GUERRA NEWS...:(

22 gennaio 2003 12:42
Oro vicino a massimo sei anni a fixing londinese su Iraq, dlr


LONDRA, 22 gennaio (Reuters) - Nuova risalita delle
quotazioni per il metallo giallo, che in occasione del fix
londinese della mattinata vola a ridosso dei record degli ultimi
sei anni grazie ai venti di guerra e al netto deprezzamento del
dollaro sui cross principali.
Il lingotto è stato fissato a quota 359,25 dollari l'oncia,
in rialzo dal precedente 353,80 dollari e sui massimi dal fixing
del 4 marzo 1997.
"Finchè le tensioni di guerra rimangono alte sarà molto
difficile che i prezzi dell'oro tornino a scendre" dice un
analista a Ubs Warburg.
Il lingotto beneficia del deprezzamento del dollaro, che
rende meno appetibili gli asset in valuta Usa, e della continua
debolezza degli indici di Wall Street.
Nella notte la moneta unica ha esteso a 1,0744 dollari il
suo massimo dei tre anni e mezzo sulla divisa Usa.
L'agenzia russa Interfax ha riferito stamane di aver
raccolto la dichiarazione di una alta fonte militare russa
secondo cui le operazioni militari contro l'Iraq avranno inizio
a metà febbraio.
La fonte ha detto che ciò risulta dalle informazioni giunte
alle autorità militari russe rifiutando però di spiegare come
l'esercito ne sia venuto in possesso.
Il "premio di guerra" ha innalzato le quotazioni dell'oro di
circa il 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
((Redazione Milano, Reuters Messaging:
[email protected],+3902 6612 9526
 
22/01/2003 14:21 Iraq dice di aver abbattuto aereo spia Usa senza pilota

22/01/2003 14:21 Iraq dice di aver abbattuto aereo spia Usa senza pilota
BAGHDAD, 22 gennaio (Reuters) - L'Iraq ha detto che la sua contraerea ha abbattuto un aereo spia americano senza pilota. "Le forze aeree irachene hanno abbattuto un aereo spia Predator americano proveniente dal Kuwait", ha riferito l'agenzia di stampa INA citando un portavoce militare. "L'aereo spia ha violato lo spazio aereo internazionale iracheno, che il nemico americano sta utilizzando per spiare le nostre strutture militari e civili". Funzionari militari statunitensi di base in Kuwait non hanno voluto commentare la vicenda. ((Tradotto da Arianna Radice, in redazione a Milano Giada Zampano, Reuters Messaging: [email protected] +3902 66129 462, [email protected]))
 
22 gennaio 2003 16:42
PUNTO 1 - Iraq, Russia: attacco Usa a metà febbraio. Ivanov nega


(aggiunge smentita ministro della Difesa russo)
MOSCA, 22 gennaio (Reuters) - Secondo l'agenzia stampa russa Interfax le forze armate russe hanno
ricevuto notizia che gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno già deciso di attaccare militarmente l'Iraq dalla
metà di febbraio, ma il ministro delle Difesa russa, Sergei Ivanov, ha invece ribattuto di non aver ricevuto
alcuna informazione riguardo qualsiasi decisione americana di attaccare Saddam.
"Secondo le informazioni di cui dispongo, non è stata presa nessuna decisione dagli Stati Uniti di
condurre un'azione militare in Iraq", ha detto Ivanov aggiungendo come una simile decisione debba
essere di competenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Il servizio di informazioni militari dell'agenzia, citando una fonte militare anonima dello stato maggiore,
ha detto oggi che le operazioni guidate dagli Usa saranno lanciate non appena sarà stata predisposta
una forza d'attacco di 150.000 uomini nel Golfo.
"Secondo le notizie ricevute, l'operazione è programmata per la seconda metà di febbraio. L'attacco è
stato deciso ma non ancora reso pubblico", ha detto la fonte all'agenzia, che in genere ha contatti
autorevoli con l'esercito russo e gli ambienti politici.
La fonte ha aggiunto che il principale scopo della guerra non è rovesciare il regime di Saddam
Hussein, ma piuttosto il controllo dei giacimenti petroliferi iracheni.
"Hussein è un pretesto. Lo scopo principale dell'azione militare è il controllo del petrolio iracheno", ha
detto la fonte.
Non è stato specificato come l'esercito russo abbia ottenuto questa informazione -- se dai servizi
segreti russi o da Washington.

SCHROEDER: GERMANIA E FRANCIA INSIEME PER LA PACE
Intanto oggi, il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha detto che la Germania e la Francia
coordineranno i propri sforzi per prevenire
una guerra contro l'Iraq, dopo aver annunciato che il suo paese non darà il proprio appoggio a una
risoluzione dell'Onu che autorizzi
l'attacco.
In quella che finora è stata la sua dichiarazione più forte contro la guerra, Schroeder ha annunciato che
la Germania - che siede nel
Consiglio di sicurezza dell'Onu, senza diritto di veto - non voterà alcuna risoluzione che autorizzi un
attacco contro l'Iraq.
In un articolo pubblicato oggi dal quotidiano Berliner Zeitung, Schroeder ha scritto che Germania e
Francia - che invece dispone del diritto
di veto al Palazzo di vetro - lavoreranno a stretto contatto per garantire la pace ed evitare una guerra.
Il mese scorso, il cancelliere aveva annunciato di non poter dire in anticipo come avrebbe votato su una
eventuale risoluzione dell'Onu che
autorizzasse la guerra, almeno finché non si conoscessero le condizioni. Ma, alla vigilia di un voto in un
Laender tedesco- fissato per il mese
prossimo - ha aggiunto che la Germania avrebbe votato "no" o si sarebbe astenuta.
Nel novembre scorso, il Consiglio di sicurezza ha approvato la risoluzione 1441, avvertendo l'Iraq delle
"gravi conseguenze" che dovrebbe
affrontare se non eliminasse eventuali armi di distruzione di massa. L'Iraq ha sempre negato di
possedere tali armi.
Alcuni paesi sostengono che occorre una secondo risoluzione Onu per autorizzare la guerra, nel caso in
cui l'Iraq violi materialmente la
risoluzione 1441. Gli Stati Uniti invece non sono d'accordo, e ieri il presidente Bush ha detto che il tempo,
per il leader iracheno Saddam
Hussein, sta per scadere.
((Tradotto da Arianna Radice, in redazione a Milano Ilaria Polleschi, Reuters Messaging:
[email protected] +3902
66129 462, [email protected]))
 
22 gennaio 2003 16:07
Treasuries in denaro su debolezza borse, timori guerra


NEW YORK, 22 gennaio (Reuters) - Il mercato obbligazionario
Usa si porta in territorio positivo nelle prime battute sulla
piazza Usa grazie alla pubblicazione degli ultimi deludenti
risultati societari, alla debolezza degli indici di borsa e alle
tensioni sul fronte internazionale che incoraggiano acquisti di
natura difensiva.
Gli operatori mettono in relazione la salita dei prezzi
anche alla notizia diffusa dall'agenzia Interfax, secondo cui
una fonte militare russa riferisce che gli Usa e gli alleati
hanno già pianificato l'intervento militare contro l'Iraq per la
seconda metà di febbraio.
Intorno alle 15,45 italiane il titolo di riferimento a dieci
anni guadagna 5/32 da martedì sera a 100*12 e rende il 3,95%,
mentre il trentennale sale di 10/32 a 107*19 per un rendimento
del 4,88%. Sulla parte breve della curva il benchmark a due anni
avanza di 1/32 a 100*08 per un rendimento dell' 1,62%.
((Redazione Milano, Reuters messaging:
[email protected], +39 02 801205,
[email protected]))
 
22 gennaio 2003 16:08
PUNTO 1 - Iraq: abbattuto aereo spia Usa, il Pentagono nega


(aggiunge smentita Pentagono aereo abbattuto)
BAGHDAD, 22 gennaio (Reuters) - L'Iraq ha detto che la sua contraerea ha abbattuto un aereo spia
americano senza pilota, mentre il Pentagono ha prontamente smentito la notizia.
"Le forze aeree irachene hanno abbattuto un aereo spia Predator americano proveniente dal Kuwait",
ha riferito l'agenzia di stampa INA citando un portavoce militare.
"L'aereo spia ha violato lo spazio aereo internazionale iracheno, che il nemico americano sta
utilizzando per spiare le nostre strutture militari e civili".
"Non abbiamo perso nessun Predator", ha ribattuto il tenente Daniel Hetlage, un portavoce del
Pentagono.
Il mese scorso la contraerea irachena aveva abbattuto un Predator, un episodio che il generale
Richard Myers, capo di stato maggiore delle forze armate americane, ha definito come un "colpo
fortunato".

USA DISPIEGANO ULTERIORI TRUPPE NEL GOLFO
Intanto, è notizia di stamani che gli Stati Uniti hanno deciso di spostare nel Golfo altre due portaerei e
37.000 soldati per una possibile guerra contro l'Iraq, mentre gli ispettori Onu agli armamenti oggi hanno
ispezionato degli altri siti iracheni in cui si sospetta la presenza di
armi di distruzione di massa.
La decisione presa dal ministro della Difesa Donald Rumsfeld, porterà a quattro il numero delle
portaerei - ognuna delle quali può trasportare 75 velivoli - a distanza di attacco dall'Iraq, e a oltre 100.000
i militari americani, hanno detto a Reuters funzionari del Pentagono che hanno chiesto di restare anonimi.
Le autorità irachene, intanto, oggi hanno riferito che gli esperti della Commissione Onu di Monitoraggio,
Verifica e Ispezione (UNMOVIC) e dell'Agenzia dell'Energia Atomica (IAEA) hanno visitato almeno quattro
siti nel sud e nell'Iraq centrale.
Una squadra di esperti di biologia dell'UNMOVIC ha controllato l'Istituto di Tecnologia a Baghdad,
accolta da una protesta degli studenti contro le ispezioni, secondo quanto riferito da testimoni.
Una squadra di chimici ha ispezionato il complesso missilistico Al-Qaqaa a sud di Baghdad, mentre
un'altra squadra di esperti di missili ha controllato la base di al-Badr, anch'essa a sud della capitale
irachena. Una squadra della IAEA è partita invece per l'Università di Basra, a 550 chilometri a sud di
Baghdad.
Per quanto riguarda i rinforzi militari Usa che si stanno stringendo intorno all'Iraq, la portaerei Abraham
Lincoln salperà per il Golfo da Perth, in Australia, mentre la USS Theodore Roosvelt si metterà in viaggio
dopo la conclusione di una serie di esercitazioni militari
nell'Atlantico, in acque poco distanti da Porto Rico.
Il nuovo movimento di truppe riguarderà invece la 41esima Divisione di fanteria di Fort Hood, in Texas
- una delle unità d'élite dell'esercito Usa e altre unità di supporto.
Un funzionario ha detto che i 37.000 soldati potrebbero essere inviati in Turchia, per poi costituire da lì
un'eventuale testa di ponte nel nord dell'Iraq. Ma non c'è al momento conferma che Ankara, ancora
indecisa sul tipo di sostegno da dare agli Usa, abbia approvato una tale decisione.
All'inizio del mese il Pentagono aveva già ordinato il dispiegamento di altri 62.000 uomini.
((Tradotto da Arianna Radice, in redazione a Milano Ilaria Polleschi, Reuters Messaging:
[email protected] +3902
66129 462, [email protected]))
 
22 gennaio 2003 17:59
Btp chiudono in rialzo. sotto i massimi su timori Iraq


MILANO, 22 gennaio (Reuters) - Il mercato secondario dei
titoli governativi italiani ha chiuso in rialzo la seduta
odierna, sebbene poco sotto i massimi toccati in mattinata.
Ancora una volta non sono gli spunti macroeconomici a
guidare le decisioni degli investitori, ma gli sviluppi sul
fronte geopolitico, con l'alternarsi di notizie ora
rassicuranti, ora preoccupanti sul contrasto Usa-Iraq.
"I timori per gli sviluppi in Iraq sono l'unico punto di
riferimento per bond e borse", commenta un trader.
Come questa mattina, la curva dei rendimenti, nel tratto
10-3 anni, mostra una leggera tendenza all'appiattimento, a
riflesso della preferenza espressa dagli investitori per la
scadenza a 10 anni.
Secondo un trader, tuttavia, potremmo presto assistere a una
ripresa del trend di irripidimento.
"Penso a un inizio graduale di steepening perché ritengo che
presto il mercato comincerà a scontare un taglio dei tassi di 50
punti base", spiega il trader. I corsi dei titoli già scontano
un intervento della banca centrale europea di 25 punti base.
"Il cambio persistentemente forte dell'euro ha cancellato
gli effetti del precedente taglio in quanto ha rallentato
l'inflazione: in termini reali, la crescita dell'euro ha
pareggiato la riduzione di 50 punti base risalente a dicembre,
in quanto con un euro forte importiamo meno inflazione".
Alle 17,50 il futures marzo sul Bund guadagna 8 centesimi a
114,57, dopo aver toccato in giornata un nuovo massimo dell'anno
a 114,72.
In chiusura su Mts il Btp settembre 2005 vale 101,66 (+3
centesimi), per un rendimento a 2,86% da 2,87% di ieri.
Il Btp febbraio 2013 quota 104,03, in rialzo di 13 punti
base e con un rendimento al 4,30% (4,33%). Sulla parte più lunga
della curva il trentennale maggio 2031 è salito di 32 centesimi
a 116,55 e rende il 4,97% (4,99%).
Per quanto riguarda i differenziali:
* Spread Bund/T-bond a 13 da 8 punti base
* Spread Btp/Bund 10 anni stabile a 19 pb
* Spread Btp 10-3 anni a 144 da 146 pb
* Spread Btp 30-10 anni a 67 da 66 pb
((Valeria Andreoli, Redazione Milano; Reuters Messaging:
[email protected]; +39 02 66129655;
[email protected]))
 
22 gennaio 2003 19:28
Usa promettono di tenere il petrolio iracheno "in custodia"


WASHINGTON (Reuters) - Il segretario di Stato Usa Colin Powell ha promesso che nel caso di un'occupazione militare
dell'Iraq, gli Stati Uniti terranno i giacimenti di petrolio del Paese "in custodia" per il popolo iracheno.
In un'intervista con i quotidiani Usa, resa nota oggi dal Dipartimento di Stato, Powell ha detto che l'amministrazione Bush sta
studiando diversi modelli di amministrazione per gestire l'industria petrolifera irachena nel caso che gli Stati Uniti attacchino.
"Se siamo la potenza occupante, [il petrolio] sarà tenuto in custodia e utilizzato a beneficio della popolazione irachena", ha
detto Powell.
"Come lo gestiremo? Come utilizzarlo al meglio? Stiamo studiando diversi modelli. Ma l'unica cosa che posso assicurarvi è che
lo terremo in custodia per la gente irachena, a beneficio della gente irachena. Questo è un obbligo legale che la potenza
occupante avrà", ha aggiunto.
Powell ha anche detto che non è intenzione dei militari Usa occupare a lungo l'Iraq nel caso di una possibile invasione, ma non
ha voluto aggiungere dettagli su quanto tempo le truppe statunitensi potrebbero restare nel Paese.
((Tradotto da Giada Zampano, in redazione a Milano Roberto Bonzio, Reuters Messaging:
[email protected] +3902
66129 462, [email protected]))



questa è proprio bella! in custodia x il popolo iracheno :lol: :lol:
 
23 gennaio 2003 08:24
Iraq, Francia e Germania: guerra da evitare. Gli Usa ribattono


WASHINGTON/BAGHDAD, 23 gennaio (Reuters) - Mentre il presidente Usa George W. Bush aumenta
la pressione su Baghdad affinché si disarmi, i due alleati chiave di Washington, Francia e Germania,
hanno detto che "dev'essere fatto di tutto" per evitare una guerra in Iraq.
Il presidente iracheno Saddam Hussein, da parte sua, ha suonato ieri le note della sfida, promettendo a
qualsiasi invasore che "scoprirà un popolo di uomini e donne che non gli permetteranno di passare".
In un'intervista nella notte all'ABC News, il vice premier iracheno Tariq Aziz ha detto che Saddam non
lascerà il suo paese per evitare un attacco degli Usa. Il suo commento è arrivato dopo le notizie di alcuni
media secondo cui gli stati arabi potrebbe essere al lavoro dietro le quinte per organizzare l'esilio di
Saddam o incoraggiare un colpo di stato.
Secondo alcuni diplomatici alle Nazioni Unite, è probabile che la Germania chieda agli ispettori
dell'Onu di consegnare un altro rapporto sul grado di cooperazione di Baghdad a metà febbraio, quando
Berlino assumerà la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Un rapporto che potrebbe ritardare l'appoggio internazionale all'eventuale decisione Usa di invadere
l'Iraq e che sarebbe sostenuto dalla Francia, la quale si è unita ieri alla Germania nel frenare sull'ipotesi di
una guerra, almeno prima che gli ispettori sugli armamenti abbiano finito il loro lavoro in Iraq.
La guerra, ha detto ieri il presidente francese Jacques Chirac è "la soluzione peggiore". "La Germania
e la Francia hanno lo stesso giudizio a riguardo della crisi", ha aggiunto Chirac durante una conferenza
stampa congiunta con il Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder.
"Siamo completamente d'accordo per cercare di armonizzare il più possibile le nostre posizioni per
trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena", ha ribadito Schroeder.
Un'iniziativa, quella francotedesca, che ha visto la replica in serata da parte degli Usa. Il ministro della
Difesa Donald Rumsfeld, per tentare di mettere ai margini l'opposizione di Parigi e Berlino, ha detto che
un "vasto numero di altri paesi europei" sostengono gli Stati Uniti su una possibile guerra all'Iraq.
Il segretario di Stato Usa, Colin Powell, aveva detto poche ore prima che i dissensi della Francia con gli
Stati Uniti riguardo un possibile attacco militare sono soltanto momentanei e che spera ci possa essere
un riavvicinamento alla posizione americana.
In un clima sempre più teso il presidente americano George W. Bush ha voluto avvisare i militari
iracheni che saranno accusati come criminali di guerra nel caso in cui utilizzassero armi proibite contro le
truppe Usa o contro la propria popolazione.
"Ci saranno serie conseguenze per ogni generale o soldato che farà uso di armi di distruzione di
massa contro le nostre truppe e contro il popolo innocente iracheno", ha detto Bush. "Chiunque lo farà,
una volta che l'Iraq sarà liberato, sarà trattato, processato e perseguito come un criminale di guerra".
Continuano le ispezioni ai siti iracheni sospetti da parte degli esperti agli armamenti dell'Onu il cui
capo, Hans Blix, ha criticato ieri l'Iraq per non rivelare informazioni sufficienti sui propri programmi proibiti
e per non favorire gli interrogatori privati con gli scienziati iracheni
 
23 gennaio 2003 09:36
Afghanistan: esplosione scuote il sud vicino al Pakistan


CHAMAN, Pakistan, 23 gennaio (Reuters) - I residenti dell'Afghanistan meridionale hanno detto oggi
che un veicolo militare afghano è stato distrutto da un attacco missilistico vicino al confine con il Pakistan.
Anche gli abitanti della città pakistana di Chaman hanno riferito di aver sentito ieri sera una forte
esplosione.
Funzionari afghani hanno confermato l'esplosione, ma hanno declinato di dire che cosa l'abbia
provocata.
Alcuni abitanti della zona hanno spiegato che un veicolo militare afghano è stato silurato, andato a
fuoco e completamente distrutto. Il destino dei soldati che erano a bordo non è ancora chiaro.
Testimoni a Chaman ha detto a Reuters di aver sentito forti esplosioni lungo tutto il confine e hanno
visto del fumo nero nel cielo al tramonto. Hanno aggiunto di aver visto più tardi aerei americani sorvolare
la zona.
I reduci del movimento talebano e della rete di al Qaeda network hanno aumentato gli attentato alle
forze afghane e della coalizione guidata dagli Stati Uniti negli ultimi mesi, specialmente nella zona
dominata dall'etnia Pashtun nel sud dell'Afghanistan.
 
23 gennaio 2003 10:10
Corea del Nord: crisi nucleare pesa sui colloqui a Seoul


SEUL, 23 gennaio (Reuters) - Nel tentativo di ridimensionare le ambizioni nucleari del Nord, la Corea
del Sud ha detto oggi al suo vicino che deve fare di più che dire di non avere intenzione di sviluppare armi
atomiche se vuole porre fine alla crisi nella penisola.
La Corea del Nord, isolata e combattiva, accusa gli Stati Uniti di violazioni e di essere responsabile
della crisi, mentre lo stallo nelle trattative pesa negativamente sui vertici tra le controparti in corso a Seoul.
I giornali sudcoreani giudicano la dichiarazione resa ieri dal delegato della Corea del Nord, Kim
Ryong-song, secondo cui Pyongyang non ha piani nucleari, poco più che un espediente per evitare
l'argomento.
Duro anche il tono dei delegati sudcoreani che hanno chiarito a Pyongyang che deve fare di più per
superare la crisi.
"La Corea del Nord ha ribadito che non intende sviluppare armi nucleari", ha detto un portavoce
sudcoreano. "Stanno esponendo la loro posizione partendo da questa premessa e sembra che su questo
ci sia un intendimento comune". Ma non è abbastanza.
"Ci piacerebbe vedere un passo avanti da parte della posizione nordcoreana", ha detto il portavoce in
conferenza a Seoul.
Il diplomatico Usa ha detto che la decisione della Corea del Nord di lasciare il Trattato di non
proliferazione nucleare potrebbe essere valutata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu nei prossimi giorni.
Una tale manovra potrebbe ulteriormente fare infuriare il Nord, dicono le fonti diplomatiche vicine a
Pyongyang, e un'attuale discussione su questo argomento al Consiglio di sicurezza potrebbe
incoraggiare la Corea del Nord a riprendere i test sui missili balistici.
((Tradotto da Antonella Ciancio, in redazione a Milano Ilaria Polleschi, Reuters Messaging:
[email protected] +3902 66129 462, [email protected]))
Copyright 2000 Reuters Limited.
 

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