pb
Forumer attivo
Mi pare sia il secondo morto quanti ce ne saranno, non solo fra i ladri ,nei prossimi mesi?
http://www.valtiberinaonline.it/new/dettaglionews.asp?id=14907
Notizie tratte da "La Nazione"
- Uccide il ladro di piante: arrestato «Ma come, non è legittima difesa?»
EBOLI (Salerno) — Ha imbracciato il fucile pensando di poter beneficiare della nuova legge che permette di fare fuoco contro chi si introduce nella propria casa o nel proprio negozio. Ha premuto il grilletto pensando di poter colpire un ladro, sgaiattalondo poi tra i commi della normativa approvata agli inizi di gennaio e che protegge chi viene derubato nella sua proprietà. Solo che Domenico Sabatino, 25 anni, titolare di un bar-tabaccheria tra Battipaglia ed Eboli, in provincia di Salerno, non ha fatto bene i conti ed è finito dietro le sbarre per aver ucciso un uomo. Infatti, la riforma appena varata dal Parlamento permette l’uso delle armi per difendere la vita e i propri beni. Ma soprattutto concede l’impiego delle armi con una reazione che deve essere «proporzionata» all’offesa che si sta ricevendo. Tutto accade verso l’una di notte sulla litoranea che da Battipaglia conduce ad Eboli. A quell’ora Domenico Sabatino è ancora sveglio, sta mettendo ordine nel suo locale in ristrutturazione: l’inaugurazione era prevista la prossima domenica. Il giovane sente delle voci sommesse che provengono dall’esterno dove tre uomini stanno cercando di sradicare dall’aiuola tre palme nane ornamentali che Sabatino aveva fatto piantare da appena qualche giorno, per abbellire l’ingresso del suo esercizio commerciale in vista del ‘vernissage’. Il valore delle tre cycas è di circa mille euro e i tre ladri pensavano di poterle rivendere lucrandoci due o trecento euro. Forse avevano già un ricettatore pronto ad acquistarle o un compratore che aveva notato la recente installazione delle tre palmette. Fatto sta che Sabatino ci sta poco a pensare: va nel retro del bar dove è custodito un fucile calibro 12, caricato a pallettoni e legalmente detenuto poi, con l’arma in mano, esce dalla porta d’ingresso del locale e spara tre colpi colpendo alla schiena Gerardo Coralluzzo, 28 anni, tossicodipendente, di Montecorvino Rovella, il comune a pochi chilometri da Eboli che qualche estate fa fu al centro di una sommossa popolare contro una discarica (il blocco dei treni duro alcuni giorni spezzando in due l’Italia). I due complici — Luca Di Lascio, un pregiudicato di 29 anni e Massimo Pepe, un incensurato di 28, entrambi fermati e denunciati per furto — raccolgono l’amico colpito dai pallettoni e lo trasportano, con la loro Fiat Panda in ospedale. Ma quando arrivano l’amico è già morto. I genitori di Sabatino — due pensionati che vivono nello stesso stabile del bar — chiamano il 112. I carabinieri ascoltano il giovane tabaccaio: «Stavano rubando le piante, in casa mia: ho agito in base alla nuova legge sulla legittima difesa». Ma la giustificazione non è convincente perché emerge la sproporzione tra offesa e difesa e perché, a detta dei complici del morto, i colpi sarebbero partiti quando i tre giovani stavano già scappando con le piante. Per questo motivo, proprio per la mancanza di una «reazione minacciosa», come prevede implicitamente la legge, Sabatino viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario e portato al carcere salernitano di Fuorni. «Il mio cliente si è sentito minacciato — spiega l’avvocato Guido Colletti — e la minaccia dell’irruzione dei tre non riguardava solo i beni, ma anche la sua persona e quelli dei genitori. Per questo motivo la sua reazione è da considerare proporzionata». «Se si spara perché qualcuno sta rubando le piante dal tuo giardino — commenta sconsolato don Liborio Buono, il parroco della chiesa del Redentore di Eboli — rischiamo di aprire le porte al far west. E i nostri paesi si riempiranno di morti».
Nino Femiani
http://www.valtiberinaonline.it/new/dettaglionews.asp?id=14907
Notizie tratte da "La Nazione"
- Uccide il ladro di piante: arrestato «Ma come, non è legittima difesa?»
EBOLI (Salerno) — Ha imbracciato il fucile pensando di poter beneficiare della nuova legge che permette di fare fuoco contro chi si introduce nella propria casa o nel proprio negozio. Ha premuto il grilletto pensando di poter colpire un ladro, sgaiattalondo poi tra i commi della normativa approvata agli inizi di gennaio e che protegge chi viene derubato nella sua proprietà. Solo che Domenico Sabatino, 25 anni, titolare di un bar-tabaccheria tra Battipaglia ed Eboli, in provincia di Salerno, non ha fatto bene i conti ed è finito dietro le sbarre per aver ucciso un uomo. Infatti, la riforma appena varata dal Parlamento permette l’uso delle armi per difendere la vita e i propri beni. Ma soprattutto concede l’impiego delle armi con una reazione che deve essere «proporzionata» all’offesa che si sta ricevendo. Tutto accade verso l’una di notte sulla litoranea che da Battipaglia conduce ad Eboli. A quell’ora Domenico Sabatino è ancora sveglio, sta mettendo ordine nel suo locale in ristrutturazione: l’inaugurazione era prevista la prossima domenica. Il giovane sente delle voci sommesse che provengono dall’esterno dove tre uomini stanno cercando di sradicare dall’aiuola tre palme nane ornamentali che Sabatino aveva fatto piantare da appena qualche giorno, per abbellire l’ingresso del suo esercizio commerciale in vista del ‘vernissage’. Il valore delle tre cycas è di circa mille euro e i tre ladri pensavano di poterle rivendere lucrandoci due o trecento euro. Forse avevano già un ricettatore pronto ad acquistarle o un compratore che aveva notato la recente installazione delle tre palmette. Fatto sta che Sabatino ci sta poco a pensare: va nel retro del bar dove è custodito un fucile calibro 12, caricato a pallettoni e legalmente detenuto poi, con l’arma in mano, esce dalla porta d’ingresso del locale e spara tre colpi colpendo alla schiena Gerardo Coralluzzo, 28 anni, tossicodipendente, di Montecorvino Rovella, il comune a pochi chilometri da Eboli che qualche estate fa fu al centro di una sommossa popolare contro una discarica (il blocco dei treni duro alcuni giorni spezzando in due l’Italia). I due complici — Luca Di Lascio, un pregiudicato di 29 anni e Massimo Pepe, un incensurato di 28, entrambi fermati e denunciati per furto — raccolgono l’amico colpito dai pallettoni e lo trasportano, con la loro Fiat Panda in ospedale. Ma quando arrivano l’amico è già morto. I genitori di Sabatino — due pensionati che vivono nello stesso stabile del bar — chiamano il 112. I carabinieri ascoltano il giovane tabaccaio: «Stavano rubando le piante, in casa mia: ho agito in base alla nuova legge sulla legittima difesa». Ma la giustificazione non è convincente perché emerge la sproporzione tra offesa e difesa e perché, a detta dei complici del morto, i colpi sarebbero partiti quando i tre giovani stavano già scappando con le piante. Per questo motivo, proprio per la mancanza di una «reazione minacciosa», come prevede implicitamente la legge, Sabatino viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario e portato al carcere salernitano di Fuorni. «Il mio cliente si è sentito minacciato — spiega l’avvocato Guido Colletti — e la minaccia dell’irruzione dei tre non riguardava solo i beni, ma anche la sua persona e quelli dei genitori. Per questo motivo la sua reazione è da considerare proporzionata». «Se si spara perché qualcuno sta rubando le piante dal tuo giardino — commenta sconsolato don Liborio Buono, il parroco della chiesa del Redentore di Eboli — rischiamo di aprire le porte al far west. E i nostri paesi si riempiranno di morti».
Nino Femiani