Ho sognato che...

ho sognato che mi tagliavo i capelli e mi faceva freddo alle orecchie
poi mi sono svegliato e non era un sogno

ieri mi son tagliato davvero i capelli e ho freddo alle orecchie
infatti ho messo la felpa col cappuccio e lo tengo in testa

E me lo tengo così finché non mi ricrescono i capelli.
Oppure arriva la primavera.

E poi se incrocio gente antipatica non mi riconosce.
 
ho sognato che prendevo una stradina a sinistra, in una via che faccio spesso.
Era sterrata, in salita e curvava a sinistra a sua volta.
Come se fosse scavata in una pietra giallo rossiccia, forse tufo.
Siccome era in ripida salita appoggiavo le mani e procedevo a quattro zampe, e lo trovavo così comodo da pensare come mai non l'avessi fatto sempre, prima.
La stradina si avventurava fra rovine, tipo rovine romane, ma ristrutturate, con grandi vetrate e acciaio, che svelavano all'interno appartamenti arredati in stile moderneissimo.
Il quartiere era abitato da cosi che erano una specie di robot, ma di legno. Non avevo nessuna sensazione di inquietudine, anche se il loro aspetto non era troppo rassicurante. Assomigliavano agli alberi Ent di Tolkien e ai dipinti di Arcimboldo, una via di mezzo.
Poi la stradina sembrava finire, ma una signora robot di legno si alzava dal salottino dove sedeva con le sue amiche e mi indicava la continuazione in una specie di caverna.
Procedevo, in piedi, e iniziavano a comparire cani, botoli in realtà, malmessi ma minacciosi.
Il più ringhiante mi si faceva incontro e io gli prendevo il labbro superiore e glielo pizzicavo forte e quello immediatamente smetteva di ringhiare, si girava e sembrava invitarmi in una stanza, sulla destra. Ecco, siamo diventati amici, pensavo.
Nella stanza i cani sparivano e mi sedevo a mangiare la peperonata direttamente da una teglia.
C'era un mio amico, Mauro, che non vedo da tempo.
Mangiavamo, ma non per mangiare, come quando si assaggia dalla pentola per vedere se è cotto e poi è buono e si assaggia di nuovo per gusto.
A un certo punto si materializza Salvini in camicia a maniche corte, che mi indica il suo orologio ed erano le nove.
Poi per farmi vedere bene, appoggia l'avambraccio, peloso e molliccio, sul bordo della teglia, toccando i miei peperoni e indicando col dito che erano le nove.
Che personaggio imbarazzante, ho pensato, e anche che i peperoni a quel punto se li poteva mangiare lui.

Poi mi sono svegliato.
Da sveglio ho pensato "solo danni può fare, Salvini".

-Fine-
 
ho sognato che prendevo una stradina a sinistra, in una via che faccio spesso.
Era sterrata, in salita e curvava a sinistra a sua volta.
Come se fosse scavata in una pietra giallo rossiccia, forse tufo.
Siccome era in ripida salita appoggiavo le mani e procedevo a quattro zampe, e lo trovavo così comodo da pensare come mai non l'avessi fatto sempre, prima.
La stradina si avventurava fra rovine, tipo rovine romane, ma ristrutturate, con grandi vetrate e acciaio, che svelavano all'interno appartamenti arredati in stile moderneissimo.
Il quartiere era abitato da cosi che erano una specie di robot, ma di legno. Non avevo nessuna sensazione di inquietudine, anche se il loro aspetto non era troppo rassicurante. Assomigliavano agli alberi Ent di Tolkien e ai dipinti di Arcimboldo, una via di mezzo.
Poi la stradina sembrava finire, ma una signora robot di legno si alzava dal salottino dove sedeva con le sue amiche e mi indicava la continuazione in una specie di caverna.
Procedevo, in piedi, e iniziavano a comparire cani, botoli in realtà, malmessi ma minacciosi.
Il più ringhiante mi si faceva incontro e io gli prendevo il labbro superiore e glielo pizzicavo forte e quello immediatamente smetteva di ringhiare, si girava e sembrava invitarmi in una stanza, sulla destra. Ecco, siamo diventati amici, pensavo.
Nella stanza i cani sparivano e mi sedevo a mangiare la peperonata direttamente da una teglia.
C'era un mio amico, Mauro, che non vedo da tempo.
Mangiavamo, ma non per mangiare, come quando si assaggia dalla pentola per vedere se è cotto e poi è buono e si assaggia di nuovo per gusto.
A un certo punto si materializza Salvini in camicia a maniche corte, che mi indica il suo orologio ed erano le nove.
Poi per farmi vedere bene, appoggia l'avambraccio, peloso e molliccio, sul bordo della teglia, toccando i miei peperoni e indicando col dito che erano le nove.
Che personaggio imbarazzante, ho pensato, e anche che i peperoni a quel punto se li poteva mangiare lui.

Poi mi sono svegliato.
Da sveglio ho pensato "solo danni può fare, Salvini".

-Fine-

anche i pippotti :d:
 
stanotte non ho sognato, o forse sì ma non mi ricordo.
So solo che mi sono svegliato alle 3.31 e poi ho aspettato la sveglia alle 4 senza dormire ma godendomi le coperte.
Dopo la sveglia, giustamente, stavo per riaddormentarmi.
Ma poi mi sono alzato.
E questo è tutto.
 
stanotte non ho sognato, o forse sì ma non mi ricordo.
So solo che mi sono svegliato alle 3.31 e poi ho aspettato la sveglia alle 4 senza dormire ma godendomi le coperte.
Dopo la sveglia, giustamente, stavo per riaddormentarmi.
Ma poi mi sono alzato.
E questo è tutto.
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