Mila
Mila
Fiasco de clinto 1
Apprezzo l'energia che ci metti nelle risposte e la tua tenacia a fronte di così tante critiche. A volte anche qualche insulto.
E' che proprio sui fatti mi sembra che siamo un pò carenti.
Prenditi un bel fiasco di Clinton allora e vediamone degli altri.
1. L'attuale governo è stato nominato senza che si sia andati al voto. E' questo un grave strappo alla prassi democratica. Ci sono stati anche degli esposti alla magistratura (Consulta xè inerisce la Costituzione). L'equazione usata è:
- i partiti attuali hanno il consendo elettorale
- i partiti attuali eleggono il governo Monti
- il govergno Monti ha il consenso elettorale.
capisci anche tu che non regge.
E le implicazioni sono moltissime. Ma non è né sede né luogo.
Qui basti notare che è stato esautorato, bypassato l'elettorato. Dunque la cittadinanza attiva. Perché?
2. L'attuale Presidente del Consiglio è dimissionario. Lo è non perché si è presentato alle Camere. Ma perché è andato direttamente dal Presidente della Repubblica. E questo è il secondo, grave, strappo alla prassi democratica.
L'equazione usata è:
- avendo esautorato il consenso elettorale i partiti sono deligittimati
- essendo deligittimati i partiti le dimissioni davanti al Parlamento non sononecessarie
- il parlamente è delegittimato
Anche qui le implicazioni sono tantissime. Bypassiamo. Basti notare che il Parlamento è stato esautorato. Perché?
Dunque il punto 1 e 2 ha deligittimato di fatto nel giro di un anno la reppresentenza democratica. Se il punto 1 era solo l'inizio e tutto poteva essere, il punto 2 ne è stata la conferma.
Capisci dove ci siamo infilati l'11 novembre 2011? Probabilmente no.
Diciamo che queste cose non ti interressano. Pura dialettica. Lasciamola li.
Ok.
Passiamo allora al famigerato spread.
3. a luglio 2012 lo spread ritorna ai livelli di novembre 2011. In meno di un anno. Questa volta però al governo non c'è Berlusconi ma Monti.
Come la mettiamo? Vedremo poi al punto 4 gli effetti.
Spread dunque. Su questo è stata costruita la sconfitta di Berlusconi e la fama di Monti.
Che cosa è lo spread?
Esso è la capacità di prevedere l'andamento economico futuro. In questo caso di una nazione. Se gli interessi a lungo salgono, ciò è rivelatore di "attese inflazionistiche" e, quindi, di congiuntura economica positiva (se i prezzi salgono, deve ovviamente esserci domanda molto sostenuta). Viceversa, se i tassi a lungo scendono, l'economia è "vista" in recessione.
Prendo a prestito questo grafico per illustrare il concetto
se il tasso a lungo scende sotto quello a breve, ciò è indice di attese economiche molto negative (figura sopra) perché, quando ciò si verifica, ci si attende deflazione (prezzi in diminuzione e quindi domanda molto debole). Perché? Il tasso a breve è scarsamente influenzato dal tasso di inflazione atteso, a differenza del tasso a lungo che è fortemente dipendente dal tasso di inflazione atteso e, dunque, la differenza tra i due è una qualche misura approssimata dell'inflazione prevista.
Se il tasso a lungo scende sotto il tasso a breve, la differenza tra i due è negativa e, quindi, indica inflazione negativa, cioè deflazione, ovvero domanda talmente fiacca da costringere i venditori di beni e servizi ad abbassare i prezzi rispetto a prima.
E se calano i prezzi ed in più i volumi calano, le aziende (quindi la borsa) dovranno registrare utili decrescenti (se non vere e proprie perdite) e quindi crolli di borsa.
Dunque nel 2011 e nel 2012 (Berlusconi-Monti) l'Italia è vista in deflazione. Cosa ha fatto dunque Monti di così terribile? Lo vediamo al punto 4.
Spread dunque.
Alla stessa categoria di "predittori" appartiene anche lo spread: ancora una volta una differenza di tassi, ma, a differenza di prima, in ordine geografico (tra un paese ed un altro) e non temporale.
Quel differenziale, evidentemente, rappresenta il "rischio finanziario" di quel paese rispetto a quell'altro.
Quel rischio influenza l'economia e la borsa? Si.
Ancora un graficoa prestito
spread alto significa che, ad esempio, l'Italia (dallo stato, alle famiglie e alle aziende) paga di più il denaro, e quindi, i suoi costi sono più alti dei paesi concorrenti (Germania, Stati Uniti, Giappone...) che, dunque, rispetto ad essa avranno un vantaggio competitivo sul mercato internazionale dei beni e servizi. Spread al massimo, dunque, significa che l'economia va verso la recessione, mentre spread al minimo significa che l'economia va verso l'espansione (la figura dimostra questo con dati reali a luglio 2012).
I problemi sono strutturali quindi Tassi decennali e Spread che chiamano recessione per i prossimi anni non sono causa di Berlusconi o Monti. Ma essi diventano con-causa allora quando non agiscano.
Vediamo un pò l'origine (se vogliamo chiamarla così). Grafico (sempre a prestito)
la produzione industriale italiana è dipendente dal saldo tra esportazioni ed importazioni (Pil= Consumi + Investimenti + Esportazioni - Importazioni, dove la differenza Esportazioni-Importazioni è la linea rossa di figura sopra).
Nel 1993, dopo 5 anni di difficoltà economiche (produzione industriale in calo) la bilancia dei pagamenti (esportazioni - importazioni) diventa attiva (le esportazioni superano le importazioni) fino ad oltre 33 miliardi di euro l'anno nel 1997 (circa il 3.5% del Pil del tempo).
Quell'attivo del commercio con l'estero si trascina (al rialzo) l'intera economia italiana che esce dalla recessione dei primi anni novanta e dalla contemporanea crisi finanziaria che ha segnato la fine della prima Repubblica.
Cosa ha provocato quel "miracolo"?
La svalutazione della lira di settembre 1992, che pone fine alla stupidaggine del sistema monetario europeo il quale, come oggi l'euro, vorrebbe costringere l'Italia ad un sistema di cambi fissi in cui la valuta italiana dovrebbe restare all'interno di una banda di oscillazione prefissata.
Quella svalutazione innesca il processo virtuoso dell'attivo della bilancia dei pagamenti che, come abbiamo visto, trascina l'economia italiana fuori dalla crisi.
Osserva ora il 2001-2002 all'entrata nell'euro: la bilancia dei pagamenti diventa negativa (le importazioni superano le esportazioni) e la produzione industriale comincia a calare... esattamente come nei primi anni 90.
Lo stesso errore (cambio fisso e sopravvalutato) produce lo stesso perverso effetto (recessione e crisi).
Osserva dove siamo arrivati oggi con la bilancia dei pagamenti: passivo di oltre 60 miliardi di euro annui... circa il 4% del Pil.
Affinché il Pil recuperi quella passività (e quindi si mantenga a zero... cioè in stagnazione) consumi ed investimenti dovrebbe essere in crescita dello stesso 4%, diversamente quel saldo negativo ci manterrà sempre in recessione.
Cosa servirebbe?
Una svalutazione dell'euro. Non si può. I tedeschi non vogliono (e ora anche i francesi cominciano a sentire puzza di bruciato)
E qui arriva il dramma, perché stando nell'euro non ci è possibile svalutare e, quindi, quel saldo negativo sembra destinato ad aumentare nel tempo di circa 6 miliardi l'anno (mediamente).
Significa che nel 2022 dovremmo avere un passivo di ore 120 miliardi di euro: in prossimità del 10% del Pil : saremo falliti (nel modo peggiore, finendo tutti in miseria) prima di quella data.
Non ci credi?
Guarda questo grafico
L'euro: quando questo scende la nostra bilancia dei pagamenti è in attivo, mentre quando sale la bilancia va in passivo.
Ora cosa dice Monti sullo spread? La colpa è del debito pubblico
Allora guardiamo questo debito pubblico in funzione dello spread.
[...]
...rispondo solo a chi porta uno straccio di argomento
[...]
Apprezzo l'energia che ci metti nelle risposte e la tua tenacia a fronte di così tante critiche. A volte anche qualche insulto.
E' che proprio sui fatti mi sembra che siamo un pò carenti.
Prenditi un bel fiasco di Clinton allora e vediamone degli altri.
1. L'attuale governo è stato nominato senza che si sia andati al voto. E' questo un grave strappo alla prassi democratica. Ci sono stati anche degli esposti alla magistratura (Consulta xè inerisce la Costituzione). L'equazione usata è:
- i partiti attuali hanno il consendo elettorale
- i partiti attuali eleggono il governo Monti
- il govergno Monti ha il consenso elettorale.
capisci anche tu che non regge.
E le implicazioni sono moltissime. Ma non è né sede né luogo.
Qui basti notare che è stato esautorato, bypassato l'elettorato. Dunque la cittadinanza attiva. Perché?
2. L'attuale Presidente del Consiglio è dimissionario. Lo è non perché si è presentato alle Camere. Ma perché è andato direttamente dal Presidente della Repubblica. E questo è il secondo, grave, strappo alla prassi democratica.
L'equazione usata è:
- avendo esautorato il consenso elettorale i partiti sono deligittimati
- essendo deligittimati i partiti le dimissioni davanti al Parlamento non sononecessarie
- il parlamente è delegittimato
Anche qui le implicazioni sono tantissime. Bypassiamo. Basti notare che il Parlamento è stato esautorato. Perché?
Dunque il punto 1 e 2 ha deligittimato di fatto nel giro di un anno la reppresentenza democratica. Se il punto 1 era solo l'inizio e tutto poteva essere, il punto 2 ne è stata la conferma.
Capisci dove ci siamo infilati l'11 novembre 2011? Probabilmente no.
Diciamo che queste cose non ti interressano. Pura dialettica. Lasciamola li.
Ok.
Passiamo allora al famigerato spread.
3. a luglio 2012 lo spread ritorna ai livelli di novembre 2011. In meno di un anno. Questa volta però al governo non c'è Berlusconi ma Monti.
Come la mettiamo? Vedremo poi al punto 4 gli effetti.
Spread dunque. Su questo è stata costruita la sconfitta di Berlusconi e la fama di Monti.
Che cosa è lo spread?
Esso è la capacità di prevedere l'andamento economico futuro. In questo caso di una nazione. Se gli interessi a lungo salgono, ciò è rivelatore di "attese inflazionistiche" e, quindi, di congiuntura economica positiva (se i prezzi salgono, deve ovviamente esserci domanda molto sostenuta). Viceversa, se i tassi a lungo scendono, l'economia è "vista" in recessione.
Prendo a prestito questo grafico per illustrare il concetto
se il tasso a lungo scende sotto quello a breve, ciò è indice di attese economiche molto negative (figura sopra) perché, quando ciò si verifica, ci si attende deflazione (prezzi in diminuzione e quindi domanda molto debole). Perché? Il tasso a breve è scarsamente influenzato dal tasso di inflazione atteso, a differenza del tasso a lungo che è fortemente dipendente dal tasso di inflazione atteso e, dunque, la differenza tra i due è una qualche misura approssimata dell'inflazione prevista.
Se il tasso a lungo scende sotto il tasso a breve, la differenza tra i due è negativa e, quindi, indica inflazione negativa, cioè deflazione, ovvero domanda talmente fiacca da costringere i venditori di beni e servizi ad abbassare i prezzi rispetto a prima.
E se calano i prezzi ed in più i volumi calano, le aziende (quindi la borsa) dovranno registrare utili decrescenti (se non vere e proprie perdite) e quindi crolli di borsa.
Dunque nel 2011 e nel 2012 (Berlusconi-Monti) l'Italia è vista in deflazione. Cosa ha fatto dunque Monti di così terribile? Lo vediamo al punto 4.
Spread dunque.
Alla stessa categoria di "predittori" appartiene anche lo spread: ancora una volta una differenza di tassi, ma, a differenza di prima, in ordine geografico (tra un paese ed un altro) e non temporale.
Quel differenziale, evidentemente, rappresenta il "rischio finanziario" di quel paese rispetto a quell'altro.
Quel rischio influenza l'economia e la borsa? Si.
Ancora un graficoa prestito
spread alto significa che, ad esempio, l'Italia (dallo stato, alle famiglie e alle aziende) paga di più il denaro, e quindi, i suoi costi sono più alti dei paesi concorrenti (Germania, Stati Uniti, Giappone...) che, dunque, rispetto ad essa avranno un vantaggio competitivo sul mercato internazionale dei beni e servizi. Spread al massimo, dunque, significa che l'economia va verso la recessione, mentre spread al minimo significa che l'economia va verso l'espansione (la figura dimostra questo con dati reali a luglio 2012).
I problemi sono strutturali quindi Tassi decennali e Spread che chiamano recessione per i prossimi anni non sono causa di Berlusconi o Monti. Ma essi diventano con-causa allora quando non agiscano.
Vediamo un pò l'origine (se vogliamo chiamarla così). Grafico (sempre a prestito)
la produzione industriale italiana è dipendente dal saldo tra esportazioni ed importazioni (Pil= Consumi + Investimenti + Esportazioni - Importazioni, dove la differenza Esportazioni-Importazioni è la linea rossa di figura sopra).
Nel 1993, dopo 5 anni di difficoltà economiche (produzione industriale in calo) la bilancia dei pagamenti (esportazioni - importazioni) diventa attiva (le esportazioni superano le importazioni) fino ad oltre 33 miliardi di euro l'anno nel 1997 (circa il 3.5% del Pil del tempo).
Quell'attivo del commercio con l'estero si trascina (al rialzo) l'intera economia italiana che esce dalla recessione dei primi anni novanta e dalla contemporanea crisi finanziaria che ha segnato la fine della prima Repubblica.
Cosa ha provocato quel "miracolo"?
La svalutazione della lira di settembre 1992, che pone fine alla stupidaggine del sistema monetario europeo il quale, come oggi l'euro, vorrebbe costringere l'Italia ad un sistema di cambi fissi in cui la valuta italiana dovrebbe restare all'interno di una banda di oscillazione prefissata.
Quella svalutazione innesca il processo virtuoso dell'attivo della bilancia dei pagamenti che, come abbiamo visto, trascina l'economia italiana fuori dalla crisi.
Osserva ora il 2001-2002 all'entrata nell'euro: la bilancia dei pagamenti diventa negativa (le importazioni superano le esportazioni) e la produzione industriale comincia a calare... esattamente come nei primi anni 90.
Lo stesso errore (cambio fisso e sopravvalutato) produce lo stesso perverso effetto (recessione e crisi).
Osserva dove siamo arrivati oggi con la bilancia dei pagamenti: passivo di oltre 60 miliardi di euro annui... circa il 4% del Pil.
Affinché il Pil recuperi quella passività (e quindi si mantenga a zero... cioè in stagnazione) consumi ed investimenti dovrebbe essere in crescita dello stesso 4%, diversamente quel saldo negativo ci manterrà sempre in recessione.
Cosa servirebbe?
Una svalutazione dell'euro. Non si può. I tedeschi non vogliono (e ora anche i francesi cominciano a sentire puzza di bruciato)
E qui arriva il dramma, perché stando nell'euro non ci è possibile svalutare e, quindi, quel saldo negativo sembra destinato ad aumentare nel tempo di circa 6 miliardi l'anno (mediamente).
Significa che nel 2022 dovremmo avere un passivo di ore 120 miliardi di euro: in prossimità del 10% del Pil : saremo falliti (nel modo peggiore, finendo tutti in miseria) prima di quella data.
Non ci credi?
Guarda questo grafico
L'euro: quando questo scende la nostra bilancia dei pagamenti è in attivo, mentre quando sale la bilancia va in passivo.
Ora cosa dice Monti sullo spread? La colpa è del debito pubblico
Allora guardiamo questo debito pubblico in funzione dello spread.