negoziati, l’altra alternativa ora più credibile è più violenta: lasciare che la Grecia sia in ritardo parziale. Per far questo, occorrerebbe a priori un coraggio politico ben maggiore di quello di cui i nostri leader sono capaci – a meno che i temporeggiamenti dell’Europa non spingano Tsipras all’esasperazione (non va dimenticato che qui ha un asso nella manica). Il nostro team ritiene quindi improbabile questa opzione. Detto ciò, avrebbe conseguenze interessanti e sempre meno tabù".

"Obbligherebbe infatti ad una revisione dei debiti della zona euro (e forse anche mondiali). Perché sollevare la Grecia da una parte dei debiti quando Spagna, Italia, Portogallo o Francia, ad esempio, lottano anch’essi con il proprio indebitamento? Ciò avrebbe il merito di avviare una riflessione in merito, con la possibilità di eliminare molto semplicemente una parte del debito pubblico".

"I debiti privati sono stati trasformati in debiti sovrani che schiacciano gli Stati, e non solo la Grecia, ormai incapaci della minima azione di rilancio economico. Un risanamento forzato con un ritardo parziale e ponderato avrebbe di certo conseguenze spiacevoli per alcune istituzioni finanziarie parassite, ma alla fine sarebbe un mezzo per risanare il sistema – risanamento che è la chiave per uscire dalla crisi sistemica globale".

"C’è quindi la forte tentazione di organizzare il mancato rimborso di alcuni creditori o dell’FMI e di innescare un processo di cancellazione del debito, soprattutto in un contesto di risalita dei tassi di interesse sul punto di vanificare gli sforzi di austerità condotti dai paesi indebitati".

"Il grande negoziato sull’emblematico caso greco è probabilmente, innanzitutto e soprattutto, un buon tempo di riflessione e di preparazione all’applicazione di una soluzione definitiva che potrebbe, dopotutto perché no, consistere a spingere i greci a innescare la grande bomba della cancellazione dei debiti che schiacciano il pianeta".

"Ma il nostro pronostico è comunque la scelta di una soluzione «ragionevole» di trasferimento del debito nell’Europa", la quale segnerebbe "la ripresa dell’indipendenza finanziaria del continente europeo".
 
La Grecia uscirà dall'euro e legherà la dracma al rublo.

La russia e la cina le daranno gli aiuti necessari per sanare i debiti pregressi con FMI e suoi sgherri.

Entro 4 o 5 anni ci sarà una guerra seria nell'est europa.
 
Molto probabilmente sarà la Turchia che si troverà a fare da specchietto per le allodole nel confronto. E' l'anello debole della Nato in quella zona e si troverà in mezzo fra i curdi e la grecia.

Ormai questa non è una pantomima fra strozzini e strozzati, la Gregia è diventata l'epicentro geopolitico dell'incubazione del nuovo ordine (o disordine) mondiale.
 
La Grecia uscirà dall'euro e legherà la dracma al rublo.

La russia e la cina le daranno gli aiuti necessari per sanare i debiti pregressi con FMI e suoi sgherri.

Entro 4 o 5 anni ci sarà una guerra seria nell'est europa.

La guerra è inevitabile , ci sarà comunque.

Basta dare ai crucchi il tempo di dipendere dal gas siberiano meno del 50 % attuale il resto verrà da solo
 
Ultima modifica:
La Grecia uscirà dall'euro e legherà la dracma al rublo.

La russia e la cina le daranno gli aiuti necessari per sanare i debiti pregressi con FMI e suoi sgherri.

Entro 4 o 5 anni ci sarà una guerra seria nell'est europa.

io inizierei a mettere le basi per un cambiamento degli attuali equilibri... poi vediamo cosa succede.. alla fine sono i popoli a decidere :cool:

La guerra è inevitabile , ci sarà comunque.

Basta dare ai crucchi il tempo di dipendere dal gas siberiano meno del 50 % attuale il resto verrà da solo

La guerra che inizia dall'occidente la vedo molto dura... l'attuale opinione pubblica non ha nessuna voglia di vedere i propri figli morire.. per cosa poi ? per gli interessi della finanza ? Figuriamoci se l'Itaglia va in guerra .. contro chi poi ? la Russia ? e con quale pretesto ?

sarebbero le comiche...
le guerre se ci saranno saranno solo economiche ...quelle tradizionali non esisteranno più in occidente.. chi si immagina vedere partire al fronte il nostro e non solo esercito ad andare a combattere contro i russi e soci ?

l'ho già scritto da qualche parte... oggi il potere tecnologico è l'arma vincente.. volete che colossi come Microsoft Oracle Avira e c. non abbiamo pronti virus in grado di bloccare tutti i pc del mondo e le telecomunicazioni ? alla fine sono loro che hanno creato i programmi e sanno come e dove intervenire...

nessuno oggi potrà mai vincere una guerra .. nessuno... e chi ha il potere in mano troverà sempre il compromesso che accontenti tutti... troppo rischioso iniziare cose che possono stravolgere lo status quo...
 
Allora .. sembra che dopo vento e tempesta stia tornando il sereno.. ho visto in tv gente in piazza davanti al parlamento greco che diciamo festeggiava il risultato..anche se ad oggi non c'è niente di DECISO.. come sempre tutti vincitori nessun vincitore... a quanto sembra si è arrivati ad un accordo sensato dove il buon senso ha prevalso; se dovesse finire in qs modo una domanda nasce spontanea... non si poteva farlo prima ?

e una domanda mi piacerebbe farla ai santoni dell'UE...

che unione può esserci se ci sono paesi che pagano il debito allo 0... e paesi che pagano il debito a multipli nettamente maggiori ? questa per me è la più grande ingiustizia.... certo ci sono paesi che hanno i conti in ordine e paesi no... ma è indubbio che se un paese non ha un aiuto per rendere meno difficile fare le riforme è per me una grossa ingiustizia.. ma io so zero...:-o

certo che risparmiare miliardi di spese per un tasso di interesse più alto e mettere quei miliardi a disposizione della crescita di un'economia non mi sembra un atto blasfemo..

ma per arrivare a qs risultati bisognerebbe che ci fossero molti tsipras in giro per l'europa...:cool:..noi invece abbiamo renzie e padoan che si gonfiano il petto nel dire che l'italia è un grande paese che può pagare senza problemi...:wall::wall:
 
Originalmente inviato da DDUKE Visualizza messaggio
Un par di palle, l'ha spiegato anche Gipa,
i greci di quei soldi ne hanno visti ben pochi, il resto tutto alle banche krukke e galliche, produttori di armi krukki ecc...

I coglioni siamo Noi che non eravamo esposti sulla Grecia ma che siamo stati trattati come fossimo krukki.

Se ci fossero uomini risorgimentali,
oggi chiederebbero i soldi alla germania e che la stessa chieda ai suoi cittadini di ripianare i debiti delle loro banche, non a Noi.

Sai cosa ci sarebbe da fare per inculare i krukki ?
Diciamo che i nostri 40MLD sono debiti di guerra verso la Grecia e tutto finisce li tanto ormai li diamo come perduti anzi, lo sono.


Voglio proprio vedere i krukki che faranno, con gli occhi del mondo addosso, un rilancio sul banco spettacolare, da manuale.

Spettacolare, da inchino ed annessi applausi,..............................:bow::clap:
 

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