Hindemburg omen. (3 lettori)

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Si chiama Hindenburg Omen la prova che la recessione è alle porte
PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di ilsussidiario.net www.ilsussidiario.net, 15.09.2010 09:08
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I recenti articoli di Mauro Bottarelli ci hanno informato sul verificarsi dell'indicatore chiamato Hindenburg Omen. Bottarelli non si offenderà se faccio le pulci a quanto da lui scritto (sempre di grande interesse e molto preciso), ma oltre alle condizioni da lui descritte per la verifica dell'Hindenburg Omen ve ne deve essere un'altra decisiva: le condizioni descritte devono verificarsi almeno due volte, nel giro di 36 giorni.

Ebbene, a confermare la fibrillazione degli operatori dei mercati finanziari, il 22 agosto scorso è arrivato un nuovo segnale Hindenburg Omen, che rende completato il segnale di un possibile crollo dei mercati finanziari. Ricordiamo solo che non tutte le volte che si è completato questo indicatore, si è verificato un crollo dei mercati; ma negli ultimi 25 anni, ogni crollo è stato preceduto da un Hindenburg Omen verificato.

Ma qui non si tratta solo di indicatori più o meno affidabili o esotici: qui si tratta di una economia che, nonostante stimoli fiscali o monetari di tutti i tipi, non ne vuol sapere di riprendersi. Ed il motivo fondamentale, ma taciuto da tutti, è proprio quello che da queste pagine abbiamo tanto spesso ripetuto: se tutta la moneta è a debito, tentare di risolvere i problemi finanziari con sempre maggiore creazione di liquidità equivale a iniettare in un corpo malaticcio lo stesso sangue infetto che ha reso malaticcio quel corpo.

A tal proposito, interessanti sono le testimonianze riportate dallo stesso Bottarelli nel suo articolo. Così si esprime Albert Edwards, capo analista strategico presso Société Générale: «Gli investitori si preparino per uno shock molto brutale. L'economia globale sta scivolando in recessione...». Diciamo subito che non siamo d'accordo. Non stiamo scivolando in recessione, poiché in realtàdalla recessione non siamo mai usciti. I dati parlerebbero chiaro, se ad essi si togliesse l'effetto distorcente della moneta creata dal nulla e diffusa a piene mani dalle banche centrali. Ma essendo moneta a debito, ora i bilanci di tutti gli stati si trovano gravati di debiti impagabili. Si propongono pesantissime cure dimagranti per le macchine statali, ma al di là del fatto che in molti casi si riuscirebbero finalmente a togliere di mezzo una serie infinita di sprechi, in realtà nessuno spiega come potrebbe riprendersi l'economia di uno stato dove l'attore principale (lo stesso stato) riducesse il proprio impegno finanziario.

Non solo non siamo mai usciti dalla recessione, ma occorre parlare chiaramente di depressione. Se le parole hanno ancora un senso, si parla di depressione quando il calo è a doppia cifra (cioè maggiore o uguale al 10%). Basta prendere i dati sulle immatricolazioni di nuove auto: nel pieno della crisi abbiamo avuto un calo del 50%; poi, con iniezioni di liquidità e incentivi di tutti i tipi, un aumento del 20-30%. Ma questo vuol dire che prima siamo passati da 100 a 50 (calo del 50%), e poi da 50 a 60-65 (aumenti del 20-30% su 50). Quindi siamo ben al di sotto dei livelli precedenti all'inizio della crisi. Siamo in piena depressione.

Si continua a paventare il pericolo di una nuova recessione. No! La depressione è già qui! La vendita di nuove case negli Usa è crollata di oltre il 17% , ai minimi degli ultimi 15 anni. E la cosa peggiore è che, siccome nessuno parla di depressione e ovviamente nessuno si muove per tentare di evitarla, in depressione economica andremo sicuramente.

A conferma di ciò, c'è il numero dei disoccupati, che, nonostante l'ottimismo profuso a piene mani e alcuni conti aziendali tornati in positivo, purtroppo.....................
 

superbaffone

Guest
come spesso accade settimana di scadenze con poca direzionalità, vedremo quando avranno rollato tutti se si decidono.
 

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