Gli etf meritano una spiegazione più approfondita perché essi possono generare, con l’attuale regime fiscale, du tipi di reddito:
a. redditi di capitale: deriva dalla distribuzione di dividendi / cedole
b. redditi diversi: deriva dal guadagno di negoziazione (quando cioè il titolo viene venduto ad un prezzo superiore a quello cui è stato acquistato). E’ il cosiddetto capital gain.
I redditi da capitale sono semplicemente tassati alla fonte secondo l’attuale regime fiscale (12,5%).
I redditi diversi invece sono leggermente più complicati, dal momento che bisogna tenere conto della differenza maggiore tra le seguenti quantità:
a - Prezzo di vendita – prezzo di acquisto
b - Nav del giorno di vendita – Nav del giorno di acquisto (*/*)
La base imponibile sarà pari al maggiore tra le due differenze indicate, inoltre se sarà b>a allora si pagherà la tassazione sulla differenza dei NAV ma si genererà al contempo un credito di imposta pari a (b-a), che sarà decurtabile da future plusvalenze. La tassazione è anche in questo caso pari al 12,5%.
Queste procedure, se l’investitore sceglie il regime fiscale di risparmio amministrato (e non il regime dichiarativo) sono a carico dell’intermediario (banca/broker ecc.) presso cui l’investitore ha in deposito i titoli acquistati.
(*/*)
Cos’è il NAV dell’ETF e perché è diverso dal prezzo dell’ETF?
Gli ETF sono fondi costituiti da un portafoglio di titoli che replica il più fedelmente possibile l’indice su dichiarato dall’ETF stesso (esempio: S&P / MIB MASTER UNIT , Gestore: Lyxor Int. A.M. - Société Générale ha come indice di riferimento S&P/MIB).
Dunque ogni sera il gestore del fondo contabilizza il proprio portafoglio e determina il NAV (net asset value, ovvero il valore del portafoglio di titoli di cui è in possesso alla chiusura del mercato di trattazione. Tale valore, diviso per il numero di quote presenti, fornisce il valore della quota del giorno).
Tuttavia gli ETF hanno la peculiarità di essere trattati sui mercati in continua come azioni qualunque, dunque durante il giorno avranno dei valori che rispecchieranno il più possibile l’andamento dell’indice sottostante in quel momento. Avranno dunque almeno un valore di apertura, un massimo, un minimo ed un valore di chiusura.
L’investitore, avendo facoltà di acquistarli durante la trattazione potrà dunque acquistarli ad un prezzo diverso rispetto a quello di chiusura, che va a formare il NAV di cui sopra. Questo meccanismo genera la possibile differenza tra:
NAV di vendita – NAV di acquisto
e
Prezzo di vendita – prezzo di acquisto