Dunque i tassi di interesse a 10 anni sopra o sotto i tassi di interesse ad un anno (precedente post).
Dobbiamo poi sapere che:
I mercati finanziari riconducono tutti gli strumenti allo stesso rapporto beneficio/rischio.
Per cui comprare Bund oppure Btp è indifferente.
I prezzi di mercato di tutto ciò che è quotato, valutato, comprato e venduto, riflettono tutte le informazioni note in quel momento.
Significa che alla fine, fatti tutti i conti, secondo la logica con cui sono fatti i prezzi di mercato, si ottiene lo stesso rendimento su ogni categoria di asset.
Se così non fosse, significherebbe che alcuni asset sono migliori di altri e, quindi succederebbe che sarebbero più comprati degli altri, aumenterebbero di prezzo, diminuendo, ovviamente di rendimento.
Per quella via, dunque, si ristabilirebbe la parità tra tutti gli asset in questione.
In ogni momento, i rendimenti (e, quindi, i prezzi di mercato) allineano entrambi sullo stesso rapporto benificio/rischio.
Facciamo un esempio: la Spagna o l'Italia escono dall'euro.
l mercato ha già scontato quella possibilità e l'ha inglobata nei rispettivi spread con i Bund... sicché, per chi compra oggi, quel rischio è già coperto.
E se quel rischio non si materializza e Spagna ed Italia non escono dall'euro e non fanno default?
Chi ha comprato Bonos e Btp guadagna (ha investito i suoi soldi al 6.0% o 3%) e chi ha comprato Bund perde (ha investito i suoi soldi all'1.8%).
Dunque il trading è previsione di un avvenimento già scontato dal mercato (e, quindi, già inglobato nei prezzi)§: se non si realizzerà, diventi immancabilmente ricco perché compri o vendi quello strumento molto al di sotto o al di sopra del suo fair-value (il prezzo corretto, scontando quell'avvenimento che non si verificherà).
Se oggi sapessimo calcolare le probabilità di default della Grecia, confrontandolo con il prezzo di mercato dei suoi bond, si potrebbe scoprire che comprare quei bond potrebbe rivelarsi un affare colossale.
Un fatto è certo: ai prezzi correnti comprare bond greci, o italiani, o tedeschi è indifferente... sono tutti allineati sullo stesso rapporto beneficio/rischio: l'1.8% tedesco con la relativa sicurezza è equivalente al 29.0% greco con la relativa insicurezza.
Se così non fosse, perché i bond greci dovrebbero rendere oltre 15 volte quelli tedeschi?
I titoli tedeschi, dunque, sono un rifugio (temporaneo) per chi cerca "tranquillità" in mezzo alla tempesta in corso, mentre quelli greci sono il "paradiso" degli speculatori (se sanno fare bene i conti, possono guadagnare montagne di denari).
Se, ad esempio, uno "scoprisse" che la Germania stesse per fare default... diventerebbe straordinariamente ricco shortando Bund.
Dunque in questo mestiere le chiacchiere e le opinioni vanno a zero e contano solo i numeri ed i fatti.
Tornando ai Btp: se i loro prezzi riflettono in ogni momento tutte le informazioni in quel momento note, significa che non c'è motivo di "seguirli" per il individuare il momento migliore per comprare (o vendere)?
Assolutamente no: i prezzi di borsa "fluttuano" intorno al fair-value (il valore che, in quel momento, sconta tutte le informazioni note) e, dunque, il timing è importantissimo per individuare il punto d'entrata e d'uscita.
Un buon timing, nel trading di breve-medio termine, rappresenta circa la metà dei profitti totali.
Un trader, dunque, ha due distinte "capacità": quella di saper valutare e calcolare il FV partendo dai fondamentali (significa saper individuare la prossima tendenza del mercato in base alle condizioni al contorno: Curva, Spread, etc...) e quella di saper stabilire il miglior timing d'entrata e d'uscita (massima sottovalutazione e massima sopravvalutazione).
Dunque: nei profitti, c'entra il calcolo del FV per cui: come si fa a guadagnare se non si sa quanto vale ciò che si compra o si vende?
Certo, con i cicli o con altri metodi (se funzionano) si puo’ stabilire i probabili punti d'entrata e d'uscita senza curarsi del fair-value... ma si sta giocando con le probabilità e non con i fatti concreti.