Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis

Per quanto riguarda i mercati non vedo novità, se non l'aumento dell'incertezza dovuto all'annunciato, ma non spiegato piano franco tedesco, che secondo me ha determinato, nel dubbio, la chiusura di molte posizioni ribassiste.

Che, c'è da giurarlo, saranno riaperte ove il piano si rivelasse, come temo, un flop.

Infatti nessun piano sarà ritenuto credibile dal mercato, se non accompagnato dalla dichiarazione, implicita od esplicita, che la BCE sarà disposta a fornire liquidità in maniera ILLIMITATA.

Chiaramente, caro PILU, questa dichiarazione non significa che effettivamente la BCE monetizzi il debito, ma è uno strumento per ripristinare la fiducia e dire al mercato che nessun soggetto soffrirà di crisi di liquidità.

A quel punto il mercato comincerebbe a ragionare sui fondamentali e non dovrebbe più vendere titoli di soggetti fondamentalmente solvibili, ma potenzialmente illiquidi, quali l'Italia.

Anche ho qualche dubbio che questo sarebbe un bene per l'Italia, in quanto con la classe politica che ci ritroviamo, passata la festa gabbatu lu santu, questi ricomincerebbero a spendere e a spandere.

Che poi è esattamente il motivo per cui la BCE non si è mai voluta impegnare a garantire liquidità immediata, anche sulla scorta dell'esperienza negativa greca, che appunto dopo avere ricevuto i primi aiuti ha ricominciato a spendere e spandere, come se nulla fosse successo.:wall:
 
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In diretta sul Corriere Tv:
Italia: sacrifici per noi o per l’Europa?
Con Ferruccio de Bortoli, Franco Bruni e Mario Monti|Diretta
 
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Questo articolo, caro Storm, coglie nel segno su quelli che sono i problemi dell'Europa, e in generale, del mondo.

Certo poi si potrà dire che noi, la Grecia, la Spagna ecc. abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, ed è vero.

Ma il problema di fondo, semplice semplice, sta qui.

E' la soluzione che è maledettamente difficile.

E non può essere, a mio modo di vedere, quella che i creditori cerchino di recuperare i loro crediti spogliando i debitori delle loro risorse, come temo stiano tentando di fare con la Grecia, perchè questo alla lunga precipiterebbe il mondo verso il disastro.


Troppo credito alla Germania - Il Sole 24 ORE



Tra le interpretazioni della crisi della zona euro ha finora prevalso quello che potremmo definire il punto di vista del creditore. Questo verte sul convincimento che, per salvaguardare il diritto dei creditori al rimborso, i debitori debbano tirare la cinghia e ridurre le spese senza invocare aiuti da parte delle istituzioni europee.
I piani di austerità adottati da tutti i Paesi europei per far fronte al pagamento dei debiti, l'avanzamento finora timido e contraddittorio del fondo salva-Stati e l'incertezza sull'ammontare degli acquisti di titoli che la Bce sarà disposta a effettuare per sostenere i Paesi in difficoltà, derivano esattamente dal prevalere di questa logica. Tuttavia, come stiamo ormai rilevando da diversi mesi, questo orientamento non appare in grado di attenuare la crisi dell'eurozona. Anzi, la sfiducia dei mercati cresce di giorno in giorno, e con essa aumentano i differenziali tra i tassi d'interesse.

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Sarebbe ora di riconoscere che il punto di vista del creditore deriva dalla risibile pretesa di applicare le banali regole di un bilancio familiare alla complessità delle relazioni macroeconomiche che intercorrono tra i bilanci degli Stati. In realtà queste relazioni seguono regole ben diverse, tutt'altro che intuitive.
La prima consiste nel fatto che a livello macro il reddito dei creditori dipende in ultima istanza dalla spesa dei debitori, non dai risparmi di questi ultimi. Consideriamo, per esempio, la Germania: per lungo tempo, grazie a una superiore organizzazione dei capitali e a un'intensa politica di deflazione relativa dei salari, questo Paese ha esportato nel resto d'Europa molte più merci di quante ne importasse. In tal modo la Germania ha accumulato ingenti crediti nei confronti di Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, della stessa Francia e di vari altri Paesi europei, i quali al contrario importavano più merci di quante ne esportassero.
Questo pesante squilibrio in seno all'Europa costituisce indubbiamente un sintomo della competitività del sistema produttivo tedesco. Ma rappresenta anche una prova del fatto che per anni la crescita della produzione e del reddito dei tedeschi è stata in larga misura stimolata dalla domanda e dal relativo indebitamento dei Paesi periferici. Ecco perché, nel momento in cui questi Paesi vengono chiamati a ridurre le spese, anche la Germania finirà per pagarne le conseguenze in termini di mancata crescita.
Il problema descritto evidenzia anche i limiti dello slogan "Facciamo come in Germania". Il desiderio di emulare un competitore efficiente è perfettamente comprensibile. Ma se tutti davvero puntassero a imitare la tendenza della Germania ad aumentare le esportazioni nette e ad accumulare crediti verso l'estero, non vi sarebbe più una fonte di domanda interna alla zona euro. In tal caso, a meno di illudersi dell'imminenza di una robusta ripresa americana, le imprese europee si troverebbero ben presto senza sbocchi e il Vecchio continente piomberebbe in un'ulteriore, violenta recessione. Né la situazione cambierebbe se ci indebitassimo con la Cina anziché con la Germania. Il problema infatti non verte sull'individuazione di un nuovo creditore, ma consiste al contrario nel trovare una fonte di domanda. Sotto questo aspetto è bene comprendere che i cinesi non aiutano, non essendo disposti a rinunciare ai loro avanzi commerciali verso l'estero.
Le obiezioni elencate consentono anche di sgombrare il campo dall'idea ingenua secondo cui i creditori risiederebbero nel settore privato, mentre i debitori si situerebbero nel settore pubblico. In realtà, dal punto di vista contabile e macroeconomico, l'intreccio è più complesso. Basti pensare che lo squilibrio tra la Germania creditrice e i Paesi periferici debitori si riflette anche in una distribuzione asimmetrica delle sofferenze bancarie e della mortalità delle imprese private, che in molte zone del Sud Europa e della stessa Italia stanno raggiungendo livelli inquietanti. Ciò implica che se nel prossimo futuro in Bce dovesse prevalere il punto di vista del creditore, non solo i bilanci pubblici, ma anche i bilanci delle imprese e delle banche private situate nei Paesi periferici registrerebbero le perdite più ingenti.
Nel diritto romano si definiva favor debitoris quell'insieme di norme atte a stabilire un appropriato equilibrio tra le pretese del creditore e la pietà verso il debitore. L'odierna urgenza di ridefinire quell'equilibrio non è tuttavia questione di pietà, ma di razionalità. Al punto in cui siamo giunti, continuare a imporre la logica del creditore significa creare le premesse di una nuova crisi. Se si vuole evitarla, bisognerebbe ribaltare la logica che governa gli attuali indirizzi politici e attivare finalmente un "motore interno" dello sviluppo economico europeo.
Se la Banca centrale europea, le istituzioni comunitarie e i governi nazionali non si dispongono a questa inversione di marcia, il pericolo di un'ulteriore recessione e di una conseguente implosione della zona euro (e al limite dello stesso mercato comune) si farà concreto, con danni facilmente prevedibili per gli stessi creditori.
 
La Germania lo dovrebbe ben sapere che c'e' un limite a quanto si può chiedere ai creditori...
Non dimentichiamoci che alle origini del nazismo ci sono anche precise responsabilità delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale, le quali imposero un fardello gravosissimo per l'economia tedesca nel trattato di Versailles.
I tedeschi lo comprendono bene quello che c'e' scritto nell'articolo e stanno tirando la corda più a lungo possibile per mettere in ginocchio il resto d'Europa e prenderne il controllo. State attenti però una volta che si mettono in moto determinate forze, le conseguenze politiche non sempre sono docili e controllabili...
 
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La Germania lo dovrebbe ben sapere che c'e' un limite a quanto si può chiedere ai creditori...
Non dimentichiamoci che alle origini del nazismo ci sono anche precise responsabilità delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale, le quali imposero un fardello gravosissimo per l'economia tedesca nel trattato di Versailles.
I tedeschi lo comprendono bene quello che c'e' scritto nell'articolo e stanno tirando la corda più a lungo possibile per mettere in ginocchio il resto d'Europa e prenderne il controllo. State attenti però una volta che si mettono in moto determinate forze, le conseguenze politiche non sempre sono docili e controllabili...

Esatto!
 
Buongiorno. :-o

Sal... FT è ancora nel tuo pf?

Buonasera.

Benritrovato.

Ma che fine avevi fatto?

Certo che ho FT, l'ho scritto anche.

Ora ho France Telecom, Parmalat, Warrant Parmalat, K+S e Vallourec.

Sull'obbligazionario ho dei CCT 15 e 17, raccattati a prezzi di saldo non si ma mai fra qualche anno l'euribor salisse.

Ma poca roba, per lo più sono liquido.

Ho venduto quasi tutto prima delle ferie, per stare sereno, anche se ho portato a casa un bel pò di perdite.

E ora, oggettivamente, non ho il coraggio di entrare su nulla, con questi chiari di luna.

Faccio qualche operazione intraday, anche se non fa per me.

Comunque racimolo qualche eurino e mi tengo allenato.;)
 
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Buonasera.

Allora questi mercati, a dispetto di tutto, continuano a stupire.

Mi stupisce, in particolare, da un punto di vista fondamentale, l'ascesa delle banche italiane.

Tanto è vero che avevo chiuso le posizioni a prezzi più bassi di quelli attuali.:wall::wall::titanic::titanic:


E' di oggi la notiza del declassamento di MPS a BBB, cioè a un passo, dal junk bond.

Poichè, però, il mercato non sbaglia mai e la salita è continua, tale da non poter essere imputata a semplici ricoperture, allora penso che si scommetta su qualcos'altro.

Io penso che, a questo punto, il mercato scommetta su un risiko nel sistema bancario italiano.

E, come più volte detto, le banche italiane fanno gola per la loro raccolta.

Intanto ho preso profitto su K&S, cena pagata.


Allargando un pò lo sguardo sembra che il mercato abbia ormai scontato il default della Grecia, grazie alle rassicurazioni sulla ricapitalizzazione delle banche.

Certo che deve essere bello fare il banchiere.

Quando fanno profitti, prendendosi rischi enormi e con leve improbabili, prendono bonus miliardari.

Quando fanno danni intervengono gli Stati a salvarle, e nessuno che dica ai banchieri che devono fare i sacrifici e i compiti a casa, come hanno detto ai Greci.

Veramente bella, non c'è che dire, la vita del banchiere SISTEMICO.:):)
 
la Bce fornisce liquidità illimitata ad 1 anno.
Stanno tirando su tutto. Lo si vede dal mercato dei bond nell' high yeld e sui subordinati bancari. Non ancora sui btp a lunga per ora.
Ovvio che le banche salgano. Scende il costo di finanziamento. Se non salgono i btp noi rimaniamo a rischio però...
 
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