Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis (19 lettori)

salcatal

Come i Panda
Che siano pericolosi, questo è risaputo. Opero anche sui Warrant ormai da alcuni anni, e in un caso ho portato a casa il 300%. Erano però W che avevano vita breve, max. 3 mesi. Avevo scoperto che appena quotati erano cari, poi il prezzo scendeva costantemente fin anche a un terzo, per risalire velocemente negli ultimi due-tre giorni. Acquistando verso metà periodo e vendendo all'ultimo momento, c'era da guadagnare parecchio. L'ultimo giochino non è riuscito e si tratta di mediobanca 2011 che aveva una durata più lunga e il prezzo di conversione troppo elevato.
il W di PLT scade tra 4 anni, e l'ho acquistato proprio per la facoltà di convertirlo prima della scadenza. Ho avuto fortuna, perché al momento dell'acquisto non c'era ancora notizia dell'arrivo dei francesi.
Quello che volevo sapere da voi è:

a) la conversione è 1 a 1 e in questo momento PLT quota 2,298 e i W 1,252, con una differenza positiva a favore dei W di 4,6 centesimi, e impiegando meno della metà del capitale. In caso di OPA il guadagno è praticamente uguale ad avere i titoli.

b) nel caso invece si scatenasse una battaglia per assicurarsi la maggioranza o una quota importante,
forse i W sarebbero favoriti.

O no?

andgui.

Fortuna?

Pure io ho avuto la fortuna di comprare Parmalat a 1,2, pensa te che fortuna.:)

Poteva andare a 0,6 e invece è andata a 2,7 e se non si fosse messo di mezzo il Governo sarebbe andata al target prefissato 3,00 (sempre per fortuna).:(

Anche se in verità è arrivata a 2,73 + dividendi 0,22 circa nel frattempo staccati, manca poco a 3.:D:D:D
 

dariomilano

novellino
l'unico che non ha fortuna per ora sono io hahahah imparerò oooh se imparerò :D


buona pasqua a tutti quelli che la festeggiano..


ps. volevo dire a zoccoloduro che giustamente ha già venduto parte delle buongiorno se aveva già visto che a marzo c'è stato un insider selling di 2.000.000


rettifica notizia vecchia (cessione a giapponese..) ... mi scuso ma non essendo sul titolo non ho seguito.. ho visto la vendita su consob e quindi ho segnalato ;D
 
Ultima modifica:

salcatal

Come i Panda
Ecco quello che fecero Fazio e Consorte.

L'autorità di vigilanza L’inchiesta si concentrò, all’avvio, sul ruolo avuto dalle autorità di vigilanza (a partire dall’iter autorizzativo di Bankitalia all’Opa di Unipol) e sulla ricostruzione dei passaggi azionari intorno alla scalata. I 21 indagati, si spiega nel capo d’accusa, "in concorso tra loro, previo accordo con Fazio e Frasca, i quali rafforzavano il proposito criminoso, assicurando ai correi il sostegno del vertice della Banca d’Italia al progetto di acquisizione del controllo della Bnl con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, realizzavano una seria di operazioni simulate e artificiose concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Bnl" allo scopo di: fare fallire l’offerta pubblica di scambio su Bnl da parte del Bbva, "rastrellare azioni al fine di acquisire il controllo della banca" e "fissare a non meno di 2,70 uro il prezzo delle azioni di chi avesse voluto acquisire il controllo della banca". "Tra il 10 maggio 2005 (dopo la prima convocazione dell’assemblea Bnl del 30 aprile 2005) e il 21 maggio 2005 (data della seconda convocazione) - prosegue la richiesta di rinvio a giudizio - Roma e Boni, in accordo con Fiorani, effettuavano acquisti sul titolo Bnl in maniera intensa e continuata in modo da determinare un forte andamento al rialzo delle quotazioni del titolo che passava da 2,4 euro ad azione del 10 maggio (valore corrispondente a quello della Ops del BBVA) a 2,7 euro del 20 maggio, mantenendosi per tutto il periodo ben al di sopra del valore della Ops".
L'accordo parasociale Nei primi venti giorni di maggio 2005, aggiungono i pm, Ricucci, Caltagirone, Bonsignore, Coppola, Statuto, Gnutti, Ettore Lonati, Tiberio Lonati, Grazioli, già aderenti al patto parasociale denominato "contropatto" stipulavano con Nattino, Consorte, Sacchetti, Roma, Boni, Fiorani, Leoni, Berneschi, Simone e Malvicini un accordo parasociale, non dichiarato agli organi di vigilanza e al mercato, comprendente una quota pari al 34,53% del capitale sociale della Banca Nazionale del Lavoro, allo scopo di consentire alla lista guidata da Caltagirone di acquisire il controllo di Bnl in occasione dell’assemblea del 21 maggio 2005, sottraendosi così all’obbligo di Opa previsto dalla legge e provocando »un’alterazione artificiosa del valore delle quotazioni della azioni Bnl«. Le 16 società indagate per illeciti amministrativi sono Magiste International, Fincal 2000, Capitolium Spa, Finced Srl, Vianini Lavori, Viafin, Finpaco Project, Tikal Plaza, Michele Amari, Gefip Holding, Banca Popolare Italiana, Unipol, Aurora Assicurazioni, Bper, Banca Carige e Leo Fund Managers Limited.

Scalata Bnl, i pm: "Processare Fazio e Consorte" - Interni - ilGiornale.it del 07-04-2010
 

dariomilano

novellino
L'autorità di vigilanza L’inchiesta si concentrò, all’avvio, sul ruolo avuto dalle autorità di vigilanza (a partire dall’iter autorizzativo di Bankitalia all’Opa di Unipol) e sulla ricostruzione dei passaggi azionari intorno alla scalata. I 21 indagati, si spiega nel capo d’accusa, "in concorso tra loro, previo accordo con Fazio e Frasca, i quali rafforzavano il proposito criminoso, assicurando ai correi il sostegno del vertice della Banca d’Italia al progetto di acquisizione del controllo della Bnl con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, realizzavano una seria di operazioni simulate e artificiose concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Bnl" allo scopo di: fare fallire l’offerta pubblica di scambio su Bnl da parte del Bbva, "rastrellare azioni al fine di acquisire il controllo della banca" e "fissare a non meno di 2,70 uro il prezzo delle azioni di chi avesse voluto acquisire il controllo della banca". "Tra il 10 maggio 2005 (dopo la prima convocazione dell’assemblea Bnl del 30 aprile 2005) e il 21 maggio 2005 (data della seconda convocazione) - prosegue la richiesta di rinvio a giudizio - Roma e Boni, in accordo con Fiorani, effettuavano acquisti sul titolo Bnl in maniera intensa e continuata in modo da determinare un forte andamento al rialzo delle quotazioni del titolo che passava da 2,4 euro ad azione del 10 maggio (valore corrispondente a quello della Ops del BBVA) a 2,7 euro del 20 maggio, mantenendosi per tutto il periodo ben al di sopra del valore della Ops".
L'accordo parasociale Nei primi venti giorni di maggio 2005, aggiungono i pm, Ricucci, Caltagirone, Bonsignore, Coppola, Statuto, Gnutti, Ettore Lonati, Tiberio Lonati, Grazioli, già aderenti al patto parasociale denominato "contropatto" stipulavano con Nattino, Consorte, Sacchetti, Roma, Boni, Fiorani, Leoni, Berneschi, Simone e Malvicini un accordo parasociale, non dichiarato agli organi di vigilanza e al mercato, comprendente una quota pari al 34,53% del capitale sociale della Banca Nazionale del Lavoro, allo scopo di consentire alla lista guidata da Caltagirone di acquisire il controllo di Bnl in occasione dell’assemblea del 21 maggio 2005, sottraendosi così all’obbligo di Opa previsto dalla legge e provocando »un’alterazione artificiosa del valore delle quotazioni della azioni Bnl«. Le 16 società indagate per illeciti amministrativi sono Magiste International, Fincal 2000, Capitolium Spa, Finced Srl, Vianini Lavori, Viafin, Finpaco Project, Tikal Plaza, Michele Amari, Gefip Holding, Banca Popolare Italiana, Unipol, Aurora Assicurazioni, Bper, Banca Carige e Leo Fund Managers Limited.

Scalata Bnl, i pm: "Processare Fazio e Consorte" - Interni - ilGiornale.it del 07-04-2010


ma quindi queste ultime società ci possono rimettere s perdono la causa o è colpa degli amministratori?
lo stesso mediaset.. sono gli amminstratori e b. che dovrebbero pagare per la causa mediatrade o è mediaset (che nel bilancio dice che per ora vede lontana l'ipotesi e quindi non accantona... ciò mi lascia pensare che debba accantonare per pagare lei il torto fatto?)
 

salcatal

Come i Panda
Ennesima banderilla al povero pallone gonfiato.

In neretto le banderillas più forti.


PUNTO 1 - Draghi: imprese non si rafforzano con sistemi difesa
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Reuters - 21/04/2011 18:48:18
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(Aggiunge in coda altre dichiarazioni Draghi)

ROMA, 21 aprile (Reuters) - La competitività delle imprese italiane non si accresce con "sostegni e difese dalla concorrenza".

Lo dice il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi in quello che sembra un indiretto riferimento alle iniziative del governo italiano per evitare che Parmalat (PLT.MI) finisca nelle mani della francese Lactalis.

Senza mai citare il caso Parmalat, su cui il governo è intervenuto con due diversi decreti legge, Draghi dice che "una maggiore competitivita del sistema produttivo non può essere ottenuta con sostegni e difese dalla concorrenza: richiede un'attenta regolamentazione pro-competitiva dei mercati, ben disegnata e sorvegliata da regolatori indipendenti".

L'Italia sta "uscendo dalla recessione lentamente" e "il divario fra l'Italia e gli altri paesi perdura nella fase di ripresa", dice Draghi nell'intervento di apertura del convegno svolto oggi a Palazzo Koch "Europa 2020: quali riforme strutturali per l'Italia?".

"In termini di prodotto pro capite, il recupero del livello pre-crisi sarà ancora più lento. Interrogarsi sul nostro potenziale di crescita non è un esercizio retorico, è una riflessione sul futuro del nostro Paese, sulle prospettive delle generazioni ora più giovani".

Draghi riconosce che la buona tenuta del sistema bancario, la generale solidità finanziaria di famiglie e imprese, una prudente gestione del bilancio pubblico hanno limitato il peggioramento dei conti pubblici. L'azione del governo ha anche portato, per la prima volta dall'avvio dell'euro, a un deficit "nettamente inferiore al valore medio dell'area", mentre la dinamica della spesa corrente è stata "finalmente rallentata".

"Ma la spesa in conto capitale è stata fortemente ridotta, è sui livelli più bassi degli ultimi decenni" e "la pressione fiscale continua ad essere elevata nel confronto internazionale e in prospettiva storica".

Secondo il governatore della Banca d'Italia, "la strategia Europa 2020 avrà successo solo se gli indirizzi generali concordati a livello europeo si tradurranno in interventi nazionali concreti".

"I governi e i parlamenti nazionali sono i legittimi depositari delle scelte politiche rilevanti. L'intervento comunitario non può sostituirli, ma può spronarli e sostenerli rafforzando e diffondendo l'uso di metodi obiettivi di documentazione statistica e di prassi condivise di valutazione delle politiche attuate".

"L'insistenza comunitaria sulla valutazione dei risultati è un'indicazione importante da cogliere in un paese come il nostro, in cui l'attività delle amministrazioni pubbliche sembra a volte più orientata al rispetto delle regole formali che al conseguimento del risultato", continua Draghi.


Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su Reuters Italia (reuters_italia) su Twitter
 

i.p.i.s

Nuovo forumer
a me invece le parole di Draghi sembrano un insieme di ovvietà.oltre che limitarsi a domande retoriche (excusatio non petita), lamentele petulanti, critiche gratuite, Draghi farebbe bene a fare delle propostese non le fa, due sono le possibilità: 1) non ne ha; 2) le ha ma preferisce non dirle perché appartengono a quel genere di proposte impopolari che in genere si riservano ai governi tecnici
 

salcatal

Come i Panda
ma quindi queste ultime società ci possono rimettere s perdono la causa o è colpa degli amministratori?
lo stesso mediaset.. sono gli amminstratori e b. che dovrebbero pagare per la causa mediatrade o è mediaset (che nel bilancio dice che per ora vede lontana l'ipotesi e quindi non accantona... ciò mi lascia pensare che debba accantonare per pagare lei il torto fatto?)

Non è una questione di lontananza.

E' questione di principi contabili:

a) Se l'ipotesi di soccombenza è certa o probabile si deve accantonare;

b) Se l'ipotesi è solo possibile non si deve accantonare, ma farne menzione nella Nota Integrativa sezione.

Per quanto riguarda la sanzione amministrativa essa è prevista dalla norma nel caso in cui la Società non dimostri che aveva adottato modelli organizzativi idonei ad evitare la commissione del fatto illecito degli amministratori e dei dipendenti (D.Lgs.231/01).
 

dariomilano

novellino
Non è una questione di lontananza.

E' questione di principi contabili:

a) Se l'ipotesi di soccombenza è certa o probabile si deve accantonare;

b) Se l'ipotesi è solo possibile non si deve accantonare, ma farne menzione nella Nota Integrativa sezione.

Per quanto riguarda la sanzione amministrativa essa è prevista dalla norma nel caso in cui la Società non dimostri che aveva adottato modelli organizzativi idonei ad evitare la commissione del fatto illecito degli amministratori e dei dipendenti (D.Lgs.231/01).


ma per capire se viene fatto un torto di 200 milioni da un amministratore.. la società deve pagare 200 milioni perchè non aveva adottato quei modelli.. o ad esempio 2 milioni per mancata adozione e gli altri 198 li paga il responsabile?
 

salcatal

Come i Panda
ma per capire se viene fatto un torto di 200 milioni da un amministratore.. la società deve pagare 200 milioni perchè non aveva adottato quei modelli.. o ad esempio 2 milioni per mancata adozione e gli altri 198 li paga il responsabile?

In che senso intendi un torto.

Qui stiamo parlando di un reato commesso da un dipendente e dal quale la società abbia tratto vantaggio.

La sanzione massima prevista dalla legge e' 1,5 milioni.

Diverso il discorso del danno eventualmente causato a terzi o all'erario che comunque la società e' tenuta a risarcire.

Esempio se un mio dirigente corrompe un funzionario fiscale per avere una verifica fiscale addomesticata, la società dovrà pagare la multa della 231/2001 e di vedrà eventualmente confiscato il provento del resto, cioè la somma evasa/risparmiata grazie al reato commesso.

Fammi la casistica precisa e sarò più preciso, se non e' chiaro.

Comunque e' chiaro che se un terzo e' stato danneggiato la Società risponde dell'intero danno.
 

dariomilano

novellino
In che senso intendi un torto.

Qui stiamo parlando di un reato commesso da un dipendente e dal quale la società abbia tratto vantaggio.

La sanzione massima prevista dalla legge e' 1,5 milioni.

Diverso il discorso del danno eventualmente causato a terzi o all'erario che comunque la società e' tenuta a risarcire.

Esempio se un mio dirigente corrompe un funzionario fiscale per avere una verifica fiscale addomesticata, la società dovrà pagare la multa della 231/2001 e di vedrà eventualmente confiscato il provento del resto, cioè la somma evasa/risparmiata grazie al reato commesso.

Fammi la casistica precisa e sarò più preciso, se non e' chiaro.

Comunque e' chiaro che se un terzo e' stato danneggiato la Società risponde dell'intero danno.

chiarissimo come sempre.. rimane da vedere lo svolgimento del processo..

cmq non so se ho capito bene: ma mediaset acquistava dall'america film a prezzi gonfiati e poi B. riceveva in nero dei soldi da un Agrama..

quello che non mi è chiaro è come faccia mediaset a rimetterci prima, perchè paga di più i diritti.. e poi, perchè non ha controllato l'operato dei dipendenti e quindi ha eventualmente frodato il fisco (costi maggiori che abbattevano le entrate).. :-?:-?
 

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