DECLINO
Questo spazio divulgativo non fa altro che unire i puntini, come vedere le costellazioni nel cielo notturno: la Cintura di Orione, il Grande Carro, ecc. Alcune sono evidenti, altre sono più difficili da vedere, con stelle deboli e lontane. Ma ci sono sempre degli schemi: crescita e depressione, rialzo e ribasso, guerra e pace, declino e caduta. Alcuni di questi sono schemi molto lunghi. Quando una nazione/stato/impero invecchia, le sue élite si trovano al vertice del potere e della ricchezza. Non importa in quale direzione guardino, c'è solo la discesa. Diventano timorose, tutto è una minaccia: un virus, un mercato ribassista, la Russia, la Cina... il futuro stesso.
Una delle cose più assurde accadute all'inizio di questo mese è stata che i liberi pensatori nel parlamento inglese
hanno proposto nuovi modi per censurare il dibattito sui social media. Una delle ragioni addotte è stata che i legislatori pensano che essi stiano “rimbecillendo i giovani”. Davvero?
Non il
New York Times, non Paul Krugman, non le scuole pubbliche, non i genitori che lasciano che i loro figli sprechino tempo con i gadget elettronici.
Tipico di un impero degenerato in fase avanzata, i politici inglesi sono ansiosi di proteggersi da qualsiasi novità. Un altro schema: nel tempo le élite sono inclini a diventare corrotte e incompetenti (stupide e malvagie). Favoriscono la guerra e l'inflazione, in parte come un modo per impedire al futuro di arrivare e in parte come un modo per continuare a trasferire più ricchezza e potere a sé stessi. L'aumento dell'offerta di guerra e inflazione porta a un calo del loro valore. Alla fine le élite non possono vincere una guerra (ad esempio Vietnam, Iraq, Afghanistan, Ucraina), né controllare l'inflazione.
In teoria, una democrazia dovrebbe risolvere il problema del decadimento al vertice. Gli elettori dovrebbero “buttare fuori gli incompetenti” ed eleggere nuovi leader più vigorosi.
Ma dove sono questi nuovi leader?
Nelle comunità più piccole la democrazia sembra funzionare, ma, in pratica, in un governo di grandi dimensioni, i partiti politici, l'amministrazione pubblica, la stampa, la City di Londra, i potenti donatori, i lobbisti, gli interessi speciali organizzati e l'industria della potenza di fuoco, tutti si uniscono per bloccare il cambiamento. Si finisce con leader geriatrici e linee di politica disastrose.
Inflazione e guerra, guerra e inflazione, malvagio e stupido, sciocco e furfante. Anche questi sono degli schemi. La Spagna, parte dell'Impero asburgico, fu il primo impero su cui non sarebbe mai tramontato il sole. Aveva le Filippine a est, l'America centrale e meridionale a ovest e in Europa era l'egemone, la nazione indispensabile del suo tempo. Quando
i terroristi inglesi iniziarono ad attaccare le navi spagnole, Filippo II decise di intraprendere un'azione energica e risoluta. Il suo era l'impero più grande dell'epoca, con il più grande budget militare del mondo e l'equivalente del XVI secolo di una valuta di riserva. La Spagna riceveva carichi di oro e argento dal Nuovo Mondo, stimolando così l'economia del Vecchio Mondo con denaro appena coniato. Tutto questo vi suona familiare? I lettori più attenti noteranno due temi importanti.
Innanzitutto, l'inflazione. O, più in generale, la malattia olandese... comunemente intesa come il paradosso che si verifica quando la fortuna, ovvero trovare miliardi in oro e argento, trasforma la vostra economia in un caos. Di solito pensiamo all'oro come a una protezione contro l'inflazione; in questo caso, invece, ne fu la causa. In genere l'oro protegge dall'inflazione perché è molto difficile da ottenere: bisogna trovarlo ed estrarlo, e poiché l'oro è quotato sul mercato come tutto il resto, la quantità disponibile come denaro tende ad aumentare in linea con tutto il resto e a un ritmo più o meno pari alla crescita del PIL. Se le scorte scarseggiano, il prezzo dell'oro aumenta e i minatori sono spinti a lavorare di più; se c'è “troppo” oro il suo prezzo tende a scendere e l'attività mineraria non è più redditizia.
Fu solo un furto e un colpo di fortuna che gli spagnoli trovarono tanto oro e argento in superficie nelle mani degli Aztechi e degli Inca e riuscirono a sequestrarlo e a spedirlo in Spagna. L'avventuriero Pizarro catturò il capo Inca, Atahualpa, per esempio. Il conquistador chiese una stanza piena d'oro per il suo rilascio. L'Inca riempì diligentemente la stanza, ma Pizarro lo uccise comunque. Questo aumento della massa monetaria spagnola ebbe un effetto immediato, rese la Spagna ricca, e un effetto secondario, causò un'inflazione che rese la Spagna povera. Essa era ancora ricca nel luglio del 1588, quando la sua grande flotta si radunò e salpò verso nord, verso la Manica. Con 137 navi era destinata a scortare chiatte piene di soldati, cavalli, cibo e armi dalle Fiandre attraverso la Manica per un'invasione dell'Inghilterra. Si trattava più o meno della stessa forza navale che aveva vinto la battaglia di Lepanto nel 1571, una battaglia cruciale dell'Europa cristiana contro gli infedeli del mondo musulmano. E fu combattuta alla vecchia maniera: con spade, coltelli, moschetti e pistole. Questa era la battaglia che l'Armada di Filippo II era pronta a combattere di nuovo.
Il che ci porta al nostro secondo tema: le sorprendenti, e in gran parte sgradite, svolte della guerra. La sorpresa per l'Invincibile Armada fu che gli inglesi non combatterono come gli ottomani, o i romani, o i greci prima di loro. La battaglia di Gravelines non fu solo l'ennesima battaglia di fanteria, basata su piattaforme galleggianti mosse da schiavi delle galee. Inosservati dalla maggior parte del resto del mondo, gli inglesi avevano fatto progressi tecnici: le loro navi erano più piccole, più veloci, ma con meno potenza di fuoco. Si erano già dimostrate efficaci nelle mani di
corsari inglesi, come Sir Francis Drake: arrivavano al nemico da sopravvento e questo lasciava la loro preda sguarnita. Invece di lanciare rampini e cercare di abbordare la nave nemica, gli inglesi cercavano di affondarla (o, meglio ancora, abbatterne gli alberi e distruggerne il timone in modo che fosse indifesa). Per prima cosa dispersero la formazione spagnola al largo di Calais inviando brulotti tra le imbarcazioni ormeggiate; gli spagnoli andarono nel panico, tagliarono le ancore e dispersero la flotta. Poi, alla Battaglia di Gravelines, il giorno seguente, le due flotte si fronteggiarono. Gli spagnoli eseguirono la manovra che avevano usato con tanto successo a Lepanto: spararono una volta i loro cannoni e si prepararono ad abbordare le navi nemiche. Potevano sparare solo una volta perché i loro cannoni non erano stati predisposti per essere ricaricati, non nel vivo della battaglia. Gli inglesi, nel frattempo, mantennero le distanze e continuarono a sparare. Quando finirono le munizioni, avevano danneggiato e/o affondato così tante navi dell'Armada che la battaglia era stata effettivamente vinta.
Dopotutto l'Armada era vincibile. Il vento soffiava da sud e diede agli spagnoli una via di fuga verso nord. Le navi sopravvissute, molte in pessime condizioni, cercarono di navigare attorno alla Scozia e all'Irlanda per ricongiungersi alla penisola iberica senza incontrare navi da guerra inglesi. Molte invece si arenarono in Irlanda, dove furono depredate e i marinai uccisi senza pietà. Altri morirono di freddo, fame e malattia. Pochi riuscirono a tornare in Spagna.
E mentre la guerra fece i suoi danni, il nuovo denaro ne fece ancora di più: innescò un modello di azioni e reazioni ormai familiare. I conquistadores si impossessarono di enormi nuove quantità di oro e argento e questo aumento della massa monetaria fece aumentare i prezzi in Spagna e Portogallo del 500% nei successivi 150 anni. L'aumento dei prezzi, insieme ai tassi d'interesse più alti, costrinse l'imperatore spagnolo a prendere in prestito sempre più denaro solo per mantenere in attività il suo costoso impero. Il denaro facile rappresentò anche un sostituto per la produzione reale nella penisola iberica: gli spagnoli e i portoghesi avevano denaro, potevano acquistare cose, non avevano bisogno di produrle. “Lascia che siano gli altri a faticare”, potrebbero essersi detti l'un l'altro. “Noi conquistiamo”.
Ma trascurando il proprio commercio e le proprie manifatture, gli spagnoli e i portoghesi esposero il fianco a una “Grande Perdita”. Quando l'Invincibile Armada salpò il flusso di nuovo denaro dalle colonie era già in declino. Dopo la battaglia di Gravelines anche il potere spagnolo affondò e non si riprese mai più. La guerra e l'inflazione li avrebbero condannati a 4 secoli di marginalità e di miseria.
CADUTA
Non crediate nemmeno per un momento che
l'impero britannico si fosse disciolto all'indomani della fine della seconda guerra mondiale. Le mani si erano ritirate, ma i fili restavano ancora attaccati.
Nemmeno gli USA stessi erano davvero liberi, ma ancora una colonia. La vera dichiarazione d'indipendenza è arrivata nel marzo 2022, guarda caso un paio di settimane prima scoppiò la guerra tra
Russia e Ucraina. Come già detto,
guerra e inflazione sono due dei principali protagonisti di un impero in disfacimento.e quello inglese non fa eccezione. Oltre a riciclare quantità enormi di denaro da usare per cercare di sopravvivere ai venti economici contrari (es. debito pubblico, rendimenti decrescenti, ecc.), la guerra serve anche ad abbattere un qualsiasi tipo di opposizione popolare alle decisioni dello stato. I giovani uomini vengono mandati al fronte, cosicché in patria rimangano solo donne e vecchi. Non solo, ma è una questione ormai anche di sopravvivenza finanziaria, sia per Londra che per Bruxelles.
Il paravento della guerra, per quanto costoso, serve anche a giustificare la cosiddetta economia delle emergenze: una situazione “temporanea” infinita in cui gli stati in bancarotta le tentano tutte per rimanere a galla. Uno di questi tentativi significa calpestare lo stato di diritto. Ecco perché, tra gli altri,
furono gli inglesi a far saltare il banco dei negoziati di pace in Turchia. Spogliata della sua capacità di intermediare flussi finanziari significativi, la City di Londra si appresta a perdere quell'importanza che aveva avuto finora grazie a liquidità estorta con l'inganno ai danni degli Stati Uniti e del Giappone. Lo stesso vale per Bruxelles. La guerra è l'unico mezzo attraverso il quale i soldi fluiscono ancora in Europa ed ecco anche perché da quest'ultima si sono alzate le grida di maggior dolore quando Johnson, lo speaker della Camera negli Stati Uniti, s'è rifiutato di firmare l'ennesimo pacchetto di aiuti all'Ucraina.
La guerra in Ucraina è una polizza di assicurazione contro il fallimento siglata da Londra, oltre a essere un modo per staccare l'Eurasia dall'Europa.
A tal proposito, pensate a cosa è successo due mesi fa, durante le trattative di rinnovo dei titoli di debito dell'Ucraina. Per evitare il default del Paese
i maggiori investitori (Pimco, Amundi, Blackrock, fondi pensione inglesi, ecc.) hanno raggiunto un accordo per un haircut delle loro posizioni del 37%. Solo l'Inghilterra s'è esposta per $10 miliardi in aiuti militari, $7 miliardi in aiuti finanziari e s'è fatta garante per diversi prestiti all'Ucraina tramite la Banca Mondiale. Succede, poi, che due giorni dopo Fitch
declassa il debito ucraino a “C”. Panico tra i
bondholder sopra elencati! Al che, una settimana dopo, il presidente ucraino
firma un ordine di sospensione “temporaneo” del pagamento dei debiti della nazione.
Val la pena di sottolineare un altro fatto accaduto a luglio. In un seminario sponsorizzato dalla stessa Banca d'Inghilterra
s'è parlato esplicitamente che la stessa potesse ampliare la platea di titoli acquistabili o ammissibili nel mercato pronti contro termine. Non mi sorprenderebbe se tra questi nuovi titoli ammissibili ci fossero anche i bond ucraini. Come se il bilancio della BOE non fosse già sommerso a causa dell'aumento dei tassi dei titoli di stato inglesi (Gilt). Un assaggio di questo tracollo ce l'abbiamo avuto nell'autunno del 2022 quando l'allora governo Truss presentò il cosiddetto “mini budget”. Pollice verso da parte dei mercati e vendita di Gilt sui mercati. Inutile dire che le istituzioni più colpite sono risultati i fondi pensione, i quali hanno dovuto
vendere ingenti posizioni obbligazionarie A LEVA per soddisfare le margin call che fioccavano. La BOE è stata costretta a intervenire per apporre una rete di sicurezza sotto la sterlina e sotto i Gilt.
Qui ci sono tutti i presupposti affinché la sterlina subisca un durissimo colpo, nonché il mercato obbligazionario inglese dato il livello di rischio a cui è esposta la Banca d'Inghilterra insieme alla pletora di investitori istituzionali al seguito. Naturalmente non saranno i protagonisti di questa ubriacatura di azzardo morale
a pagare per le conseguenze. Sta di fatto, comunque, che con la fine della “FED put”, della “BOJ put” e del LIBOR Inghilterra ed Europa si contendono il primato nell'attuale
race to the bottom.
CONCLUSIONE
La Gran Bretagna si sta giocando il tutto per tutto.
L'economia è messa male, la situazione sociale interna è molto difficile.
Il sistema dell'eurodollaro, che è controllato da Londra, è andato in crisi nel 2008 e non si è più ripreso;
ora Washington, o almeno una parte facente capo alla FED, sta rimpatriando la politica monetaria sotto l'egida americana. Non solo, ma con l'indicizzazione dei debiti americani con
un tasso di riferimento interno (SOFR), la City di Londra sta nell'effettivo perdendo molto potere finanziario.
Nel frattempo i BRICS si stanno allontanando dai vincoli che avevano con l'eurodollaro. Non mi sorprenderebbe se vedessimo un'inversione della Brexit e un riavvicinamento con Bruxelles, soprattutto perché lo scontro con la Russia ormai è esistenziale.
Tutte le micce finanziarie conducono a... Londra.
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.