Sias, per Nomura non è più da comprare
Di Valentina Sorrenti
Traffico previsto in discesa e conti 2012 contrastati hanno portato Nomura a ricredersi su
Sias. Il broker oggi ha ridotto il rating da buy a neutral e il target price da 7,9 euro a 7,4 euro. Dopo il recente apprezzamento dal titolo, ora l'azione risente del downgrade e perde il 2,13% a 6,90 euro.
I numeri 2012, hanno riferito gli analisti di Nomura, non sono risultati all'altezza delle previsioni: l'ebitda è risultato in linea alle attese a 558 milioni, mentre i ricavi (escludendo quelli relativi all'Anas) hanno sottoperformato del 3% le previsioni, attestandosi a 918 milioni, -2,3% annuo a causa dei minori volumi di traffico e del fatturato inferiore delle divisioni costruzione e tecnologia.
Gli esperti di Nomura hanno mantenuto invariate le stime sul traffico per quest'anno, ipotizzando un calo dei volumi del 3% anche facendo riferimento alla diminuzione del traffico in Italia nel primo trimestre. La decisione di sospendere l'aumento delle tariffe decise dal regolatore italiano per il periodo gennaio-aprile è stata infatti rivista e gli aumenti sono stati approvati con effetto immediato, provocando ricadute sui volumi del traffico. Un ulteriore aumento è inoltre previsto per l'anno prossimo.
I minori ricavi dell'anno scorso e la sospensione di alcuni aumenti tariffari, che comunque hanno avuto luogo quest'anno, hanno provocato una diminuzione del 6,5% delle stime dell'ebitda, previsto per quest'anno a 605 milioni dai 648 stimati in precedenza e dai 558 milioni del 2012. L'utile netto è visto scendere a 171 milioni di euro dai 493 milioni del 2012. Di conseguenza il dividendo atteso sul bilancio di quest'anno passa da una stima precedente di 0,81 a 0,38 euro per azione (rendimento del 4,8%).
Oggi
Sias ha saldato i 90 centesimi del 2012 dopo l'acconto di 30 centesimi pagato lo scorso agoato. Il dividendo totale ammonta dunque a 1,20 euro, comprensivo di 87 centesimi di straordinario e 33 centesimi di ordinario, per complessivi 273 milioni e per un rendimento di circa il 15%. Circa 200 milioni della somma che ritornerà nelle mani degli azionisti, sono giunti in seguito alla cessione delle attività cilene avvenuta nei primi mesi dello scorso anno.