GREXIT: Si o No ?

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nagual;4288339[B ha scritto:
]La Grecia uscirà dall'euro e legherà la dracma al rublo.[/B]

La russia e la cina le daranno gli aiuti necessari per sanare i debiti pregressi con FMI e suoi sgherri.

Entro 4 o 5 anni ci sarà una guerra seria nell'est europa.

Credo che questo scenario sia il più probabile con l' eccezione
del rimborso dei debiti. E perchè mai?
 
maggio 2015
MONETA PARALLELA IN GRECIA...CHE PASSIONE!




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1. "La Grecia dovrebbe emettere una moneta parallela per il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, confermando che un accordo con i creditori pubblici è tutt'altro che vicino.


Un paio di funzionari, che hanno partecipato a un incontro insieme al ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, questa settimana, hanno riferito che questi avrebbe citato la possibilità che la Grecia emetta una moneta parallela, qualora non fosse raggiunto a breve un accordo, senza proporla effettivamente come soluzione.
Il riferimento è alle indiscrezioni dei mesi scorsi, quando si è diffusa la voce che il governo greco fosse pronto a pagare stipendi e pensioni con i cosiddetti IOU, certificati di credito, simili alle nostre cambiali "pagherò", che potrebbero essere offerte a dipendenti pubblici e pensionati al posto dei pagamenti cash, consentendo loro di portarli a scontare in banca o di girarli ad altri, ottenendo la somma indicata sui titolo. Si tratterebbe, però, di una monetizzazione vera e propria della spesa pubblica ellenica, perché le banche nei fatti finanzierebbero il governo, a corto di liquidità.
Gli IOU eviterebbero alla Grecia di dichiarare default e forse anche di uscire dall'euro, ma dovrebbero essere tollerati dalla BCE, il cui statuto vieta tale pratica."


2. Se emettere una moneta parallela diviene una soluzione per gli €-rigoristi più intransigenti, e ben interessati al mantenimento dell'euro, un qualche sospetto potrebbe insorgere.
Ma come, i rigoristi germanici che considerano il divieto di emissione di moneta fuori dal potere di autorizzazione della BCE un presidio indispensabile per la loro stessa presenza nell'area euro (art.128 TFUE)?
La questione è semplice e ha a che vedere con gli effetti interni e verso l'estero, di questa moneta parallela: evidentemente idonea, nell'immediato (forse, se non contestata dalla BCE, ma si potrebbe avere un'elasticità "tattica" pur di salvare il sistema di potere dei paesi creditori...), a estinguere i debiti dello Stato verso i cittadini greci (salari e pensioni, pagamento di servizi e persino appalti di lavori pubblici), sarebbe poi simmetricamente idonea a effettuare pagamenti in senso inverso.

3. E' nella natura del "pagherò", che non è una vera moneta, riserva di valore (tanto più se emesso da uno Stato che non ha più il potere di garantirlo!), ma un credito a scadenza futura, che viene naturalmente "scontato" nella sua circolazione e si rapporta, con ciò, in valore (decrescente) al valore che nel frattempo assuma la vera e propria moneta "avente corso legale".
In particolare, la moneta parallela servirebbe, come prima funzione avallata dallo Stato, a estinguere i debiti tributari dei cittadini verso lo Stato greco. Quindi si tratterebbe di un'emissione che, entro un breve periodo di maturazione di tali crediti (dipende dal momento di scadenza del periodo di imposta dei vari tributi), porterebbe ad un innalzamento dell'indebitamento - attenzione CONTEGGIATO IN EURO- dello stesso Stato: un innalzamento direttamente proporzionale alla differenza di valore tra il valore nominale del "pagherò" e il valore (costante e persino accresciuto) dell'euro in cui deve essere espresso il bilancio dello Stato greco.
Cioè a un maggior deficit, determinato da un'estinzione fittizia di entrate non più prelevate in euro: euro che rimarrebbero gli unici idonei a estinguere il debito verso i vari creditori esteri.
Mentre invece, va ribadito, allo Stato greco, si chiede di realizzare un crescente avanzo primario - SEMPRE IN EURO- per poter pagare, in euro, i creditori della trojka.


4. Ma non basta: quella liquidità (una cambiale circolante) servirà ai greci che la ricevono, nell'immediato, anche per acquistare i beni indispensabili alla sopravvivenza e saldare i debiti a titolo privato comunque accumulati. Ad es; rate dei mutui e delle automobili.
Alle banche che li ricevessero (per tali titoli di soluzione dei debiti, essenzialmente con imprese estere) toccherebbe convertirli in euro: ammesso che li accetterebbero pro-solvendo, cioè come pagamenti a titolo definitivo (cosa che presupporebbe uno Stato greco solvibile IN EURO, condizione che, per definizione, non sussisterebbe più, e proprio perchè lo Stato ha emesso tali cambiali che sono la prova provata della mancanza di liquidità, cioè dell'insolvenza).
E le banche dovrebbero al più presto convertirli in euro, sia perchè i loro bilanci devono essere espressi in euro, - se non altro perchè attualmente il sistema bancario greco sopravvive attraverso il sistema di elargizione di emergenza ELA della BCE, ovviamente in EURO -, sia perchè una parte consistente di quegli stessi debiti deve essere pagata al sistema bancario-finanziario estero (creditore di quello greco, per via della operazione importativa sottostante) che ha venduto, in euro, i beni a pagamento rateizzato.


5. E ancora non basterebbe: la liquidità così immessa servirebbe altresì per pagare generi alimentari, farmaci (indispensabili), beni di consumo durevoli di ogni tipo (persino i pezzi di ricambio di frigoriferi e condizionatori, per non parlare del materiale per le sale operatorie- che i greci non potessero più permettersi e che dovessero almeno manutenere), determinando una ulteriore aggiunta di debito commerciale estero.
E questo dato che la Grecia, questo insieme di beni di consumo già non li produceva prima e ora, meno che mai, è in grado di produrli sul proprio territorio, squassato dalla feroce austerità e disoccupazione, devastanti il proprio precedente (e già esile) sistema industriale.


6. Che poi, quest'ultimo, è esattamente il problema (crediti commerciali esteri di medio e breve periodo) che ha portato alla crisi greca e che, nel calcolo degli economisti greci, come costantemente evidenzia Sapir, è decisivo circa la titubanza nell'arrivare all'euro-exit: nel senso che, poi, non si disporrebbe nè delle riserve di valuta pregiata per non deprimere distruttivamente il cambio della eventuale neo-dracma, nè di un sistema industriale per poter prontamente riprendere la produzione dei beni che non convenisse più importare a causa dell'aggiustamento-svalutazione del cambio.
La pseudo-valuta creata con la moneta parallela, anticiperebbe solo questo effetto, di insolvenza aggiuntiva rispetto ai paesi creditori e si trasformerebbe in un ulteriore debito pubblico (per accumulo di uscite-spesa pubblica non compensate da entrate prelevabili in euro, in quanto anticipatamente sostituite dai pagherò, corrisposti come stipendi, pensioni e pagamenti di eventuali residui fornitori dello Stato).


7. Il quadro dovrebbe essere chiaro: in questa situazione, la moneta parallela sarebbe null'altro che un aggravamento della situazione debitoria verso l'estero sia dello Stato che del sistema bancario greco, e dunque dell'insieme dei cittadini greci, che si troverebbero a detenere uno strumento di pagamento che "scotta", in quanto per definizione costretti a usarlo in super-offerta per convertirlo in euro (essi stessi o il sistema bancario greco: in pratica non cambia molto, tranne un leggero lag temporale di conversione rispetto alle transazioni).


8. La super-offerta significa che il prezzo di questa moneta parallela sarebbe immediatamente depresso nel "cambio" rispetto all'euro, che rimarrebbe la vera valuta di pagamento di ultima istanza (di pagamento di debiti pregressi o ulteriori espressi in euro): ci sarebbe la corsa a liberarsene e questo scatenerebbe un'inflazione galoppante.
Ma solo sul versante della capacità di pagamento (con moneta parallela a rapida svalutazione) dei greci e sul livello dei prezzi interni: il debito essenziale legalmente fissato in euro, essendo verso "l'esterno", si rivaluterebbe simmetricamente, creando condizioni ancora più dure di possibile rientro, a vantaggio di creditori che si sono mostrati intransigenti e spietati.
Per questo Schauble caldeggia la moneta parallela...


Pubblicato da Quarantotto a :
 
giorno signori dicono che finirà così....

Analisi FX 26/06/2015: Grecia, ecco come finirà

DiEmanuele Rigo

La soluzione era sotto gli occhi di tutti, ma era necessario attendere il naturale sviluppo delle vicende per giungere alla conclusione dell’eurodramma greco. Tsipras è capitolato di fronte all’inevitabile e ha scelto di fare ciò per cui è stato eletto: il primo ministro che traghetterà la Grecia fuori dall’austerity e forse dalla crisi.
Dopo una settimana cruciale di intense negoziazioni, si avvia alla conclusione il piano che con buona probabilità è stato partorito diverse settimane fa da un regista d’eccezione: Angela Merkel. Un copione già visto in Grecia, ma che ricordano bene anche Italia e altri paesi e che si basa sull’assunto che qualunque accordo scaturirà sabato dall’eurogruppo non potrà mai essere passato dalla maggioranza parlamentare che sostiene il governo di Tsipras.
Cosa succederà ora?
Formalizzazione dell’accordo sabato in cui a Tsipras sarà concesso di salvare la faccia in cambio di garanzie reali sulla tenuta dell’esecutivo. Entra ora in gioco il leader di Neo Demokratia ed ex primo ministro ellenico Samaras che ha già fornito ai creditori europei mercoledì e a Tsipras oggi su Kathimerini, garanzie di sostenere il governo nell’approvazione parlamentare dell’accordo che non potrà fare affidamento sui voti della frangia estrema di Syriza, Piattaforma Sinistra, che ha già dichiarato di dare battaglia al primo ministro se dovesse trovarsi a votare il compromesso.
Verrà meno la maggioranza parlamentare al governo e l’esecutivo cadrà, ma una situazione tale non sarebbe accettabile perchè creerebbe instabilità politica, la peggiore nemica di ogni accordo. Qui entra in gioco l’attore chiave: il presidente della Repubblica greca Prokopis Pavlopoulos e navigato politico della destra ellenica. Il presidente ha già messo le mani avanti la settimana scorsa dichiarando che, rapprensentando le forze democratiche e il popolo greco, il suo ruolo è quello di “far sì che il Paese rimanga in Europa e nella zona euro”.
Il parlamento ellenico vota l’accordo sabato o domenica, successivamente la Germania vota l’accordo in tempo per sbloccare i fondi di cui la Grecia ha bisogno per pagare il Fondo Monetario Internazionale.
A questo punto tutti i pezzi della scacchiera sono al loro posto per lo scacco finale: governo di unità nazionale e di ampia rappresentazione democratica formato da Syriza e Neo Demokratia con Tsipras premier finalmente liberato dagli estremisti del partito. La scelta di Tsipras sarà inevitabile per evitare l’errore fatto in precedenza di scavalcare la volontà popolare e che ha fomentato i populismi antieuropei di mezzo continente, un autogol clamoroso che rischia di inficiare completamente il capolavoro politico della Merkel.
Rimarranno nodi da risolvere soprattutto per il deterioramento dei rapporti personali tra gli esponenti delle finanze Schauble e Varoufakis: forse anche loro fanno parte del progetto e forse le loro teste rientrano nell’accordo. Ma questo è argomento per una discussione futura: per ora è scacco matto!

sarà vero o no ? un po di pazienza.. gli attori hanno finito le prove .. domani si alza il sipario...

il fatto che succeda di sabato mi fa mal pensare... vogliono avere il vantaggio tempo per prendere oggi posizione e poi lunedì passare alla cassa ?

chi ha la possibilità di vedere i book e cercare di capire gli ordini grossi come vengono inseriti..:-o:help:;)
 
MMHHH

BERLINO (Reuters) - La zona euro può aiutare la Grecia a ripagare le rate del debito in scadenza nei prossimi mesi con il denaro disponibile in base all'attuale 'bailout', se il programma verrà esteso di cinque mesi fino a novembre.
E' quanto si legge in una nota redatta per i ministri delle Finanze della zona euro.
La nota, letta da Reuters, pone l'ammontare complessivo disponibile per Atene a 16,3 miliardi di euro così suddivisi: 10,9 miliardi attualmente destinati alla ricapitalizzazione delle banche greche, 1,8 miliardi della tranche restante del 'bailout' e 3,6 miliardi derivanti dai profitti realizzati dalla Bce nel 2014 e nel 2015 sui bond greci.
Il programma di salvataggio ellenico scade martedì e il denaro ancora disponibile svanirà se non ci sarà una richiesta di estensione da parte di Atene.

Il denaro però potrebbe essere concesso in quattro tranche, ognuna legata al rispetto di alcune condizioni e dell'implementazione delle riforme da parte di Atene.
 
Nell'incertezza lunedì lo spread fra btp e bund si dovrebbe trovare a metà strada fra il 120 attuale e il 500 stimato in caso di default.

310 circa.
 
Ti hanno copiato l'idea. Il sì o no lo chiedono loro al popolo.

Grecia, la mossa di Tsipras: "Il 5 luglio referendum sulla proposta dei creditori" - Repubblica.it

Sostanzialmente giusto sul piano democratico, costituzionalmente inammissibile, formalmente confuso, politicamente esplosivo.

Per le macchinette una manna.

giorno a tutti...vediamo cosa succede oggi...però è sacrosanto che il popolo decida cosa fare del suo destino...un popolo a casa sua ha il dovere di scegliere e non è certo un trattato che può fermarlo...almeno da questo punto di vista anche i greci sono più avanti di noi...quando si deve decidere su aspetti fondamentali l'ultima parola spetta sempre al popolo..vedi anche La Svizzera che su alcune questioni lascia decidere il popolo.. Per noi invece decide il governo con dl senza che il parlamento ne possa discutere..
 
Scusate se mi intrometto in questo splendido 3d
La notizia del referendum del 5 luglio non dovrebbe generare un'ondata di destabilizzazione sui mercati lunedi prossimo?
Se siamo saliti di 2000 punti in una settimana sulla notizia di un accordo imminente ,questo dietro front non è tale da alimentare una brusca correzione?
Mi sembra la soluzione piu' sensata.
Inoltre un referendum il 5 luglio ,significa implicitamente che il 30 giugno non ci sarà nessun rimborso
Giusto?
 
Scusate se mi intrometto in questo splendido 3d
La notizia del referendum del 5 luglio non dovrebbe generare un'ondata di destabilizzazione sui mercati lunedi prossimo?
Se siamo saliti di 2000 punti in una settimana sulla notizia di un accordo imminente ,questo dietro front non è tale da alimentare una brusca correzione?
Mi sembra la soluzione piu' sensata.
Inoltre un referendum il 5 luglio ,significa implicitamente che il 30 giugno non ci sarà nessun rimborso
Giusto?


teoricamente si... poi metti variabile banche centrali e speculazione... chi vince sempre sono le banche centrali...
ora è da capire fino a lunedì mattina se ci sarà il colpo di scena ad effetto... in caso contrario il mercato sarà molto nevrotico.. ma io per ora sono sempre dell'opinione che qs sistema non può cambiare .. per ora...
e la storia di qs ultimi anni ci ha insegnato che le fasi di panico vanno acquistate...
 

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