(per me) interessante
Situazioni fumose sui fondi di diritto italiano
by bimboalieno
Come molti di voi sapranno dal 01 luglio cambierà il
trattamento fiscale dei fondi di diritto italiano.
Nello spiegare i meccanismi pre e post variazione scopriremo due filoni di ragionamento: il primo riguarda la TOTALE ED OGGETTIVA INEFFICIENZA finanziaria di questi strumenti di investimento, mentre il secondo è una pura congettura, che getta un’ombra ulteriore sulla scelta di continuare a detenere questo genere di strumenti.
Ma andiamo dritti all’obiettivo:
I fondi Comuni di diritto italiano, dalla loro nascita ad oggi, applicano una
regola unica rispetto a qualunque altra forma di investimento: valorizzano la quota al netto dell’imposizione fiscale (che oggi è la 12,5%) con i risultati che seguono:
ipotizzando di entrare su un mercato che vale 100 attraverso un fondo, se il mercato sale a 110 il valore della mia quota sarà già espresso su valori netti (dunque sottraendo il 12,5% ai 10 di utile otterrò una quota pari a 108,75). In questo scenario il meccanismo è
penalizzante perché uno strumento similare (una SICAV) continua a valorizzare l’investimento “lordo” permettendomi di capitalizzare le imposte che pagherò solo quando dismetterò l’investimento.
Nell’ipotesi opposta, invece, con il mercato che da 100 scende a 90 mi troverò una quota valorizzata a 91,25 (perché nel calcolo mi viene “accreditata” l’imposta sulla perdita) questo scenario, rispetto ad altre forme, sembra premiante per l’investitore.
Ed invece il problema maggiore sta proprio qui.
quando mi valorizzano la quota 91,25 mi esprimono il valore che otterrei disinvestendo, ma viceversa a fronte di un valore di 91,25 quello che io ho davvero sono
asset reali per un valore di 90 e 1,25 di “
credito d’imposta“, ovvero una mera
voce contabile.
Nei periodi prolungati di discese dei valori degli asset finanziari (non so se ve ne viene in mente qualcuno…) questo meccanismo accumula crediti di imposta quotidianamente, portando alcuni fondi ad avere posizioni pazzesche.
Prendiamone uno qualunque: il
Pioneer azionario area pacifico, ad esempio (il link porta alla scheda morningstar dello strumento). Come potete osservare dal grafico il fondo è gravemente sottoperformante rispetto al suo benchmark. Ma la colpa non è del suo gestore: se avete la pazienza di scorrere la scheda poco oltre la metà scoprirete che l’asset allocation di questo fondo è composta al 33% da azioni e al 66% da Liquidità.
Un fondo azionario composto per
due terzi da liquidità? Leggendo dalla scheda:
Finalità del Fondo: Significativa crescita del capitale investito. Tipologia di strumenti finanziari: principalmente titoli rappresentativi del capitale di rischio e OICR azionari coerenti con la politica di investimento. L’investimento in OICR, anche collegati, ha carattere contenuto. Gli strumenti finanziari sono denominati principalmente in valute dei Paesi dell’Asia, dell’Oceania e in dollari statunitensi.
(Gli OICR sono ‘Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio’, altri fondi, insomma)
In realtà il fondo è fatto per un terzo da asset finanziari e per due terzi da “
voci contabili” ovvero i famosi crediti d’imposta. Significa che se decidessi di acquistare 10.000€ di controvalore di azioni dell’area del pacifico attraverso questo fondo comprerei in realtà soltanto 3380€ di azioni e 6620€ di “
voci contabili” con il risultato che se anche i mercati si mettessero a “volare” io vedrei i benefici solo per un terzo del risultato.
Oltretutto se, delusi dai risultati,
altri investitori decidessero di disinvestire prima di me, il fondo per dar loro non potrà liquidare dei crediti, che esistono solo a bilancio, ma dovrà vendere gli asset in portafoglio per fare liquidità reale. Risultato: prima o dopo il fondo esprime dei valori, ma di fatto è vuoto: insolvenza
de facto. E’ per questa ragione che dopo le fasi di crisi borsistiche le case di investimento procedono alla
fusione di comparti di fondi d’investimento, serve a “spalmare” la mole stratosferica di crediti d’imposta su basi più ampie, mettendo insieme un fondo sano con uno zoppo.
E guardate che ho preso un esempio a caso, avrei potuto parlarvi del fondo
Anima Europa, oppure del fondo
Eurizon Azioni Internazionali, che è ormai divorato dai derivati, ecc. ecc. E’ un problema di natura dello strumento, non di criticare questa o quella casa di investimento.
L’inefficienza oggettiva di questo strumento credo sia a questo punto dimostrata ed auto-evidente.
E già questo dovrebbe bastarvi per scegliere altro.
Ma…la riforma in arrivo ci impone un ulteriore ragionamento, che verrà con una seconda puntata su questo argomento… (sarà meglio abbonarsi ai feed o almeno mettere nei ‘preferiti’ questo blog…)